Avevo ragione. Sfortunatamente avevo ragione.
Anni fa, più volte, avevo scritto “è finita la democrazia”, “è finita la libertà”, “siamo in dittatura” e roba simile.
In verità io vedevo violare "solo" un principio e, da questo, ne traevo le estreme conclusioni: quando si inizia a demolire i piloni portanti di un edificio prima o poi crolla tutto.
Molti all’epoca, magari privatamente, mi dicevano che esageravo: “ma allora in Cina?”, “ma allora in Corea del Nord?”, “ma allora in Iran?”, concludendo con “in questi luoghi sì che non vi è né libertà, né democrazia!”.
Verissimo in Cina, Corea del Nord e Iran, AL MOMENTO, c’è meno libertà che da noi.
Però dove i miei amici e conoscenti vedevano un’inezia, un piccolo sacrificio necessario, io vi vedevo la distruzione di un principio e la logica, non il capriccio o la paranoia, mi diceva che l’intera struttura sarebbe poi crollata. È nella natura di chi ha la mia personalità (INTP) seguire la logica: anche quando porta a conclusioni sgradite e che non vorremmo neppure prendere in considerazione…
Intendiamoci ancora l’edificio non è crollato: ma ormai siamo in una fase dove i calcinacci, le crepe, gli scricchiolii e i tremori dovrebbero essere ovvi a tutti. È questione di pochi anni ormai.
Ecco: in questo ho sbagliato. Io credevo che il crollo sarebbe stato a diversi decenni di distanza invece si tratta di pochi anni.
Ma all’epoca pensavo si trattasse di idiozia occasionale, che non ci fosse una precisa volontà sovranazionale che guidasse, non solo l’Italia ma tutto l’occidente, in una specifica direzione.
Adesso, di nuovo per logica, sono giunto alla conclusione che questa sia l’unica possibilità: tutto sta accadendo troppo velocemente per essere frutto del caso. Non si sono sfondate semplici pareti divisorie nell’edificio democratico ma, come detto, si sono minati i principi portanti.
Ho scritto che l’evidenza dell’imminente crollo è ovvia perché basterebbe darsi un’occhiata intorno ma in realtà, temo, la forza ipnotica e inebetente dei media è tale che la maggioranza della popolazione non si accorge di niente e beve le baie che le vengono sapientemente propinate. Ancora qualche mese fa un politicante UE (Borrell) ha definito l’Europa un “giardino” circondato dalla “giungla”. L’unica cosa vagamente vera è che i nostri politici dovrebbero darsi al giardinaggio: non perché ne sarebbero capaci ma semplicemente perché causerebbero meno danni.
Il risveglio sarà quando rimarremo sepolti dal crollo del nostro edificio sociale (nella feconda immaginazione di Borrell una “serra” suppongo!) …
Probabilmente siamo in quella fase del “Collasso” in cui, secondo Diamond, la popolazione semplicemente non vuole riconoscere, per motivi psicologici, la realtà concreta di un problema.
Conclusione: in realtà volevo arrivare a un ragionamento sull’ideologia “woke” ma credo sia bene lasciarlo per un pezzo a sé stante. Prendete quindi quanto scritto come un semplice sfogo...
alla prima stazione
1 ora fa
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