Un paio di settimane fa ho iniziato un nuovo corso: Psicologia positiva. L'idea era di provare a studiare con un'amica per verificare se la mia motivazione, potendo confrontare le rispettive riflessioni, sarebbe aumentata. Per questo motivo avevo selezionato un sottoinsieme di corsi che potevano interessare a entrambi: ne avevo trovati alcuni di psicologia e altri sulle negoziazioni. Soprattutto quelli sulla negoziazione mi incuriosivano perché, oltre a non saperne niente, avevo la sensazione che avrei imparato concetti utili per la mia epitome, specialmente per quanto riguarda i rapporti fra parapoteri (*1).
Fra i corsi di psicologia alcuni mi sembravano più interessanti, altri meno: ovviamente la mia amica ha prontamente adocchiato quello “meno”...
Ricordo di averle anticipato qualcosa del tipo «Scommetto che il concetto centrale sarà un “volemoci bene”, essere ottimisti e via discorrendo...». Insomma le mie aspettative erano scarse: comunque ho ormai capito che imparando cose nuove le sorprese positive sono all'ordine del giorno e così ho iniziato il corso fiducioso comunque di non perdere tempo.
La professoressa, Dr. Barbara L. Fredrickson, dovrebbe essere un'esperta del campo che, se ho capito bene, ha contribuito a creare. È una signora magra di una certa età, con una voce piacevole, pacata e suadente: poi, forse perché ero leggermente prevenuto, mi ha dato l'idea di una ex hippy o di una cartomante! Si capisce fin da subito che abbraccia una filosofia di vita fuori dal comune che le dà un equilibrio interiore che traspare chiaramente all'esterno. Siccome io sono KGB tale sensazione non mi ha rassicurato perché mi ha portato a pensare di aver a che fare con una fanatica, seppure del pensiero positivo e quindi (credo!) non particolarmente pericolosa...
Ma veniamo al corso vero e proprio: la Fredrickson ha iniziato col piede sbagliato: invece di introdurre rapidamente la psicologia positiva, spiegando in poche parole cosa sia e come differisca dalla psicologia “normale”, ha dato per scontato che tutti gli studenti avessero già un'idea della materia. Per me però non era così e l'assenza di una introduzione mi ha infastidito; poi, in realtà, già a metà della prima lezione si arriva ad avere un'idea abbastanza chiara di cosa sia la psicologia positiva, però...
Brevemente l'idea è la seguente.
Le emozioni, sia positive che negative, hanno un impatto non solo psicologico ma anche fisico su di noi.
Contemporaneamente la nostra reazione a esse le modifica: questo può innescare delle spirali di emozioni sia positive che negative.
Le emozioni negative e positive sono asimmetriche: quelle negative hanno un impatto più forte (“propensione negativa” (*5)), il loro scopo evolutivo è quello di farci reagire prontamente a una situazione di potenziale pericolo; quelle positive sono invece emozioni più lievi ed elusive, spesso durano il tempo di un sorriso e subito le dimentichiamo: il loro scopo evolutivo, secondo la teoria “amplia e costruisci” della professoressa, è quello di aprirci la mente (*2) nel breve termine e, nel lungo periodo, di renderci più forti (*3) e preparati ad affrontare le inevitabili avversità che la vita ci pone.
La chiave della psicologia positiva è che le emozioni possono essere indotte, ad esempio mostrando dei filmati (*4), ma anche autoindotte con dei semplici esercizi che consistono nel rivivere esperienze positive passate: l'ideale è quello di stimolare le spirali positive con benefici evidenti per la nostra salute mentale e fisica.
Nel complesso si tratta di concetti piuttosto semplici e intuitivi però, come sperato, ho trovato anche degli spunti interessanti.
- Come detto le emozioni positive sono più difficile da cogliere a causa della loro generalmente scarsa durata e intensità, altre volte però il motivo è che siamo talmente abituati a esse che nemmeno ci accorgiamo di provarle.
La Fredrickson elenca le dieci diverse emozioni positive più comuni e fra queste c'è l'interesse/curiosità che ci spinge a indagare e a esplorare fornendoci poi nuove conoscenze ed energie. Ecco, questo tipo di sensazione la provo molto spesso però, forse proprio per questo, non la consideravo un'emozione positiva. Mi pare normale provare curiosità davanti a una strana etimologia o a un detto di Solone: molti miei pezzi nascono proprio dalla sicurezza che tutti i miei lettori siano ugualmente colpiti e stimolati dalle scoperte, spesso casuali, in cui mi capita di imbattermi. Ma evidentemente non è sempre così.
- La professoressa cita poi una frase meravigliosa che riassume bene l'essenza della psicologia positiva: «The mind is its own place, and in itself / Can make a Heaven of Hell, a Hell of Heaven» da Paradise Lost di John Milton che io traduco liberamente con «La mente crea il proprio mondo e, in se stessa, può fare un paradiso dell'Inferno e un inferno del Paradiso”.
Perché alla fine le emozioni che proviamo, e quindi il nostro umore, lo possiamo controllare noi stessi, soffermandoci sulle nostre numerose emozioni positive quotidiane e, quindi, entrando in spirali positive e rafforzando il nostro “controbilanciamento positivo” (*5), oppure intervenendo sulla percezione delle situazioni che viviamo in maniera da mitigare quelle negative e amplificare quelle positive.
Ma la frase di Milton mi è piaciuta perché sembra la sintesi perfetta di una mia vecchia teoria (*6) (ma anche pratica!) che descrissi in Napoleone e il dentista, pezzo al quale rimando senza ulteriori spiegazioni...
Conclusione: il mio giudizio definitivo è sospeso; come prima lezione introduttiva può andare però dalle prossime mi attendo di più...
Nota (*1): mi sa che, quasi quasi, provo a seguirlo per conto mio!
Nota (*2): con “aprirci la mente” si intende una maggiore flessibilità mentale, una capacità di riconsiderare le proprie idee e trovare nuove soluzioni, una maggiore creatività e prontezza nel rapportarsi con ciò che ci circonda.
Nota (*3): sembra che allunghino pure la vita!
Nota (*4): o semplicemente stando in un ambiente di persone positive: come dice il detto “il buon umore è contagioso”. Lo stesso vale sfortunatamente anche per le emozioni negative.
Nota (*5): la mia traduzione del termine tecnico usato nel corso.
Nota (*6): oltre a ricordarmi fortemente la mia teoria dei protomiti che avvolgono, come se formassero una scenografia a 360 gradi, la visione semplificata (parziale e inesatta) che l'uomo ha del mondo.
giovedì 26 ottobre 2017
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