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giovedì 12 ottobre 2023

Storia del QI

YouTube mi ha suggerito il sefuente video: I Took an IQ Test to Find Out What it Actually Measures dal canale Veritasium

Vari spunti interessanti:
- Non accenna alla presunta diminuzione di intelligenza degli ultimi 20 anni.
- Al contrario si accenna alla costante crescita dell’intelligenza nel tempo. Tanto che QI di 100 anni fa corrisponde a QI 70 di adesso!
- Aumento di intelligenza provocato da: 1. migliore nutrizione e salute; 2. istruzione; 3. evoluzione di lavori (più teorici e meno pratici → più impiegati e meno operai)
- Grande importanza dell’istruzione scolastica: anche un +35 punti.
- Correlazione positiva fra QI alto e cervello grande (!).
- Correlazione positiva fra QI alto e longevità.
- Molti fattori possono alterare il risultato dell’esame: per esempio ansia e motivazione ma anche allenamento (a questi esami) e strategia di risoluzione (saltare i problemi che non ci riescono e concentrarsi sugli altri).
- C’è ancora una piccola ma significativa correlazione positiva fra QI e reddito ma non fra QI e ricchezza complessiva.
- Intelligenza fluida (risolvere nuovi problemi) e cristallizzata (risolvere problemi che già conosciamo).

Avrei da commentare almeno un paio di punti ma al momento non ne ho voglia...

La tana di Asmongold - 14/10/2023
We Spent the Day at Asmongold’s House dal canale Steaks and Eggs Podcast

Chi ha un tipo psicologico ---J penserà che Asmongold è semplicemente da manicomio; chi è ---P invece capirà la sua logica (quella che è inutile combattere l’entropia) ammettendo solo che si è fatto un po’ prendere la mano…

Però si deve ammettere che, nonostante sia ormai un milionario, è rimasto fedele al proprio stile di vita.

La cugina difficile - 18/10/2023
Meno male che mia cugina mi ha dato soddisfazione col problema di “Google” presentato e (spero!) risolto in Vedividi!
Si è messa di impegno per risolverlo e ci ha perfino pensato durante una riunione: a sera l’ho stuzzicata per sapere se aveva fatto progressi con un messaggio su WhatsApp e lei mi ha subito richiamato per discuterne. Aveva fatto il primo passo, dividere gli elementi in 3 gruppi da 4, e probabilmente aveva risolto il caso più semplice.
Le ho dato il suggerimento chiave per la parte più difficile e non mi ha fatto andare avanti dicendo che ci voleva ripensare da sola…

Mi ha ricordato molto mia zia, sua mamma, una matematica: mi faceva divertire… sigh…

PS: e il titolo? Niente di che: le ho detto che per un po’ l’avrei chiamata così per prenderla in giro…

Intuizione Kress - 19/10/2023
Come stabilito oggi mi sono finalmente fatto una bella lettura dei miei libri: sono andato senza scegliere, meccanicamente prendendo quelli che trovavo nel mio borsone dei libri.

Così, un po’ a malincuore, sono andato avanti anche nel terribile “Mendicanti si Spagna” di Nancy Kress. Stavolta però ho notato un particolare: un’analogia fra il piccolo territorio degli “svegli” (hanno un altro nome ma mi sfugge) circondato dall’ostile popolazione dei “dormienti” e Israele circondato da paesi altrettanto ostili.

Ovviamente ho probabilmente notato le somiglianze a causa della cronaca tragica di questi giorni ma, comunque sia, mi chiedevo se l’autrice fosse consapevole del parallelo.
La versione originale è del 1993: come era la situazione allora (o qualche anno prima) in Palestina/Israele? o magari l’autrice è di religione ebraica?

Ho chiesto a chatGPT per il primo punto ma è difficile trarre conclusioni: dal 1987 al 1993 vi fu la prima intifada; nel 1992 Rabin fu eletto primo ministro e nel 1993 furono firmati gli accordi di Oslo. Probabilmente quindi il conflitto israelo-palestinese era spesso alla televisione ma è difficile valutare quanto.

E sulla religione niente: se non che è un tema ricorrente nelle sue opere…

Conclusione: con questi pochi dati è impossibile stabilire se la mia intuizione è corretta oppure no.

Marrone - 30/10/2023
Conversazione paradossale con chatGPT sul significato della trama di “Le iene” di Tarantino: Mr. Broen è morto?.

5 commenti:

  1. Mi sa tanto che i testi sul quoziente intellettivo hanno un'attendibilità assai fragile. In pratica sono un po' come l'arbitro che assegna il punteggio a se stesso o, per dirla con un vecchio adagio, l'oste che ti spiega com'è il vino che vende. In altre parole, la scelta delle potenzialità da misurare è fatta in modo tutt'altro che imparziale, e la misurazione viene indirizzata (guarda caso) nella direzione volta per volta più "opportuna".

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    1. Bo… non saprei… io la vedo così: il classico QI misura un sottoinsieme dell’intelligenza ovvero quelle caratteristiche più facilmente misurabili: abilità matematica, geometrica, memoria.
      Vengono lasciate fuori componenti dell’intelligenza come la fantasia, l’abilità musicale, la capacità di disegnare, per non parlare di tutta la cosiddetta intelligenza emotiva (la capacità di capire gli altri, di relazionarsi bene, di riuscire a farsi capire, la capacità di influenzare etc.) che per molti è un predittore di successo più accurato del classico QI per il successo nella vita.

      Questo ci porta alla domanda più importante: che cos’è l’intelligenza?
      Una mia vecchia definizione, a cui non pensavo più da anni, è “la capacità di interpretare la realtà”. Una definizione semplice ma non banale: capire la realtà infatti non equivale solo a una conoscenza fisico/matematica (misurata dal classico QI) ma anche il capire la società e gli “altri”, ovvero l’intelligenza emotiva.

      Detto questo la misura del QI, proprio perché valuta aspetti dell’intelligenza più facilmente quantificabili, è secondo me abbastanza accurato e oggettivo. Ovviamente non mi riferisco al test che si trova sulla rivista di moda ma a quelli più seri.
      Il problema è che valutano solo specifici aspetti dell’intelligenza: quindi sì, in base a cosa valutano possono dare risultati diversi. Per esempio alcuni test non includono domande sulle capacità verbali ritenute troppo legate all’istruzione ricevuta…

      Per esperienza ho notato che le persone tendono a definire l’intelligenza misurandola sulle caratteristiche in cui primeggiano: o almeno così mi è parso di notare...

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    2. Dalla risposta: "Per esperienza ho notato che le persone tendono a definire l’intelligenza misurandola sulle caratteristiche in cui primeggiano: o almeno così mi è parso di notare..."

      È proprio quel che intendevo sottolineare. Ci siamo capiti.

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  2. L'anno scorso, in Sardegna, l'ostessa mi raccontava che per il marito Franco, pastore, era del tutto normale avere, a vista, cognizione della integrità della mandria/gregge con la consistenza numericamente del paio di centinaia di capi. Altrettanto normale distinguere una pecora dall'altra o capirne lo stato di salute.

    Episodio opposto: mi ricordo ancora quand'ero a Tossa de Mar, vacanza da studente universitario. Seduti sulla spiaggia, di notte, con delle belle figliole, classici cipollamenti post-adolescenzuali, due di questi, italiani, erano un po' più avanti, appena laureati in medicina. Conoscenze fortuite, incontrati in disco, erano interessati alle due amiche della mia Jaana.
    Non sapevano da che parte sarebbe sorti il sole. Risposi: ma certo, qui a levante! (era ancora buio, non videro il gesto, probabilmente erano attratti dalle curve sdraiate loro vicino :).
    Mi chiesero: cosa vuol dire "a levante"?

    Intelligenza è la capacità di interpretare la realtà risolvendone i problemi.
    Cambi contesto e persone considerate intelligenti diventano stupide, inette e viceversa.

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    1. Un bell’aneddoto questo del pastore!
      Onestamente non ho pregiudizi sulle forme di intelligenza e, soprattutto, non la confondo con l’istruzione scolastica superiore o meno.

      Merito di mio padre. Quando i miei si sposarono abitavano in campagna, in una villetta bifamiliare al confine con i campi. Nostri vicini erano dei contadini che abitavano poco lontano. Ricordo ancora Ida, l’anziana (dal mio punto di vista di bambino di 4 anni!) che mi dava le penne di gallina e il “Signor Papini” che, qualche anno dopo, fu il primo a entrare nelle mie preghiere di bambino per i defunti…
      Mio padre invece era un fisico: a suo dire avrebbe avuto la possibilità di trasferirsi negli USA ma si era già sposato e non se l’era sentita di cambiare mondo (plausibile). Fortissimo giocatore di bridge (gioco di carte non basato tanto sulla fortuna quanto sulle statistiche) mi sembra che avesse un QI di circa 150 (che è molto superiore alla media). Un’intelligenza polimorfe interessata a tanti soggetti diversi e con un’ottima cultura di base. Le amicizie erano tutte nel mondo del bridge (un gioco decisamente elitario) scelte fra le persone di maggior intelligenza, cultura e simpatia: ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare su questi amici!
      Quando avevo 5-6 anni però ci trasferimmo in città e, quando ne avevo 12, traslocammo nuovamente in un altro quartiere. Qui, per le coincidenze della vita, scoprimmo che nostro vicino era il figlio, Bruno mi sembra, della coppia di contadini che, venduta la casa colonica di famiglia, si era trasferito con la madre (Ida) in città dove lavorava come operaio in fabbrica.

      Io non ne avevo assolutamente alcuna memoria di lui ma un giorno seppi che mio padre si era messo d’accordo con Bruno per giocare al Totocalcio: mio padre aveva realizzato un programma ma aveva bisogno di qualcuno che ci capisse di calcio per inserirvi le probabilità di base.
      Forse mi vide perplesso, o magari gli chiesi io qualcosa, onestamente non ricordo, ma mi disse che Bruno, il figlio dei contadini, che senza titoli di studio era un semplice operaio in una fabbrica della zona, era la persona più intelligente che conosceva e, aggiunse, l’intelligenza non si misura con l’istruzione.

      Ho sempre tenuto a mente tale insegnamento e quindi non mi stupisco se il suo pastore fosse di un’intelligenza più acuta dei due giovani medici!
      E poi, del resto, c’è anche il proverbio: «Il contadino ha le scarpe grosse ma il cervello fino»!

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