Continua la mia poca voglia di scrivere...
I miei appunti contengono ben 15 diverse idee per un post ma nessuna di esse mi ispira.
Fortunatamente in mio soccorso è giunto il wc o, meglio, il bidè.
La mia scarsa vena creativa è evidenziata dal periodo precedente: volevo fare una battuta ma, a metà strada, mi sono reso conto che non ne sarebbe venuto niente di buono.
Il fatto è che, quando vado in bagno, sono sempre costretto a portare con me un libro: non è un problema di carta igienica quanto che mi piace leggere mentre, diciamo, il ciclo digestivo raggiunge il suo estremo termine.
Il libro, di solito, mi aspetta appoggiato sul bidè e per questo mi era venuta la malsana idea di provare a scherzarci sopra...
Comunque, fatta questa inutile e stanca premessa, in questi giorni il libro del WC è i “Pensieri” di Bertrand Russell. Magari, una volta terminato, scriverò un post sulle mie conclusioni su di esso ma, oggi, voglio prendere lo spunto da una sola frase.
Il libro è una raccolta di pensieri sui più disparati argomenti: politici, economici, quotidiani e non...
In genere ogni argomento viene trattato in una, massimo due, paginette e quindi la sua lettura è molto scorrevole.
L'argomento di oggi riguardava l'opinione di BR sulla cosiddetta “conoscenza inutile”.
Prima di proseguire consiglio, a chi non l'ha fatto, di leggere il mio post Eu-xxx & Eu-yyy...
L'opinione di Russel è che questa conoscenza, che non ha un'utilità pratica, ha comunque una sua funzione, ovvero, “promuovere un abito mentale contemplativo”. In parole povere la conoscenza “inutile” aiuta a mantenere un certo distacco dalla realtà e permette quindi di osservarla più razionalmente, magari con una buona dose di ironia.
Fra i vari esempi che adopera per illustrare questo impalpabile concetto scrive: “Quando si viene assaliti da persone livide di rabbia, fa piacere ricordare il capitolo del 'Trattato delle passioni' di Descartes intitolato: 'Perché bisogna temere di più quelli che impallidiscono di rabbia piuttosto che quelli che diventano rossi'.” (*)
Io non ho letto questo trattato di Descartes ma, ugualmente, ne conosco il motivo.
Qualcuno lo sa?
Su pensateci un po'...
...
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Ci state pensando?
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Allora?
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Secondo me ci potete arrivare...
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Va bene... lo spiego io...
Prima di tutto bisogna precisare che si diventa rossi per la rabbia ma si impallidisce per la collera.
Quindi tutto sta nella differenza fra rabbia e collera.
La rabbia nasce da una situazione di impotenza, la collera invece si prova quando si ha la capacità di reagire. Da questo punto di vista la persona in preda alla rabbia è più simile al proverbiale “cane che abbia ma non morde”. Invece la persona che sbianca per la collera sta probabilmente già meditando sul come vendicarsi.
La rabbia è un'emozione calda e brucia rapidamente, la collera invece è fredda e dura più a lungo.
Poi non so... non ho controllato wikipedia per vedere cosa dice a questo riguardo!
Edited: La conclusione è che bisogna temere molto di più un bidè bianco di uno rosso...
Nota (*): Tratto da “Pensieri” Russell, Grandi Tascabili Economici Newton, 1997
Il figlio della Concetta
8 ore fa
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