Nella notte fra domenica e lunedì una ventata ha fatto cadere un albero sulla mia linea telefonica lasciandomi isolato fino a oggi all'ora di pranzo.
Un breve aggiornamento: per la tragedia sto proseguendo con la selezione dei brani (è un processo lungo e frustrante perché a volte è come cercare un ago in un pagliaio) mentre sono volutamente fermo alla terza revisione con l'idea di far passare ancora qualche giorno prima di rimetterci le mani. Comunque dei cambi qua e là, di cui uno di una certa consistenza, ho continuato a farli...
Lunedì sera sono uscito per partecipare a una riunione post M5S dove il risultato principale è stato quello di aver preso parecchio freddo (tornato a casa alle 3:00AM) e aver riattizzato la mia tosse...
Ho ripreso a esercitarmi più o meno regolarmente con la chitarra (circa 2 giorni su 3) ma ancora non ho rifissato la lezione fissata prima di Natale che saltò per i miei motivi di salute.
Sto continuando a leggere
Cent'anni di solitudine ma le mie perplessità, espresse in
50 anni di solitudine, rimangono invariate.
Da un po' mi frulla per la testa un'idea balzana: passare una giornata (8 ore di orologio) a lavorare sul problema matematico di Gauss (o Fermat) di cui accennai a inizio ottobre (v.
Gauss, Fermat o KGB?). Ci lavorai per circa una settimana senza arrivare a dimostrare il teorema dalla parte che mi mancava. Il problema è come faccio le cose: il lavorarci “una settimana” significa che ci avevo ragionato quando ero in bagno, insonne a letto, prima di dormire fra le 0:00 e le 1:00, quando correvo su e giù per le scale, davanti alla tivvù, durante il riavvio del calcolatore, in macchina etc... spesso quindi senza nemmeno avere la possibilità di mettere su carta le mie idee...
Mi piacerebbe vedere cosa sono in grado di tirare fuori in otto ore seduto al tavolino con i miei appunti e senza distrazioni. Vedremo...
Non mi viene in mente altro... Gli auguri per il nuovo anno si fanno domani vero?
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