Ancora (9/10, ore 18:00) non c’è stata la temuta risposta israeliana a Teheran.
Come stiano realmente le cose è impossibile dirlo dato che gli elementi che non conosciamo sono troppi: quanti danni hanno fatto i missili iraniani? Cosa dice veramente Washington a Israele? Quanto è forte la posizione politica di Netanyahu nel suo governo? Teheran ha forse l’arma nucleare? Che accordi ci sono fra Iran e Russia? Cosa faranno la Turchia e gli altri paesi della regione in caso di attacco israeliano massiccio contro Teheran? Ma anche quanti israeliani hanno lasciato Israele?
E probabilmente sto dimenticandomi molte delle domande che in questi giorni mi sono passate per la testa…
Per esempio anche le “mie” fonti sono divise sulla situazione.
C’è chi dice (non ricordo più chi!) che Washington ha convinto Israele a non reagire contro Teheran in cambio di armi e sul via libera a usarle non solo sulla popolazione civile palestinese ma anche su quella libanese.
Altri (Macgragor) pensa invece che Israele guidata da Netanyahu sia diretta verso la distruzione: che avrà l’aiuto degli USA per attaccare l’Iran ma che la risposta di Teheran distruggerà il paese; che probabilmente il conflitto si allargherà col rischio concreto di divenire nucleare.
Contemporaneamente, riguardo il conflitto in Ucraina, sembra che stia per arrivare il via libera statunitense all’uso di missili a lungo raggio capaci di colpire il territorio russo in profondità. E questa è la famosa “linea rossa” che Putin ha chiesto all’occidente di non attraversare.
Non so cosa pensare anche in questo caso, mi vengono in mente un paio di possibilità ma forse non ce ne sarebbero altre ancora: 1. la campagna elettorale della Harris va peggio del previsto e un inasprimento del conflitto potrebbe essere usato, in qualche modo che mi sfugge (forse per mettere la compagna elettorale in secondo piano), per aiutarla alle elezioni; 2. la situazione militare sta degenerando rapidamente e tutto “fa brodo” per cercare di non far crollare l’Ucraina prima delle elezioni.
Il punto è che sia in Medio Oriente che in Ucraina si sta rischiando una guerra nucleare.
Negli anni ‘80 c’era il terrore di una guerra nucleare e la consapevolezza che non vi sarebbero stati vincitori: che l’umanità non sarebbe sopravvissuta.
Adesso invece mi sembra che ci sia una sorta di indifferenza, come se non ne saremmo coinvolti, come se, in ogni caso, continueremmo ad avere il nostro futuro. Come se i nostri governi sapessero quello che fanno.
Invece a me pare che sia proprio la qualità delle persone che ci rappresentano, nell’intero occidente, a essere crollata: e anzi mi sembra che più potere abbiano e meno capiscano: ho in mente capitan Babbeo negli USA e la Baronessa Tedesca in Europa.
Queste persone vivono in un mondo parallelo e non capiscano i pericoli che stiamo correndo.
E sfortunatamente i media, che avrebbero il potere di alzare il livello di consapevolezza nella popolazione, non lo fanno perché ormai sono ridotti a puro strumento di propaganda senza alcuna indipendenza né voce autonoma.
Io, come ho sempre scritto, non ho grossi motivi di preoccuparmi di essere vaporizzato in un’esplosione nucleare: non ho figli e ho ormai vissuto il grosso della mia vita.
Ma chi invece i figli li ha come fa a dormire la notte? Come mai non scende in piazza contro la guerra? Certo servirebbe a poco ma sempre meglio di non fare niente!
Siamo sul Titanic, sappiamo che sulla nostra rotta potrebbero esserci degli iceberg, ma ci limitiamo ad ascoltare l’orchestra suonare e a sorseggiare il nostro aperitivo.
alla prima stazione
1 ora fa
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