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lunedì 19 dicembre 2016

Aggiornamento Epitome #15

La scorsa settimana ho finalmente pubblicato la mia epitome ma, come spiegato, è ancora tutta da rivedere. Io l'ho riletta appena una volta (al contrario delle dozzine della tragedia) perché ho preferito togliermi il peso: l'ho scritta contro voglia, quasi fosse un dovere e non un piacere, e psicologicamente è stata molto impegnativa...

Nel frattempo ho chiesto a vari amici di leggerla e segnalarmi eventuali problemi ma, come temevo, le risposte non sono state molto entusiastiche...
Fortunatamente c'è stata una significativa eccezione: il mio amico esperto di grammatica e retorica (da qui in poi soprannominato Ace), che più volte ho rammentato su questo viario per le sue precise e puntuali animavversioni ai miei scritti, mi ha dato la sua disponibilità a rivedere e correggere quanto ho scritto.

Egli ha infatti appena completato un suo progettino secondario: rivedere, correggere ed espungere la Divina Commedia di Dante. In genere gli esperti la consideravano già un'opera discreta ma Ace mi ha fatto notare i suoi molti limiti:
- i brutti fiorentinismi
- il suo razzismo, territoriale e non
- la scarsa attualità
- le parole strane che non si capiscono
- i refusi

Così, si è messo di impegno e, canto dopo canto, ha messo le mani là dove era necessario.
Mi ha poi fatto leggere alcuni passaggi e devo ammettere che è riuscito nella difficile impresa di migliorare la Commedia di Dante e renderla veramente Divina.

Alcuni passaggi che mi ricordo a memoria:
- Nel XXVIII canto, dalla bolgia dei seminatori di discordia, ha tolto Maometto, per non offendere i sentimenti dei credenti musulmani, e lo ha sostituito con un monaco buddista. «...er canarino giallo [il monaco buddista], verme gnudo, pigolava, // mentre, dal grugno al buzzo, si dilacerava...»
- Tolto completamente l'incontro con gli zingari che cercano di borseggiare Dante e Virgilio: al suo posto ha invece inserito un rapido e vivace quadretto protrettico d'ispirazione morale contro il fumo. Nella vivace fantasia di Ace infatti sono i demoni a fumare le sigarette e a soffiare poi il fumo in faccia ai dannati: questi inutilmente cercano di trattenere il respiro ma poi devono cedere e inalare i fumi tossici («...con gote rosse e occhi palluti // i tabagisti tossono [arcaico per “tossiscono”] sangue e bava // mentre il cancro le interiora gli scava...»
- Nel purgatorio l'ebreo convertito Malachia non presta più del denaro a interesse a Dante: giustamente Ace trova che si tratti di uno stereotipo abusato e subdolamente razzista. Sottile l'intervento di Ace sul testo: ha sostituito la pregna domanda retorica di Malachia «...mi maledirai?» con un più corretto «...me li [i soldi] ridarai con comodo!»
- Per attualizzare l'opera, pur mantenendo il racconto simile all'originale, ha sostituito i protagonisti del famoso V canto: non più Paolo e Francesca ma Matteo e Maria Elena...
- Nello stesso canto mi è rimasta impressa un'altra piccola e vivace variazione: non più “Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse” ma «Brutta fava fu 'l libro e chi lo scrisse»
- Ace ha poi apportato una modifica che gli stava particolarmente a cuore: nel XXXIII canto Capraia e la Gorgona non si muovono più a ostruire la foce dell'Arno per far affogare i pisani; piuttosto le isole si muovono sì verso la foce dell'Arno ma solo per fare un inchino e omaggiar «di Pisa la degna gente».
- Molto divertente poi anche la nuova scenetta (“per allentare un po' la tensione...” mi ha spiegato l'autore) nella bolgia degli ubriaconi. Dante chiede a uno dei dannati ubriachi «e ch'è 'sto piscio giallo che nel gargarozzo tuo trangugi?» e la povera anima cerca di rispondere «Gnian gnimigniagnio», Dante più volte allora gli richiede «Come? O che tu dici? O che sei un poco grullo? Anima mongola [antico per “affetta da sindrome di Down”] che dici?» e, solo quando anche i diavoli che assistono alla scenetta si mettono a ridere, Virgilio gli spiega «Intendea “San Gimignano” la su' lingua enfiata»
- Ace, sempre per attualizzare l'opera, ha fatto anche un'importante aggiunta che sicuramente avrà ripercussioni sul piano teologico. Accanto al limbo, dove attendono le anime dei bimbi non battezzati, Ace vi ha inserito un centro di accoglienza per profughi: qui girovagano senza meta le anime dei migranti («...facce perse di gente persa, ciondolando vanno...») morti prima di ottenere il permesso di soggiorno, guardati a vista da diavoli violenti ed evitati anche dagli sdegnosi dannati di passaggio. Trasparente la metafora che vede bloccati i migranti all'Inferno [Italia], senza permettere loro di raggiungere non solo il Paradiso [Svezia] ma neppure il Purgatorio [Germania].

È quindi ovvio che Ace capace di, diciamolo pure francamente, rendere leggibile un'opera obsoleta, sarà quindi tanto più in grado di trovare, qua e là, anche qualche sbavatura nella mia epitome.
Per adesso mi ha riguardato solo il primo capitolo ma già è possibile vedere che al suo occhio di falco non sono sfuggite alcune imprecisioni:
Evidenziati in giallo gli errori più o meno gravi e le frasi che non tornano...
Insomma anche se accetto anche solo il 50% delle sue correzioni avrò molto lavoro da fare!

Conclusione: come al solito mi sono divertito a scherzare sulla solerzia di Ace ma in realtà apprezzo molto i suoi sforzi che, credo, daranno un contributo decisivo a rendere più piacevole la lettura della mia epitome. Mi sa che dovrò aggiungervi una pagina con i ringraziamenti!

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