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mercoledì 25 ottobre 2023

Cesare e il cotone

Terminato il “Secolo breve” di Hobsbawm avrei potuto iniziare subito il suo precedente “L’età degli imperi” ma ho preferito darmi un minimo di intervallo. Così ho iniziato a leggere il mio acquisto da 3€, “Le vite di dodici cesari” di Svetonio.

La prima vita descritta è ovviamente quella di Giulio Cesare ed è stato sconcertante il cambio di prospettiva con l’immagine che appariva dall’autobiografico “La guerra gallica”.
Nella “Guerra gallica” avevo avuto la sensazione di capire in profondità il personaggio ma ci sono delle evidenti incompatibilità con quanto descritto da Svetonio. Il “Cesare” che avevo capito io non avrebbe fatto quello che racconta Svetonio.

Essendo una sensazione non è facile definirne i particolari: diciamo che nella biografia di Svetonio appare chiaro che Cesare fosse fin da giovane interessato a raggiungere il massimo potere possibile e che per ottenerlo fosse disposto a molto se non a tutto. Di sicuro non lesinava il denaro per comprarsi il sostegno di popolo, esercito e potenti. Le enormi ricchezze ottenute dalla conquista della Gallia dovettero essere tutte reinvestite in quella che oggi chiameremo “pubblicità” e “marketing”!
Addirittura secondo alcuni contemporanei citati da Svetonio (Pompeo mi sembra) uno dei motivi della guerra civile fu che Cesare si rese conto di non essere in grado di finanziare tutte le spese che aveva avviato e aveva quindi bisogno di un buon motivo per interromperle.

Qualche mese fa parlai di questo libro a un mio conoscente (il gestore di un ristorante/pizzeria vicino casa mia che sospetto essere un ENTP) spiegandogli quanto fosse interessante conoscere il punto di vista di Cesare e il suo carattere: immediatamente mi smontò dicendomi che era scettico riguardo al fatto che Cesare fosse stato onesto. Io gli risposi che ero conscio che Cesare scrivesse anche per farsi pubblicità ma mi ritenevo in grado di individuare eventuali incongruenze nel suo racconto: confidavo insomma nel mio “sensore di bugie” innato.

In realtà questa mia capacità si basa essenzialmente nella valutazione razionale della compatibilità fra quanto scritto e quanto realmente possibile: notando anche i particolari mi è facile notare automaticamente delle incongruenze e, da queste, risalire alla loro origine logica che le spieghi.
Ma non avevo tenuto conto di un particolare: anche Cesare (ritenuto l’ENTJ per eccellenza) era estremamente logico e soprattutto NON ha mentito: ha semplicemente taciuto ciò che non intendeva far conoscere. Non mentendo io non avevo percepito bugie e mi ero così fatto un’idea troppo idealistica del personaggio: forse l’avevo interpretato troppo come INTP (*1), mi ero immaginato il condottiero/politico che si ritrova “per caso” nella situazione in questione e, quindi, prende tutte le scelte logiche per ottenerne il massimo come, più o meno, avrebbe fatto un INTP. Quello che mi era sfuggito è che “per caso” non si ottiene la gestione della Gallia Cisalpina e dell’Illirico più il comando di svariate legioni: per arrivare a quel punto ci vuole una determinazione e un interesse per il potere che gli ENTJ hanno ma gli INTP no!

Comunque Svetonio scrive bene: mi è sembrato molto distaccato nello stile e concede poco allo “straordinario”. Mi ha dato la sensazione che fosse ben documentato ed equilibrato nei suoi giudizi. Per la verità inizialmente mi era parso un po’ avverso a Cesare ma sul finale gli fa molti elogi e, per esempio, riporta anche quelli di un suo nemico politico come Cicerone che ne ammirava l’abilità retorica e la razionalità del pensiero.

Visto che il pezzo è ormai troppo lungo per farne un corto, ma è comunque ancora abbastanza breve, ne approfitto per un commento anche su “Il cotone è il re”.
Ieri ho iniziato a leggerne un nuovo capitolo. L’autore non è molto lineare nella sua esposizione. Questo è comprensibile: giustificare lo schiavismo con argomenti limpidi e chiari è più difficile che farlo con discorsi vaghi, ripetizioni e ragionamenti associativi non sempre evidenti.

Ritorna spesso quello che in realtà non è un vero argomento contro lo schiavismo ma che invece evidenzia l’ipocrisia di chi si dice contro di esso: il movimento per l’abolizione della schiavitù parte dal Regno Unito, la grande potenza dell’epoca, ma proprio il Regno Unito compra il 90% della produzione di cotone basata sullo sfruttamento degli schiavi.
L’autore afferma: “se siete veramente contro lo schiavismo allora non comprate il nostro cotone perché allora avere tanti schiavi non sarà più conveniente e noi saremo i primi a volercene disfare”.
C’è molto di vero in questo argomento: il problema è che gli abolizionisti inglesi non erano quelli che acquistavano il cotone grezzo dagli stati schiavisti degli USA del sud. Vero che questi avrebbero potuto boicottare i tessuti di cotone ma più ci si allontana dal prodotto originale e più che il boicottaggio diviene incerto.
Questa situazione mi ricorda qualcosa di attuale: “tutti” sono contro lo sfruttamento del lavoro minorile però, nonostante che gran parte del litio usato nelle batterie dei telefonini e altri aggeggi elettronici provenga da miniere in Africa che sfruttano i bambini, tutti si guardano bene dal boicottare tali prodotti.

Il capitolo in questione si lamenta della scarsa moralità degli africani e di come ci sarebbe bisogno di missionari che “civilizzassero” il continente nero. Secondo l’autore se ci fosse questo innalzamento della moralità allora anche gli schiavisti potrebbero liberare i loro schiavi senza temere una degenerazione morale della società. Ricordo che l’argomento del precedente capitolo era che, negli stati del nord dove gli schiavi erano stati liberati, i neri rappresentavano una percentuale spropositata di carcerati rispetto alla popolazione totale. Io spiegavo il fenomeno con la povertà ma gli abolizionisti coevi (almeno quelli citati dall’autore) con la scarsa istruzione a cui viene legata la moralità: l’istruzione infatti si confondeva con lo studio della Bibbia…

Conclusione: piacevolissimo il libro di Svetonio (non credo infatti di iniziare subito a leggere il quarto libro della serie di Erikson una volta che avrò finito il terzo), pesante ma interessante "Il cotone è il re" a favore della schiavitù.

Nota (*1): come scritto altrove i tipi psicologici INTP ed ENTJ hanno una strana relazione psicologica di reciprocità.

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