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giovedì 25 maggio 2023

La peggiore prefazione

Per un disguido tecnico (mi ero ritrovato in bagno col libro sbagliato!) ho iniziato a leggere la prefazione a “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer. L’opera, sebbene scritta dall’autore giovanissimo, è segnalata come la più importante e, quindi, ero molto entusiasta e speranzoso...

Invece la prefazione ti taglia le gambe!
Ci sono ben quattro controindicazioni:
1. Schopenhauer insiste molto che l’opera contiene un unico grande pensiero che non può essere scomposto né semplificato: il lettore per capirlo dovrà leggere l’opera due volte (*1) e con molta attenzione.
2. È necessario conoscere un’opera precedente che Schopenhauer non ha “avuto voglia” di riproporre o riassumere.
3. È necessario conoscere la filosofia di Kant (Platone utile e i vedanta per la lode).
4. È necessario leggere prima un’appendice dove spiega quali siano gli errori di Kant e cosa invece resti valido. Ah, anche l’appendice andrebbe letta due volte!

Insomma sembra che invece di invogliare alla lettura tenti di scoraggiarla!
Beh, nella prima pagina in realtà spiega che la sua opera è la risposta alla principale questione della filosofia: ma "astutamente" non accenna a quale sia.

Ancora devo finire di leggere questa prefazione ma ho già visto che dopo ce n’è una seconda per una successiva edizione: spero che in quest’ultima dica di aver reso il testo più accessibile!

Conclusione: un giovane estremamente convinto questo primo Schopenhauer! Sembra quasi che creda di aver scritto un’Epitome… (*2)
Comunque mi è simpatico! Mi sono comprato questo libro per istinto: ho la sensazione che vi troverò delle epigrafi per il capitolo sui protomiti. Non mi stupirei anzi di scoprire che la sua “volontà” corrisponde alle mie leggi del potere e la “rappresentazione” ai protomiti...

Nota (*1): qui secondo me si sente che l’autore è giovane e non scende a compromessi: capisco benissimo ciò che intende ma è solo questione di metodo. Alla fine la matassa si può sempre sbrogliare per rendere tutto più comprensibile. Ho il sospetto che qui l’autore abbia voluto sentirsi superiore al comune lettore e, per questo, non si è sforzato di rendere facilmente comprensibile ciò che aveva in mente.
Nota (*2): :-)

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