Come ho spiegato nel corto Coglionaggine ieri mattina avevo scritto un pezzo che, in pratica, raccoglieva vari corti insieme: non l’ho pubblicato subito e in serata l’ho perfino cancellato per sbaglio!
In realtà era un articolo veramente modesto di cui rimpiango solo un’intuizione/riflessione su una pagina di Wikipedia che mi aveva passato una mia amica. Questa: Psicologia umanistica e, in particolare, la sezione su Maslow.
L’articolo è estremamente stringato e, se non si conosce un minimo di contesto, è difficile inquadrare correttamente ogni affermazione. Nonostante questo mi era parso di aver capito il senso generale dietro all’idea di questa “psicologia umanistica”.
Leggete l’articolo così ne saprete quanto me e potrete seguirmi nei miei ragionamenti.
Letto? Ottimo!
A caldo il punto di vista di Maslow mi era sembrato piuttosto condivisibile (oltretutto mi ritrovo personalmente molto nella descrizione dell’individuo che si autorealizza, nel paragrafo finale) eppure c’era un qualcosa di non immediatamente evidente che mi disturbava.
Dopo una breve riflessione sono riuscito a inquadrare il problema: la psicologia di Maslow è in realtà una filosofia di vita.
Ormai è risaputo che la vita moderna, tipica del mondo occidentale, provoca gravi scompensi psicologici: da una parte illude l’individuo, soprattutto il giovane, facendogli credere che nessuna strada gli è preclusa; da un’altra costringe invece la maggior parte delle persone a una grigia routine psicologicamente non appagante e, anzi, destabilizzante. Ad esempio leggete “Il disagio della civiltà” di Freud o, “meglio”, il mio pezzo Crisi sulla via del Mezzetta.
È chiaro quindi che la società moderna miete psicologicamente molte vittime: dopotutto i numeri da primato di depressione, ansia e insonnia non ci sarebbero se questa vita fosse così felice e senza problemi come ce la dipingono…
A me pare che l’approccio di Maslow sia quello di suggerire uno stile di vita, anzi una filosofia di vita, che pone l’accento sull’individuo piuttosto che su quanto la società richieda da esso. Una filosofia di vita che insegna a sentirsi appagati di se stessi, per come si è e per come si può oggettivamente sperare di diventare, piuttosto che nel raggiungere gli obiettivi illusori (in generale di ricchezza) che la società propone.
Il cliente che crede in questa filosofia di vita finisce per perdere i motivi di ansia provocatogli dalla vita moderna considerandoli secondari e non essenziali.
Alla fine mi pare di poter dire che l’individuo sano per Maslow è un individuo felice di sé: questa salute può essere raggiunta abbracciando la sua filosofia.
Da questo punto di vista, se la mia intuizione è corretta, allora la psicologia umanistica non è troppo diversa da una religione! Anche il credente che ha problemi nella vita moderna si può rivolgere al proprio psicologo (ovvero il prete!) ed egli, se sa il fatto suo, ricondurrà la problematica del suo cliente in un contesto spirituale cristiano dove si ha la certezza che, almeno nell’aldilà, i buoni saranno premiati e i cattivi puniti. L’uomo veramente credente può risolvere in questa maniera i suoi problemi psicologici dovuti alla vita moderna: che differenza c’è con l’approccio suggerito da Maslow? Alla fine il risultato è lo stesso…
Ma ciò che a me NON piace di questo sistema è che l’uomo, una volta che ha capito quali siano le iniquità della società moderna, non dovrebbe rinchiudersi nel proprio guscio, limitandosi a sentirsi comunque soddisfatto di sé, ma dovrebbe invece attivarsi per cambiare in meglio la società.
Sicuramente sarebbe un obiettivo enormemente più ambizioso ma, mi pare, decisamente più degno da un punto di vista etico.
Non so: è possibilissimo che io abbia interpretato male le idee di Maslow: dopotutto so solo quello che è riassunto nella pagina di Wikipedia e che, a mia volta, potrei averla fraintesa!
Ah! aggiungo che alla mia amica era invece piaciuto il passaggio in cui Maslow afferma che una persona apparentemente normale potrebbe essere malata e vice versa. Sì, sono d’accordo: dal mio punto di vista si tratta di quelle persone totalmente impegnate e dedite al “gioco della vita”, ovvero nel raggiungere il “successo”, e che non si rendono conto che il gioco è truccato e che perfino l’eventuale vittoria sarebbe solo apparente…
Conclusione: vabbè, magari la mia intuizione non sarà corretta ma oggettivamente mi pare interessante, no?
alla prima stazione
1 ora fa
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