[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.0 "Leida").
Da oltre un anno ho iniziato a inserire nei miei pezzi il termine “parapotere” che, molto rozzamente, lo si può equiparare a un generico “potere forte”. In realtà la definizione che ne do nella mia epitome è molto più articolata e occupa un intero capitolo ([E] 4). Soprattutto cerco di chiarire che i parapoteri sono un'inevitabile conseguenza della struttura sociale umana e, sebbene in forme diverse, sono sempre esistiti.
Il problema del mondo moderno è che, a causa della globalizzazione, la forza dei parapoteri economici è cresciuta a tal punto da permettere loro di dialogare alla pari con i governi di stati anche relativamente importanti e, così facendo, compromettendone e ostacolandone la democrazia.
Oggi voglio approfittare di un articolo di cronaca per mostrare un esempio concreto di quanto ho scritto. A me pare banale e ovvio ma mi rendo conto che probabilmente non tutti vedono gli avvenimenti dalla mia stessa prospettiva ed è quindi forse utile chiarirla...
L'articolo in questione è: Bollette a 28 giorni, compagnie puntano a mantenere gli aumenti. In cambio degli investimenti chiesti dal governo di Fiorina Capozzi dal FattoQuotidiano.it
Da qualche tempo le compagnie di telecomunicazioni hanno cambiato la tariffazione portandola da mensile a 28 giorni: questo equivale grossomodo a un aumento annuo dell'8.6% (*1).
Nell'ultima finanziaria però, un emendamento del PD (campagna elettorale?), obbliga tutti i soggetti a tornare alla fatturazione a 30 giorni per non rischiare multe “pesanti” (*4) fino a 5 milioni di euro.
Ecco, in un paese con un governo politico forte e autonomo la questione sarebbe chiusa: magari con qualche mugugno, ma tutte le compagnie si sarebbero adeguate.
Invece, in Italia, le piccole compagnie (l'articolo cita Tiscali e “Coop Voce”) sono subito ritornate sui propri passi mentre le grandi TIM (che corrisponde alla Telecom, la ex Sip dei telefoni fissi), Wind-Tre, FastWeb, PosteMobile, Vodafone e Sky (che non è una compagnia telefonica ma ne ha approfittato per saltare sul carro del facile guadagno, che lo ripeto, corrisponde a circa un 8.6% in più di entrate annue) no.
Fin qui l'articolo. Adesso riconsideriamo la vicenda alla luce della mia epitome.
Le compagnie telefoniche sono tutte poteri economici specializzati in comunicazione: le “piccole” però, a livello nazionale italiano, non sono abbastanza forti da trattare alla pari col governo italiano e, per questo, prontamente di adeguano alla legge.
Le compagnie più grandi sono invece dei parapoteri globali: vediamo di chi e di dove sono.
- TIM: appartiene a Vivendi, una società francese, che ne controlla il 24.9% (*2).
- Wind-Tre: appartiene a... bo, cito: «Wind Tre S.p.A. è posseduta al 100% da Wind Tre Italia S.p.A, controllata al 100% da VIP-CKH Luxembourg S.à r.l. Si tratta di una joint venture controllata pariteticamente al 50% da VEON e CK Hutchison.». Quindi è italiana? Beh, la proprietà no: cito dalle rispettive pagine Wikipedia: VEON → «è una multinazionale delle telecomunicazioni registrata a Bermuda con sede ad Amsterdam, che offre servizi integrati di telefonia mobile e fissa. È controllata per il 47,85% dalla russa Altimo e per il 42,95% dalla norvegese Telenor.» e CK Hutchison → «CK Hutchison Holdings Limited è un conglomerato multinazionale registrato presso le isole Cayman e con sede a Hong Kong.»
- FastWeb: appartiene al 100% al gruppo svizzero Swisscom.
- PosteMobile appartiene a Poste Italiane che, se ho ben capito, sono ancora dello Stato Italiano che ne detiene il 60% delle azioni (*3).
- Vodafone: è inglese.
- Sky Italia: appartiene a “Sky plc” che è inglese: il nome James Murdoch vi dice niente?
Ecco, questa breve ricerca fa capire cosa si intenda quando si parla di globalizzazione: non dovrebbe quindi stupire che queste aziende “italiane”, per i motivi diversi, non abbiano particolarmente a cuore gli interessi degli italiani (più in generale [E] 11.3 e 11.4).
Ma il nocciolo è che queste compagnie sono abbastanza grandi e potenti da essere considerate parapoteri a livelli dello stato italiano. Senza nessun imbarazzo quindi, invece di adeguarsi scrupolosamente alle leggi italiane, le disattendono e si preparano a lunghe trattative dietro le quinte (ovviamente!) col parapotere politico ([E] 5.7) con, evidentemente, la ragionevole certezza di ottenere degli accordi a loro vantaggiosi. Come la brava giornalista suggerisce probabilmente si arriverà a un compromesso ruotante intorno all'asta per il 5G. E indovinate chi sarà a rimetterci: esatto, gli utenti ([E] 5.8).
Più in generale questo accade perché l'Italia è ormai a pieno titolo una criptocrazia ([E] 11.5) in cui il popolo “sovrano” non conta più niente...
Conclusione: incidentalmente questa breve ricerca fa capire pienamente anche il senso della frase “ci siamo venduti tutto” ma che, più correttamente, andrebbe letta come “[i politici incapaci e compiacenti] ci hanno venduto tutto”, perché agli italiani di queste (s)vendite della propria roba (proprietà pubblica) non è venuto in tasca niente. Sfortunatamente il vero problema dell'Italia non sono le fatturazione a 28 o 30 giorni...
Nota (*1): Dal mio punto di vista è il solito abuso di forza permesso dalla legge ([E] 17) in cui la parte forte (le compagnie di telecomunicazioni) non lascia praticamente alternative a quella debole (gli utenti). La legge tutela i parapoteri.
Nota (*2): Non so quanto sia affidabile Wikipedia visto che queste grandi compagnie hanno i mezzi tecnici ed economici per cambiare a proprio piacimento le informazioni di questa enciclopedia aperta. Ad esempio, nel caso di TIM, nella pagina italiana di Wikipedia, c'è proprio un'avvertenza che informa che il materiale inserito sembra essere propaganda aziendale. Ecco il testo: «La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento aziende è stata messa in dubbio.
Motivo: Wikipedia è un'enciclopedia, questa sembra una pagina che sponsorizza l'azienda. La sezione "Storia", specie negli ultimi anni, include una gran mole di informazioni la maggior parte delle quali del tutto irrilevanti dal punto di vista enciclopedico e, visibilmente, di stampo promozionale»
Nota (*3): Non credo che sia un caso che il fratellino di Angelino sia stato assunto come dirigente (ovviamente!) in tale azienda. Vedi Il record di Alfano jr alle Poste: 200mila euro l'anno senza firmare neanche un atto di Giuseppe Scarpa su Repubblica.it
Nota (*4): il mio scetticismo sulle multe “pesanti” è dovuto al fatto che, secondo l'articolo e mi pare ragionevole, i maggiori introiti per le compagnie che adottano la fatturazione a 28 giorni sono complessivamente di 1,2 miliardi...
domenica 29 ottobre 2017
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