Questa sera sono stato a una riunione straordinaria del mio gruppo ospite un parlamentare che era nella delegazione che ha incontrato Grillo ieri sera (giovedì 27): allucinante...
Mi trattengo dallo scrivere cosa il parlamentare ci ha riferito delle parole di Grillo se non che le mie intuizioni (v. L'ultimo tabù) erano più (peggio!) che indovinate. Magari ci ritornerò con un pezzo ad hoc.
Quello che mi ha stupito e che volevo scrivere è invece che la sensazione di sollievo che ho provato oggi (v. La fine del M5S) è stata condivisa praticamente da tutti, parlamentare incluso.
In maniera diversa tutti ci rendevamo conto che le cose non andavano e adesso che il bubbone è scoppiato, invece di essere depressi, siamo vogliosi di far meglio e felici di non dover più difendere un Grillo/Staff sempre più indifendibile e ridicolmente contraddittorio.
L'errore di Grillo è stato quello di aver insegnato agli attivisti a pensare con la propria testa per riconoscere e capire i giochini fatti dai partiti tradizionali. Non si è reso conto che la stessa analisi critica sarebbe stata usata anche per vagliare il suo operato. Non puoi dire alle persone di usare il cervello ma solo per giudicare gli altri e non la propria parte!
Certo ci è voluto del tempo ma tutto sommato nemmeno troppo: dalle elezioni del febbraio 2013 sono passati meno di due anni.
Tanto? Relativamente: ci sono persone che da una vita votano PD o Forza Italia e ancora non si rendono conto di venire prese in giro!
sabato 29 novembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
La fine del M5S
Giornate ricche di novità queste che mi hanno tolto tempo e idee per curare il mio viario.
L'espulsione di Artini e Pinna sta creando un gran fermento almeno qui in Toscana!
Ci si sarebbe potuti aspettare delusione e sconforto ma invece il sentimento predominante è la voglia di reagire, di non arrendersi e di andare avanti.
E allora, eccezionalmente, pubblico l'epistola che ho spedito ai gruppi del Valdarno (una decina di Meetup). Speriamo che qualcosa di buono ne venga fuori ma io sono sinceramente ottimista: sicuramente il vecchio M5S è morto.
Da notare infatti la paura di Grillo & C. e come, con la nuova votazione in linea (v. Comunicato politico #55), si cerchi di porre pezze!
Ma ecco la mia lettera:
«Ieri ero sorpreso e confuso dagli eventi della giornata e sono andato a letto profondamente amareggiato. Ho dormito poco e ho riflettuto parecchio ma stamani, finalmente, mi sento sgravato.
Mi sento infatti liberato da un peso che stava divenendo sempre più opprimente: dalla scorsa primavera ho visto il movimento, cioè lo “staff”, prendere una serie continua di decisioni incomprensibili e autolesionistiche e, contemporaneamente, disattendere tutti i principi base: l'uno vale uno, pochi ed estemporanei votazioni (sondaggi) in linea invece di reale democrazia dal basso, epurazioni senza processo e molti altri...
Ma ieri e stamani ho letto tante email sulla nostra piattaforma di persone sì deluse ma che non pensano minimamente di arrendersi.
Questo mi ha riempito di fiducia perché adesso ho la concreta speranza che, sebbene qualcosa di importante sia finito, si abbia però la reale possibilità di costruire qualcosa di nuovo: un movimento diverso come avrebbe dovuto essere l'originale (senza riuscire a diventarlo) e anzi migliore perché disposto a evolvere imparando dagli errori passati.
È vero: Grillo probabilmente ha i voti dello “zoccolo duro” (di testa...) ma noi abbiamo un patrimonio ancora più grande: gli attivisti, quelli veri che agiscono sul territorio e non quelli che sanno solo fare click su FB...
Forse mi piace illudermi ma se riusciamo a preparare un progetto SERIO e CREDIBILE potremmo riprenderci tutti i voti dei delusi del M5S, quelli di chi non ci riteneva affidabili perché manovrati da “un buffone” e tanta, tantissima, gente che non ha più fiducia e si astiene. Secondo me si potrebbe riuscire a ottenere risultati sorprendenti (30/40% ?): e allora che Grillo si tenga pure il suo zoccolo grullo... ooops duro!
La vera difficoltà sarà piuttosto metterci tutti d'accordo su come procedere ma sono sicuro che, grazie alla nostra volontà ed esperienza, saremo in grado di ripartire più forti di prima.
Io stamani sono ottimista!
KGB»
L'espulsione di Artini e Pinna sta creando un gran fermento almeno qui in Toscana!
Ci si sarebbe potuti aspettare delusione e sconforto ma invece il sentimento predominante è la voglia di reagire, di non arrendersi e di andare avanti.
E allora, eccezionalmente, pubblico l'epistola che ho spedito ai gruppi del Valdarno (una decina di Meetup). Speriamo che qualcosa di buono ne venga fuori ma io sono sinceramente ottimista: sicuramente il vecchio M5S è morto.
Da notare infatti la paura di Grillo & C. e come, con la nuova votazione in linea (v. Comunicato politico #55), si cerchi di porre pezze!
Ma ecco la mia lettera:
«Ieri ero sorpreso e confuso dagli eventi della giornata e sono andato a letto profondamente amareggiato. Ho dormito poco e ho riflettuto parecchio ma stamani, finalmente, mi sento sgravato.
Mi sento infatti liberato da un peso che stava divenendo sempre più opprimente: dalla scorsa primavera ho visto il movimento, cioè lo “staff”, prendere una serie continua di decisioni incomprensibili e autolesionistiche e, contemporaneamente, disattendere tutti i principi base: l'uno vale uno, pochi ed estemporanei votazioni (sondaggi) in linea invece di reale democrazia dal basso, epurazioni senza processo e molti altri...
Ma ieri e stamani ho letto tante email sulla nostra piattaforma di persone sì deluse ma che non pensano minimamente di arrendersi.
Questo mi ha riempito di fiducia perché adesso ho la concreta speranza che, sebbene qualcosa di importante sia finito, si abbia però la reale possibilità di costruire qualcosa di nuovo: un movimento diverso come avrebbe dovuto essere l'originale (senza riuscire a diventarlo) e anzi migliore perché disposto a evolvere imparando dagli errori passati.
È vero: Grillo probabilmente ha i voti dello “zoccolo duro” (di testa...) ma noi abbiamo un patrimonio ancora più grande: gli attivisti, quelli veri che agiscono sul territorio e non quelli che sanno solo fare click su FB...
Forse mi piace illudermi ma se riusciamo a preparare un progetto SERIO e CREDIBILE potremmo riprenderci tutti i voti dei delusi del M5S, quelli di chi non ci riteneva affidabili perché manovrati da “un buffone” e tanta, tantissima, gente che non ha più fiducia e si astiene. Secondo me si potrebbe riuscire a ottenere risultati sorprendenti (30/40% ?): e allora che Grillo si tenga pure il suo zoccolo grullo... ooops duro!
La vera difficoltà sarà piuttosto metterci tutti d'accordo su come procedere ma sono sicuro che, grazie alla nostra volontà ed esperienza, saremo in grado di ripartire più forti di prima.
Io stamani sono ottimista!
KGB»
mercoledì 26 novembre 2014
Cina e Tao
A grandissima richiesta pubblico finalmente questo pezzo che attendeva dal 2011...
Ovviamente rimando alla lettura propedeutica di Nozione di Tao dove si accennano dei concetti base che, nel prosieguo, darò per scontati.
Per il tao tutto il mondo è permeato da due energie antagoniste, in equilibrio e di parti dignità. Una è il principio femminile chiamato yin mentre l'altra è il principio maschile chiamato yang.
Allo yin è associata la “passività” mentre allo yang l'attività.
Ho scritto “passività” fra virgolette perché il concetto è molto più ampio (e approfondito appunto in Nozione di Tao). Da una parte bisogna escludere i preconcetti tipicamente occidentali sulla “passività” vista in genere negativamente e, dall'altra, non bisogna confondere “passività” con inattività.
Per il tao la “passività” ha la stessa dignità dell'attività e non siggnifica non fare niente quanto piuttosto sfruttare le circostanze a proprio vantaggio col minimo sforzo.
Detto questo, secondo me, per capire Cina e cinesi, è fondamentale calarsi un minimo nella filosofia del tao per interpretarne il comportamento.
Chiudevo il pezzo Nozione di Tao con la domanda provocatoria: «se vedete un seguace della filosofia Tao che “apparentemente”, secondo i nostri criteri occidentali, non fa niente cosa pensate?»
Questo perché, a livello di politica estera, la Cina sembra relativamente poco attiva, ovviamente per essere la prima potenza economica mondiale, etc...
Un errore tipicamente occidentale sarebbe considerare questa inattività come una sorta di timidezza/disinteresse/non comprensione della propria forza. La mentalità occidentale infatti, incentrata sullo yang, non riesce a spiegare altrimenti tale comportamento: vede la forza della Cina ma non il suo utilizzo, ovvero l'azione.
Se però si interpreta il comportamento della Cina sulla base del tao allora c'è anche un'altra spiegazione molto più semplice: la situazione attuale è perfettamente favorevole agli interessi cinesi e la Cina preferisce non rompere questo equilibrio con iniziative attive e, invece, si affida al passivo yin. Si tratta però di una scelta totalmente consapevole e, quando i tempi saranno giudicati maturi, la Cina passerà a una politica internazionale yang in maniera netta e decisa senza i tentennamenti occidentali.
Perché scrivo che la situazione attuale è favorevole alla Cina?
Mi pare un'ovvietà: basta guardare la crescita spropositata del loro PIL...
Forse meno ovvio è che l'occidente si sta deindustrializzando e ha dato in mano la propria tecnologia alla Cina. Questa tendenza sarebbe stata facilmente prevedibile ed evitabile (almeno parzialmente) se non fosse stato per la tipica miopia da impero commerciale degli USA (v. KGB sullo stato del mondo e KGB sullo stato del mondo 2) che, alla ricerca del ricavo immediato, hanno perso completamente di vista la strategia a lungo termine.
Viceversa se la Cina mostrasse adesso i propri muscoli, magari mandando in giro per il mondo le portaerei per difendere i propri interessi, quale sarebbe la reazione dell'occidente?
Io credo paura: molta paura. E questa paura porterebbe a una ricompattazione del mondo occidentale e probabilmente a un cambio di atteggiamento politico nei confronti della Cina. Si farebbe molta più attenzione a cosa succede permettendo questa delocalizzazione di industrie e tecnologie: il cinese non sarebbe più visto come l'omino che annuisce e produce a basso costo ma come un vero e proprio avversario.
O magari non succederebbe niente di tutto questo ma, dal punto di vista della Cina, perché rischiare?
Quando cambieranno le cose?
Io credo presto: da una parte l'occidente è quasi spolpato del tutto (v. Italia e altri paesi europei) e i benefici industriali/tecnologici che è possibile ricavarne sono ormai pochi.
Per fare una stima attendibile dovrei avere molti più dati ma grossomodo, direi che entro dieci anni, diciamo il 2025, vedremo un repentino mutamento dello scenario internazionale.
Ovviamente rimando alla lettura propedeutica di Nozione di Tao dove si accennano dei concetti base che, nel prosieguo, darò per scontati.
Per il tao tutto il mondo è permeato da due energie antagoniste, in equilibrio e di parti dignità. Una è il principio femminile chiamato yin mentre l'altra è il principio maschile chiamato yang.
Allo yin è associata la “passività” mentre allo yang l'attività.
Ho scritto “passività” fra virgolette perché il concetto è molto più ampio (e approfondito appunto in Nozione di Tao). Da una parte bisogna escludere i preconcetti tipicamente occidentali sulla “passività” vista in genere negativamente e, dall'altra, non bisogna confondere “passività” con inattività.
Per il tao la “passività” ha la stessa dignità dell'attività e non siggnifica non fare niente quanto piuttosto sfruttare le circostanze a proprio vantaggio col minimo sforzo.
Detto questo, secondo me, per capire Cina e cinesi, è fondamentale calarsi un minimo nella filosofia del tao per interpretarne il comportamento.
Chiudevo il pezzo Nozione di Tao con la domanda provocatoria: «se vedete un seguace della filosofia Tao che “apparentemente”, secondo i nostri criteri occidentali, non fa niente cosa pensate?»
Questo perché, a livello di politica estera, la Cina sembra relativamente poco attiva, ovviamente per essere la prima potenza economica mondiale, etc...
Un errore tipicamente occidentale sarebbe considerare questa inattività come una sorta di timidezza/disinteresse/non comprensione della propria forza. La mentalità occidentale infatti, incentrata sullo yang, non riesce a spiegare altrimenti tale comportamento: vede la forza della Cina ma non il suo utilizzo, ovvero l'azione.
Se però si interpreta il comportamento della Cina sulla base del tao allora c'è anche un'altra spiegazione molto più semplice: la situazione attuale è perfettamente favorevole agli interessi cinesi e la Cina preferisce non rompere questo equilibrio con iniziative attive e, invece, si affida al passivo yin. Si tratta però di una scelta totalmente consapevole e, quando i tempi saranno giudicati maturi, la Cina passerà a una politica internazionale yang in maniera netta e decisa senza i tentennamenti occidentali.
Perché scrivo che la situazione attuale è favorevole alla Cina?
Mi pare un'ovvietà: basta guardare la crescita spropositata del loro PIL...
Forse meno ovvio è che l'occidente si sta deindustrializzando e ha dato in mano la propria tecnologia alla Cina. Questa tendenza sarebbe stata facilmente prevedibile ed evitabile (almeno parzialmente) se non fosse stato per la tipica miopia da impero commerciale degli USA (v. KGB sullo stato del mondo e KGB sullo stato del mondo 2) che, alla ricerca del ricavo immediato, hanno perso completamente di vista la strategia a lungo termine.
Viceversa se la Cina mostrasse adesso i propri muscoli, magari mandando in giro per il mondo le portaerei per difendere i propri interessi, quale sarebbe la reazione dell'occidente?
Io credo paura: molta paura. E questa paura porterebbe a una ricompattazione del mondo occidentale e probabilmente a un cambio di atteggiamento politico nei confronti della Cina. Si farebbe molta più attenzione a cosa succede permettendo questa delocalizzazione di industrie e tecnologie: il cinese non sarebbe più visto come l'omino che annuisce e produce a basso costo ma come un vero e proprio avversario.
O magari non succederebbe niente di tutto questo ma, dal punto di vista della Cina, perché rischiare?
Quando cambieranno le cose?
Io credo presto: da una parte l'occidente è quasi spolpato del tutto (v. Italia e altri paesi europei) e i benefici industriali/tecnologici che è possibile ricavarne sono ormai pochi.
Per fare una stima attendibile dovrei avere molti più dati ma grossomodo, direi che entro dieci anni, diciamo il 2025, vedremo un repentino mutamento dello scenario internazionale.
martedì 25 novembre 2014
Altro ploff
E, come previsto (v. parte finale di L'ultimo tabù), anche a queste elezioni regionali il M5S ha fatto un buco nell'acqua.
Io ero talmente disilluso che non mi sono preso la briga nemmeno di controllare i risultati né, quando li ho conosciuti, sono rimasto deluso: era ovvio che, non cambiando strategia, sarebbe finita così...
Grillo, Casaleggio e “staff” avranno capito? Da quanto si legge sul viario pentastellato sembrerebbe di no: per l'Emilia Romagna si confrontano i dati assoluti del 2010 e si sottolinea un piccolo aumento di voti. Quindi “Vittoria! Siamo i più bravi! Facciamo tutto bene! Continuiamo così per passare di trionfo in trionfo!”...
L'unico aspetto positivo è che, almeno fra gli attivisti toscani, sta crescendo la consapevolezza che l'attuale (mancanza di) organizzazione è insostenibile. Dopo le europee stimavo un 30% di attivisti che avvertivano la necessità di un cambiamento mentre adesso direi si sia arrivati al 50%, forse anche più, ma sono in grado di verificarne l'umore solo della mia zona.
Quello che gli elettori ci hanno detto con la loro astensione è che il PD di Renzi sta sì facendo schifo (come previsto) ma il M5S non è considerato come un'alternativa credibile.
Ovviamente la campagna ad alzo zero dei media contro il M5S ha la sua importanza ma fondamentalmente la colpa è dello stesso movimento e della sua opposizione “virtuale” espressamente voluta dai “vertici” (v. di nuovo L'ultimo tabù).
È un peccato perché gli attivisti del M5S sono un patrimonio umano incredibile il cui lavoro e impegno stanno venendo vanificati dalla cattiva gestione del movimento lasciato volutamente nell'anarchia: il risultato è che i buoni propositi e le iniziative lodevoli naufragano mentre i furbi gongolano...
Conclusione: cambierà qualcosa? Vedremo: intanto domani dovrei partecipare a un incontro con tre parlamentari che diranno la loro agli attivisti della zona.
Io ero talmente disilluso che non mi sono preso la briga nemmeno di controllare i risultati né, quando li ho conosciuti, sono rimasto deluso: era ovvio che, non cambiando strategia, sarebbe finita così...
Grillo, Casaleggio e “staff” avranno capito? Da quanto si legge sul viario pentastellato sembrerebbe di no: per l'Emilia Romagna si confrontano i dati assoluti del 2010 e si sottolinea un piccolo aumento di voti. Quindi “Vittoria! Siamo i più bravi! Facciamo tutto bene! Continuiamo così per passare di trionfo in trionfo!”...
L'unico aspetto positivo è che, almeno fra gli attivisti toscani, sta crescendo la consapevolezza che l'attuale (mancanza di) organizzazione è insostenibile. Dopo le europee stimavo un 30% di attivisti che avvertivano la necessità di un cambiamento mentre adesso direi si sia arrivati al 50%, forse anche più, ma sono in grado di verificarne l'umore solo della mia zona.
Quello che gli elettori ci hanno detto con la loro astensione è che il PD di Renzi sta sì facendo schifo (come previsto) ma il M5S non è considerato come un'alternativa credibile.
Ovviamente la campagna ad alzo zero dei media contro il M5S ha la sua importanza ma fondamentalmente la colpa è dello stesso movimento e della sua opposizione “virtuale” espressamente voluta dai “vertici” (v. di nuovo L'ultimo tabù).
È un peccato perché gli attivisti del M5S sono un patrimonio umano incredibile il cui lavoro e impegno stanno venendo vanificati dalla cattiva gestione del movimento lasciato volutamente nell'anarchia: il risultato è che i buoni propositi e le iniziative lodevoli naufragano mentre i furbi gongolano...
Conclusione: cambierà qualcosa? Vedremo: intanto domani dovrei partecipare a un incontro con tre parlamentari che diranno la loro agli attivisti della zona.
venerdì 21 novembre 2014
Nuove aggiunte musicali
Oggi ho aggiunto una nuova serie di brani alla mia collezione.
Almeno momentaneamente ho abbandonato Spotify: la qualità è migliore ma la pubblicità è asfissiante e, soprattutto, ci sono molti meno brani che su Youtube, soprattutto quelli di gruppi poco conosciuti e/o di parecchio tempo fa...
Come al solito I brani aggiunti sono molto eterogenei: non mancano il solito power metal né brani di gruppi di cui avevo già selezionato altro materiale (come i Battle beast o Ensiferum) ma il genere caratterizzante di questa mandata è l'heavy metal tedesco degli anni '80 e inizio '90... Provate a trovare questa roba su Spotify!
Live and let die – dei Lions Breed (1984)
Capture the night – dei Brainfever (1985)
Liberty – dei Ninja (1992)
Caccia al topo - 25/11/2014
Ieri Bisba ha portato un topetto in casa: di solito la caccia va per le lunghe perché il topo riesce a rifugiarsi sotto il frigorifero. Stavolta però Bisba deve essersene ricordata e ha sventato quel tipo di fuga mentre io, da brava massaia assassina, ho inseguito il topo con una granata con la quale, infine, l'ho ucciso...
Caldaia e altro - 25/11/2014
Ieri sono venuti a cambiarmi la caldaia e io, per tutta la giornata, sono stato dietro ai due ragazzi che, dopo le direttive del capo, erano rimasti a fare il lavoro.
Un po' perché sono sinceramente curioso di imparare un po' perché voglio controllare che sappiano ciò che fanno ho fatto numerose domande dando poi la mia opinione.
Non sto a raccontare i miei notevoli contributi ma a fine giornata erano i due ragazzi a chiedere il mio parere!
Oggi poi, sfruttando ciò che ho appreso, ho comprato un nuovo termostato e l'ho installato. Pare funzionare.
Scemo + scema - 1/12/2014
Da quando ho “adottato” Bisba ogni mattina si ripete il solito rituale: quando prendo il latte ne do anche a lei una cucchiaiata perché (pensa un po'!) ne è ghiotta.
Il piattino di Bisba è in un angolo della cucina e io mi accovaccio per versargliene poche gocce: in quei secondi lei cerca di saltarmi sopra o sotto il braccio o di passare fra le mie gambe per iniziare subito a bere mentre io con la mano libera cerco di tenerla indietro.
Allora negli ultimi tre anni lei, ogni giorno, continua a cercare di scavalcarmi come un'ossessa e io, ogni giorno, continuo a ridere.
Chi è più scemo di noi due?
Brutto periodo - 3/12/2014
Impegnatissimo con riunioni, a scrivere documenti e a correggere documenti...
Chitarra lasciata indietro perché mi manca il giusto stato d'animo, idem la tragedia.
Almeno momentaneamente ho abbandonato Spotify: la qualità è migliore ma la pubblicità è asfissiante e, soprattutto, ci sono molti meno brani che su Youtube, soprattutto quelli di gruppi poco conosciuti e/o di parecchio tempo fa...
Come al solito I brani aggiunti sono molto eterogenei: non mancano il solito power metal né brani di gruppi di cui avevo già selezionato altro materiale (come i Battle beast o Ensiferum) ma il genere caratterizzante di questa mandata è l'heavy metal tedesco degli anni '80 e inizio '90... Provate a trovare questa roba su Spotify!
Caccia al topo - 25/11/2014
Ieri Bisba ha portato un topetto in casa: di solito la caccia va per le lunghe perché il topo riesce a rifugiarsi sotto il frigorifero. Stavolta però Bisba deve essersene ricordata e ha sventato quel tipo di fuga mentre io, da brava massaia assassina, ho inseguito il topo con una granata con la quale, infine, l'ho ucciso...
Caldaia e altro - 25/11/2014
Ieri sono venuti a cambiarmi la caldaia e io, per tutta la giornata, sono stato dietro ai due ragazzi che, dopo le direttive del capo, erano rimasti a fare il lavoro.
Un po' perché sono sinceramente curioso di imparare un po' perché voglio controllare che sappiano ciò che fanno ho fatto numerose domande dando poi la mia opinione.
Non sto a raccontare i miei notevoli contributi ma a fine giornata erano i due ragazzi a chiedere il mio parere!
Oggi poi, sfruttando ciò che ho appreso, ho comprato un nuovo termostato e l'ho installato. Pare funzionare.
Scemo + scema - 1/12/2014
Da quando ho “adottato” Bisba ogni mattina si ripete il solito rituale: quando prendo il latte ne do anche a lei una cucchiaiata perché (pensa un po'!) ne è ghiotta.
Il piattino di Bisba è in un angolo della cucina e io mi accovaccio per versargliene poche gocce: in quei secondi lei cerca di saltarmi sopra o sotto il braccio o di passare fra le mie gambe per iniziare subito a bere mentre io con la mano libera cerco di tenerla indietro.
Allora negli ultimi tre anni lei, ogni giorno, continua a cercare di scavalcarmi come un'ossessa e io, ogni giorno, continuo a ridere.
Chi è più scemo di noi due?
Brutto periodo - 3/12/2014
Impegnatissimo con riunioni, a scrivere documenti e a correggere documenti...
Chitarra lasciata indietro perché mi manca il giusto stato d'animo, idem la tragedia.
giovedì 20 novembre 2014
Lezione LXXVI: tutto lui...
A inizio novembre avrei voluto fare una nuova lezione ma il maestro era impegnato e così fra un ritardo e l'altro ci siamo trascinati fino a oggi..
Il maestro, al contrario della lezione precedente (v. Lezione LXXV), era scatenato (avrà preso un caffè?) e ha fatto tutto lui mentre io non ho quasi toccato la mia chitarra: comunque molto efficiente...
Riscaldamento: niente di nuovo...
Ritmi: niente di nuovo (però sono molto migliorato in particolare con i ritmi che variano da un accordo all'altro)...
She is my sin: rispetto a Lezione LXXV sono tornato da molto tempo alla velocità reale e adesso ho memorizzato benino la sequenza delle battute. Da quando però sto cercando di registrarmi sono rimasto fermo alla battuta 102. Col maestro abbiamo dato un'occhiata alle successive e, non essendoci niente di impossibile, ho deciso di riprenderne lo studio. Magari mi aiuterà a sciogliermi durante le registrazioni...
Ah! ho anche introdotto un paio di pull-off che nello spartito non ci sono ma che mi risultano utili per una battuta dove occorre una certa velocità...
Flight of Icarus: allucinazione! Ero sicuro di aver controllato più volte e che i due chitarristi (io suono una combinazione delle loro parti più semplici!) suonassero entrambi lo stesso pezzo dalla battuta 85 in poi e che questo fosse piuttosto complicato...
Invece no! La parte di Murray, nonostante diversi bending, è abbordabilissima. Anche qui andrò avanti: i bending mi divertono!
Da Zero: alla scorsa lezione avevamo stabilito di allentare la pressione e di non studiarne contemporaneamente quattro esercizi ma solo due. Uno di questi era il 6-32 che mi aveva dato innumerevoli grane...
Inizialmente avevo memorizzato le note suonando sopra il brano con la chitarra (la base su cui si dovrebbe fare l'esercizio è senza chitarra) perché mi ero reso conto di essermi molto arrugginito e di aver difficoltà con i vari hammer-on e pull-off; passando poi a suonare sulla base non riuscivo a riconoscerne il ritmo e quindi finivo per andare fuori tempo. Dopo innumerevoli bestemmie sono lentamente riuscito a “capire” il ritmo e a suonarlo alla velocità reale. Proprio in questi giorni prevedo di mollarlo e di passare al successivo.
L'altro esercizio era il 7-33 (il primo del capitolo 7) e inizialmente ero molto preoccupato: si trattava di un esercizio di accordi dal ritmo variabile e veloce. Temevo di aver problemi a identificare chiaramente le battute (come per il 6-32) ma invece fin dalla prima esecuzione sono andato benissimo e ho rapidamente incrementato la velocità. Già ieri avevo deciso di abbandonarlo suonandolo a velocità reale senza incertezze...
Oggi per evitare spiacevoli sorprese abbiamo verificato gli esercizi 7-34 e 7-35. Beh, in realtà oggi ha fatto tutto il maestro! Ha provato a suonarli sulla base e gli sono sembrati semplici: più facile il 7-34 del 7-35... speriamo che anche per me sia così!
What's up: era stato riesumato per suonarlo col giusto ritmo di chitarra. Il maestro mi aveva ricostruito a memoria la ritmica (risultata doppia) e io avevo passato diversi giorni a concentrarmi solo su di essa senza ascoltare la canzone. Quando però avevo provato a suonare sopra la canzone (opportunamente rallentata del 40%!) non riuscivo a raccapezzarmi! Il ritmo del maestro, che già mentre lo studiavo non mi convinceva, non mi tornava con quello che sentivo con il risultato che mi confondevo non riuscendo ad andare a tempo...
Dopo la solita fase di depressione acuta ho provato però a reagire: per prima cosa mi sono accontentato di fare un unico accordo per battuta e poi, via via, a cercare di seguire il ritmo della chitarra a orecchio. Dopo vari esperimenti (ed esercitazioni) ho tirato fuori una mia approssimazione del ritmo originale che mi convinceva molto: mi rendevo conto che il finale non andava sempre bene (almeno con metà degli accordi!) ma comunque era un'approssimazione decente e l'avevo fatta io!
Attualmente la suono al -10% della velocità ma conto di arrivare rapidamente alla velocità reale...
Siccome sono fiero di aver approssimato il giusto ritmo da solo continuerò con esso ma, nel frattempo, il maestro mi ha dato un bel po' di materiale...
Ho hey dei Luminers con ritmica e accordi e poi un bel po' di altri brani dalla ritmica facile ma su cui dovrò arrangiarmi: The Hell song dei Sum41, Oh love dei Green Day, Let her go dei Passenger e Counting Stars di... bo... vedrò su Youtube...
Triangolo: per “teoria” la scorsa lezione mi era stato dato un esercizio di improvvisazione: cercare una base in Am su YouTube e su di essa provare a improvvisare usando solo tre note: LA, RE e DO. Due battute dovevano essere di libera improvvisazione ma alla terza dovevo suonare solo la tonale (LA) per 4/4...
L'esercizio mi sembrava banale ma si è rivelato un disastro!
Nella prima base non riuscivo a identificare chiaramente i quarti e forse era troppo lenta. La seconda era bellissima ma anch'essa troppo difficile. Finalmente ne avevo trovato brutta ma che scandiva chiaramente i quarti distinguendo chiaramente fra quarti “pari” e “dispari” e che rimaneva uguale per tutto il tempo...
Su questa base sono riuscito a lavorare anche se mi resta comunque non facile “perdere” il tempo perché l'inizio della battuta non è identificato chiaramente.
Il maestro (dopo essersi accorto che la base che usavo, spacciata per Am conteneva un E e che quindi era un "A armonica" o qualcosa del genere...) ha cercato un po' su Youtube e mi ha detto di provare con questo brano: vedremo!
Teoria: non siamo andati avanti...
Il maestro, al contrario della lezione precedente (v. Lezione LXXV), era scatenato (avrà preso un caffè?) e ha fatto tutto lui mentre io non ho quasi toccato la mia chitarra: comunque molto efficiente...
Riscaldamento: niente di nuovo...
Ritmi: niente di nuovo (però sono molto migliorato in particolare con i ritmi che variano da un accordo all'altro)...
She is my sin: rispetto a Lezione LXXV sono tornato da molto tempo alla velocità reale e adesso ho memorizzato benino la sequenza delle battute. Da quando però sto cercando di registrarmi sono rimasto fermo alla battuta 102. Col maestro abbiamo dato un'occhiata alle successive e, non essendoci niente di impossibile, ho deciso di riprenderne lo studio. Magari mi aiuterà a sciogliermi durante le registrazioni...
Ah! ho anche introdotto un paio di pull-off che nello spartito non ci sono ma che mi risultano utili per una battuta dove occorre una certa velocità...
Flight of Icarus: allucinazione! Ero sicuro di aver controllato più volte e che i due chitarristi (io suono una combinazione delle loro parti più semplici!) suonassero entrambi lo stesso pezzo dalla battuta 85 in poi e che questo fosse piuttosto complicato...
Invece no! La parte di Murray, nonostante diversi bending, è abbordabilissima. Anche qui andrò avanti: i bending mi divertono!
Da Zero: alla scorsa lezione avevamo stabilito di allentare la pressione e di non studiarne contemporaneamente quattro esercizi ma solo due. Uno di questi era il 6-32 che mi aveva dato innumerevoli grane...
Inizialmente avevo memorizzato le note suonando sopra il brano con la chitarra (la base su cui si dovrebbe fare l'esercizio è senza chitarra) perché mi ero reso conto di essermi molto arrugginito e di aver difficoltà con i vari hammer-on e pull-off; passando poi a suonare sulla base non riuscivo a riconoscerne il ritmo e quindi finivo per andare fuori tempo. Dopo innumerevoli bestemmie sono lentamente riuscito a “capire” il ritmo e a suonarlo alla velocità reale. Proprio in questi giorni prevedo di mollarlo e di passare al successivo.
L'altro esercizio era il 7-33 (il primo del capitolo 7) e inizialmente ero molto preoccupato: si trattava di un esercizio di accordi dal ritmo variabile e veloce. Temevo di aver problemi a identificare chiaramente le battute (come per il 6-32) ma invece fin dalla prima esecuzione sono andato benissimo e ho rapidamente incrementato la velocità. Già ieri avevo deciso di abbandonarlo suonandolo a velocità reale senza incertezze...
Oggi per evitare spiacevoli sorprese abbiamo verificato gli esercizi 7-34 e 7-35. Beh, in realtà oggi ha fatto tutto il maestro! Ha provato a suonarli sulla base e gli sono sembrati semplici: più facile il 7-34 del 7-35... speriamo che anche per me sia così!
What's up: era stato riesumato per suonarlo col giusto ritmo di chitarra. Il maestro mi aveva ricostruito a memoria la ritmica (risultata doppia) e io avevo passato diversi giorni a concentrarmi solo su di essa senza ascoltare la canzone. Quando però avevo provato a suonare sopra la canzone (opportunamente rallentata del 40%!) non riuscivo a raccapezzarmi! Il ritmo del maestro, che già mentre lo studiavo non mi convinceva, non mi tornava con quello che sentivo con il risultato che mi confondevo non riuscendo ad andare a tempo...
Dopo la solita fase di depressione acuta ho provato però a reagire: per prima cosa mi sono accontentato di fare un unico accordo per battuta e poi, via via, a cercare di seguire il ritmo della chitarra a orecchio. Dopo vari esperimenti (ed esercitazioni) ho tirato fuori una mia approssimazione del ritmo originale che mi convinceva molto: mi rendevo conto che il finale non andava sempre bene (almeno con metà degli accordi!) ma comunque era un'approssimazione decente e l'avevo fatta io!
Attualmente la suono al -10% della velocità ma conto di arrivare rapidamente alla velocità reale...
Siccome sono fiero di aver approssimato il giusto ritmo da solo continuerò con esso ma, nel frattempo, il maestro mi ha dato un bel po' di materiale...
Ho hey dei Luminers con ritmica e accordi e poi un bel po' di altri brani dalla ritmica facile ma su cui dovrò arrangiarmi: The Hell song dei Sum41, Oh love dei Green Day, Let her go dei Passenger e Counting Stars di... bo... vedrò su Youtube...
Triangolo: per “teoria” la scorsa lezione mi era stato dato un esercizio di improvvisazione: cercare una base in Am su YouTube e su di essa provare a improvvisare usando solo tre note: LA, RE e DO. Due battute dovevano essere di libera improvvisazione ma alla terza dovevo suonare solo la tonale (LA) per 4/4...
L'esercizio mi sembrava banale ma si è rivelato un disastro!
Nella prima base non riuscivo a identificare chiaramente i quarti e forse era troppo lenta. La seconda era bellissima ma anch'essa troppo difficile. Finalmente ne avevo trovato brutta ma che scandiva chiaramente i quarti distinguendo chiaramente fra quarti “pari” e “dispari” e che rimaneva uguale per tutto il tempo...
Su questa base sono riuscito a lavorare anche se mi resta comunque non facile “perdere” il tempo perché l'inizio della battuta non è identificato chiaramente.
Il maestro (dopo essersi accorto che la base che usavo, spacciata per Am conteneva un E e che quindi era un "A armonica" o qualcosa del genere...) ha cercato un po' su Youtube e mi ha detto di provare con questo brano: vedremo!
Teoria: non siamo andati avanti...
mercoledì 19 novembre 2014
Referendum boomerang
Premetto subito che spero di sbagliarmi...
Lo scorso ottobre scrissi il pezzo L'ultimo tabù dopo la manifestazione di Roma: la delusione per le “novità” fu notevole...
Contro ogni speranza speravo in una rifondazione del movimento per adeguarlo alle nuove esigenze: invece niente... bene così, nella confusione totale e nell'anarchia, incapaci di una strategia politica e con i singoli di buona volontà che lottano da soli allo sbaraglio mentre i "furbi" se ne approfittano...
La “novità politica” fu che ci saremmo dovuti concentrare su “pochi temi” perché altrimenti la gente si confonde o cose del genere (non ricordo esattamente la giustificazione di questa affermazione).
Uno dei temi forti "accuratamente" selezionato è il referendum sull'uscita dall'euro...
Tema economico fondamentale insieme a quello sul debito pubblico, ne sono consapevole, ma come si fa a pensare che possa divenire il nostro cavallo da battaglia?
Già alle europee gli sproloqui su euro e simili costarono a occhio un 5% di voti in meno al M5S e un 10% di voti in più a Renzi...
Il motivo è semplice: la problematica "euro sì/euro no" è complicatissima!
Questo ha due conseguenze: 1) il 99% degli attivisti non è in grado di spiegare, con motivazioni attendibili, a un comune cittadino perché si debba uscire dall'euro; 2) il 99% degli italiani, non vuole ascoltare o non è in grado di capire, le complesse spiegazioni necessarie a comprendere i pro e i contro.
Il risultato è che il 99,99% degli italiani ragionerà di pancia e, in pratica, sarà completamente in balia della propaganda pro euro che faranno i media i quali, sicuramente, non mancheranno di terrorizzare gli elettori con immagini apocalittiche su cosa succederebbe in caso di uscita dell'Italia dall'euro...
Conclusione: referendum o elezioni, qualunque cosa ci sia, saranno l'ennesima batosta per il M5S.
Ma io proprio non capisco... Ammettiamo che si voglia scegliere (chissà perché) solo pochi argomenti su cui puntare. Benissimo: ma allora perché non scegliere tematiche facilmente comprensibili dagli italiani? Grazie a Renzi c'è solo l'imbarazzo della scelta! La disoccupazione e tutti i temi legati al mondo del lavoro, la difesa della salute, la difesa della scuola, contro la guerra e gli F-35, contro le grandi opere inutili e la cementificazione dell'Italia... bo... queste sono solo le prime cose che mi sono saltate in mente e non dubito che ce ne siano ancora molte altre...
Tutti questi argomenti sarebbero più comprensibili e farebbero guadagnare consensi al M5S e invece ci si va a infilare in un vicolo cieco...
Come si fa a non pensare che Grillo stia volutamente boicottando il M5S?
Lo scorso ottobre scrissi il pezzo L'ultimo tabù dopo la manifestazione di Roma: la delusione per le “novità” fu notevole...
Contro ogni speranza speravo in una rifondazione del movimento per adeguarlo alle nuove esigenze: invece niente... bene così, nella confusione totale e nell'anarchia, incapaci di una strategia politica e con i singoli di buona volontà che lottano da soli allo sbaraglio mentre i "furbi" se ne approfittano...
La “novità politica” fu che ci saremmo dovuti concentrare su “pochi temi” perché altrimenti la gente si confonde o cose del genere (non ricordo esattamente la giustificazione di questa affermazione).
Uno dei temi forti "accuratamente" selezionato è il referendum sull'uscita dall'euro...
Tema economico fondamentale insieme a quello sul debito pubblico, ne sono consapevole, ma come si fa a pensare che possa divenire il nostro cavallo da battaglia?
Già alle europee gli sproloqui su euro e simili costarono a occhio un 5% di voti in meno al M5S e un 10% di voti in più a Renzi...
Il motivo è semplice: la problematica "euro sì/euro no" è complicatissima!
Questo ha due conseguenze: 1) il 99% degli attivisti non è in grado di spiegare, con motivazioni attendibili, a un comune cittadino perché si debba uscire dall'euro; 2) il 99% degli italiani, non vuole ascoltare o non è in grado di capire, le complesse spiegazioni necessarie a comprendere i pro e i contro.
Il risultato è che il 99,99% degli italiani ragionerà di pancia e, in pratica, sarà completamente in balia della propaganda pro euro che faranno i media i quali, sicuramente, non mancheranno di terrorizzare gli elettori con immagini apocalittiche su cosa succederebbe in caso di uscita dell'Italia dall'euro...
Conclusione: referendum o elezioni, qualunque cosa ci sia, saranno l'ennesima batosta per il M5S.
Ma io proprio non capisco... Ammettiamo che si voglia scegliere (chissà perché) solo pochi argomenti su cui puntare. Benissimo: ma allora perché non scegliere tematiche facilmente comprensibili dagli italiani? Grazie a Renzi c'è solo l'imbarazzo della scelta! La disoccupazione e tutti i temi legati al mondo del lavoro, la difesa della salute, la difesa della scuola, contro la guerra e gli F-35, contro le grandi opere inutili e la cementificazione dell'Italia... bo... queste sono solo le prime cose che mi sono saltate in mente e non dubito che ce ne siano ancora molte altre...
Tutti questi argomenti sarebbero più comprensibili e farebbero guadagnare consensi al M5S e invece ci si va a infilare in un vicolo cieco...
Come si fa a non pensare che Grillo stia volutamente boicottando il M5S?
lunedì 17 novembre 2014
KGB sullo stato del mondo 2
Nel precedente KGB sullo stato del mondo ho fatto un'introduzione storica, per forza di cose superficiale, alla situazione attuale.
Riassumendo avevo evidenziato il seguente argomento:
Con il crollo dell'URSS gli USA sono diventati un impero commerciale (sarebbe più corretto “economico/finanziario” ma mi piace mantenere l'analogia con l'impero cartaginese!) e, di conseguenza, dalle scelte politiche miopi.
E alcune delle sue conseguenze:
- lo ripeto ma è fondamentale: le scelte strategiche di un impero commerciale sono miopi essendo basate solo su costi e ricavi nel breve, massimo medio, termine.
- Gli ideali di giustizia e libertà sono solo diventate una maschera ipocrita dietro la quale nascondere gli interessi economici (miopi!). Equivale al trionfo dell'influenza dei poteri forti economici/finanziari.
- In precedenza gli USA avevano alleati adesso hanno partner commerciali. Anzi si tende a confondere i primi con i secondi e vice versa. E l'importanza dell'alleato/partner commerciale dipende quasi esclusivamente dal volume degli scambi.
- - Questo ha portato a una valutazione errata della Cina a causa della sua importanza economica. In particolare non ci si è resi conto che nel lungo termine i vantaggi economici delle grande aziende (i nuovi poteri forti) avrebbero comportato una crisi economica generale e l'impoverimento della classe media a favore, almeno temporaneamente, dei super ricchi.
Adesso proverò ad andare oltre.
Dei problemi della democrazia ho parlato a più riprese e rimando a Democrazia 1/3 e seguenti per maggiori informazioni.
La società moderna è molto complessa e deve essere fatta funzionare in armonia: questo significa che deve esserci un sistema per prendere le decisioni (sistema di potere) che tuteli gli interessi di tutte le parti. La soluzione ideata secoli fa, la “moderna” democrazia, si basa sul presupposto che ogni cittadino voti un proprio rappresentante che tuteli i suoi interessi.
Questa teoria ha numerose fallacie che non starò a ripetere ma faccio solo una considerazione: fra i singoli uomini di oggi e quelli di un paio di secoli fa non ci sono differenze sostanziali; al contrario le “grandi” aziende di allora sono diventate adesso delle multinazionali che hanno fatturati paragonabili a quelli di stati medio piccoli.
Cosa significa questo? È semplice: mentre la capacità del singolo elettore di scegliere il meglio per il proprio interesse è rimasta più o meno costante, l'influenza dei poteri economici/finanziari si è moltiplicata a dismisura, sia al voto grazie al condizionamento dei media (che appartengono a grandi gruppi economico/finanziari) che dopo di esso con pressioni dirette sui politici.
La conseguenza è che la politica fa sempre meno gli interessi della totalità dei cittadini e sempre più quelli dei poteri forti economici (e di conseguenza di un ristrettissimo numero di persone).
La forbice fra ricchi e poveri è dovuta principalmente all'influenza, a proprio vantaggio, dei poteri forti sulla politica. Alla ricerca di un grafico adatto (non trovato) mi sono imbattuto in questo interessante articolo su Wikipedia: Income inequality in USA in particolare rimando al paragrafo “Political polarization”...
La democrazia non è quindi assolutamente il sistema perfetto che ci viene inculcato a scuola: è un sistema con pregi e difetti ma che, negli ultimi decenni, ha dimostrato di funzionare sempre peggio.
Mi chiedevo se la tivvù, più degli altri media, abbia un ruolo sostanziale nella decadenza della democrazia. Mi pare plausibile: a differenza delle altre fonti di informazione la televisione, grazie alle immagini in movimento, è in grado di coinvolgere maggiormente gli spettatori tramite molteplici tipi di influenza subliminale. È risaputo, è proprio uno dei cardini su cui si basa la pubblicità, che la semplice ripetizione delle parole porta alla loro accettazione: nel nostro piccolo lo vediamo con Renzi che, limitandosi a negare la realtà (vaneggiando di aumento del lavoro, rilancio dell'economia, diminuzione tasse, etc...) evidente a tutti, riesce comunque a convincere una fetta consistente della popolazione.
Come ho spiegato nella precedente puntata ritengo che lo squilibrio commerciale (e quindi valutario) fra Cina e mondo occidentale sia la vera origine (v. Crisi economica per idioti e Sono stupido) delle crisi economiche che si stanno susseguendo.
Nel 2007-2009 la crisi colpì principalmente gli USA mentre in questi ultimi anni sta colpendo l'Europa. Quando c'è un problema, in genere, questo non sparisce da solo. A causa della miopia politica gli USA non hanno capito (o voluto capire...) il problema alla radice (che sarebbe la Cina) ma lo hanno solo spostato all'estero ovvero in Europa. Questo “sacrificio” europeo darà solo un temporaneo beneficio all'economia USA ma, una volta che l'Europa sarà stata economicamente vampirizzata (diciamo in 3-5 anni), la crisi tornerà a colpire gli USA. È come il naufrago che nel mare in tempesta, per rimanere a galla, si aggrappa alle spalle di un altro naufrago: momentaneamente potrà riuscire a prendere qualche boccata d'aria ma quando l'altro naufrago sarà affogato si troverà nella situazione iniziale.
Magari quello sarà il momento in cui la Cina passerà a una politica estera più attiva: al riguardo rimando alla parte finale del pezzo Ipotesi paranoica dove scrivo di Cina e filosofia del tao.
Un'altra tendenza è la diminuzione della libertà nelle democrazie occidentali. Le giustificazioni sono molteplici: lotta al terrorismo, lotta alla criminalità organizzata, lotta all'evasione, protezione del copyright e simili. Il culmine lo avremo col trattato del TTIP che toglie diritti/libertà addirittura agli stati sovrani.
Da una parte questa è una tendenza “naturale” della democrazia (v. Saggio sulla libertà di John Stuart Mill) che, attraverso la burocrazia, crea sempre più norme e vincoli che, col pretesto di tutelare la collettività, riducono la libertà dei singoli.
A mio avviso la tendenza non è più completamente spontanea ma è cavalcata da una regia occulta che non può che essere composta dai soliti poteri forti economici/finanziari: lo scopo ancora non mi è chiaro ma sicuramente non si tratta del bene dell'umanità ma piuttosto della ricerca di un profitto immediato...
Un indizio concreto lo dà il TTIP: diversamente da come si potrebbe pensare tale trattato non favorisce gli USA come stato ma essenzialmente le multinazionali: la differenza è che la maggioranza della popolazione negli USA, avendo numerose multinazionali, non ci rimetterà. Ma chi realmente ci guadagnerà saranno le corporazioni. Inutile dire che per l'Italia, che praticamente non ha multinazionali, sarà un disastro totale: non per nulla Renzi è entusiasta del TTIP...
Non so: forse lo scopo è semplicemente quello di indebolire i diritti individuali per rendere più forti gli Stati, dei quali hanno sempre maggiore controllo, per poter comodamente fare i propri interessi: più infatti un cittadino è libero e meno forte è il potere dello Stato (v. Capitolo VI) e vice versa.
Un'ultima considerazione: molti uomini agiscono in una certa maniera perché credono fermamente in specifici principi o ideali. Il punto non è se questi ideali siano giusti o sbagliati ma che gli uomini (almeno alcuni) siano disposti ad andare contro il proprio benessere immediato in nome di essi.
Quale impatto avrà quindi negli USA la perdita di valori come giustizia e libertà?
Mi spiego meglio: la stragrande maggioranze delle persone che lavorano nella macchina statale USA sicuramente credono che il loro governo persegua certi ideali e sono quindi disposti a molti sacrifici per esso. Ma quando lentamente la consapevolezza che il governo USA persegue gli interessi delle multinazionali e solo in subordine dei propri cittadini cosa accadrà?
Ha senso essere patriottici per uno Stato che fa gli interessi di pochissimi e non di tutti?
Edward Snow ci ha dato la sua risposta. Probabilmente la maggior parte delle persone, anche condividendo la sua opinione, non avrebbero il suo coraggio di rinunciare a una vita privilegiata per le proprie convinzioni: di sicuro però lavorerebbero sempre meno e peggio facendo il minimo indispensabile. Tanto per fare un confronto storico una delle cause del collasso dell'URSS fu la crescente inefficienza delle proprie organizzazioni: ricordo che negli ultimi anni una parte spropositata della produzione agricola veniva ricavata da singoli contadini (v. Agricolture in Soviet Union). Cito wikipedia: «Although accounting for a small share of cultivated area, private plots produced a substantial share of the country's meat, milk, eggs, and vegetables. Although never more than 4% of the arable land in the USSR, private plots consistently yielded a quarter to a third of total produce. In other words, private plots were more than 8 to 12 times as productive.»
La ragione di questa maggiore efficienza, oltre all'incentivo del guadagno personale, certamente sta nel fatto che i lavoratori dei kolchoz non credevano più nell'ideologia comunista e facevano quindi il minimo indispensabile...
Il punto di questa mia intuizione è che una società deve basarsi su ideali e non si può fondare sull'ipocrisia quando questa è percepita come tale.
Riassumendo avevo evidenziato il seguente argomento:
Con il crollo dell'URSS gli USA sono diventati un impero commerciale (sarebbe più corretto “economico/finanziario” ma mi piace mantenere l'analogia con l'impero cartaginese!) e, di conseguenza, dalle scelte politiche miopi.
E alcune delle sue conseguenze:
- lo ripeto ma è fondamentale: le scelte strategiche di un impero commerciale sono miopi essendo basate solo su costi e ricavi nel breve, massimo medio, termine.
- Gli ideali di giustizia e libertà sono solo diventate una maschera ipocrita dietro la quale nascondere gli interessi economici (miopi!). Equivale al trionfo dell'influenza dei poteri forti economici/finanziari.
- In precedenza gli USA avevano alleati adesso hanno partner commerciali. Anzi si tende a confondere i primi con i secondi e vice versa. E l'importanza dell'alleato/partner commerciale dipende quasi esclusivamente dal volume degli scambi.
- - Questo ha portato a una valutazione errata della Cina a causa della sua importanza economica. In particolare non ci si è resi conto che nel lungo termine i vantaggi economici delle grande aziende (i nuovi poteri forti) avrebbero comportato una crisi economica generale e l'impoverimento della classe media a favore, almeno temporaneamente, dei super ricchi.
Adesso proverò ad andare oltre.
Dei problemi della democrazia ho parlato a più riprese e rimando a Democrazia 1/3 e seguenti per maggiori informazioni.
La società moderna è molto complessa e deve essere fatta funzionare in armonia: questo significa che deve esserci un sistema per prendere le decisioni (sistema di potere) che tuteli gli interessi di tutte le parti. La soluzione ideata secoli fa, la “moderna” democrazia, si basa sul presupposto che ogni cittadino voti un proprio rappresentante che tuteli i suoi interessi.
Questa teoria ha numerose fallacie che non starò a ripetere ma faccio solo una considerazione: fra i singoli uomini di oggi e quelli di un paio di secoli fa non ci sono differenze sostanziali; al contrario le “grandi” aziende di allora sono diventate adesso delle multinazionali che hanno fatturati paragonabili a quelli di stati medio piccoli.
Cosa significa questo? È semplice: mentre la capacità del singolo elettore di scegliere il meglio per il proprio interesse è rimasta più o meno costante, l'influenza dei poteri economici/finanziari si è moltiplicata a dismisura, sia al voto grazie al condizionamento dei media (che appartengono a grandi gruppi economico/finanziari) che dopo di esso con pressioni dirette sui politici.
La conseguenza è che la politica fa sempre meno gli interessi della totalità dei cittadini e sempre più quelli dei poteri forti economici (e di conseguenza di un ristrettissimo numero di persone).
La forbice fra ricchi e poveri è dovuta principalmente all'influenza, a proprio vantaggio, dei poteri forti sulla politica. Alla ricerca di un grafico adatto (non trovato) mi sono imbattuto in questo interessante articolo su Wikipedia: Income inequality in USA in particolare rimando al paragrafo “Political polarization”...
La democrazia non è quindi assolutamente il sistema perfetto che ci viene inculcato a scuola: è un sistema con pregi e difetti ma che, negli ultimi decenni, ha dimostrato di funzionare sempre peggio.
Mi chiedevo se la tivvù, più degli altri media, abbia un ruolo sostanziale nella decadenza della democrazia. Mi pare plausibile: a differenza delle altre fonti di informazione la televisione, grazie alle immagini in movimento, è in grado di coinvolgere maggiormente gli spettatori tramite molteplici tipi di influenza subliminale. È risaputo, è proprio uno dei cardini su cui si basa la pubblicità, che la semplice ripetizione delle parole porta alla loro accettazione: nel nostro piccolo lo vediamo con Renzi che, limitandosi a negare la realtà (vaneggiando di aumento del lavoro, rilancio dell'economia, diminuzione tasse, etc...) evidente a tutti, riesce comunque a convincere una fetta consistente della popolazione.
Come ho spiegato nella precedente puntata ritengo che lo squilibrio commerciale (e quindi valutario) fra Cina e mondo occidentale sia la vera origine (v. Crisi economica per idioti e Sono stupido) delle crisi economiche che si stanno susseguendo.
Nel 2007-2009 la crisi colpì principalmente gli USA mentre in questi ultimi anni sta colpendo l'Europa. Quando c'è un problema, in genere, questo non sparisce da solo. A causa della miopia politica gli USA non hanno capito (o voluto capire...) il problema alla radice (che sarebbe la Cina) ma lo hanno solo spostato all'estero ovvero in Europa. Questo “sacrificio” europeo darà solo un temporaneo beneficio all'economia USA ma, una volta che l'Europa sarà stata economicamente vampirizzata (diciamo in 3-5 anni), la crisi tornerà a colpire gli USA. È come il naufrago che nel mare in tempesta, per rimanere a galla, si aggrappa alle spalle di un altro naufrago: momentaneamente potrà riuscire a prendere qualche boccata d'aria ma quando l'altro naufrago sarà affogato si troverà nella situazione iniziale.
Magari quello sarà il momento in cui la Cina passerà a una politica estera più attiva: al riguardo rimando alla parte finale del pezzo Ipotesi paranoica dove scrivo di Cina e filosofia del tao.
Un'altra tendenza è la diminuzione della libertà nelle democrazie occidentali. Le giustificazioni sono molteplici: lotta al terrorismo, lotta alla criminalità organizzata, lotta all'evasione, protezione del copyright e simili. Il culmine lo avremo col trattato del TTIP che toglie diritti/libertà addirittura agli stati sovrani.
Da una parte questa è una tendenza “naturale” della democrazia (v. Saggio sulla libertà di John Stuart Mill) che, attraverso la burocrazia, crea sempre più norme e vincoli che, col pretesto di tutelare la collettività, riducono la libertà dei singoli.
A mio avviso la tendenza non è più completamente spontanea ma è cavalcata da una regia occulta che non può che essere composta dai soliti poteri forti economici/finanziari: lo scopo ancora non mi è chiaro ma sicuramente non si tratta del bene dell'umanità ma piuttosto della ricerca di un profitto immediato...
Un indizio concreto lo dà il TTIP: diversamente da come si potrebbe pensare tale trattato non favorisce gli USA come stato ma essenzialmente le multinazionali: la differenza è che la maggioranza della popolazione negli USA, avendo numerose multinazionali, non ci rimetterà. Ma chi realmente ci guadagnerà saranno le corporazioni. Inutile dire che per l'Italia, che praticamente non ha multinazionali, sarà un disastro totale: non per nulla Renzi è entusiasta del TTIP...
Non so: forse lo scopo è semplicemente quello di indebolire i diritti individuali per rendere più forti gli Stati, dei quali hanno sempre maggiore controllo, per poter comodamente fare i propri interessi: più infatti un cittadino è libero e meno forte è il potere dello Stato (v. Capitolo VI) e vice versa.
Un'ultima considerazione: molti uomini agiscono in una certa maniera perché credono fermamente in specifici principi o ideali. Il punto non è se questi ideali siano giusti o sbagliati ma che gli uomini (almeno alcuni) siano disposti ad andare contro il proprio benessere immediato in nome di essi.
Quale impatto avrà quindi negli USA la perdita di valori come giustizia e libertà?
Mi spiego meglio: la stragrande maggioranze delle persone che lavorano nella macchina statale USA sicuramente credono che il loro governo persegua certi ideali e sono quindi disposti a molti sacrifici per esso. Ma quando lentamente la consapevolezza che il governo USA persegue gli interessi delle multinazionali e solo in subordine dei propri cittadini cosa accadrà?
Ha senso essere patriottici per uno Stato che fa gli interessi di pochissimi e non di tutti?
Edward Snow ci ha dato la sua risposta. Probabilmente la maggior parte delle persone, anche condividendo la sua opinione, non avrebbero il suo coraggio di rinunciare a una vita privilegiata per le proprie convinzioni: di sicuro però lavorerebbero sempre meno e peggio facendo il minimo indispensabile. Tanto per fare un confronto storico una delle cause del collasso dell'URSS fu la crescente inefficienza delle proprie organizzazioni: ricordo che negli ultimi anni una parte spropositata della produzione agricola veniva ricavata da singoli contadini (v. Agricolture in Soviet Union). Cito wikipedia: «Although accounting for a small share of cultivated area, private plots produced a substantial share of the country's meat, milk, eggs, and vegetables. Although never more than 4% of the arable land in the USSR, private plots consistently yielded a quarter to a third of total produce. In other words, private plots were more than 8 to 12 times as productive.»
La ragione di questa maggiore efficienza, oltre all'incentivo del guadagno personale, certamente sta nel fatto che i lavoratori dei kolchoz non credevano più nell'ideologia comunista e facevano quindi il minimo indispensabile...
Il punto di questa mia intuizione è che una società deve basarsi su ideali e non si può fondare sull'ipocrisia quando questa è percepita come tale.
sabato 15 novembre 2014
Indovinato... con un “però”
Come avevo predetto Carlsen ha vinto la partita odierna contro Anand e adesso è di nuovo in vantaggio. Il “però” del titolo è per una svista colossale che poteva costare la partita a Carlsen: Anand non se ne è accorto e ha giocato un'altra mossa, quando però si è reso conto che avrebbe potuto vincere facilmente è crollato psicologicamente commettendo tutta una serie di inesattezze...
Dubito che riesca a riprendersi da questa mazzata...
Articoletto - 19/11/2014
Qualcuno, non so chi, ma sicuramente qualcuno molto saggio, ha scritto questo articoletto bellino bellino, The Mall, cemento e alluvioni, del quale consiglio caldamente la lettura...
Renzi il procione - 19/11/2014
Nessun doppio senso di dubbio gusto...
Semplicemente quando gioco a Farm Heroes Saga (maledetto FB!) e affronto il boss di fine livello c'è sempre questa sequenza animata:
I protagonisti giocano felici accanto alle loro coltivazioni (biologiche!)...
Poi però arriva Rancid il procione con una betoniera costringendo i nostri eroi a una ritirata strategica...
E che c'entra Renzi?
È che ogni volta che vedo l'animazione non riesco a fare a meno di immaginarmi Renzi con il suo “Sblocca-Italia” nei panni di Rancid il procione: stessa idea di sviluppo!
Registrazioni e non - 20/11/2014
Ieri ho fatto l'ennesima registrazione durante l'esecuzione di She is my sin e, come al solito, mi è venuta schifosamente.
Allora ho ipotizzato che ci fosse una componente psicologica imprevista: è ovvio che quando si suona con la consapevolezza di registrarsi si è più tesi. Mi era però venuto il dubbio che ci fosse anche un secondo effetto durante un'esecuzione normale: ovvero una minore attenzione agli errori che, di conseguenza, sembrano meno numerosi e gravi.
Così ho provato a suonare Flight of Icarus senza registrarmi: perfetto! Nonostante fossi all'erta per eventuali errori ho suonato senza commettere (per il mio scarso livello ovviamente!) una singola inesattezza: ipotesi bocciata...
Atto IV – Scena II - 21/11/2014
Fatta! Va riveduta e corretta ma la base c'è...
Ancora due scene e ho finito di calzare il coturno!
Dubito che riesca a riprendersi da questa mazzata...
Articoletto - 19/11/2014
Qualcuno, non so chi, ma sicuramente qualcuno molto saggio, ha scritto questo articoletto bellino bellino, The Mall, cemento e alluvioni, del quale consiglio caldamente la lettura...
Renzi il procione - 19/11/2014
Nessun doppio senso di dubbio gusto...
Semplicemente quando gioco a Farm Heroes Saga (maledetto FB!) e affronto il boss di fine livello c'è sempre questa sequenza animata:
I protagonisti giocano felici accanto alle loro coltivazioni (biologiche!)...
Poi però arriva Rancid il procione con una betoniera costringendo i nostri eroi a una ritirata strategica...
E che c'entra Renzi?
È che ogni volta che vedo l'animazione non riesco a fare a meno di immaginarmi Renzi con il suo “Sblocca-Italia” nei panni di Rancid il procione: stessa idea di sviluppo!
Registrazioni e non - 20/11/2014
Ieri ho fatto l'ennesima registrazione durante l'esecuzione di She is my sin e, come al solito, mi è venuta schifosamente.
Allora ho ipotizzato che ci fosse una componente psicologica imprevista: è ovvio che quando si suona con la consapevolezza di registrarsi si è più tesi. Mi era però venuto il dubbio che ci fosse anche un secondo effetto durante un'esecuzione normale: ovvero una minore attenzione agli errori che, di conseguenza, sembrano meno numerosi e gravi.
Così ho provato a suonare Flight of Icarus senza registrarmi: perfetto! Nonostante fossi all'erta per eventuali errori ho suonato senza commettere (per il mio scarso livello ovviamente!) una singola inesattezza: ipotesi bocciata...
Atto IV – Scena II - 21/11/2014
Fatta! Va riveduta e corretta ma la base c'è...
Ancora due scene e ho finito di calzare il coturno!
venerdì 14 novembre 2014
FNHM 9/?
A proposito di tragedie ieri ho scritto la seconda scena del terzo atto: mi è venuta un orrore!
Tornando però alla Nascita della tragedia di Nietzsche voglio cercare di velocizzare un po' questa serie: invece di cercare di sintetizzare in poche parole interi capitoli, con risultati altalenanti, mi soffermerò solo sulle mie note.
Della struttura del libro ho infatti già parlato e, come Nietzsche stesso ammette, il materiale tende a ripetersi mostrando gli stessi concetti da punti di vista leggermente diversi...
Nel capitolo 12 è riassunto in un breve paragrafo un tema fondamentale del libro. Ne ho già scritto ma lo ripropongo ugualmente: «Anche Euripide era, in un certo senso, solo una maschera: la divinità che parlava in lui non era Dionisio, e nemmeno Apollo, bensì un demone completamente nuovo che era nato allora e si chiamava Socrate. Ecco il nuovo contrasto: quello fra l'elemento dionisiaco e il socratico; e l'opera d'arte rappresentata dalla tragedia greca ne fu distrutta.»
Come si riflette questo elemento socratico nella tragedia? In varie maniere ma principalmente attraverso la razionalità che si impossessa dell'arte. Ad esempio al posto del mito apollineo ci sono “freddi pensieri paradossali” e, al posto dell'estasi dionisiaca, “ardenti affetti; l'arte diventa imitazione della realtà; il “prologo euripideo” è un'esasperazione della realtà; l'attore invece di rimanere distaccato si immedesima nel proprio personaggio (*1).
Il socratismo estetico si riassume in «Tutto deve essere comprensibile per essere bello».
Invece nei precedenti Eschilio e Sofocle ciò che c'è da sapere viene rivelato in maniera che sembri naturale e/o casuale (“necessità formale ... come un prodotto del caso”).
Apro un inciso: il voler spiegare tutto è in effetti uno dei miei limiti come scrittore perché il risultato che ottengo (nonostante i miei espedienti per calare in maniera “naturale” tutte le informazioni nel racconto) è di una pesantezza che distrae. Non per nulla i miei risultati migliori sono quelli spontanei in cui scrivo di getto senza una pianificazione accurata.
Riassumendo: in Euripide non c'è più la tensione epica ma il pathos, ovvero lo spettatore è costretto a capire e non a immedesimarsi. «Così Euripide è, come poeta, soprattutto l'eco delle sue meditate conoscenze»
Capitolo 13.
Mi ha sorpreso scoprire che già gli antichi associavano insieme Euripide e Socrate: per qualche motivo avevo la sensazione che si trattasse di una pura intuizione di Nietzsche...
Il capitolo analizza la filosofia di Socrate e forse l'elemento più interessante (che tuttavia mi convince il giusto!) è che in lui, al contrario dei mistici, la creatività è razionale mentre l'istinto modera e stempera. Più che se Socrate fosse veramente così mi incuriosisce il dilemma filosofico: la creatività proviene dalla ragione o dall'inconscio?
Capitolo 14.
Illustra il rapporto di Socrate (e poi Platone) con la tragedia. Socrate non ama la tragedia perché la ritiene semplice intrattenimento: la sua mente puramente razionale non riesce a coglierne l'elemento dionisiaco e, di conseguenza, le sue virtù.
Per Platone poi l'arte (e la tragedia!) ha la colpa di essere copia del mondo empirico che è esso stesso già copia. Secondo Nietzsche Platone è poi l'inventore (almeno spirituale!) di un nuovo genere: il romanzo!
Di nuovo si ripetono concetti già espressi: l'ottimismo (e la ragione) è la morte della tragedia «La dialettica ottimistica scaccia con la sferza dei suoi sillogismi la musica dalla tragedia; cioè essa distrugge l'essenza della tragedia, che si può interpretare soltanto come una manifestazione e rappresentazione di stati dionisiaci, come simbolo visibile della musica, come il mondo di sogno di una dionisiaca ebbrezza.»
Il capitolo 15 è uno dei più lunghi e affronta l'influenza di Socrate sul mondo/uomo moderno.
Il nocciolo è che l'ottimismo socratico, la fiducia nell'uomo e nella ragione, si traduce poi nella fiducia nella scienza. La scienza acquista un valore filosofico: perché il sapere serve a vincere la paura della morte; lo scopo della scienza sarà infatti quello di rendere l'esistenza comprensibile e quindi giustificabile.
Sono d'accordo: l'intuizione di Nietzsche è profonda e corretta. Non è un caso che, a oltre un secolo di distanza, con la scienza in continua (per adesso) ascesa, la religione abbia perduto così tanto terreno come fonte di risposta alle domande dell'uomo.
Ma Nietzsche ha anche una seconda intuizione: che la scienza è destinata a disattendere le aspettative in essa riposte. E il teorema di incompletezza di Gödel è del 1931!
Scrive infatti: «E così la scienza, dalla sua vigorosa illusione, corre irresistibilmente verso i suoi confini dove farà naufragio il suo ottimismo nascosto nell'intima essenza della logica.»
Peccato che non azzardi nessuna ipotesi concreta di quali saranno i limiti della scienza...
Sottolineo poi un paio di considerazioni che avevo comunque già affrontato nelle precedenti puntate.
1) La seguente definizione di Socrate: «...l'attuale scienza ha raggiunto l'altezza sorprendente di una piramide, non può fare a meno di vedere in Socrate il vero e proprio cardine della cosiddetta storia universale» cfr. con Los tres tenores.
2) L'arte è la larva della religione e della scienza. Cfr. con Donne, discriminazione e arte...
Conclusione: alla faccia della velocizzazione!
Nota (*1): per controbilanciare la freddezza dell'opera e interessare lo spettatore.
Tornando però alla Nascita della tragedia di Nietzsche voglio cercare di velocizzare un po' questa serie: invece di cercare di sintetizzare in poche parole interi capitoli, con risultati altalenanti, mi soffermerò solo sulle mie note.
Della struttura del libro ho infatti già parlato e, come Nietzsche stesso ammette, il materiale tende a ripetersi mostrando gli stessi concetti da punti di vista leggermente diversi...
Nel capitolo 12 è riassunto in un breve paragrafo un tema fondamentale del libro. Ne ho già scritto ma lo ripropongo ugualmente: «Anche Euripide era, in un certo senso, solo una maschera: la divinità che parlava in lui non era Dionisio, e nemmeno Apollo, bensì un demone completamente nuovo che era nato allora e si chiamava Socrate. Ecco il nuovo contrasto: quello fra l'elemento dionisiaco e il socratico; e l'opera d'arte rappresentata dalla tragedia greca ne fu distrutta.»
Come si riflette questo elemento socratico nella tragedia? In varie maniere ma principalmente attraverso la razionalità che si impossessa dell'arte. Ad esempio al posto del mito apollineo ci sono “freddi pensieri paradossali” e, al posto dell'estasi dionisiaca, “ardenti affetti; l'arte diventa imitazione della realtà; il “prologo euripideo” è un'esasperazione della realtà; l'attore invece di rimanere distaccato si immedesima nel proprio personaggio (*1).
Il socratismo estetico si riassume in «Tutto deve essere comprensibile per essere bello».
Invece nei precedenti Eschilio e Sofocle ciò che c'è da sapere viene rivelato in maniera che sembri naturale e/o casuale (“necessità formale ... come un prodotto del caso”).
Apro un inciso: il voler spiegare tutto è in effetti uno dei miei limiti come scrittore perché il risultato che ottengo (nonostante i miei espedienti per calare in maniera “naturale” tutte le informazioni nel racconto) è di una pesantezza che distrae. Non per nulla i miei risultati migliori sono quelli spontanei in cui scrivo di getto senza una pianificazione accurata.
Riassumendo: in Euripide non c'è più la tensione epica ma il pathos, ovvero lo spettatore è costretto a capire e non a immedesimarsi. «Così Euripide è, come poeta, soprattutto l'eco delle sue meditate conoscenze»
Capitolo 13.
Mi ha sorpreso scoprire che già gli antichi associavano insieme Euripide e Socrate: per qualche motivo avevo la sensazione che si trattasse di una pura intuizione di Nietzsche...
Il capitolo analizza la filosofia di Socrate e forse l'elemento più interessante (che tuttavia mi convince il giusto!) è che in lui, al contrario dei mistici, la creatività è razionale mentre l'istinto modera e stempera. Più che se Socrate fosse veramente così mi incuriosisce il dilemma filosofico: la creatività proviene dalla ragione o dall'inconscio?
Capitolo 14.
Illustra il rapporto di Socrate (e poi Platone) con la tragedia. Socrate non ama la tragedia perché la ritiene semplice intrattenimento: la sua mente puramente razionale non riesce a coglierne l'elemento dionisiaco e, di conseguenza, le sue virtù.
Per Platone poi l'arte (e la tragedia!) ha la colpa di essere copia del mondo empirico che è esso stesso già copia. Secondo Nietzsche Platone è poi l'inventore (almeno spirituale!) di un nuovo genere: il romanzo!
Di nuovo si ripetono concetti già espressi: l'ottimismo (e la ragione) è la morte della tragedia «La dialettica ottimistica scaccia con la sferza dei suoi sillogismi la musica dalla tragedia; cioè essa distrugge l'essenza della tragedia, che si può interpretare soltanto come una manifestazione e rappresentazione di stati dionisiaci, come simbolo visibile della musica, come il mondo di sogno di una dionisiaca ebbrezza.»
Il capitolo 15 è uno dei più lunghi e affronta l'influenza di Socrate sul mondo/uomo moderno.
Il nocciolo è che l'ottimismo socratico, la fiducia nell'uomo e nella ragione, si traduce poi nella fiducia nella scienza. La scienza acquista un valore filosofico: perché il sapere serve a vincere la paura della morte; lo scopo della scienza sarà infatti quello di rendere l'esistenza comprensibile e quindi giustificabile.
Sono d'accordo: l'intuizione di Nietzsche è profonda e corretta. Non è un caso che, a oltre un secolo di distanza, con la scienza in continua (per adesso) ascesa, la religione abbia perduto così tanto terreno come fonte di risposta alle domande dell'uomo.
Ma Nietzsche ha anche una seconda intuizione: che la scienza è destinata a disattendere le aspettative in essa riposte. E il teorema di incompletezza di Gödel è del 1931!
Scrive infatti: «E così la scienza, dalla sua vigorosa illusione, corre irresistibilmente verso i suoi confini dove farà naufragio il suo ottimismo nascosto nell'intima essenza della logica.»
Peccato che non azzardi nessuna ipotesi concreta di quali saranno i limiti della scienza...
Sottolineo poi un paio di considerazioni che avevo comunque già affrontato nelle precedenti puntate.
1) La seguente definizione di Socrate: «...l'attuale scienza ha raggiunto l'altezza sorprendente di una piramide, non può fare a meno di vedere in Socrate il vero e proprio cardine della cosiddetta storia universale» cfr. con Los tres tenores.
2) L'arte è la larva della religione e della scienza. Cfr. con Donne, discriminazione e arte...
Conclusione: alla faccia della velocizzazione!
Nota (*1): per controbilanciare la freddezza dell'opera e interessare lo spettatore.
mercoledì 12 novembre 2014
Errori di traduzione
In un libro di fantascienza che sto leggendo (Jim Digriz, l'implacabile di Harry Harrison, Ed. Nord, 1989) ho trovato un paio di buffi errori di traduzione. Siccome non credo che commenterò mai questo libro con un pezzo a sé stante mi limiterò a evidenziare in questo corto i due errori trovati.
A pag. 373 «Leccai il sale alla base del mio pollice, buttai giù il grosso della tequila, e diedi un energico morso alla limetta.» - Non commento...
A pag. 383 «...fingendo di non aver visto il soldato dall'uniforme azzurra in piedi accanto alla baracca all'estremità del ponte. … Stramazzò all'indietro ed io lo seguii all'istante dentro la baracca. … si trattava di soldati, un buon numero di soldati...» - In questo caso l'errore è meno evidente e, ho notato, MOLTO comune: in pratica si traduce barracks con “baracca” invece che “caserma”...
Divertente - 12/11/2014
Stesso libro: a parte gli errori e il protagonista antipatico ci sono anche delle immagini divertenti...
Ecco come il protagonista, che proviene da un lontano futuro, descrive la tivvù:
«...mi sedetti con un bicchiere davanti a uno strumento dall'occhio di vetro, chiamato TV. Come avevo immaginato, il mio accento nella lingua del luogo lasciava parecchio a desiderare, e volevo ascoltare qualcuno che parlasse in una forma migliore.
Non fu facile trovarlo. Tanto per cominciare, era difficile dire quali fossero i canali educativi e quali quelli d'intrattenimento. Trovai quello che mi sembrava un dramma allegorico di tipo storico in cui tutti gli uomini indossavano cappelli a larghe tese e andavano a cavallo, Ma il vocabolario complessivo usato non poteva superare le cento parole e la maggior parte dei personaggi vennero uccisi a colpi d'arma da fuoco prima che riuscissi a scoprire di cosa si trattava. … Inoltre la maggior parte di quei drammi era difficile da seguire perché venivano interrotti in continuazione da brevi commediole o conferenze illustrate sull'acquisto di diversi prodotti consumistici.»
Ebolate - 13/11/2014
Come sta andando l'ebola? In breve non si sa... La sensazione che la WHO cerchi di pilotare i dati è sempre più diffusa: a tal riguardo è interessantissima la pagina Talk:Ebola_virus_... dove gli autori dell'articolo su questa epidemia discutono fra loro disparati aspetti della vicenda compresi alcuni retroscena.
Sapevo che i dati ufficiali erano sottostimati di circa 2,5 volte ma davo per scontato che tale proporzione rimanesse costante. Su questa premessa avevo basato le mie stime (altrimenti non avrebbe avuto senso farle...) con l'idea di confrontarle nel tempo con i dati, seppur falsati, del WHO.
Invece questa mia ipotesi pare non essere valida: adesso si pensa che i dati del WHO siano sottostimati di 5 volte!
Questo significa che, mantenendo la proporzione di errore iniziale adesso (al 9 novembre) non si avrebbero 14.068 casi ma 28.136. E allora la mia stima (v. il corto Ebola a Natale), fatta a settembre, di 40.000 casi a fine novembre sembra molto più realistica...
Aggiornamento sul mondiale di scacchi - 15/11/2014
Anand mi ha subito smentito!
Alla terza partita, grazie a un'ottima preparazione in apertura, è riuscito a vincere pareggiando così il tabellino contro Carlsen.
Nella quarta partita Carlsen col bianco ha mantenuto confortevolmente l'iniziativa per tutta la partita ma non è riuscito a concretizzare il vantaggio.
Nella quinta Anand, come al solito, è uscito meglio dall'apertura ed è sembrato in grado di incrementare il vantaggio ma alla fine Carlsen ha pattato.
Nella sesta partita, in corso in questo momento, Carlsen è uscito in vantaggio dall'apertura: adesso ha un piccolo ma solido vantaggio ed è il tipo di posizione che predilige. Io credo che Carlsen oggi riesca a vincere...
Atto III - 15/11/2014
Ho finito anche il terzo atto!
Mi manca solo il quarto...
A pag. 373 «Leccai il sale alla base del mio pollice, buttai giù il grosso della tequila, e diedi un energico morso alla limetta.» - Non commento...
A pag. 383 «...fingendo di non aver visto il soldato dall'uniforme azzurra in piedi accanto alla baracca all'estremità del ponte. … Stramazzò all'indietro ed io lo seguii all'istante dentro la baracca. … si trattava di soldati, un buon numero di soldati...» - In questo caso l'errore è meno evidente e, ho notato, MOLTO comune: in pratica si traduce barracks con “baracca” invece che “caserma”...
Divertente - 12/11/2014
Stesso libro: a parte gli errori e il protagonista antipatico ci sono anche delle immagini divertenti...
Ecco come il protagonista, che proviene da un lontano futuro, descrive la tivvù:
«...mi sedetti con un bicchiere davanti a uno strumento dall'occhio di vetro, chiamato TV. Come avevo immaginato, il mio accento nella lingua del luogo lasciava parecchio a desiderare, e volevo ascoltare qualcuno che parlasse in una forma migliore.
Non fu facile trovarlo. Tanto per cominciare, era difficile dire quali fossero i canali educativi e quali quelli d'intrattenimento. Trovai quello che mi sembrava un dramma allegorico di tipo storico in cui tutti gli uomini indossavano cappelli a larghe tese e andavano a cavallo, Ma il vocabolario complessivo usato non poteva superare le cento parole e la maggior parte dei personaggi vennero uccisi a colpi d'arma da fuoco prima che riuscissi a scoprire di cosa si trattava. … Inoltre la maggior parte di quei drammi era difficile da seguire perché venivano interrotti in continuazione da brevi commediole o conferenze illustrate sull'acquisto di diversi prodotti consumistici.»
Ebolate - 13/11/2014
Come sta andando l'ebola? In breve non si sa... La sensazione che la WHO cerchi di pilotare i dati è sempre più diffusa: a tal riguardo è interessantissima la pagina Talk:Ebola_virus_... dove gli autori dell'articolo su questa epidemia discutono fra loro disparati aspetti della vicenda compresi alcuni retroscena.
Sapevo che i dati ufficiali erano sottostimati di circa 2,5 volte ma davo per scontato che tale proporzione rimanesse costante. Su questa premessa avevo basato le mie stime (altrimenti non avrebbe avuto senso farle...) con l'idea di confrontarle nel tempo con i dati, seppur falsati, del WHO.
Invece questa mia ipotesi pare non essere valida: adesso si pensa che i dati del WHO siano sottostimati di 5 volte!
Questo significa che, mantenendo la proporzione di errore iniziale adesso (al 9 novembre) non si avrebbero 14.068 casi ma 28.136. E allora la mia stima (v. il corto Ebola a Natale), fatta a settembre, di 40.000 casi a fine novembre sembra molto più realistica...
Aggiornamento sul mondiale di scacchi - 15/11/2014
Anand mi ha subito smentito!
Alla terza partita, grazie a un'ottima preparazione in apertura, è riuscito a vincere pareggiando così il tabellino contro Carlsen.
Nella quarta partita Carlsen col bianco ha mantenuto confortevolmente l'iniziativa per tutta la partita ma non è riuscito a concretizzare il vantaggio.
Nella quinta Anand, come al solito, è uscito meglio dall'apertura ed è sembrato in grado di incrementare il vantaggio ma alla fine Carlsen ha pattato.
Nella sesta partita, in corso in questo momento, Carlsen è uscito in vantaggio dall'apertura: adesso ha un piccolo ma solido vantaggio ed è il tipo di posizione che predilige. Io credo che Carlsen oggi riesca a vincere...
Atto III - 15/11/2014
Ho finito anche il terzo atto!
Mi manca solo il quarto...
Volo di KGB
Nel corto Scale vecchie corde nuove presentai una breve registrazione dove suono un paio di scale di accordi. Nella stessa sessione di esercitazione provai anche a registrarmi durante l'esecuzione di She is my sin dei Nightwish e di Flight of Icarus degli Iron Maiden.
Sfortunatamente il sapere che mi sto registrando mi manda nel pallone facendomi suonare MOLTO peggio del solito: le registrazione fatte facevano veramente schifo e più provavo, più sbagliavo e più mi arrabbiavo. Alla fine decisi di non pubblicare i miei sforzi perché altrimenti mi sarei depresso. Piuttosto pensai che, se mi abituo a registrarmi, prima o poi smetterò di farci caso ed esserne condizionato...
Così oggi mi sono di nuovo registrato e, come la volta scorsa, She is my sin mi è venuto in maniera oscena. Invece Flight of Icarus mi è venuto decente: di errori grossi (a parte il ritmo traballante!) ne avevo fatto solo uno (in un accordo bicorde avevo plettrato una sola corda! A 1' e 2”), poi mi sono ricordato che mi stavo registrando proprio a ridosso di una parte ostica e, preso dal panico, ho pastrocchiato una bella sequenza di accordi (E5 bicorde, da 2' 23” a 2' 28”) che dovevo stoppare con la mano destra...
Comunque ecco qua la registrazione della sola chitarra (amplificata con Guitarix):
Flight of Icarus – KGB's guitar
Beh a sentirlo cosi fa abbastanza schifo ma inserito nel contesto degli altri strumenti (con la voce di Dickinson simulata da uno “syn choir”) è decisamente meglio:
Flight of Icarus – KGB's guitar e la sua band
Normalmente avrei semplicemente usato come base tutti gli strumenti tranne la chitarra: il problema è che gli Iron Maiden hanno due chitarristi e io non suono la parte di uno di essi ma ho fatto un misto prendendo le battute più facili dei due! In definitiva ho abbassato molto il volume delle due chitarre senza eliminarle del tutto.
Ah, c'è anche da dire che suono a 90 bpm invece che a 110: si tratta di una scelta che feci per vedere se, in questa maniera, mi sarebbe riuscito imparare l'intero brano. Per la cronaca suono le prime 85 battute di 105. Ora sono bloccato perché entrambi i chitarristi suonano un assolo in contemporanea: mi pare un po' difficile e, prima di sbatterci la testa, voglio farlo vedere al maestro...
Comunque accelerando (tramite programma!) la mia esecuzione portandola alla velocità reale si otterrebbe questo:
Flight of Icarus – KGB's guitar e la sua band a 110bpm
Spero di riuscire nei prossimi giorni a fare una registrazione decente anche di She is my sin...
Sfortunatamente il sapere che mi sto registrando mi manda nel pallone facendomi suonare MOLTO peggio del solito: le registrazione fatte facevano veramente schifo e più provavo, più sbagliavo e più mi arrabbiavo. Alla fine decisi di non pubblicare i miei sforzi perché altrimenti mi sarei depresso. Piuttosto pensai che, se mi abituo a registrarmi, prima o poi smetterò di farci caso ed esserne condizionato...
Così oggi mi sono di nuovo registrato e, come la volta scorsa, She is my sin mi è venuto in maniera oscena. Invece Flight of Icarus mi è venuto decente: di errori grossi (a parte il ritmo traballante!) ne avevo fatto solo uno (in un accordo bicorde avevo plettrato una sola corda! A 1' e 2”), poi mi sono ricordato che mi stavo registrando proprio a ridosso di una parte ostica e, preso dal panico, ho pastrocchiato una bella sequenza di accordi (E5 bicorde, da 2' 23” a 2' 28”) che dovevo stoppare con la mano destra...
Comunque ecco qua la registrazione della sola chitarra (amplificata con Guitarix):
Flight of Icarus – KGB's guitar
Beh a sentirlo cosi fa abbastanza schifo ma inserito nel contesto degli altri strumenti (con la voce di Dickinson simulata da uno “syn choir”) è decisamente meglio:
Flight of Icarus – KGB's guitar e la sua band
Normalmente avrei semplicemente usato come base tutti gli strumenti tranne la chitarra: il problema è che gli Iron Maiden hanno due chitarristi e io non suono la parte di uno di essi ma ho fatto un misto prendendo le battute più facili dei due! In definitiva ho abbassato molto il volume delle due chitarre senza eliminarle del tutto.
Ah, c'è anche da dire che suono a 90 bpm invece che a 110: si tratta di una scelta che feci per vedere se, in questa maniera, mi sarebbe riuscito imparare l'intero brano. Per la cronaca suono le prime 85 battute di 105. Ora sono bloccato perché entrambi i chitarristi suonano un assolo in contemporanea: mi pare un po' difficile e, prima di sbatterci la testa, voglio farlo vedere al maestro...
Comunque accelerando (tramite programma!) la mia esecuzione portandola alla velocità reale si otterrebbe questo:
Flight of Icarus – KGB's guitar e la sua band a 110bpm
Spero di riuscire nei prossimi giorni a fare una registrazione decente anche di She is my sin...
martedì 11 novembre 2014
KGB sullo stato del mondo
Un pezzo leggermente ambizioso oggi...
Prima di tutto un'introduzione storica per forza di cose molto superficiale.
Dopo la seconda guerra mondiale USA e URSS si spartirono il mondo. All'epoca la politica internazionale fu dominata dalle ideologie: in maniera assoluta in URSS dove l'ideologia, trasformata in inefficienza di stato, distrusse l'economia portando infine alla dissoluzione dell'impero sovietico.
Negli USA i poteri economici erano certamente influenti ma comunque sempre subordinati alla logica ideologica.
La dissoluzione dell'impero sovietico ebbe varie ripercussioni: macroscopiche ed evidenti a tutti a est, con la nascita della nuova Russia e la sua cintura di stati cuscinetto ma, per reazione ugualmente profondi sebbene meno appariscenti, anche a ovest.
Con la totale quanto repentina affermazione del sistema americano si ebbe una conseguente perdita dei suoi ideali più profondi, libertà e giustizia, a vantaggio del capitalismo più sfrenato: denaro, denaro e denaro.
Gli USA si sono ritrovati con un'enorme forza e nessun nemico su cui usarla. Bismarck diceva che con le baionette si può fare tutto tranne che dormirci sopra. Il risultato è stato la trasformazione degli USA in potenza imperialista: potere economico e militare sono stati usati in sinergia per ampliare la sfera di influenza e di conseguenza il potere politico ed economico.
Di un interessante parallelo storico fra Roma vs. Cartagine e USA vs. URSS scrissi in Di Battista vs. Tavecchio ma probabilmente anche in pezzi più vecchi...
Il punto fondamentale che mi preme sottolineare è l'ascesa dei poteri economici/finanziari USA come protagonisti della politica statunitense a riempire il vuoto lasciato dall'ideologia. Gli ideali di libertà e giustizia, da creduti e attivamente perseguiti, sono divenute parole vuote e ipocrita retorica.
La storia si ripete ma mai uguale a sé stessa: ironicamente questa trasformazione degli USA in impero commerciale mi ricorda di nuovo la seconda guerra punica ma questa volta con gli americani nella veste dei cartaginesi. In particolare mi riferisco al rapporto fra USA e Cina.
Prima un passo indietro: come mai Annibale non sconfisse Roma durante il suo pluriennale soggiorno in Italia nonostante le sue numerose e ripetute vittorie sul campo?
Io ho la presunzione di conoscere la risposta che gli storici esitano a dare.
Il motivo militare è che Annibale, capace di sconfiggere i romani in battaglia su campo aperto, non aveva forze sufficienti, né militari né logistiche, per assediare Roma e darle il “colpo di grazia”.
Ma perché non ebbe queste forze? La ragione è che Cartagine non le volle fornire.
E perché Cartagine non aiutò Annibale? Perché i governanti cartaginesi temevano che un Annibale trionfante contro Roma, tornando in trionfo in patria avrebbe preso il potere politico, magari diventando re. Per questo Cartagine era ben felice di una situazione di stallo che neutralizzava la potenza di Roma tenendo contemporaneamente Annibale isolato in Italia.
Fu una scelta lungimirante? La storia dice di no: quando l'equilibrio si infranse (non ci interessa come e perché) Cartagine sconfitta dovette accettare delle sanzioni di guerra pesantissime e, dopo la terza guerra punica, fatta scoppiare con un pretesto dai romani, fu rasa al suolo.
Ma il non fare scelte lungimiranti è tipico dei governi dominati dall'interesse economico. Questi governi infatti vedono solo i costi/ricavi delle loro scelte politiche nel breve termine. Il futuro a lungo termine è troppo aleatorio per essere preso in considerazione. Per fare scelte a lungo termine è necessario avere un'ideologia che indichi quale sia la scelta “giusta” indipendentemente dalle conseguenze nel breve termine.
Questa miopia politica, tipica dei governi commerciali (cioè a predominanza economico/finanziaria) è particolarmente evidente nel rapporto fra USA e Cina.
Mi riferisco a due casi specifici. Il primo fu nel 1989 con le proteste di piazza Tiananmen a Pechino: si trattò di una protesta spontanea, guidata dagli studenti, che chiedevano la democrazia, o, più precisamente, libertà. Gli USA invece di sostenere gli studenti (ovvero il loro ideale di libertà) si defilarono appoggiando implicitamente la repressione violenta del governo cinese. Il motivo del disinteresse americano erano i crescenti interessi commerciali fra le due nazioni: Washington temeva di alienarsi Pechino per motivi economici.
L'altro caso è del 2001: l'ingresso della Cina nel WTO. Io ero dell'idea, e lo sono tuttora, che far entrare in tale organizzazione uno stato che sfrutta la mano d'opera e inquina a tutto spiano tenendo così artificialmente bassi i prezzi delle proprie merci fosse sbagliato. Con l'entrata della Cina nel WTO non è infatti più possibile imporre dei dazi arbitrari sulle sue merci e, in questa maniera, il mercato viene viziato dalla concorrenza sleale “di stato”. Sono convinto (v. Crisi economica per idioti e Sono stupido) che proprio l'abnorme crescita economica della Cina, col relativo squilibrio finanziario, sia la radice vera della crisi economica che attanaglia l'occidente in questi anni.
Come mai gli USA furono strenui sostenitori di questa scelta? Semplicemente perché le aziende USA avevano già iniziato a delocalizzare massicciamente le loro produzioni in Cina e volevano quindi massimizzare i propri guadagni evitando dazi.
Secondo me entrambe queste decisioni furono sbagliate ma, mi rendo conto, qualcuno potrebbe obiettare che non sia così.
Il punto fondamentale però è che si trattò di scelte dettate da una politica “commerciale” e non più ideologica. Era il trionfo del denaro, e quindi della sua politica miope, sugli ideali di libertà e giustizia.
Altra conseguenza della sconfitta dell'URSS fu la perdita d'importanza degli alleati europei (e non) per gli USA. Mentre prima ogni Stato era una pedina importante nella lotta contro il potente avversario adesso gli alleati diventavano superflui. Proprio Obama lo ammise esplicitamente qualche tempo fa.
Sottolineo questo elemento perché è importante per spiegare come mai l'Europa, perduta l'importanza strategica in funzione anti-URSS, sia diventata economicamente sacrificabile.
Nel prossimo pezzo vedremo di delineare quale sia la strategia dell'impero commerciale USA e quali saranno le conseguenze più prevedibili: l'ascesa dei poteri forti finanziari, il collasso della democrazia, la sottovalutazione/incomprensione della Cina, la crisi mondiale e la costante riduzione della libertà dei cittadini occidentali “liberi”.
Prima di tutto un'introduzione storica per forza di cose molto superficiale.
Dopo la seconda guerra mondiale USA e URSS si spartirono il mondo. All'epoca la politica internazionale fu dominata dalle ideologie: in maniera assoluta in URSS dove l'ideologia, trasformata in inefficienza di stato, distrusse l'economia portando infine alla dissoluzione dell'impero sovietico.
Negli USA i poteri economici erano certamente influenti ma comunque sempre subordinati alla logica ideologica.
La dissoluzione dell'impero sovietico ebbe varie ripercussioni: macroscopiche ed evidenti a tutti a est, con la nascita della nuova Russia e la sua cintura di stati cuscinetto ma, per reazione ugualmente profondi sebbene meno appariscenti, anche a ovest.
Con la totale quanto repentina affermazione del sistema americano si ebbe una conseguente perdita dei suoi ideali più profondi, libertà e giustizia, a vantaggio del capitalismo più sfrenato: denaro, denaro e denaro.
Gli USA si sono ritrovati con un'enorme forza e nessun nemico su cui usarla. Bismarck diceva che con le baionette si può fare tutto tranne che dormirci sopra. Il risultato è stato la trasformazione degli USA in potenza imperialista: potere economico e militare sono stati usati in sinergia per ampliare la sfera di influenza e di conseguenza il potere politico ed economico.
Di un interessante parallelo storico fra Roma vs. Cartagine e USA vs. URSS scrissi in Di Battista vs. Tavecchio ma probabilmente anche in pezzi più vecchi...
Il punto fondamentale che mi preme sottolineare è l'ascesa dei poteri economici/finanziari USA come protagonisti della politica statunitense a riempire il vuoto lasciato dall'ideologia. Gli ideali di libertà e giustizia, da creduti e attivamente perseguiti, sono divenute parole vuote e ipocrita retorica.
La storia si ripete ma mai uguale a sé stessa: ironicamente questa trasformazione degli USA in impero commerciale mi ricorda di nuovo la seconda guerra punica ma questa volta con gli americani nella veste dei cartaginesi. In particolare mi riferisco al rapporto fra USA e Cina.
Prima un passo indietro: come mai Annibale non sconfisse Roma durante il suo pluriennale soggiorno in Italia nonostante le sue numerose e ripetute vittorie sul campo?
Io ho la presunzione di conoscere la risposta che gli storici esitano a dare.
Il motivo militare è che Annibale, capace di sconfiggere i romani in battaglia su campo aperto, non aveva forze sufficienti, né militari né logistiche, per assediare Roma e darle il “colpo di grazia”.
Ma perché non ebbe queste forze? La ragione è che Cartagine non le volle fornire.
E perché Cartagine non aiutò Annibale? Perché i governanti cartaginesi temevano che un Annibale trionfante contro Roma, tornando in trionfo in patria avrebbe preso il potere politico, magari diventando re. Per questo Cartagine era ben felice di una situazione di stallo che neutralizzava la potenza di Roma tenendo contemporaneamente Annibale isolato in Italia.
Fu una scelta lungimirante? La storia dice di no: quando l'equilibrio si infranse (non ci interessa come e perché) Cartagine sconfitta dovette accettare delle sanzioni di guerra pesantissime e, dopo la terza guerra punica, fatta scoppiare con un pretesto dai romani, fu rasa al suolo.
Ma il non fare scelte lungimiranti è tipico dei governi dominati dall'interesse economico. Questi governi infatti vedono solo i costi/ricavi delle loro scelte politiche nel breve termine. Il futuro a lungo termine è troppo aleatorio per essere preso in considerazione. Per fare scelte a lungo termine è necessario avere un'ideologia che indichi quale sia la scelta “giusta” indipendentemente dalle conseguenze nel breve termine.
Questa miopia politica, tipica dei governi commerciali (cioè a predominanza economico/finanziaria) è particolarmente evidente nel rapporto fra USA e Cina.
Mi riferisco a due casi specifici. Il primo fu nel 1989 con le proteste di piazza Tiananmen a Pechino: si trattò di una protesta spontanea, guidata dagli studenti, che chiedevano la democrazia, o, più precisamente, libertà. Gli USA invece di sostenere gli studenti (ovvero il loro ideale di libertà) si defilarono appoggiando implicitamente la repressione violenta del governo cinese. Il motivo del disinteresse americano erano i crescenti interessi commerciali fra le due nazioni: Washington temeva di alienarsi Pechino per motivi economici.
L'altro caso è del 2001: l'ingresso della Cina nel WTO. Io ero dell'idea, e lo sono tuttora, che far entrare in tale organizzazione uno stato che sfrutta la mano d'opera e inquina a tutto spiano tenendo così artificialmente bassi i prezzi delle proprie merci fosse sbagliato. Con l'entrata della Cina nel WTO non è infatti più possibile imporre dei dazi arbitrari sulle sue merci e, in questa maniera, il mercato viene viziato dalla concorrenza sleale “di stato”. Sono convinto (v. Crisi economica per idioti e Sono stupido) che proprio l'abnorme crescita economica della Cina, col relativo squilibrio finanziario, sia la radice vera della crisi economica che attanaglia l'occidente in questi anni.
Come mai gli USA furono strenui sostenitori di questa scelta? Semplicemente perché le aziende USA avevano già iniziato a delocalizzare massicciamente le loro produzioni in Cina e volevano quindi massimizzare i propri guadagni evitando dazi.
Secondo me entrambe queste decisioni furono sbagliate ma, mi rendo conto, qualcuno potrebbe obiettare che non sia così.
Il punto fondamentale però è che si trattò di scelte dettate da una politica “commerciale” e non più ideologica. Era il trionfo del denaro, e quindi della sua politica miope, sugli ideali di libertà e giustizia.
Altra conseguenza della sconfitta dell'URSS fu la perdita d'importanza degli alleati europei (e non) per gli USA. Mentre prima ogni Stato era una pedina importante nella lotta contro il potente avversario adesso gli alleati diventavano superflui. Proprio Obama lo ammise esplicitamente qualche tempo fa.
Sottolineo questo elemento perché è importante per spiegare come mai l'Europa, perduta l'importanza strategica in funzione anti-URSS, sia diventata economicamente sacrificabile.
Nel prossimo pezzo vedremo di delineare quale sia la strategia dell'impero commerciale USA e quali saranno le conseguenze più prevedibili: l'ascesa dei poteri forti finanziari, il collasso della democrazia, la sottovalutazione/incomprensione della Cina, la crisi mondiale e la costante riduzione della libertà dei cittadini occidentali “liberi”.
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