Quando si taglia il traguardo XL è obbligatorio fermarsi a riflettere. Considerare cosa si è fatto e cosa resta da fare. Soppesare il bene e il male, gli alti e i bassi, le fortune e le sfortune...
In realtà non serve a molto: ciò che è stato è stato e difficilmente potremo cambiare noi stessi (anche se tentare non nuoce). Però è normale farlo. Credo.
In realtà io rifletto sempre su me stesso: anzi ho lo sguardo più rivolto al passato che al futuro. La memoria mi aiuta: se ricordo un episodio buffo, magari mentre faccio la spesa, non esito a ridacchiare da solo mentre al banco dei latticini scelgo fra una ricotta e una mozzarella.
Chissà, forse non è un bene tutto il mio rimuginare, ipotizzare e riflettere: probabilmente sarebbe stato meglio se nella vita avessi pensato di meno e agito di più. Come dice il proverbio “meglio rimorsi che rimpianti”.
Inoltre temo di avere il senso del tempo distorto: non il tempo volgare, quello delle lancette dell'orologio, ma quello più profondo dei tempi della vita. Per certi aspetti mi sento come se avessi venti anni di meno e per altri venti di più...
Quando compii dieci anni il babbo mi fece scherzosamente notare che entravo nel periodo dell'età a 2 cifre: rimasi turbato e mi sentii vecchio. In terza liceo mi capitava di essere triste perché pensavo già che nel giro di pochi anni non avrei più rivisto la maggior parte dei miei compagni di classe. Potrei fare molti altri esempi di questo genere ma, tanto per arrivare subito al nocciolo, oramai, non da oggi ma da qualche anno, mi pare di essere arrivato in vista del fondo della vita.
Ciò ha senso: dopo tutto ho probabilmente vissuto più di quanto mi resta da vivere e le mie forze, invece di aumentare, inizieranno a scemare.
Eppure, nonostante questo, sono ancora appassionato di ogni tipo di gioco (meglio se cervelloticamente complesso!) e mi pare che la mia mente sia ancora piuttosto fresca e vogliosa di essere messa alla prova. Non so, al lettore attento (ammesso che esista qualcuno che legga attentamente questo blog!) non sarà sfuggito come mi attraggono le sfide le mentali. Ecco, la parola chiave è “mentale”: non sento di avere l'energia per esperienze più intense. L'anno scorso mi fu offerto un ottimo lavoro in Olanda ma rifiutai: ufficialmente per vari motivi ma credo che, in fondo al cuore, non sentissi di non avere più la forza di fare la valigia e andarmene alla ventura.
Ecco, lo so già, se qualche donna avrà letto queste mie parole (e magari anche qualche uomo), subito avrà sentenziato la propria diagnosi: “banale immaturità”.
No no care mie! Non è così! Ero più che maturo quando ero un bambino e quindi, passatemi il termine, quando è che mi sarei “smaturato”? Se fosse successo ci sarebbe dovuto essere un tempo, per quanto breve, durante il quale sarei stato nella normalità ma, vi assicuro, quel tempo non c'è mai stato! Ergo continuo a essere molto maturo (oramai praticamente andato a male...).
Il fatto è che vedo la realtà con occhi diversi, le mie priorità sono diverse, i miei scopi sono diversi e i miei ideali sono diversi...
Certo, avrei potuto cercare di conformarmi alla cosiddetta normalità, ma sono coerente e faccio quello che ritengo giusto senza paura di andar contro l'opinione comune se questa non mi convince.
Diciamola tutta: mi sono perfino creato una mia filosofia e mi ritengo illuminato nel senso che vedo dove per gli altri è solo buio. Fra parentesi avevo iniziato una serie di post semi seri (tag “PSS”) nei quali esponevo disordinatamente qualche concetto: mi sono stati stroncati. Pazienza.
Quindi, qual è la mia conclusione?
Come tutti sono seccato con la vita per ciò che non ho avuto e che probabilmente non avrò mai. Però, a differenza della maggior parte delle persone, non temo il futuro perché so dove sto andando e cosa mi aspetta.
Adesso, approfittando di un ultimo sprizzo di vitalità andrò a correre per vedere di riuscire a perdere un po' di peso in un vano tentativo di rientrare nella mia vecchia taglia...
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genio cazzo.
RispondiEliminaXL
capito ora.
genio.
t.