Ultimamente leggo poco i siti di informazione perché mi faccio cattivo sangue. Oggi però ho dato un'occhiata: in copertina sull'Economist fotomontaggio di Renzi col gelato in mano. All'estero, dove l'influenza di RAI, Mediaset, Repubblica, Corriere & C. non è forte come in Italia, hanno smascherato il bluff di Renzi.
In Italia adesso, e solo perché sono arrivati i dati ISTAT, i media fingono di stupirsi che lo spot degli 80€ (mediamente molti meno) non abbia rilanciato l'economia. Fingono di non sapere che era solo un'ottima trovata elettorale.
Il problema non sono le persone che lavorano ma quelle disoccupate!
Diamo un'occhiata alle cifre in gioco: diciamo che per ogni 12 bonus da 80 euro avremmo potuto avere uno stipendio di quasi 1000€.
Per rilanciare l'economia non sarebbe quindi stato più proficuo usare il denaro del bonus per finanziare nuovi posti di lavoro? Rilanciando l'occupazione l'economia avrebbe potuto realmente riprendere fiato. Peccato che come spot non sarebbe stato altrettanto buono dato che i frutti di questo investimento si sarebbero iniziati a vedere da questo autunno, troppo tardi quindi...
Da altre parti si denuncia la pericolosità democratica dello stesso presidente Napolitano e delle riforme costituzionali. Non ho intenzione di perdere tempo a ritrovare quei collegamenti. Chi si fida bene, chi non si fida pazienza.
Nel frattempo Padoan, come avevo da tempo previsto e scritto, svende i beni pubblici: in questi giorni pezzi di ENEL e ENI. I soldi ricavati serviranno almeno a qualcosa? Assolutamente no!
Verrano buttati nel pozzo incolmabile del debito pubblico e non per fare ripartire l'economia.
Esproprio, anzi furto, ai danni dell'Italia.
Ma dopotutto una parte significativa degli italiani ha voluto questo governo (o almeno gli ha dato la propria benedizione alle europee) e adesso tutti pagheranno sulla propria pelle le conseguenze.
Vado avanti a leggere la dichiarazione ufficiale “Nessun prelievo dalle pensioni”. Non è smentito però il prelievo forzoso, per altro già ventilato dalla Merkel...
E intanto continua l'opposizione virtuale del M5S. Volevo farci un pezzo a parte ma il nocciolo posso già anticiparlo.
Ormai è evidente che l'opposizione, talvolta persino troppo vivace e colorata, a Roma non serve a nulla. La maggioranza non si fa scrupoli a ignorare le stesse regole del parlamento: vedi tagliola e soprusi vari per l'approvazione della riforma del senato.
Quello che resta sono noiosi, se non a volte dannosi e inutili, meme che girano su FB e gli ululati sul viario di Grillo.
Ci si dimentica, e io temo non a caso, che la forza del movimento è nei suoi attivisti e nel suo seguito popolare. Visto che tutto il resto non serve a niente bisognerebbe organizzare delle manifestazioni, dei cortei ogni settimana.
Su cosa protestare c'è solo l'imbarazzo della scelta: le decisioni del governo Renzi sono state una peggiore dell'altra. Basti dire che la secchiata d'acqua ghiacciata in testa è stata la sua azione migliore...
venerdì 29 agosto 2014
giovedì 28 agosto 2014
Batti-Cuore 2:1
Se le crisi internazionali fossero come un cuore allora per risolverle basterebbe un pace maker e non un creatore di pace.
Il peggior articolo - 29/8/2014
Mi sono imbattuto nel seguente articolo che, almeno dal titolo, prometteva di essere interessante: 6 differenza fra uomini e donne.
Delusione: un guazzabuglio di banalità e interpretazioni superficiali fuorvianti...
Ecco, mi ha colpito come partendo da effettive diversità di comportamento si giunga a conclusioni sballate oppure, semplicemente, non si arrivi alle estreme conclusioni.
Cap. 5 - 29/8/2014
Ho iniziato la stesura effettiva del quinto capitolo. Nei giorni scorsi, diversamente dal solito, avevo preparato un riassunto dettagliato del quinto e del sesto capitolo insieme.
In base a quanto mi verrà lungo deciderò se inserire o meno un episodio. Fosse un DVD invece che un racconto potrei inserire questa parte negli extra!
Ancora non sono bravo a stabilire a quante pagine corrisponde un capitolo perché mentre scrivo mi vengono in mente nuove idee che a volte hanno ripercussioni anche sui precedenti...
Ebola - 29/8/2014
Ho rifatto il grafico dell'andamento dell'epidemia di Ebola basandomi sui dati della OMS. Come si vede la diffusione della malattia in questo momento sembra essere esponenziale.
C'è da dire che l'OMS ha lanciato l'allarme globale a inizio agosto e, considerato il tempo di incubazione della malattia, a naso i primi risultati del contenimento avrebbero dovuto iniziare a essere visibili in questi giorni. Al momento non è così.
Altra riflessione: se per contagiarsi è necessario entrare in contatto con i fluidi corporei di un ammalato come mai così tante vittime sono proprio operatori sanitari? Possibile che non prendessero quelle che sembrerebbero delle minime precauzioni?
Secondo me il prossimo mese sarà decisivo per capire quanto sia reale la necessità di preoccuparsi in Italia.
Grande acquisto - 30/8/2014
Il Milan ha acquistato Fernando Torres più noto col soprannome di “Nonno Meraviglia”...
Il peggior articolo - 29/8/2014
Mi sono imbattuto nel seguente articolo che, almeno dal titolo, prometteva di essere interessante: 6 differenza fra uomini e donne.
Delusione: un guazzabuglio di banalità e interpretazioni superficiali fuorvianti...
Ecco, mi ha colpito come partendo da effettive diversità di comportamento si giunga a conclusioni sballate oppure, semplicemente, non si arrivi alle estreme conclusioni.
Cap. 5 - 29/8/2014
Ho iniziato la stesura effettiva del quinto capitolo. Nei giorni scorsi, diversamente dal solito, avevo preparato un riassunto dettagliato del quinto e del sesto capitolo insieme.
In base a quanto mi verrà lungo deciderò se inserire o meno un episodio. Fosse un DVD invece che un racconto potrei inserire questa parte negli extra!
Ancora non sono bravo a stabilire a quante pagine corrisponde un capitolo perché mentre scrivo mi vengono in mente nuove idee che a volte hanno ripercussioni anche sui precedenti...
Ebola - 29/8/2014
Ho rifatto il grafico dell'andamento dell'epidemia di Ebola basandomi sui dati della OMS. Come si vede la diffusione della malattia in questo momento sembra essere esponenziale.
C'è da dire che l'OMS ha lanciato l'allarme globale a inizio agosto e, considerato il tempo di incubazione della malattia, a naso i primi risultati del contenimento avrebbero dovuto iniziare a essere visibili in questi giorni. Al momento non è così.
Altra riflessione: se per contagiarsi è necessario entrare in contatto con i fluidi corporei di un ammalato come mai così tante vittime sono proprio operatori sanitari? Possibile che non prendessero quelle che sembrerebbero delle minime precauzioni?
Secondo me il prossimo mese sarà decisivo per capire quanto sia reale la necessità di preoccuparsi in Italia.
Grande acquisto - 30/8/2014
Il Milan ha acquistato Fernando Torres più noto col soprannome di “Nonno Meraviglia”...
martedì 26 agosto 2014
Ancora Bifröst
A gennaio dello scorso anno scrissi il pezzo Miti nordici dove commentavo un saggio su di essi. La mia conclusione fu che come saggio era sicuramente un ottimo libro ma, per chi era solo interessato al racconto dei miti, era probabilmente troppo arido.
Ieri ho invece finito di leggere un e-book del progetto Gutenberg, sempre sui miti nordici, che invece era di piacevole e facile lettura. Si tratta di Sories from northern myths di Emilie Kip Baker, Ed. The Macmillan Company, 1914. Un po' datato ma ottimo!
I miti riportati sono in pratica gli stessi del saggio ma sono scritti in forma romanzata che li rende più godibili. Nel saggio la leggenda degli eroi umani (ci sono più versioni della stessa storia e, non ricordo esattamente, probabilmente il saggio le ripeteva) era stata un tormento mentre qui l'ho letta senza problemi.
La cosa più interessante è che in questa lettura ho notato dei particolari, dal mio punto di vista molto importanti, che mi erano in precedenza sfuggiti!
In particolare ho notato che molte delle immagini di questo libro (e quindi dei miti nordici) mi sembra abbiano fortemente ispirato Tolkien.
Sapevo già che le rune usate da Tolkien erano ispirate da quelle dell'alfabeto runico usato nel nord europa (il “futhorc”, usato da angolsassoni e frusoni, mi dice wikipedia) ma non avevo mai sentito parlare di ispirazione più o meno profonda tratta dai miti nordici.
Io credo invece che Tolkien abbia letto proprio questo libro e ne sia stato fortemente suggestionato.
Di seguito alcune somiglianze che mi hanno colpito:
«...they saw no longer the crouching figure by the pillar, but a tall commanding form before whose awful majesty they shrank back trembling and afraid».
La figura in questione è quella di Odino (anche per aspetto generale e abbigliamento la sua figura è molto simile a quella di Gandalf) che, dopo essere sembrato a lungo un semplice uomo, mostra infine la propria divinità.
Questa immagine ricorda fortemente Gandalf che, nella sala di re Théoden, mostra il proprio nuovo potere ed “esorcizza” Sauroman dal corpo del vecchio re.
La chioma dorata di Sif mi ricorda quella di Galadriel.
L'anello del nano Andvari invece ricorda per aspetto (beh, solo vagamente per via del serpente dagli occhi realizzati con gemme) quello di Barahir (personaggio del Silmarillion) mentre la maledizione a esso associata ricorda quella dell'Unico Anello:
«May this ring be your bane, and the bane of all who shall possess it. May it bring sorrow and evil upon him who shall wear it, and from this day be the source of envy and hatred and bloodshed.». Ancora sulla maledizione dell'anello: «Both Hagen and Kriemhild had been wearers of the ring, and evil soon fell upon them as it had upon Fafnir, Regin, Siegfried and Brunhilde.»
Il drago Fafnir e il suo gigantesco tesoro ricorda in parte Smaug a guardia dell'oro dei nani nella Montagna Solitaria («so he changed himself into a monstrous dragon which breathed forth fire and spat deadly poison. Thus secured, he coiled himself about the hoard, and no one dared to approach him...») e in parte Glaurung, drago del Silmarillion, ucciso in maniera identica: «Dig a deep pit, and hide in it yourself, first covering the top with a few boughs. As the dragon's huge body passes over this, you can strike him from beneath with your sword.»
I frammenti della spada di Odino che saranno riforgiati insieme da Sigfrido ricordano la storia della spada Narsil: «Cherish carefully the pieces of Odin's sword which lie here beside me, for of these shall a goodly sword be made, and our son shall bear it, and with it he shall work many a great work so that his name shall be honoured as long as the world endures»
Ecco l'effetto che fa l'anello di Andvari a un incauto che se lo pone al dito: «...the curse of Andvari had fallen upon the new possessor of the hoard. If Regin's face had been mean and crafty before, it was now ten times more dreadful, and his mouth wore an evil smile which made Siegfried shudder. It seemed, too, as if his body had shrunk, and its motion was not unlike the gliding of a serpent. He was talking to himself as he came along...» - il neretto è mio.
A me ricorda moltissimo la trasformazione di Sméagol in Gollum...
Poi Regin, che porta l'anello, urla contro Sigfrido: «Fool and murderer, you shall have none of the gold. It is mine, all mine.»
Il castello di Brunilde si trova a Isenland nome che mi ricorda la fortezza di Isengard.
Concludo aggiungendo che oltre a queste somiglianze il libro ha anche altri passaggi interessanti che per motivi di spazio non sto però a riportare.
Mi limito solo alla pubblicità finale (sì, hanno incluso anche questa nell'e-book!) di un libro dedicato ai bambini, dello stesso autore, sui miti romani e greci che mi ha fatto sorridere:
«Stories of Old Greece and Rome - “...an excellent combination of mythology and literature... Here is a gift that is a tonic for the weak imagination of the modern child” - The Nation»
Già nel 1914, ben prima della tivvù e dei cartoni giapponesi, i bambini secondo gli adulti del tempo erano vittima della sindrome da “debole immaginazione”!!
Ieri ho invece finito di leggere un e-book del progetto Gutenberg, sempre sui miti nordici, che invece era di piacevole e facile lettura. Si tratta di Sories from northern myths di Emilie Kip Baker, Ed. The Macmillan Company, 1914. Un po' datato ma ottimo!
I miti riportati sono in pratica gli stessi del saggio ma sono scritti in forma romanzata che li rende più godibili. Nel saggio la leggenda degli eroi umani (ci sono più versioni della stessa storia e, non ricordo esattamente, probabilmente il saggio le ripeteva) era stata un tormento mentre qui l'ho letta senza problemi.
La cosa più interessante è che in questa lettura ho notato dei particolari, dal mio punto di vista molto importanti, che mi erano in precedenza sfuggiti!
In particolare ho notato che molte delle immagini di questo libro (e quindi dei miti nordici) mi sembra abbiano fortemente ispirato Tolkien.
Sapevo già che le rune usate da Tolkien erano ispirate da quelle dell'alfabeto runico usato nel nord europa (il “futhorc”, usato da angolsassoni e frusoni, mi dice wikipedia) ma non avevo mai sentito parlare di ispirazione più o meno profonda tratta dai miti nordici.
Io credo invece che Tolkien abbia letto proprio questo libro e ne sia stato fortemente suggestionato.
Di seguito alcune somiglianze che mi hanno colpito:
«...they saw no longer the crouching figure by the pillar, but a tall commanding form before whose awful majesty they shrank back trembling and afraid».
La figura in questione è quella di Odino (anche per aspetto generale e abbigliamento la sua figura è molto simile a quella di Gandalf) che, dopo essere sembrato a lungo un semplice uomo, mostra infine la propria divinità.
Questa immagine ricorda fortemente Gandalf che, nella sala di re Théoden, mostra il proprio nuovo potere ed “esorcizza” Sauroman dal corpo del vecchio re.
La chioma dorata di Sif mi ricorda quella di Galadriel.
L'anello del nano Andvari invece ricorda per aspetto (beh, solo vagamente per via del serpente dagli occhi realizzati con gemme) quello di Barahir (personaggio del Silmarillion) mentre la maledizione a esso associata ricorda quella dell'Unico Anello:
«May this ring be your bane, and the bane of all who shall possess it. May it bring sorrow and evil upon him who shall wear it, and from this day be the source of envy and hatred and bloodshed.». Ancora sulla maledizione dell'anello: «Both Hagen and Kriemhild had been wearers of the ring, and evil soon fell upon them as it had upon Fafnir, Regin, Siegfried and Brunhilde.»
Il drago Fafnir e il suo gigantesco tesoro ricorda in parte Smaug a guardia dell'oro dei nani nella Montagna Solitaria («so he changed himself into a monstrous dragon which breathed forth fire and spat deadly poison. Thus secured, he coiled himself about the hoard, and no one dared to approach him...») e in parte Glaurung, drago del Silmarillion, ucciso in maniera identica: «Dig a deep pit, and hide in it yourself, first covering the top with a few boughs. As the dragon's huge body passes over this, you can strike him from beneath with your sword.»
I frammenti della spada di Odino che saranno riforgiati insieme da Sigfrido ricordano la storia della spada Narsil: «Cherish carefully the pieces of Odin's sword which lie here beside me, for of these shall a goodly sword be made, and our son shall bear it, and with it he shall work many a great work so that his name shall be honoured as long as the world endures»
Ecco l'effetto che fa l'anello di Andvari a un incauto che se lo pone al dito: «...the curse of Andvari had fallen upon the new possessor of the hoard. If Regin's face had been mean and crafty before, it was now ten times more dreadful, and his mouth wore an evil smile which made Siegfried shudder. It seemed, too, as if his body had shrunk, and its motion was not unlike the gliding of a serpent. He was talking to himself as he came along...» - il neretto è mio.
A me ricorda moltissimo la trasformazione di Sméagol in Gollum...
Poi Regin, che porta l'anello, urla contro Sigfrido: «Fool and murderer, you shall have none of the gold. It is mine, all mine.»
Il castello di Brunilde si trova a Isenland nome che mi ricorda la fortezza di Isengard.
Concludo aggiungendo che oltre a queste somiglianze il libro ha anche altri passaggi interessanti che per motivi di spazio non sto però a riportare.
Mi limito solo alla pubblicità finale (sì, hanno incluso anche questa nell'e-book!) di un libro dedicato ai bambini, dello stesso autore, sui miti romani e greci che mi ha fatto sorridere:
«Stories of Old Greece and Rome - “...an excellent combination of mythology and literature... Here is a gift that is a tonic for the weak imagination of the modern child” - The Nation»
Già nel 1914, ben prima della tivvù e dei cartoni giapponesi, i bambini secondo gli adulti del tempo erano vittima della sindrome da “debole immaginazione”!!
lunedì 25 agosto 2014
Bloggultime XVIII
Ecco finalmente l'attesissima nuova puntata della serie Bloggultime!!
Diversamente dal solito però ho effettivamente qualche comunicazione da fare: tutte però rigorosamente noioso e non interessante...
Non mi pare ci sia altro...
Diversamente dal solito però ho effettivamente qualche comunicazione da fare: tutte però rigorosamente noioso e non interessante...
- L'andamento dei lettori è ancora in calo. I motivi secondo me sono tre: 1. minore quantità e qualità dei pezzi; 2. la decisa presa di campo contro Renzi e a favore del M5S; 3. in estate c'è sempre un calo delle visite. Come al solito non presto più molta attenzione a Shinystat e non mi sono quindi appuntatp quando ho raggiunto le 24.000 visite: secondo i miei calcoli è stato il 5 agosto. Vi risparmio il grafico (che comunque ho già aggiornato) per la prossima volta.
- Attuali “stelline” Shinystat 8: non ho idea delle variazioni precedenti...
- Nel fine settimana ho disegnato due nuove vignette. La prima è Renzi volutamente basata su Monti (ex Colline): avevo preso in considerazione anche qualcosa con Napolitano che faceva da burattinaio (ma mi sembrava una semplificazione eccessiva) e quella di un Renzi alla guida di un rullo compressore che schiacciava KGB (magari giocando su Grillo-Grullo-Compressore) ma alla fine ho optato per evidenziare l'uguaglianza sostanziale fra Renzi e Monti. La seconda vignetta è Video: “ma già c'era!” urleranno i lettori più attenti. Beh, vedi dopo...
- Come da tempo mi proponevo di fare ho diviso il marcatore “Video” in “Video” e “Clip”. Con “Clip” ho marcato solo i video musicali (non i miei che hanno il marcatore “Unplugged”) mentre con “Video” tutti gli altri tipi di filmato. Ovviamente il lavoro di filtraggio e aggiornamento è stato lungo e noioso e l'ho fatto tutt'altro che bene: Non ho cambiato la vignetta dei vecchi “Clip” che avevano l'originale vignetta “Video” che quindi, col mouse over continua a indicare “Video” e non “Clip (ex Video)"; Sulle nuove vignette “Video” non funziona il collegamento alla pagina Legenda: me ne sono accorto solo dopo aver aggiunto/aggiornato i nuovi marcatori e non ho avuto assolutamente voglia di ripartire da capo: il prossimo “Video” non avrà problemi...
- Rinominato il marcatore “TG” in “Media” (era tantissimo che dicevo di volerlo fare ma non lo facevo...). Anche questa operazione è stata decisamente noiosa e, anche in questo caso, non sono andato ad aggiornare le vecchie vignette già inserite che quindi continuano a indicare “TG” invece di “Media (ex TG). Ah, durante questa operazione ho anche cambiato un paio di marcatori “media” in “scuola_media” per ovvi motivi...
- I candidati al WOW di maggio sono: Etica e morale (sulle diversità fra le due con un interessante esempio), La lezione politica di Renzi (scritto a caldo dopo la delusione elettorale) e Serie tivvù e tendenze (su come influenzare ideali e principi delle masse)
- I candidati al WOW di giugno: Città metropolitana (le province non ci sono più ma nessuno sa niente della “cosa” che le sostituisce); Nota avanti (la mia sulla teoria musicale); La fine della democrazia (spassionata e depressa analisi della situazione attuale).
Non mi pare ci sia altro...
giovedì 21 agosto 2014
La micia di Paris Hilton
Non sono sicuro se questo pezzo sia particolarmente intelligente o particolarmente stupido. Si tratta di un'intuizione che ho avuto qualche giorno fa e sulla quale sto, in verità, ancora riflettendo.
Paragonavo la micia di Paris Hilton alla mia, cioè a Bisba.
È chiaro che la disponibilità economica di Paris Hilton è incommensurabilmente più alta della mia ma la sua micia è parimenti più felice di Bisba?
Suppongo che Paris compri alla sua gatta delle crocchette extra lusso ma, da parte mia, ho notato che Bisba mangia con eguale voracità sia le crocchette super economiche che quelle normali. Non mi pare che, al di là dell'abitudine, i gatti abbiano un palato così fine: basta annusare le loro crocchette per verificarlo!
E la caccia? Suppongo che la micia di Paris abbia un giardino bellissimo dove andare a cacciare, sicuramente munito di piscina, sede a sdraio e con l'erba tagliata bassa: ma cambia qualcosa? Davvero l'uccello acchiappato dalla micia di Paris la rende più felice del topino catturato da Bisba? O viceversa...
O magari l'affetto che la gatta di Paris riceve dalla sua padrona vale più di quello che io do a Bisba?
È chiaro che con i suoi soldi Paris può comprare alla sua gatta una cuccia d'oro, con cuscini di piuma d'oca foderati di seta. Questo rende però il sonno della sua micia più profondo di quello di Bisba? Non credo proprio...
Mi pare insomma evidente che il denaro non sia determinante per fare la felicità di un gatto.
Probabilmente avrete già capito dove voglio arrivare...
Mi chiedevo: se il denaro non fa la felicità dei gatti perché dovrebbe farla per gli uomini?
Certo la vita di un gatto è molto più semplice di quella di un uomo. Ciò dipende dal fatto che un uomo ha esigenze più numerose e di natura più complessa rispetto a un gatto: la mente umana è più profonda e per questo è popolata da sogni e fantasie che un gatto non potrebbe mai neppure immaginarsi. Ma è proprio questo il punto: il “di più” dell'uomo è sostanzialmente dato da illusioni di per sé non reali. A parte le esigenze concrete di cibo, compagnia e protezione tutte le altre cosiddette necessità sono fondamentalmente dei desideri impalpabili dettati da convenzioni, mode, pubblicità e poco più.
Prima di scrivere questo pezzo mi ero immaginato di riportare numerosi esempi pratici, più o meno paradossali e più o meno divertenti, ma adesso mi rendo conto che non è il caso. Portare degli esempi sarebbe sbagliato: renderebbe reale ciò che non lo è. Se siamo d'accordo sul fatto che i desideri sono solo delle fantasie della mente allora non c'è bisogno di aggiungere altro per comprendere quanto il raggiungere tali obiettivi sia altrettanto fatuo. Raggiungiamo un desiderio e otterremo soltanto di farne nascere altri due nuovi...
Conclusione: non voglio dire che il denaro sia privo di importanza. Nella società odierna, tutta costruita intorno a esso, ne è comunque necessaria una certa quantità solo per sopravvivere. È però sbagliato porlo a misura di tutto, soprattutto delle persone, perché se il denaro diventa il nostro fine ultimo allora non raggiungeremo mai non dico la felicità ma neppure la serenità. Questo perché il denaro è visto come il mezzo per raggiungere desideri che sono solo illusioni: se l'obiettivo è la felicità la direzione in cui andare deve essere un'altra.
E poi scommetto che il pelo della micia di Paris è meno soffice di quello di Bisba!
PS: mi sono ricordato adesso che avevo già associato insieme Paris Hilton e Bisba: vedi ultima foto in Appello per gli spiedini!
Paragonavo la micia di Paris Hilton alla mia, cioè a Bisba.
È chiaro che la disponibilità economica di Paris Hilton è incommensurabilmente più alta della mia ma la sua micia è parimenti più felice di Bisba?
Suppongo che Paris compri alla sua gatta delle crocchette extra lusso ma, da parte mia, ho notato che Bisba mangia con eguale voracità sia le crocchette super economiche che quelle normali. Non mi pare che, al di là dell'abitudine, i gatti abbiano un palato così fine: basta annusare le loro crocchette per verificarlo!
E la caccia? Suppongo che la micia di Paris abbia un giardino bellissimo dove andare a cacciare, sicuramente munito di piscina, sede a sdraio e con l'erba tagliata bassa: ma cambia qualcosa? Davvero l'uccello acchiappato dalla micia di Paris la rende più felice del topino catturato da Bisba? O viceversa...
O magari l'affetto che la gatta di Paris riceve dalla sua padrona vale più di quello che io do a Bisba?
È chiaro che con i suoi soldi Paris può comprare alla sua gatta una cuccia d'oro, con cuscini di piuma d'oca foderati di seta. Questo rende però il sonno della sua micia più profondo di quello di Bisba? Non credo proprio...
Mi pare insomma evidente che il denaro non sia determinante per fare la felicità di un gatto.
Probabilmente avrete già capito dove voglio arrivare...
Mi chiedevo: se il denaro non fa la felicità dei gatti perché dovrebbe farla per gli uomini?
Certo la vita di un gatto è molto più semplice di quella di un uomo. Ciò dipende dal fatto che un uomo ha esigenze più numerose e di natura più complessa rispetto a un gatto: la mente umana è più profonda e per questo è popolata da sogni e fantasie che un gatto non potrebbe mai neppure immaginarsi. Ma è proprio questo il punto: il “di più” dell'uomo è sostanzialmente dato da illusioni di per sé non reali. A parte le esigenze concrete di cibo, compagnia e protezione tutte le altre cosiddette necessità sono fondamentalmente dei desideri impalpabili dettati da convenzioni, mode, pubblicità e poco più.
Prima di scrivere questo pezzo mi ero immaginato di riportare numerosi esempi pratici, più o meno paradossali e più o meno divertenti, ma adesso mi rendo conto che non è il caso. Portare degli esempi sarebbe sbagliato: renderebbe reale ciò che non lo è. Se siamo d'accordo sul fatto che i desideri sono solo delle fantasie della mente allora non c'è bisogno di aggiungere altro per comprendere quanto il raggiungere tali obiettivi sia altrettanto fatuo. Raggiungiamo un desiderio e otterremo soltanto di farne nascere altri due nuovi...
Conclusione: non voglio dire che il denaro sia privo di importanza. Nella società odierna, tutta costruita intorno a esso, ne è comunque necessaria una certa quantità solo per sopravvivere. È però sbagliato porlo a misura di tutto, soprattutto delle persone, perché se il denaro diventa il nostro fine ultimo allora non raggiungeremo mai non dico la felicità ma neppure la serenità. Questo perché il denaro è visto come il mezzo per raggiungere desideri che sono solo illusioni: se l'obiettivo è la felicità la direzione in cui andare deve essere un'altra.
E poi scommetto che il pelo della micia di Paris è meno soffice di quello di Bisba!
PS: mi sono ricordato adesso che avevo già associato insieme Paris Hilton e Bisba: vedi ultima foto in Appello per gli spiedini!
mercoledì 20 agosto 2014
Sanzioni EU-Russia-(USA)
Ammetto si non stare (colpevolmente) seguendo la faccenda ma ho un paio di domande:
1) Questo inverno ci saranno problemi a importare il gas russo?
2) Ma se dietro le sanzioni alla Russia ci sono gli USA perché le ritorsioni russe colpiscono i prodotti alimentari europei?
Capitolo 4 - 22/8/2014
Dopo quasi un mese ho finito di scrivere il quarto capitolo del mio ultimo racconto.
Il motivo del ritardo è dovuto a un forte calo di entusiasmo causato dalla scarsezza di commenti da parte dei miei beta-lettori.
In realtà mi sono reso conto che il problema non era tanto il mio racconto quanto il questionario da compilare associato a ogni capitolo: a me sembrava veloce e divertente ma, apparentemente, sta causando un blocco psicologico a tutti i miei lettori. Tutto sommato mi pare che dal mio punto di vista non ne valga la pena: meglio dei commenti improvvisati ma spontanei e rapidi piuttosto che l'attuale stillicidio...
Parlando con vari beta-lettori, inclusi quelli che non hanno ancora compilato il questionario sul primo capitolo, i giudizi sono più favorevoli della media. Buffo poi come ciò che piace a qualcuno sia un difetto per un altro e vice versa. Per questo ho imparato a non prendere come Vangelo nessuna singola opinione né negativa né positiva...
Inciampato - 23/8/2014
Sono inciampato su questo articolo del FattoQuotidiano.it: La finanza comanda i governi.
Parla il professor Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale: lui è troppo sofisticato per usare il termine "poteri forti" ma se sostituite tale locuzione a "finanza" ottenete ciò che da anni vado ripetendo...
l'H - 24/8/2014
L'haka della nazionale neozelandese di rugby mi lascia sempre molto perplesso. Nel parlare dello sport si insiste in continuazione, fino alla nausea direi, dei valori che porta con sé, dell'uguaglianza, dell'onesta, della fatica e del merito.
Ora non so cosa significhino le parole associate all'haka ma il linguaggio del corpo è eloquentemente aggressivo e minaccioso. Mi pare di ricordare che originariamente fosse un canto di guerra...
Allora nello sport siamo tutti fratelli (o almeno amici!) oppure è una battaglia? Delle due l'una: a me vanno bene entrambe, basta decidersi però...
Due ipotesi - 24/8/2014
Come scritto nel corto W i capelli! sembra sia stata trovata una cura per la calvizia.
Ho ricostruito come varierebbe il mio aspetto in due casi ma il dubbio mi è rimasto: meglio farli ricrescere (ipotesi 1) o invece tagliarli a zero (ipotesi 2)??
PS: ho trovato un bel programma che produce delle ottime immagini a cartone dalle foto!
1) Questo inverno ci saranno problemi a importare il gas russo?
2) Ma se dietro le sanzioni alla Russia ci sono gli USA perché le ritorsioni russe colpiscono i prodotti alimentari europei?
Capitolo 4 - 22/8/2014
Dopo quasi un mese ho finito di scrivere il quarto capitolo del mio ultimo racconto.
Il motivo del ritardo è dovuto a un forte calo di entusiasmo causato dalla scarsezza di commenti da parte dei miei beta-lettori.
In realtà mi sono reso conto che il problema non era tanto il mio racconto quanto il questionario da compilare associato a ogni capitolo: a me sembrava veloce e divertente ma, apparentemente, sta causando un blocco psicologico a tutti i miei lettori. Tutto sommato mi pare che dal mio punto di vista non ne valga la pena: meglio dei commenti improvvisati ma spontanei e rapidi piuttosto che l'attuale stillicidio...
Parlando con vari beta-lettori, inclusi quelli che non hanno ancora compilato il questionario sul primo capitolo, i giudizi sono più favorevoli della media. Buffo poi come ciò che piace a qualcuno sia un difetto per un altro e vice versa. Per questo ho imparato a non prendere come Vangelo nessuna singola opinione né negativa né positiva...
Inciampato - 23/8/2014
Sono inciampato su questo articolo del FattoQuotidiano.it: La finanza comanda i governi.
Parla il professor Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale: lui è troppo sofisticato per usare il termine "poteri forti" ma se sostituite tale locuzione a "finanza" ottenete ciò che da anni vado ripetendo...
l'H - 24/8/2014
L'haka della nazionale neozelandese di rugby mi lascia sempre molto perplesso. Nel parlare dello sport si insiste in continuazione, fino alla nausea direi, dei valori che porta con sé, dell'uguaglianza, dell'onesta, della fatica e del merito.
Ora non so cosa significhino le parole associate all'haka ma il linguaggio del corpo è eloquentemente aggressivo e minaccioso. Mi pare di ricordare che originariamente fosse un canto di guerra...
Allora nello sport siamo tutti fratelli (o almeno amici!) oppure è una battaglia? Delle due l'una: a me vanno bene entrambe, basta decidersi però...
Due ipotesi - 24/8/2014
Come scritto nel corto W i capelli! sembra sia stata trovata una cura per la calvizia.
Ho ricostruito come varierebbe il mio aspetto in due casi ma il dubbio mi è rimasto: meglio farli ricrescere (ipotesi 1) o invece tagliarli a zero (ipotesi 2)??
PS: ho trovato un bel programma che produce delle ottime immagini a cartone dalle foto!
martedì 19 agosto 2014
Di Battista vs Tavecchio
Lo ammetto: sono proprio un cattivo grullino!
Una delle mie principali mancanze consiste nel leggere molto raramente, quasi mai in realtà, il viario di Grillo. Non è che non sono d'accordo con quanto viene scritto (almeno di solito) ma non mi va di farmi cattivo sangue leggendo della mala politica italiana e non. E poi tramite FB, grazie alla sproporzionata quantità di conoscenze grulline, mi passano comunque quotidianamente sotto il naso i meme che rimandano agli articoli del viario di Grillo e così, anche se non li leggo, ho comunque un'idea almeno di quali siano le notizie più importanti.
Negli ultimi giorni ho però sentito un gran trambusto che associava insieme il nome di Di Battista e il terrorismo: in breve il riassunto che mi è arrivato era “Di Battista giustifica il terrorismo”.
Così stasera mi sono deciso e ho trovato l'articolo in questione: ISIS: che fare?
L'articolo parte da un'analisi della storia dell'Iraq, nato dalle ceneri dell'Impero Ottomano, fino ad arrivare ai nostri giorni spiegando che le cause dell'instabilità della regione sono molteplici e, spesso, esterne e collegate agli interessi per i ricchi giacimento di petrolio del suo sottosuolo.
Di Battista scopre l'acqua calda quando scrive che spesso sono stati proprio i democratici USA a causare in maniera più o meno diretta l'instabilità della regione che ha portato a centinaia di migliaia di morti.
Di Battista ha scoperto l'acqua calda ovvero un qualcosa che chiunque munito di un po' di buon senso, di un pizzico di onestà intellettuale e di un minimo di conoscenze storiche (v. Attenzione! Democrazia a lavoro!) sa perfettamente. È una verità ben nota ma però nessuno si azzarda a raccontarla specialmente senza giri di parole come ha fatto Di Battista.
Con l'ingenuità del bambino che ride del re nudo Di Battista ha avuto il coraggio di dire, con parole ricche di buon senso, ciò che tutti (o almeno parecchi) sanno ma non osano affermare apertamente.
Il motivo è che viviamo in un mondo illusorio dove la realtà è data dalle immagini e dai racconti, visuali e non, che ne danno i media (non solo la tivvù ma anche il cinema). Come ho spesso scritto queste immagini, questa narrativa, non sempre rappresenta né cerca di rappresentare la verità per quel che è ma, spesso, è volutamente deformata. Un caso lampante è la situazione dei media italiani che, senza imbarazzo, rovesciano la realtà e dipingono di bianco ciò che è nero e vice versa.
Nella narrativa occidentale (*2) gli USA sono i buoni e puri: i difensori della libertà, i paladini della democrazia, i portatori di benessere, gli apostoli del progresso. Chiunque dica il contrario deve battersi contro un muro di scetticismo, quando non di vero e proprio ostruzionismo, invalicabile.
Eppure, come al solito, mio zio aveva perfettamente ragione quando paragonava gli USA dopo il crollo dell'URSS alla situazione dell'antica Roma dopo la sconfitta di Cartagine.
Una volta sconfitta Cartagine, la principale potenza antagonista dell'epoca, i romani iniziarono a perdere i loro antichi valori contadini e diventarono una potenza imperialista sfruttando la loro potenza militare per arricchirsi (anche se lo stato romano si trasformò ufficialmente in impero solo un centinaio di anni dopo...).
Analogamente gli ideali di democrazia e libertà americani si sono rapidamente corrotti una volta sconfitto per “abbandono” il loro principale antagonista. L'occasione rende l'uomo ladro e questo, evidentemente, vale anche per gli stati. Gli USA usano la loro forza per trarne profitto in tutto il mondo: anche all'Europa non è più riservato un trattamento di favore e adesso sta venendo sacrificata sull'altare degli interessi economici americani.
Ma l'ingenuità di Di Battista va oltre l'affermare le cose come stanno ma addirittura propone un ruolo all'Italia nell'ambito della UE. Anche in questo caso le sue parole sono ricche di buon senso ma, si sa, la squadra capitanata da interesse e profitto batte quella guidata da buon senso e giustizia 10 a 0...
Ma che c'entra in tutto questo Tavecchio?
Su Tavecchio avevo già scritto in Ta-vecchio-fazzi e davvero la modestia del personaggio è tale che non pensavo di tornare sull'argomento.
Eppure oggi mi sono giunte delle voci che ho voluto verificare su wikipedia alla pagina Carlo Tavecchio...
Per prima cosa balza agli occhi che per quattro legislature, ovvero 19 anni, Tavecchio è stato il sindaco DC del proprio paese natale. Evidentemente questa attività gli è servita come palestra per temprare le sue virtù perché poi, copio e incollo da Wikipedia, «Carlo Tavecchio è stato processato e condannato cinque volte. È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7000 euro.»
Cioè per giorni e giorni i vari telegiornali hanno rimbambito gli italiani con la frase sulle banane e si sono invece “dimenticati” di far notare questi “piccoli” incidenti con la giustizia italiana? (*1)
Eppure questa è l'ipocrisia dei media italiani: hanno taciuto le notizie più importanti su Tavecchio concentrandosi invece su una frase, a mio avviso, irrilevante. Ci hanno dato l'immagine di un signore anziano dalle scarse capacità di espressione ma hanno sorvolato sulle informazioni che l'avrebbero detta molto lunga sulla sua morale e su quanto fosse degno di un incarico prestigioso e importante.
Ecco quindi che chiudo il cerchio con una domanda paradossale: chi verrà dipinto in maniera più positiva dai media? Il signore anziano con qualche macchia nel suo passato o il ragazzo ingenuo e idealista del M5S?
Conclusione: in questo mondo ormai l'apparenza conta molto di più della verità e della realtà. Gli esempi nella sola Italia sono molteplici: anche se tutti gli indicatori economici indicano un'Italia al tracollo dopo lo pseudo attivismo di Renzi i media insistono a ripetere, evidentemente questi sono gli ordini, che tutto va bene e che anzi siamo in ripresa. Oppure il M5S, l'unica forza politica composta da cittadini e per questo dalla parte dei cittadini, viene dipinta dai media come la disgrazia finale che porterebbe i cittadini alla rovina economica mentre è vero esattamente il contrario...
E se ciò che conta è l'illusione cosa pensa di ottenere una formica come Di Battista cercando di infrangere uno specchio deformante d'acciaio alto come una montagna? Perché ha scritto queste parole? È ovvio che ha attirato addosso a se stesso e al M5S una tempesta di m###: i media, nazionali e non, additeranno lui e il M5S come quelli dalla parte del terrorismo...
Nota (*1): al riguardo ho una teoria: l'argomento “guai giudiziari” è tabù perché molte altre persone, oltre a Tavecchio, hanno ricevuto condanne o sono indagate per gravi reati. Queste persone però siedono in parlamento e molte ancora, senza che gli italiani possano dire niente al riguardo, siederanno al Senato proprio grazie alla riforma voluta da Renzi. Attaccare Tavecchio per i suoi guai giudiziari avrebbe contemporaneamente delegittimato anche numerosi parlamentari e, indirettamente, la riforma del Senato. Per questo Tavecchio non ha avuto problemi su questo fronte...
Nota (*2): i media dipingono la realtà a vari livelli: a livello locale, regionale, nazionale e mondiale che corrisponde a occidentale perché solo pochi stati come Cina e Russia ne sono almeno parzialmente indipendenti. Più il livello sale e più la bugia diventa grossa e maggiore è l'impegno per mantenerla...
Una delle mie principali mancanze consiste nel leggere molto raramente, quasi mai in realtà, il viario di Grillo. Non è che non sono d'accordo con quanto viene scritto (almeno di solito) ma non mi va di farmi cattivo sangue leggendo della mala politica italiana e non. E poi tramite FB, grazie alla sproporzionata quantità di conoscenze grulline, mi passano comunque quotidianamente sotto il naso i meme che rimandano agli articoli del viario di Grillo e così, anche se non li leggo, ho comunque un'idea almeno di quali siano le notizie più importanti.
Negli ultimi giorni ho però sentito un gran trambusto che associava insieme il nome di Di Battista e il terrorismo: in breve il riassunto che mi è arrivato era “Di Battista giustifica il terrorismo”.
Così stasera mi sono deciso e ho trovato l'articolo in questione: ISIS: che fare?
L'articolo parte da un'analisi della storia dell'Iraq, nato dalle ceneri dell'Impero Ottomano, fino ad arrivare ai nostri giorni spiegando che le cause dell'instabilità della regione sono molteplici e, spesso, esterne e collegate agli interessi per i ricchi giacimento di petrolio del suo sottosuolo.
Di Battista scopre l'acqua calda quando scrive che spesso sono stati proprio i democratici USA a causare in maniera più o meno diretta l'instabilità della regione che ha portato a centinaia di migliaia di morti.
Di Battista ha scoperto l'acqua calda ovvero un qualcosa che chiunque munito di un po' di buon senso, di un pizzico di onestà intellettuale e di un minimo di conoscenze storiche (v. Attenzione! Democrazia a lavoro!) sa perfettamente. È una verità ben nota ma però nessuno si azzarda a raccontarla specialmente senza giri di parole come ha fatto Di Battista.
Con l'ingenuità del bambino che ride del re nudo Di Battista ha avuto il coraggio di dire, con parole ricche di buon senso, ciò che tutti (o almeno parecchi) sanno ma non osano affermare apertamente.
Il motivo è che viviamo in un mondo illusorio dove la realtà è data dalle immagini e dai racconti, visuali e non, che ne danno i media (non solo la tivvù ma anche il cinema). Come ho spesso scritto queste immagini, questa narrativa, non sempre rappresenta né cerca di rappresentare la verità per quel che è ma, spesso, è volutamente deformata. Un caso lampante è la situazione dei media italiani che, senza imbarazzo, rovesciano la realtà e dipingono di bianco ciò che è nero e vice versa.
Nella narrativa occidentale (*2) gli USA sono i buoni e puri: i difensori della libertà, i paladini della democrazia, i portatori di benessere, gli apostoli del progresso. Chiunque dica il contrario deve battersi contro un muro di scetticismo, quando non di vero e proprio ostruzionismo, invalicabile.
Eppure, come al solito, mio zio aveva perfettamente ragione quando paragonava gli USA dopo il crollo dell'URSS alla situazione dell'antica Roma dopo la sconfitta di Cartagine.
Una volta sconfitta Cartagine, la principale potenza antagonista dell'epoca, i romani iniziarono a perdere i loro antichi valori contadini e diventarono una potenza imperialista sfruttando la loro potenza militare per arricchirsi (anche se lo stato romano si trasformò ufficialmente in impero solo un centinaio di anni dopo...).
Analogamente gli ideali di democrazia e libertà americani si sono rapidamente corrotti una volta sconfitto per “abbandono” il loro principale antagonista. L'occasione rende l'uomo ladro e questo, evidentemente, vale anche per gli stati. Gli USA usano la loro forza per trarne profitto in tutto il mondo: anche all'Europa non è più riservato un trattamento di favore e adesso sta venendo sacrificata sull'altare degli interessi economici americani.
Ma l'ingenuità di Di Battista va oltre l'affermare le cose come stanno ma addirittura propone un ruolo all'Italia nell'ambito della UE. Anche in questo caso le sue parole sono ricche di buon senso ma, si sa, la squadra capitanata da interesse e profitto batte quella guidata da buon senso e giustizia 10 a 0...
Ma che c'entra in tutto questo Tavecchio?
Su Tavecchio avevo già scritto in Ta-vecchio-fazzi e davvero la modestia del personaggio è tale che non pensavo di tornare sull'argomento.
Eppure oggi mi sono giunte delle voci che ho voluto verificare su wikipedia alla pagina Carlo Tavecchio...
Per prima cosa balza agli occhi che per quattro legislature, ovvero 19 anni, Tavecchio è stato il sindaco DC del proprio paese natale. Evidentemente questa attività gli è servita come palestra per temprare le sue virtù perché poi, copio e incollo da Wikipedia, «Carlo Tavecchio è stato processato e condannato cinque volte. È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7000 euro.»
Cioè per giorni e giorni i vari telegiornali hanno rimbambito gli italiani con la frase sulle banane e si sono invece “dimenticati” di far notare questi “piccoli” incidenti con la giustizia italiana? (*1)
Eppure questa è l'ipocrisia dei media italiani: hanno taciuto le notizie più importanti su Tavecchio concentrandosi invece su una frase, a mio avviso, irrilevante. Ci hanno dato l'immagine di un signore anziano dalle scarse capacità di espressione ma hanno sorvolato sulle informazioni che l'avrebbero detta molto lunga sulla sua morale e su quanto fosse degno di un incarico prestigioso e importante.
Ecco quindi che chiudo il cerchio con una domanda paradossale: chi verrà dipinto in maniera più positiva dai media? Il signore anziano con qualche macchia nel suo passato o il ragazzo ingenuo e idealista del M5S?
Conclusione: in questo mondo ormai l'apparenza conta molto di più della verità e della realtà. Gli esempi nella sola Italia sono molteplici: anche se tutti gli indicatori economici indicano un'Italia al tracollo dopo lo pseudo attivismo di Renzi i media insistono a ripetere, evidentemente questi sono gli ordini, che tutto va bene e che anzi siamo in ripresa. Oppure il M5S, l'unica forza politica composta da cittadini e per questo dalla parte dei cittadini, viene dipinta dai media come la disgrazia finale che porterebbe i cittadini alla rovina economica mentre è vero esattamente il contrario...
E se ciò che conta è l'illusione cosa pensa di ottenere una formica come Di Battista cercando di infrangere uno specchio deformante d'acciaio alto come una montagna? Perché ha scritto queste parole? È ovvio che ha attirato addosso a se stesso e al M5S una tempesta di m###: i media, nazionali e non, additeranno lui e il M5S come quelli dalla parte del terrorismo...
Nota (*1): al riguardo ho una teoria: l'argomento “guai giudiziari” è tabù perché molte altre persone, oltre a Tavecchio, hanno ricevuto condanne o sono indagate per gravi reati. Queste persone però siedono in parlamento e molte ancora, senza che gli italiani possano dire niente al riguardo, siederanno al Senato proprio grazie alla riforma voluta da Renzi. Attaccare Tavecchio per i suoi guai giudiziari avrebbe contemporaneamente delegittimato anche numerosi parlamentari e, indirettamente, la riforma del Senato. Per questo Tavecchio non ha avuto problemi su questo fronte...
Nota (*2): i media dipingono la realtà a vari livelli: a livello locale, regionale, nazionale e mondiale che corrisponde a occidentale perché solo pochi stati come Cina e Russia ne sono almeno parzialmente indipendenti. Più il livello sale e più la bugia diventa grossa e maggiore è l'impegno per mantenerla...
sabato 16 agosto 2014
Ma il M5S dov'è?
Mi dispiace essere sempre così critico con il M5S però, proprio perché lo ritengo l'unica speranza per l'Italia, vorrei che riuscisse a fare di più.
Sono sicuro al 100% della buona fede e voglia di fare di attivisti e portavoce vari, in parlamento e non. Anche di Grillo, almeno per adesso, continuo a fidarmi: come ho scritto altrove ha alcune (v. il corto Di Maio e lo statista) delle virtù dello statista ma non è un politico e questo può spiegare molti degli errori fatti.
Ripetto a quanto scrissi su Chi rema contro adesso ho molti più dubbi su Casaleggio: importante l'appoggio di Grillo che garantisce per lui e lo ha dichiarato più volte cofondatore del M5S. Io, seguendo il movimento solo dall'inizio del 2013, non avevo motivo per dubitarne ma recentemente ho scoperto che attivisti di lungo corso sono molto più scettici di me...
Mi piacerebbe sentire parlare Casaleggio per poterlo valutare meglio ma non dice mai più di poche parole e in pratica rimane un punto interrogativo giudicabile solo indirettamente. Come? Tramite lo “Staff”, ovvero i “Collaboratori”, (*1) che in pratica sono i suoi dipendenti.
E i Collaboratori sono adesso il maggior problema del M5S. Non tutti se ne rendono conto: sicuramente non gli “attivisti” da salotto impegnati solo in rete, ma probabilmente anche buona parte dei veri attivisti ancora non vede la loro contraddizione. Per rendersene conto è necessario infatti avere informazioni che non sono di dominio pubblico e di cui io sono invece a conoscenza grazie al buon rapporto del mio Meetup con alcuni portavoce in parlamento. L'elemento essenziale che già da solo rovescia il giudizio sui Collaboratori è che questi pubblicano articoli sul viario di Grillo senza coordinarsi con i parlamentari o, almeno, non con tutti. Con quale autorità questi dipendenti dettano, in pratica, la strategia politica del movimento? Chi li ha eletti? Chi sono?
Già da sola questa frattura nella comunicazione fra parlamentari e Collaboratori è a mio avviso determinante e sufficiente per dire che c'è qualcosa che non va. E a questo elemento se ne aggiungono altri: l'anomala lentezza nella “certificazione” degli attivisti registrati sul viario, le bizzarre e frettolose votazioni in rete, gli attacchi autolesionistici a Pizzarotti, la marea di informazione spazzatura che rimanda a siti come TzeTze o simili...
Recentemente si è poi aggiunto un ulteriore elemento...
Da mesi e mesi mastico amaro: la forza del M5S è che può portare con facilità migliaia di persone nelle piazze. Perché allora non sono MAI stati organizzati dei cortei con striscioni e manifesti su temi importanti e facili da capire dalla popolazione? Mi riferisco a manifestazioni contro la guerra, gli F35, i tagli alla scuola, i tagli alla sanità, la riforma del senato (*2), l'aumento delle tasse... Ci sarebbe stato solo l'imbarazzo della scelta!
Perché non organizzare manifestazioni di questo tipo in contemporanea in Italia? Una al nord con Grillo, una a Roma con Di Battista e una a Napoli con Di Maio: ci avrebbe dato un enorme visibilità e soprattutto ci avrebbe fatto guadagnare consenso.
Mi pare che ormai si sia appurato che i disgustati dalla politica, gli astensionisti, non si lasciano convincere dalle proteste in aula che, lo hanno capito tutti, non servono a niente...
Mi sono detto: possibile che i parlamentari non ci abbiano pensato?
Ci ho riflettuto a lungo e mi sono reso conto che era impossibile: evidentemente non c'è la volontà di farlo. Ho chiesto a chi sa e ho ricevuto conferma...
Ma in realtà c'è stata UNA manifestazione: si tratta dell'improvvisata a Roma (v. Situazione a Roma) per protestare contro la rielezione di Napolitano. Ho la sensazione che allora sia successo qualcosa che non si sa, forse delle pressioni, per convincere “i vertici” del M5S che non fosse il caso di organizzarne altre...
Conclusione: il bluff Renzi, come avevo da tempo previsto, in autunno si sgonfierà e già adesso, sebbene solo sulla stampa estera, ci sono notizie allarmanti sulla situazione economica italiana. Però il M5S dovrebbe fare qualcosa in più se vorrà approfittare pienamente dell'inettitudine dei suoi avversari. A mio parere bisogna iniziare a fare manifestazioni di piazza, anche senza Grillo ma con i deputati più noti e capaci di parlare decentemente in pubblico, per far vedere che non siamo solo chiacchiere...
Nota (*1): in passato con “Staff/Collaboratori” indicavo i vertici del movimento includendovi anche Grillo e Casaleggio mentre in questo pezzo, e probabilmente anche nei prossimi che scriverò, intendo solo i dipendenti di Casaleggio.
Nota (*2): i cui pericoli non sono forse comprensibili a tutti ma sarebbe bastato il motto “No nominati ma votati” per far passare l'obiezione principale...
Sono sicuro al 100% della buona fede e voglia di fare di attivisti e portavoce vari, in parlamento e non. Anche di Grillo, almeno per adesso, continuo a fidarmi: come ho scritto altrove ha alcune (v. il corto Di Maio e lo statista) delle virtù dello statista ma non è un politico e questo può spiegare molti degli errori fatti.
Ripetto a quanto scrissi su Chi rema contro adesso ho molti più dubbi su Casaleggio: importante l'appoggio di Grillo che garantisce per lui e lo ha dichiarato più volte cofondatore del M5S. Io, seguendo il movimento solo dall'inizio del 2013, non avevo motivo per dubitarne ma recentemente ho scoperto che attivisti di lungo corso sono molto più scettici di me...
Mi piacerebbe sentire parlare Casaleggio per poterlo valutare meglio ma non dice mai più di poche parole e in pratica rimane un punto interrogativo giudicabile solo indirettamente. Come? Tramite lo “Staff”, ovvero i “Collaboratori”, (*1) che in pratica sono i suoi dipendenti.
E i Collaboratori sono adesso il maggior problema del M5S. Non tutti se ne rendono conto: sicuramente non gli “attivisti” da salotto impegnati solo in rete, ma probabilmente anche buona parte dei veri attivisti ancora non vede la loro contraddizione. Per rendersene conto è necessario infatti avere informazioni che non sono di dominio pubblico e di cui io sono invece a conoscenza grazie al buon rapporto del mio Meetup con alcuni portavoce in parlamento. L'elemento essenziale che già da solo rovescia il giudizio sui Collaboratori è che questi pubblicano articoli sul viario di Grillo senza coordinarsi con i parlamentari o, almeno, non con tutti. Con quale autorità questi dipendenti dettano, in pratica, la strategia politica del movimento? Chi li ha eletti? Chi sono?
Già da sola questa frattura nella comunicazione fra parlamentari e Collaboratori è a mio avviso determinante e sufficiente per dire che c'è qualcosa che non va. E a questo elemento se ne aggiungono altri: l'anomala lentezza nella “certificazione” degli attivisti registrati sul viario, le bizzarre e frettolose votazioni in rete, gli attacchi autolesionistici a Pizzarotti, la marea di informazione spazzatura che rimanda a siti come TzeTze o simili...
Recentemente si è poi aggiunto un ulteriore elemento...
Da mesi e mesi mastico amaro: la forza del M5S è che può portare con facilità migliaia di persone nelle piazze. Perché allora non sono MAI stati organizzati dei cortei con striscioni e manifesti su temi importanti e facili da capire dalla popolazione? Mi riferisco a manifestazioni contro la guerra, gli F35, i tagli alla scuola, i tagli alla sanità, la riforma del senato (*2), l'aumento delle tasse... Ci sarebbe stato solo l'imbarazzo della scelta!
Perché non organizzare manifestazioni di questo tipo in contemporanea in Italia? Una al nord con Grillo, una a Roma con Di Battista e una a Napoli con Di Maio: ci avrebbe dato un enorme visibilità e soprattutto ci avrebbe fatto guadagnare consenso.
Mi pare che ormai si sia appurato che i disgustati dalla politica, gli astensionisti, non si lasciano convincere dalle proteste in aula che, lo hanno capito tutti, non servono a niente...
Mi sono detto: possibile che i parlamentari non ci abbiano pensato?
Ci ho riflettuto a lungo e mi sono reso conto che era impossibile: evidentemente non c'è la volontà di farlo. Ho chiesto a chi sa e ho ricevuto conferma...
Ma in realtà c'è stata UNA manifestazione: si tratta dell'improvvisata a Roma (v. Situazione a Roma) per protestare contro la rielezione di Napolitano. Ho la sensazione che allora sia successo qualcosa che non si sa, forse delle pressioni, per convincere “i vertici” del M5S che non fosse il caso di organizzarne altre...
Conclusione: il bluff Renzi, come avevo da tempo previsto, in autunno si sgonfierà e già adesso, sebbene solo sulla stampa estera, ci sono notizie allarmanti sulla situazione economica italiana. Però il M5S dovrebbe fare qualcosa in più se vorrà approfittare pienamente dell'inettitudine dei suoi avversari. A mio parere bisogna iniziare a fare manifestazioni di piazza, anche senza Grillo ma con i deputati più noti e capaci di parlare decentemente in pubblico, per far vedere che non siamo solo chiacchiere...
Nota (*1): in passato con “Staff/Collaboratori” indicavo i vertici del movimento includendovi anche Grillo e Casaleggio mentre in questo pezzo, e probabilmente anche nei prossimi che scriverò, intendo solo i dipendenti di Casaleggio.
Nota (*2): i cui pericoli non sono forse comprensibili a tutti ma sarebbe bastato il motto “No nominati ma votati” per far passare l'obiezione principale...
venerdì 15 agosto 2014
Progressi con "Chitarristi da Zero!"
A giugno (v. I miei manuali di chitarra) scrissi una breve recensione su Chitarrista da Zero! di Donato Begotti e Roberto Fazari, Ed. Volontè&Co, 2010.
All'epoca scrissi il mio pezzo solo dopo pochi giorni che studiavo su quel libro: adesso, con un paio di mesi di pratica alle spalle, posso aggiungere altre considerazioni.
Prima di tutto confermo quanto già scritto nel pezzo precedente: la mia prima impressione era sostanzialmente corretta. L'unica correzione da fare è che adesso sono dell'idea che anche un principiante (ma NON un totale neofita), che abbia però già una buona familiarità almeno con gli accordi basi e sia smaliziato nell'uso degli strumenti informatici (*1), possa appoggiarsi a questo libro da autodidatta: non è assolutamente facile ma con molto impegno e buona volontà sarebbe forse fattibile. Intendiamoci con un maestro che faccia da guida è tutto più facile e si evita di prendere abbagli (*2).
Rimango dell'idea che sarebbe possibilissimo scrivere un libro che permetta di imparare a suonare la chitarra da autodidatta solo che gli editori, per qualche ragionamento di mercato errato (*3), pubblicano solo volumetti di 50 pagine quando, per essere completi e utili, dovrebbero essere di 400.
Tornando al mio caso il maestro mi aveva assegnato gli esercizi della quarta lezione. Io però, in parallelo, avevo deciso di studiare anche le precedenti.
Le prime due lezioni le feci di un fiato senza problemi, ma già alla terza lezione incontrai difficoltà con il secondo esercizio (il 13). Come ho spiegato in I miei manuali di chitarra e ancor più nella seconda parte di Cambiando delusione non ero abituato a suonare sopra una base SENZA chitarra: ero abituato a suonare sopra Tuxguitar o anche sul brano originale ma in entrambi i casi udivo comunque la chitarra originale su cui alla fine mi basavo per andare a tempo. Nelle tracce di questo libro invece la chitarra è assente e bisogna quindi seguire il ritmo degli altri strumenti. Ovviamente tale difficoltà è variabile: se la batteria scandisce tutti i quarti è facilissimo se invece bisogna stare attenti ad altri strumenti diventa progressivamente più difficile.
Ecco nell'esercizio 13 il problema era riuscire a seguire il tempo scandito da una tromba!
Gli altri esercizi della terza lezione non mi dettero problemi particolari anche se comunque non ero in grado di farli bene al primo tentativo. Molto utile anche l'esercizio 16 che mi costrinse a suonare accordi con ritmi diversi per ogni battuta che era quello che stavo cercando di imparare a fare in quel periodo con Horse with no name degli America!
Anche per la quarta lezione non ricordo esercizi che mi abbiano messo in particolare difficoltà: ovviamente si tratta di esercizi più difficili rispetto a quelli dei capitoli precedenti e quindi mi richiesero più tempo per arrivare a suonarli bene.
La quinta lezione la sto finendo in questi giorni.
Il suo primo esercizio, il 23, inizialmente mi mise in grande difficoltà: non ero infatti in grado di capire il ritmo nella prima parte del brano cosa che invece diventa banale nella seconda (le battute vengono ripetute due volte ma cambia l'accompagnamento della base). Provai però ad andare a orecchio e mi resi conto di riuscirci perfettamente! Non so spiegarlo (*4): invece di fare la plettrata a un particolare “tic” (magari dato dalla batteria o da un altro strumento) la do quando si “sente” che ci sta bene nella melodia generale, quando c'è un vuoto da riempire...
L'esercizio 24 è invece l'abbaglio di cui ho accennato precedentemente (e anche in Lezione LXXII). La base invece di scandire i quarti scandisce le metà: io non me ne ero accorto e avevo imparato il brano a velocità dimezzata! In questo caso fu determinante il maestro che mi segnalò immediatamente il mio errore (*5). Decisivo per seguire il ritmo il consiglio del maestro di scandire mentalmente le parole “un-cia-cia-un-ciaa”: il libro dà la frase “da-da-un-pà” che però ha il difetto di scordarsi la pausa iniziale!
Problemi anche con l'esercizio 25 in cui ogni battuta è di 4/4 del tipo pausa/accordo/pausa/accordo.
Il problema è che mentre mentalmente contavo da 1 a 4, quando cambiando battuta dovevo anche passare a un nuovo accordo, mi dimenticavo di assegnare l'uno alla pausa ma lo scandivo alla plettrata sull'accordo: sul momento non andavo nemmeno fuori tempo ma poi mentalmente la battuta si trasformava in accordo/pausa/accordo/pausa col risultato che finivo per confondermi. Il maestro mi ha risolto il problema dicendomi di non contare mentalmente i numeri ma di limitarmi alle parole “un-pa”. Così è stato facile...
La difficoltà dell'esercizio 27 è la velocità variabile: si tratta infatti di un adattamento del Can Can di Offenbach che accelera sempre di più. Inizialmente mi è rimasto ostico ma ora sono praticamente alla velocità reale.
L'esercizio 28 è una semplice melodia: in genere ho sempre trovato questi esercizi particolarmente facili perché ero abituato a suonarne di molto più difficili. Le tipiche difficoltà erano due: come al solito la base senza il suono della chitarra e la memorizzazione delle note (ero abituato a impararle un po' per volta mentre qui bisogna subito suonarle tutte). In pratica però nessuna base mi è rimasta difficile da seguire e non avevo bisogno di memorizzare le note perché ero abbastanza abile da leggerle e suonarle al volo direttamente dal testo.
In questo esercizio però sarò costretto a impararle a memoria perché il ritmo è troppo veloce e tecnicamente non ho il tempo di pensare a dare le plettrate nelle direzioni indicate dal testo.
Il primo esercizio della sesta lezione, il 29, tentato ieri per la prima volta mi pare però impossibile.
Viene dato il testo di una brano dei Beatles, Let it be con gli accordi scritti sopra le parole.
In pratica dovrebbe essere l'evoluzione del suonare a orecchio ma non c'è niente di chiaro: né il ritmo né la durata degli accordi. Oltretutto mi pare che si debba cambiare gli accordi molto velocemente. Io qui alzo le mani e mi affiderò al maestro.
In realtà avevo già fatto qualcosa di analogo ma con brani molto più semplici, Surf in USA e What's up, ma qui la situazione sembra molto più complicata e il libro non dà in pratica nessuna spiegazione...
Conclusione: come spiegato nella premessa, uno studente molto volenteroso e smaliziato, può tentare di usare questo libro da autodidatta ma qua e là troverà dei grossi problemi per colpa del solito limite di un libro di 400 pagine condensato in 50...
Nota (*1): per me è stato fondamentale aiutarmi con il programma gratuito Audacity che permette di rallentare a piacere un brano lasciando inalterate le frequenze. In genere parto riducendo la velocità dei brani proposti del 40% e poi, nel corso dei giorni, l'incremento un po' per volta fino ad arrivare alla velocità reale.
Nota (*2): vedi poi!
Nota (*3): errato perché sarebbe un successone...
Nota (*4): probabilmente anche il brano 13 aveva lo stesso scopo ma all'epoca trovai più facile sfruttare il ritmo scandito dalla tromba.
Nota (*5): errore causato però dal testo che non avvisa del pericolo.
All'epoca scrissi il mio pezzo solo dopo pochi giorni che studiavo su quel libro: adesso, con un paio di mesi di pratica alle spalle, posso aggiungere altre considerazioni.
Prima di tutto confermo quanto già scritto nel pezzo precedente: la mia prima impressione era sostanzialmente corretta. L'unica correzione da fare è che adesso sono dell'idea che anche un principiante (ma NON un totale neofita), che abbia però già una buona familiarità almeno con gli accordi basi e sia smaliziato nell'uso degli strumenti informatici (*1), possa appoggiarsi a questo libro da autodidatta: non è assolutamente facile ma con molto impegno e buona volontà sarebbe forse fattibile. Intendiamoci con un maestro che faccia da guida è tutto più facile e si evita di prendere abbagli (*2).
Rimango dell'idea che sarebbe possibilissimo scrivere un libro che permetta di imparare a suonare la chitarra da autodidatta solo che gli editori, per qualche ragionamento di mercato errato (*3), pubblicano solo volumetti di 50 pagine quando, per essere completi e utili, dovrebbero essere di 400.
Tornando al mio caso il maestro mi aveva assegnato gli esercizi della quarta lezione. Io però, in parallelo, avevo deciso di studiare anche le precedenti.
Le prime due lezioni le feci di un fiato senza problemi, ma già alla terza lezione incontrai difficoltà con il secondo esercizio (il 13). Come ho spiegato in I miei manuali di chitarra e ancor più nella seconda parte di Cambiando delusione non ero abituato a suonare sopra una base SENZA chitarra: ero abituato a suonare sopra Tuxguitar o anche sul brano originale ma in entrambi i casi udivo comunque la chitarra originale su cui alla fine mi basavo per andare a tempo. Nelle tracce di questo libro invece la chitarra è assente e bisogna quindi seguire il ritmo degli altri strumenti. Ovviamente tale difficoltà è variabile: se la batteria scandisce tutti i quarti è facilissimo se invece bisogna stare attenti ad altri strumenti diventa progressivamente più difficile.
Ecco nell'esercizio 13 il problema era riuscire a seguire il tempo scandito da una tromba!
Gli altri esercizi della terza lezione non mi dettero problemi particolari anche se comunque non ero in grado di farli bene al primo tentativo. Molto utile anche l'esercizio 16 che mi costrinse a suonare accordi con ritmi diversi per ogni battuta che era quello che stavo cercando di imparare a fare in quel periodo con Horse with no name degli America!
Anche per la quarta lezione non ricordo esercizi che mi abbiano messo in particolare difficoltà: ovviamente si tratta di esercizi più difficili rispetto a quelli dei capitoli precedenti e quindi mi richiesero più tempo per arrivare a suonarli bene.
La quinta lezione la sto finendo in questi giorni.
Il suo primo esercizio, il 23, inizialmente mi mise in grande difficoltà: non ero infatti in grado di capire il ritmo nella prima parte del brano cosa che invece diventa banale nella seconda (le battute vengono ripetute due volte ma cambia l'accompagnamento della base). Provai però ad andare a orecchio e mi resi conto di riuscirci perfettamente! Non so spiegarlo (*4): invece di fare la plettrata a un particolare “tic” (magari dato dalla batteria o da un altro strumento) la do quando si “sente” che ci sta bene nella melodia generale, quando c'è un vuoto da riempire...
L'esercizio 24 è invece l'abbaglio di cui ho accennato precedentemente (e anche in Lezione LXXII). La base invece di scandire i quarti scandisce le metà: io non me ne ero accorto e avevo imparato il brano a velocità dimezzata! In questo caso fu determinante il maestro che mi segnalò immediatamente il mio errore (*5). Decisivo per seguire il ritmo il consiglio del maestro di scandire mentalmente le parole “un-cia-cia-un-ciaa”: il libro dà la frase “da-da-un-pà” che però ha il difetto di scordarsi la pausa iniziale!
Problemi anche con l'esercizio 25 in cui ogni battuta è di 4/4 del tipo pausa/accordo/pausa/accordo.
Il problema è che mentre mentalmente contavo da 1 a 4, quando cambiando battuta dovevo anche passare a un nuovo accordo, mi dimenticavo di assegnare l'uno alla pausa ma lo scandivo alla plettrata sull'accordo: sul momento non andavo nemmeno fuori tempo ma poi mentalmente la battuta si trasformava in accordo/pausa/accordo/pausa col risultato che finivo per confondermi. Il maestro mi ha risolto il problema dicendomi di non contare mentalmente i numeri ma di limitarmi alle parole “un-pa”. Così è stato facile...
La difficoltà dell'esercizio 27 è la velocità variabile: si tratta infatti di un adattamento del Can Can di Offenbach che accelera sempre di più. Inizialmente mi è rimasto ostico ma ora sono praticamente alla velocità reale.
L'esercizio 28 è una semplice melodia: in genere ho sempre trovato questi esercizi particolarmente facili perché ero abituato a suonarne di molto più difficili. Le tipiche difficoltà erano due: come al solito la base senza il suono della chitarra e la memorizzazione delle note (ero abituato a impararle un po' per volta mentre qui bisogna subito suonarle tutte). In pratica però nessuna base mi è rimasta difficile da seguire e non avevo bisogno di memorizzare le note perché ero abbastanza abile da leggerle e suonarle al volo direttamente dal testo.
In questo esercizio però sarò costretto a impararle a memoria perché il ritmo è troppo veloce e tecnicamente non ho il tempo di pensare a dare le plettrate nelle direzioni indicate dal testo.
Il primo esercizio della sesta lezione, il 29, tentato ieri per la prima volta mi pare però impossibile.
Viene dato il testo di una brano dei Beatles, Let it be con gli accordi scritti sopra le parole.
In pratica dovrebbe essere l'evoluzione del suonare a orecchio ma non c'è niente di chiaro: né il ritmo né la durata degli accordi. Oltretutto mi pare che si debba cambiare gli accordi molto velocemente. Io qui alzo le mani e mi affiderò al maestro.
In realtà avevo già fatto qualcosa di analogo ma con brani molto più semplici, Surf in USA e What's up, ma qui la situazione sembra molto più complicata e il libro non dà in pratica nessuna spiegazione...
Conclusione: come spiegato nella premessa, uno studente molto volenteroso e smaliziato, può tentare di usare questo libro da autodidatta ma qua e là troverà dei grossi problemi per colpa del solito limite di un libro di 400 pagine condensato in 50...
Nota (*1): per me è stato fondamentale aiutarmi con il programma gratuito Audacity che permette di rallentare a piacere un brano lasciando inalterate le frequenze. In genere parto riducendo la velocità dei brani proposti del 40% e poi, nel corso dei giorni, l'incremento un po' per volta fino ad arrivare alla velocità reale.
Nota (*2): vedi poi!
Nota (*3): errato perché sarebbe un successone...
Nota (*4): probabilmente anche il brano 13 aveva lo stesso scopo ma all'epoca trovai più facile sfruttare il ritmo scandito dalla tromba.
Nota (*5): errore causato però dal testo che non avvisa del pericolo.
martedì 12 agosto 2014
Tempesta di m####
Un mio saggio ex collega di Livorno era solito affermare «Quando dice m#### è m####»
E oggi, almeno a me, “dice” proprio così...
Ecco brevemente gli eventi positivi e negativi:
NEG: A febbraio, nel tentativo di risolvere il mio cronico problema con la batteria dell'auto, pago 520€ per sostituire batteria e alternatore (per cambiarlo era necessario smontare il motore aumentando quindi la mano d'opera).
NEG: Un mese fa persa chiave di riserva di un'altra macchina Hyundai: in uno spazio di 15 metri in 10 minuti. Per quanto improbabile si suppone caduta in un tombino...
NEG: Una settimana fa sento un rumorino provenire dall'alternatore: un famigliare mi dice che l'aveva sempre fatto e io mi convinco che fosse così...
NEG: Ieri sera mentre torno a casa, la macchina si spegne da sola senza più ripartire: la batteria funziona. Sul momento sospetto la pompa della benzina ma poi, ricordandomi dello strano rumore all'alternatore...
POS: la macchina si è spenta vicino a casa e ho fatto in tempo ad arrivare a una piazzola.
NEG: una zanzare mi punge alla mano. La prima dell'anno (ho zanzare solo da fine luglio fino a settembre).
POS: Ieri sera prendo la Hyundai per andare a una riunione e torno a casa senza problemi in nottata.
NEG: Al mattino scopro però che la Hyundai è rimasta chiusa con l'unica chiave all'interno (e la chiave e il libretto della mia macchina rotta). Siccome mi era già successo ci sto iper attento ma evidente l'ora tarda mi ha tradito.
POS: corsa al paese vicino (15 Km) dove c'è il meccanico di fiducia. La fortuna vuole che nonostante sia il 12 agosto è aperto. Dice che viene in mattinata e ci pensa lui...
POS?: trovate due telecomandi mai usati per l'apertura a distanza della Hyundai. Ma non fanno. Per telefono il meccanico suggerisce di cambiare le pile.
POS?: nuovo viaggio al paese vicino (15Km andata + 15Km ritorno). Sostituite pile.
NEG: entrambi i telecomandi sono di un'altra Hyundai!
NEG: nel frattempo il meccanico fa sapere che verrà dopo pranzo...
Continua....
E oggi, almeno a me, “dice” proprio così...
Ecco brevemente gli eventi positivi e negativi:
NEG: A febbraio, nel tentativo di risolvere il mio cronico problema con la batteria dell'auto, pago 520€ per sostituire batteria e alternatore (per cambiarlo era necessario smontare il motore aumentando quindi la mano d'opera).
NEG: Un mese fa persa chiave di riserva di un'altra macchina Hyundai: in uno spazio di 15 metri in 10 minuti. Per quanto improbabile si suppone caduta in un tombino...
NEG: Una settimana fa sento un rumorino provenire dall'alternatore: un famigliare mi dice che l'aveva sempre fatto e io mi convinco che fosse così...
NEG: Ieri sera mentre torno a casa, la macchina si spegne da sola senza più ripartire: la batteria funziona. Sul momento sospetto la pompa della benzina ma poi, ricordandomi dello strano rumore all'alternatore...
POS: la macchina si è spenta vicino a casa e ho fatto in tempo ad arrivare a una piazzola.
NEG: una zanzare mi punge alla mano. La prima dell'anno (ho zanzare solo da fine luglio fino a settembre).
POS: Ieri sera prendo la Hyundai per andare a una riunione e torno a casa senza problemi in nottata.
NEG: Al mattino scopro però che la Hyundai è rimasta chiusa con l'unica chiave all'interno (e la chiave e il libretto della mia macchina rotta). Siccome mi era già successo ci sto iper attento ma evidente l'ora tarda mi ha tradito.
POS: corsa al paese vicino (15 Km) dove c'è il meccanico di fiducia. La fortuna vuole che nonostante sia il 12 agosto è aperto. Dice che viene in mattinata e ci pensa lui...
POS?: trovate due telecomandi mai usati per l'apertura a distanza della Hyundai. Ma non fanno. Per telefono il meccanico suggerisce di cambiare le pile.
POS?: nuovo viaggio al paese vicino (15Km andata + 15Km ritorno). Sostituite pile.
NEG: entrambi i telecomandi sono di un'altra Hyundai!
NEG: nel frattempo il meccanico fa sapere che verrà dopo pranzo...
Continua....
lunedì 11 agosto 2014
Marcetta della Cugina Stitica 2
Come preannunciato in Lezione LXXIII ho applicato la classica cadenza II+V+I+I (o VI) all'accompagnamento della mia Marcetta della cugina stitica (v. Marcetta della cugina stitica e il corto Capolavoro 3).
A causa dei dubbi sugli accordi di settima il mio giro originale per la tonalità di G maggiore era composto solo da accordi maggiori e minori, per la precisione: D | Am | C | G.
Ho sostituito brutalmente tali accordi con la cadenza II+V+I+I che nella tonalità di G maggiore corrisponde a: Am | D7 | G | G.
Ecco il risultato: Melodia in tonalità G maggiore
Analogamente, per la tonalità di F maggiore, sono passato da A# | Dm | C | F alla cadenza II+V+I+VI che corrisponde a Gm | C7 | F | Dm.
Da solo tale giro non è male anche se non mi convince del tutto (e quindi magari ho fatto qualche errore nell'individuazione degli accordi):
Solo Gm | C7 | F | Dm
Ma insieme alla melodia mi sono accorto che tale giro dà dei problemi:
Melodia in tonalità F maggiore
Ho analizzato lo spartito dove avvertivo il contrasto (ma ci sono anche altri punti...) e ho notato che la melodia ha un MI mentre l'accordo a cui si sovrappone è un F ed è quindi composto dalle note FA+LA+DO. Ora immagino che il problema siano il FA e il MI che, suonate insieme, si danno fastidio.
Questo, come del resto era ovvio, significa che il giro di accordi non può essere completamente avulso dalla melodia che vuole accompagnare...
Il prossimo passo sarà scegliere un giro di accordi, appartenenti alla tonalità voluta, che contengano però anche le note della melodia.
A causa dei dubbi sugli accordi di settima il mio giro originale per la tonalità di G maggiore era composto solo da accordi maggiori e minori, per la precisione: D | Am | C | G.
Ho sostituito brutalmente tali accordi con la cadenza II+V+I+I che nella tonalità di G maggiore corrisponde a: Am | D7 | G | G.
Ecco il risultato: Melodia in tonalità G maggiore
Analogamente, per la tonalità di F maggiore, sono passato da A# | Dm | C | F alla cadenza II+V+I+VI che corrisponde a Gm | C7 | F | Dm.
Da solo tale giro non è male anche se non mi convince del tutto (e quindi magari ho fatto qualche errore nell'individuazione degli accordi):
Solo Gm | C7 | F | Dm
Ma insieme alla melodia mi sono accorto che tale giro dà dei problemi:
Melodia in tonalità F maggiore
Ho analizzato lo spartito dove avvertivo il contrasto (ma ci sono anche altri punti...) e ho notato che la melodia ha un MI mentre l'accordo a cui si sovrappone è un F ed è quindi composto dalle note FA+LA+DO. Ora immagino che il problema siano il FA e il MI che, suonate insieme, si danno fastidio.
Questo, come del resto era ovvio, significa che il giro di accordi non può essere completamente avulso dalla melodia che vuole accompagnare...
Il prossimo passo sarà scegliere un giro di accordi, appartenenti alla tonalità voluta, che contengano però anche le note della melodia.
domenica 10 agosto 2014
Ebola
Premetto che non ho “studiato” molto il problema e che NON sono un medico.
Ieri, mi pare, ho però visto girare su FB una breve dichiarazione di Gino Strada che, senza esagerati allarmismi, metteva l'accento sull'importanza della prevenzione: non allarme quindi ma attenzione.
Questo mi ha portato a leggere un minimo di articoli sulla materia.
Mi ha colpito la strana “logica” di alcune persone che ripetono come un mantra che in Italia non c'è pericolo dagli immigrati che arrivano sui barconi.
La loro argomentazione è che la malattia ha un periodo di incubazione che va da 2 a 21 giorni e, poiché i viaggi “della speranza” verso l'Europa durano mesi quando non anni, ergo nessun malato di ebola potrebbe arrivare vivo in Italia.
La fallacia di questo argomento è evidente no?
L'errore sta nel presumere che l'immigrato infetto debba partire già ammalato direttamente dalla Sierra Leone, la Nigeria o dagli altri paesi con focolai attivi.
Ma cosa impedisce che queste persone si infettino dopo aver lasciato la loro patria ma prima di imbarcarsi? Se ad esempio un losco trafficante di essere umani fosse volato dalla Libia per parlare con dei suoi scagnozzi in Niger, lì avesse contratto la malattia, fosse volato indietro e avesse parlato con uno scafista infettandolo?
Un altro scenario: alcuni terroristi infetti, che per ovvie ragioni non possono arrivare in Europa per aereo, prendono il barcone durante il periodo di incubazione. Come abbiano fatto ad ammalarsi non è importante: il mio punto è solo quello di dimostrare che non è detto che gli immigrati che arrivano sui barconi debbano essere partiti infetti mesi prima dalle loro case!
Certo i miei esempi sono estrememante improbabili ma, se la situazione continua ad aggravarsi, diventerà sempre più plausibile che sui barconi giungano persone infette.
Poi, è ovvio, il maggior rischio viene dagli aeroporti: a parole l'Europa è pronta ad affrontare un'emergenza di questo tipo. Ad esempio nell'articolo Ebola, OMS: emergenza internazionale dell'HuffingtonPost si legge la seguente dichiarazione del commisario europeo alla salute Tonio Borg: «Voglio rassicurare i cittadini europei, il rischio che l'Ebola arrivi su territorio europeo è estremamente basso. La UE ha uno standard sanitario, anche sulla prevenzione, molto elevato e comunque, nell'improbabile caso che il contagio arrivi, l'Europa è pronta.».
Francia, Germania, Svezia e Olanda saranno anche pronte: ma porta un malato di ebola in una “Casa della Salute” italiana e infetti tutto l'ospedale in meno di 24 ore!
E le possibilità che arrivino dei malati non sono ormai più così remote: basta dare un'occhiata all'ottimo articolo di wikipedia, in costante aggiornamento, su questa crisi: 2014 West Africa Ebola outbreak. Possibili casi infetti sono arrivati negli ultimi giorni, diciamo da inizio agosto, in Germania e Spagna per citare solo i paesi europei...
Per concludere, come dice Gino Strada, niente allarmismi ma attenzione. Ovviamente il governo Renzi ha ben altre priorità che scongiurare una possibile epidemia di ebola in Italia quindi scordiamoci l'attenzione e accontentiamoci degli allarmismi...
Ieri, mi pare, ho però visto girare su FB una breve dichiarazione di Gino Strada che, senza esagerati allarmismi, metteva l'accento sull'importanza della prevenzione: non allarme quindi ma attenzione.
Questo mi ha portato a leggere un minimo di articoli sulla materia.
Mi ha colpito la strana “logica” di alcune persone che ripetono come un mantra che in Italia non c'è pericolo dagli immigrati che arrivano sui barconi.
La loro argomentazione è che la malattia ha un periodo di incubazione che va da 2 a 21 giorni e, poiché i viaggi “della speranza” verso l'Europa durano mesi quando non anni, ergo nessun malato di ebola potrebbe arrivare vivo in Italia.
La fallacia di questo argomento è evidente no?
L'errore sta nel presumere che l'immigrato infetto debba partire già ammalato direttamente dalla Sierra Leone, la Nigeria o dagli altri paesi con focolai attivi.
Ma cosa impedisce che queste persone si infettino dopo aver lasciato la loro patria ma prima di imbarcarsi? Se ad esempio un losco trafficante di essere umani fosse volato dalla Libia per parlare con dei suoi scagnozzi in Niger, lì avesse contratto la malattia, fosse volato indietro e avesse parlato con uno scafista infettandolo?
Un altro scenario: alcuni terroristi infetti, che per ovvie ragioni non possono arrivare in Europa per aereo, prendono il barcone durante il periodo di incubazione. Come abbiano fatto ad ammalarsi non è importante: il mio punto è solo quello di dimostrare che non è detto che gli immigrati che arrivano sui barconi debbano essere partiti infetti mesi prima dalle loro case!
Certo i miei esempi sono estrememante improbabili ma, se la situazione continua ad aggravarsi, diventerà sempre più plausibile che sui barconi giungano persone infette.
Poi, è ovvio, il maggior rischio viene dagli aeroporti: a parole l'Europa è pronta ad affrontare un'emergenza di questo tipo. Ad esempio nell'articolo Ebola, OMS: emergenza internazionale dell'HuffingtonPost si legge la seguente dichiarazione del commisario europeo alla salute Tonio Borg: «Voglio rassicurare i cittadini europei, il rischio che l'Ebola arrivi su territorio europeo è estremamente basso. La UE ha uno standard sanitario, anche sulla prevenzione, molto elevato e comunque, nell'improbabile caso che il contagio arrivi, l'Europa è pronta.».
Francia, Germania, Svezia e Olanda saranno anche pronte: ma porta un malato di ebola in una “Casa della Salute” italiana e infetti tutto l'ospedale in meno di 24 ore!
E le possibilità che arrivino dei malati non sono ormai più così remote: basta dare un'occhiata all'ottimo articolo di wikipedia, in costante aggiornamento, su questa crisi: 2014 West Africa Ebola outbreak. Possibili casi infetti sono arrivati negli ultimi giorni, diciamo da inizio agosto, in Germania e Spagna per citare solo i paesi europei...
Per concludere, come dice Gino Strada, niente allarmismi ma attenzione. Ovviamente il governo Renzi ha ben altre priorità che scongiurare una possibile epidemia di ebola in Italia quindi scordiamoci l'attenzione e accontentiamoci degli allarmismi...
sabato 9 agosto 2014
Incompreso elogio alla follia
Qualche tempo fa mi sono deciso a leggere il classico L'elogio alla follia di Erasmo da Rotterdam in formato digitale.
Di solito, almeno così mi pare, riesco a cogliere l'essenza di quello che leggo e cerco di spiegarla ai miei lettori. In questo caso però sono costretto ad ammettere che il senso profondo dell'opera, che pure percepisco debba esistere, mi è sfuggito. Spero di avere un'improvvisa intuizione mentre scrivo questo pezzo ma non sono ottimista.
Il libro è molto piacevole da leggere: si tratta di un lungo monologo fatto dalla personificazione della follia dove vengono elencati tutti i suoi meriti.
In genere l'argomentazione di fondo è che la vita è dura e spiacevole e se le persone se ne rendessero pienamente conto non riuscirebbero a tollerarla. La Follia invece, nelle sue più diverse manifestazioni, dall'amore alla speranza fino al vero e proprio ottundimento della ragione, agisce come un filtro che impedisce di cogliere gli aspetti più negativi della vita.
Volendo questo concetto è ripetuto e ampliato dal Leopardi nelle Operette morali (v. il marcatore “Leopardi” per i molti pezzi su questo argomento). Erasmo prima cataloga le persone per sesso ed età mostrando quanto sia utile per ciascuna di queste categorie la follia, poi fa altrettanto con i vari mestieri. In particolare si accanisce sulla Chiesa fino ai suoi massimi vertici inclusi il Papa e i cardinali (*1).
Nella parte finale la Follia cerca di giustificare la propria importanza attraverso le sacre scritture: in particolare i Salmi, Isaia e San Paolo. Io mi sono divertito a controllare tutte le citazioni (*2) e in genere ho notato che si tratta di interpretazioni un po' arbitrarie: dove Erasmo parla di “follia” il testo dice “stoltezza” o “ignoranza” o, comunque, termini più vaghi. Comunque l'interpretazione dell'autore è nel complesso piuttosto convincente.
Di solito sono molto orgoglioso delle mie intuizioni e quindi, per onestà intellettuale, evito accuratamente di leggere altre interpretazioni prima di aver messo nero su bianco la mia. In questo caso ero così perplesso che ho fatto un'eccezione e ho consultato la mia Le Garzantine: filosofia. In genere è molto ben fatta e riesce a spiegare in maniera semplice sintetica anche le tematiche più complesse.
Sull'Elogio alla follia fa però, almeno in parte, cilecca: secondo la garzantina Erasmo denuncia la follia degli uomini che inseguono cose vane e superficiali mentre, al contrario, esalta la “follia positiva” esaltata dalle scritture. Fin qui per me è un “nì”: alcune forme di follia come quella dei bambini, degli anziani e delle donne sono connaturate nell'uomo e quindi non evitabili; non mi sembra poi che Erasmo condanni la follia di alcune alcune classi di persone, come per esempio i poeti o gli innamorati o gli eruditi, ma semplicemente ne constati la presenza...
Ma la cosa più “strana” è che la garzantina conclude spiegando che quest'opera è in opposizione al luteranesimo che nega il libero arbitrio: lo strano sta nel fatto che l'Elogio alla follia è del 1511 mentre le 95 tesi di Lutero furono affisse nel 1517!
Mi rendo però conto di non aver spiegato perché ho la sensazione di non aver capito l'essenza di questo libro. Ovviamente spiegare una sensazione, per sua natura impalpabile, non è facile. Come ho già scritto l'opera, almeno per tre quarti, è composta da un lungo elenco di casi in cui la follia è utile: ecco, probabilmente i miei dubbi provengono dal fatto che in alcuni di questi casi si ha la sensazione che l'autore sia ironico ma in altri no. Per l'intero libro sono rimasto in attesa di una chiave di lettura che spiegasse come discernere in quale caso siamo ovvero di un criterio col quale capire quando la follia sia positiva e quando no...
Invece non ho trovato nessuna spiegazione di questo tipo ed evidentemente l'autore era consapevole che il lettore avrebbe sentito questa esigenza perché conclude con: «Vedo che vi aspettate una conclusione: ma siete proprio scemi, se credete che dopo essermi abbandonata ad un simile profluvio di chiacchiere, io mi ricordi di ciò che ho detto. Un vecchio proverbio dice: “Odio il convitato che ha buona memoria”. Oggi ce n'è un altro: “Odio l'ascoltatore che ricorda”. Perciò addio! Applaudite, bevete, vivete, famosissimi iniziati alla Follia». E qui finisce realmente: da cui le mie perplessità...
Beh, ci sarebbero molte altre cosine interessanti da segnalare: magari su qualcuna di queste ritornerò senza perdermi in ogni dettaglio come sto facendo per le Operette morali...
Nota (*1): mi ero addirittura convinto che Erasmo, diversamente da quanto ricordavo, fosse un laico! Ma invece fu ordinato sacerdote nel 1492...
Nota (*2): quelle del Vecchio Testamento non sempre tornano: a volte sono sfalsate di un verso ma altre volte non le ho proprio trovate. Sarebbe interessante sapere che Bibbia usava Erasmo...
Di solito, almeno così mi pare, riesco a cogliere l'essenza di quello che leggo e cerco di spiegarla ai miei lettori. In questo caso però sono costretto ad ammettere che il senso profondo dell'opera, che pure percepisco debba esistere, mi è sfuggito. Spero di avere un'improvvisa intuizione mentre scrivo questo pezzo ma non sono ottimista.
Il libro è molto piacevole da leggere: si tratta di un lungo monologo fatto dalla personificazione della follia dove vengono elencati tutti i suoi meriti.
In genere l'argomentazione di fondo è che la vita è dura e spiacevole e se le persone se ne rendessero pienamente conto non riuscirebbero a tollerarla. La Follia invece, nelle sue più diverse manifestazioni, dall'amore alla speranza fino al vero e proprio ottundimento della ragione, agisce come un filtro che impedisce di cogliere gli aspetti più negativi della vita.
Volendo questo concetto è ripetuto e ampliato dal Leopardi nelle Operette morali (v. il marcatore “Leopardi” per i molti pezzi su questo argomento). Erasmo prima cataloga le persone per sesso ed età mostrando quanto sia utile per ciascuna di queste categorie la follia, poi fa altrettanto con i vari mestieri. In particolare si accanisce sulla Chiesa fino ai suoi massimi vertici inclusi il Papa e i cardinali (*1).
Nella parte finale la Follia cerca di giustificare la propria importanza attraverso le sacre scritture: in particolare i Salmi, Isaia e San Paolo. Io mi sono divertito a controllare tutte le citazioni (*2) e in genere ho notato che si tratta di interpretazioni un po' arbitrarie: dove Erasmo parla di “follia” il testo dice “stoltezza” o “ignoranza” o, comunque, termini più vaghi. Comunque l'interpretazione dell'autore è nel complesso piuttosto convincente.
Di solito sono molto orgoglioso delle mie intuizioni e quindi, per onestà intellettuale, evito accuratamente di leggere altre interpretazioni prima di aver messo nero su bianco la mia. In questo caso ero così perplesso che ho fatto un'eccezione e ho consultato la mia Le Garzantine: filosofia. In genere è molto ben fatta e riesce a spiegare in maniera semplice sintetica anche le tematiche più complesse.
Sull'Elogio alla follia fa però, almeno in parte, cilecca: secondo la garzantina Erasmo denuncia la follia degli uomini che inseguono cose vane e superficiali mentre, al contrario, esalta la “follia positiva” esaltata dalle scritture. Fin qui per me è un “nì”: alcune forme di follia come quella dei bambini, degli anziani e delle donne sono connaturate nell'uomo e quindi non evitabili; non mi sembra poi che Erasmo condanni la follia di alcune alcune classi di persone, come per esempio i poeti o gli innamorati o gli eruditi, ma semplicemente ne constati la presenza...
Ma la cosa più “strana” è che la garzantina conclude spiegando che quest'opera è in opposizione al luteranesimo che nega il libero arbitrio: lo strano sta nel fatto che l'Elogio alla follia è del 1511 mentre le 95 tesi di Lutero furono affisse nel 1517!
Mi rendo però conto di non aver spiegato perché ho la sensazione di non aver capito l'essenza di questo libro. Ovviamente spiegare una sensazione, per sua natura impalpabile, non è facile. Come ho già scritto l'opera, almeno per tre quarti, è composta da un lungo elenco di casi in cui la follia è utile: ecco, probabilmente i miei dubbi provengono dal fatto che in alcuni di questi casi si ha la sensazione che l'autore sia ironico ma in altri no. Per l'intero libro sono rimasto in attesa di una chiave di lettura che spiegasse come discernere in quale caso siamo ovvero di un criterio col quale capire quando la follia sia positiva e quando no...
Invece non ho trovato nessuna spiegazione di questo tipo ed evidentemente l'autore era consapevole che il lettore avrebbe sentito questa esigenza perché conclude con: «Vedo che vi aspettate una conclusione: ma siete proprio scemi, se credete che dopo essermi abbandonata ad un simile profluvio di chiacchiere, io mi ricordi di ciò che ho detto. Un vecchio proverbio dice: “Odio il convitato che ha buona memoria”. Oggi ce n'è un altro: “Odio l'ascoltatore che ricorda”. Perciò addio! Applaudite, bevete, vivete, famosissimi iniziati alla Follia». E qui finisce realmente: da cui le mie perplessità...
Beh, ci sarebbero molte altre cosine interessanti da segnalare: magari su qualcuna di queste ritornerò senza perdermi in ogni dettaglio come sto facendo per le Operette morali...
Nota (*1): mi ero addirittura convinto che Erasmo, diversamente da quanto ricordavo, fosse un laico! Ma invece fu ordinato sacerdote nel 1492...
Nota (*2): quelle del Vecchio Testamento non sempre tornano: a volte sono sfalsate di un verso ma altre volte non le ho proprio trovate. Sarebbe interessante sapere che Bibbia usava Erasmo...
venerdì 8 agosto 2014
Lezione LXXIII: Cadenza
La lezione odierna è stata completamente atipica in quanto basata, su mia richiesta, esclusivamente sulla teoria.
Per tutta la lezione c'è stata la complicazione aggiuntiva che il maestro usava la tradizionale terminologia musicale e io dovevo tradurla al volo in semitoni. Ad esempio: dove per me un accordo maggiore è formato dalla tonale seguita dalla nota a 4 semitoni di distanza e poi da quella a 7; per il maestro invece c'è la tonale, la terza maggiore e la quinta. Comunque alla fine ci siamo capiti.
Nella prima parte della lezione il maestro mi ha rispiegato ciò che avevo “teorizzato” autonomamente in Nota avanti ma in compenso ha fatto chiarezza sugli accordi di settima (vedi le mie perplessità nelle note al pezzo sopraindicato).
Se la quarta nota (la “settima” del maestro) è a 10 semitoni di distanza dalla tonale si parla di accordo di settima minore che si indica col solo “7”. Ad esempio: A7, G7 o D7.
Se invece la quarta nota è a 11 semitoni di distanza si dice accordo di settima maggiore. Ad esempio: Cmaj7 o Fmaj7.
Poi c'è il caso particolare del SI dove la “quinta” del maestro non è “perfetta” ma “diminuita”: che in pratica significa solo che non si trova a 7 semitoni di distanza dalla tonale ma a 6. Il risultato è che, ad esempio nella tonalità di DO maggiore, non c'è né B né Bm. Comunque la settima è a 10 semitoni di distanza e per questo l'accordo di settima costruito su B si chiama Bdim7 (in semitoni: 0 /3/6/10).
Nel grafico qui di seguito mostro i vari accordi costruibili sulla tonalità di C maggiore. Ovviamente valgono le considerazioni fatte in Nota avanti riguardo le altre tonalità.
Nella seconda parte della lezione mi ha dato delle nuove informazioni molto interessanti...
Per prima cosa mi ha fatto notare le differenze fra le note di G7 e C: G7 è composto da SOL+SI+RE+FA mentre C da DO+MI+SOL.
In particolare la distanza fra SI e DO e fra MI e FA è di un semitono. L'orecchio “occidentale” (v. Tonalità e modo per l'aspetto di percezione psicologica della musica) percepisce queste differenze come tensioni che si “risolvono” con le note a un semitono di distanza. In pratica se si ascolta un G7 si ha la sensazione di qualcosa di incompleto che però viene “risolto” o completato dal C (o Cmaj7) che ha appunto le due note a un semitono di distanza.
Non mi è chiaro però perché il G7 si risolva nel C e non il viceversa visto che il DO segue il SI ma il MI precede il FA!
In questo caso si parla di cadenza 5°(7)+1° (in terminologia indipendente dalla specifica tonalità maggiore: di nuovo v. Nota avanti...)
Una delle cadenze più famose è 2°+5°(7)+1°+1° (o 6°). Che in tonalità di DO maggiore significa: Dm+G7+C+C oppure Dm+G7+C+A.
Quello che farò a breve sarà cambiare la sequenza di accordi dell'accompagnamento del mio brano Marcetta della cugina stitica (v. Marcetta della cugina stitica) con questa cadenza!
Poi mi si è accennato brevemente all'accordo (bicorde) “del diavolo” composto da SI+FA. Il problema è che queste due note sono a 6 semitoni di distanza (5° diminuita) e all'orecchio ciò non piace. Da sottolineare come proprio queste due note facciano parte del G7...
Altro breve accenno al fatto che le scale minori sono ben tre: in realtà l'avevo già letto e dopo un po' mi è tornato alla memoria.
Il problema è che nella tonalità minore classica la settima nota, il SOL, si trova a 2 semitoni di distanza dalla tonale dell'ottava superiore. Questo significa che manca la “sensibile” ovvero la nota a un solo semitono di distanza dalla tonale come invece è presente nella tonalità maggiore: questo toglie ai compositori la possibilità di creare alcuni effetti “drammatici” e per questo esiste una seconda tonalità minore che invece del SOL comprende il SOL#. In questo caso si ha però il problema che fra la 6° (FA) e 7° (SOL#) nota c'è una distanza di ben tre semitoni, insomma una sorta di buco che a volte fa comodo riempire...
Per questo esiste anche la terza tonalità minore in cui si sposta di un semitono anche la 6° nota (che nel nostro esempio diventa un FA#).
Sembra complicato ma basta osservare il seguente grafico:
Conclusione: la lezione, nonostante l'involontaria ripetizione di teoria che avevo già “scoperto” da solo, è stata molto interessante e col maestro abbiamo pianificato gli obiettivi a lungo termine: capire dagli accordi di una canzone in che tonalità siamo in maniera da poter improvvisare. Serviranno trucchi per capire i PC a che tonalità appartengono (non hanno la “terza”). E altro ancora che non saprei ripetere esattamente...
Per tutta la lezione c'è stata la complicazione aggiuntiva che il maestro usava la tradizionale terminologia musicale e io dovevo tradurla al volo in semitoni. Ad esempio: dove per me un accordo maggiore è formato dalla tonale seguita dalla nota a 4 semitoni di distanza e poi da quella a 7; per il maestro invece c'è la tonale, la terza maggiore e la quinta. Comunque alla fine ci siamo capiti.
Nella prima parte della lezione il maestro mi ha rispiegato ciò che avevo “teorizzato” autonomamente in Nota avanti ma in compenso ha fatto chiarezza sugli accordi di settima (vedi le mie perplessità nelle note al pezzo sopraindicato).
Se la quarta nota (la “settima” del maestro) è a 10 semitoni di distanza dalla tonale si parla di accordo di settima minore che si indica col solo “7”. Ad esempio: A7, G7 o D7.
Se invece la quarta nota è a 11 semitoni di distanza si dice accordo di settima maggiore. Ad esempio: Cmaj7 o Fmaj7.
Poi c'è il caso particolare del SI dove la “quinta” del maestro non è “perfetta” ma “diminuita”: che in pratica significa solo che non si trova a 7 semitoni di distanza dalla tonale ma a 6. Il risultato è che, ad esempio nella tonalità di DO maggiore, non c'è né B né Bm. Comunque la settima è a 10 semitoni di distanza e per questo l'accordo di settima costruito su B si chiama Bdim7 (in semitoni: 0 /3/6/10).
Nel grafico qui di seguito mostro i vari accordi costruibili sulla tonalità di C maggiore. Ovviamente valgono le considerazioni fatte in Nota avanti riguardo le altre tonalità.
Nella seconda parte della lezione mi ha dato delle nuove informazioni molto interessanti...
Per prima cosa mi ha fatto notare le differenze fra le note di G7 e C: G7 è composto da SOL+SI+RE+FA mentre C da DO+MI+SOL.
In particolare la distanza fra SI e DO e fra MI e FA è di un semitono. L'orecchio “occidentale” (v. Tonalità e modo per l'aspetto di percezione psicologica della musica) percepisce queste differenze come tensioni che si “risolvono” con le note a un semitono di distanza. In pratica se si ascolta un G7 si ha la sensazione di qualcosa di incompleto che però viene “risolto” o completato dal C (o Cmaj7) che ha appunto le due note a un semitono di distanza.
Non mi è chiaro però perché il G7 si risolva nel C e non il viceversa visto che il DO segue il SI ma il MI precede il FA!
In questo caso si parla di cadenza 5°(7)+1° (in terminologia indipendente dalla specifica tonalità maggiore: di nuovo v. Nota avanti...)
Una delle cadenze più famose è 2°+5°(7)+1°+1° (o 6°). Che in tonalità di DO maggiore significa: Dm+G7+C+C oppure Dm+G7+C+A.
Quello che farò a breve sarà cambiare la sequenza di accordi dell'accompagnamento del mio brano Marcetta della cugina stitica (v. Marcetta della cugina stitica) con questa cadenza!
Poi mi si è accennato brevemente all'accordo (bicorde) “del diavolo” composto da SI+FA. Il problema è che queste due note sono a 6 semitoni di distanza (5° diminuita) e all'orecchio ciò non piace. Da sottolineare come proprio queste due note facciano parte del G7...
Altro breve accenno al fatto che le scale minori sono ben tre: in realtà l'avevo già letto e dopo un po' mi è tornato alla memoria.
Il problema è che nella tonalità minore classica la settima nota, il SOL, si trova a 2 semitoni di distanza dalla tonale dell'ottava superiore. Questo significa che manca la “sensibile” ovvero la nota a un solo semitono di distanza dalla tonale come invece è presente nella tonalità maggiore: questo toglie ai compositori la possibilità di creare alcuni effetti “drammatici” e per questo esiste una seconda tonalità minore che invece del SOL comprende il SOL#. In questo caso si ha però il problema che fra la 6° (FA) e 7° (SOL#) nota c'è una distanza di ben tre semitoni, insomma una sorta di buco che a volte fa comodo riempire...
Per questo esiste anche la terza tonalità minore in cui si sposta di un semitono anche la 6° nota (che nel nostro esempio diventa un FA#).
Sembra complicato ma basta osservare il seguente grafico:
Conclusione: la lezione, nonostante l'involontaria ripetizione di teoria che avevo già “scoperto” da solo, è stata molto interessante e col maestro abbiamo pianificato gli obiettivi a lungo termine: capire dagli accordi di una canzone in che tonalità siamo in maniera da poter improvvisare. Serviranno trucchi per capire i PC a che tonalità appartengono (non hanno la “terza”). E altro ancora che non saprei ripetere esattamente...
giovedì 7 agosto 2014
Sogno sottomarino
Mi trovavo in una stazione di ricerca sottomarina russa. Io ero me stesso anche se si trattava di una versione più idealizzata: più giovane, più magro, con più capelli e forse più alto. Insieme a me c'erano due ragazze: la versione idealizzata di una mia amica e una ragazza bionda. Tutti e tre eravamo degli scienziati: la bionda probabilmente una matematica.
La stazione si trovava sul fondo del mare perché l'acqua filtrava via le interferenze non volute dell'antenna che gestivamo.
Eravamo vestiti un po' alla Star Trek ma anche le donne avevano i pantaloni. Ci trovavamo nella stanza con tutta la strumentazione scientifica: monitor, macchinari, indicatori, pulsanti, levette, etc...
La cosa interessante è che eravamo morti! Ma eravamo stati riportati in vita da una medicina sperimentale russa...
Gli USA erano in guerra con la Russia ma noi ci sentivamo tranquilli perché la stazione non aveva scopi bellici ma solo scientifici. Nonostante questo il laser a raggi X di un satellite americano ci aveva colpito distruggendo o comunque danneggiando l'antenna.
Eravamo quindi rimasti isolati. La mia amica era molto preoccupata perché lei era la morta “più grave” e senza rifornimenti di medicinali temeva di peggiorare rapidamente.
Così io cerco di rassicurarla ipotizzando che saremo in grado di aggiustare i guasti e ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.
Proprio in quel momento ho una crisi e casco a terra: dagli occhi, nasi e bocca mi esce del pus giallo. La bionda mi dà una rapida occhiata e dice che si tratta di una forma di atrofia (?) e che presto mi sarei ripreso: aveva già visto crisi di questo genere.
Le donne mi prendono sottobraccio e mi trasportano nell'infermeria che, in realtà, è una comune cameretta per bambini con una piccola lettiga nel mezzo e mucchi di pupazzi, abiti e cuscini per terra tutt'intorno.
Prima di arrivarci però, mentre attraversiamo un corridoio, la bionda fa un discorso estemporaneo dicendo che il numero 490 attribuito a [nome tedesco] avrebbe dovuto invece essere assegnato a [nome arabo].
Mi hanno appena depositato sul lettino quando la bionda lancia un urlo di puro terrore.
Indica lo “sgabuzzino” e dice che c'è qualcosa. In realtà lo sgabuzzino è un corridoio chiuso largo circa un metro e lungo quattro, con una porta intermedia dopo due metri, perpendicolare alla cameretta dove sono adesso.
Io mi alzo e vado sulla soglia (so che è incongruenza) dello sgabuzzino a vedere di cosa si tratta.
Lo sgabuzzino è perfettamente illuminato (sebbena la luce grigia sul fondo di esso sia molto strana) e, fra i mucchi di roba per terra, non si può nascondere nessun “mostro” molto più grande di un topo.
Immediatamente ho il sospetto che la bionda abbia un calo della vista e non veda bene già a pochi metri di distanza.
Così vado sul fondo dello sgabuzzino e mi volto verso di lei mulinando le braccia per farmi vedere bene e dicendole che è tutto a posto. Lei sembra improvvisamente rassicurata e totalmente disinteressata. Talmente subitanea è la sua tranquillità da apparire sospetta.
Infatti, mentre sto uscendo dallo sgabuzzino, quando sono a circa metà di esso, di nuovo la bionda strabuzza gli occhi e lancia un urlo di puro orrore indicando qualcosa alle mie spalle. Già sul momento capisco che ha una nuova allucinazione ma il sobbalzo che mi fa fare è tale che mi sveglio!
Da sveglio ho pensato anche allo strano riferimento al numero 490: è probabile che la bionda si fosse resa conto di stare perdendo il controllo delle proprie facoltà mentali e, per questo, si sforzava di mantenere la mente concentrata ripetendo mentalmente informazioni sui vari numeri.
Evidentemente quando ha parlato del 490 aveva detto quello che stava pensando senza rendersene conto: un chiaro sintomo del progressivo deterioramento delle sue condizioni...
Come in tutti i miei sogni le stanze erano prive di finestre ma in questo caso aveva senso perché eravamo sotto la superficie del mare.
Pochi cambiamenti e sarebbe la base per un buon racconto...
Invece che morti si potrebbe essere semplicemente infetti: esiste una medicina che non fa guarire ma che blocca la malattia. Invece della guerra con gli USA semplicemente un attacco terroristico...
Peccato che mi sia svegliato così presto: sono sicuro che ci sarebbero stati dei colpi di scena molto interessanti.
La stazione si trovava sul fondo del mare perché l'acqua filtrava via le interferenze non volute dell'antenna che gestivamo.
Eravamo vestiti un po' alla Star Trek ma anche le donne avevano i pantaloni. Ci trovavamo nella stanza con tutta la strumentazione scientifica: monitor, macchinari, indicatori, pulsanti, levette, etc...
La cosa interessante è che eravamo morti! Ma eravamo stati riportati in vita da una medicina sperimentale russa...
Gli USA erano in guerra con la Russia ma noi ci sentivamo tranquilli perché la stazione non aveva scopi bellici ma solo scientifici. Nonostante questo il laser a raggi X di un satellite americano ci aveva colpito distruggendo o comunque danneggiando l'antenna.
Eravamo quindi rimasti isolati. La mia amica era molto preoccupata perché lei era la morta “più grave” e senza rifornimenti di medicinali temeva di peggiorare rapidamente.
Così io cerco di rassicurarla ipotizzando che saremo in grado di aggiustare i guasti e ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.
Proprio in quel momento ho una crisi e casco a terra: dagli occhi, nasi e bocca mi esce del pus giallo. La bionda mi dà una rapida occhiata e dice che si tratta di una forma di atrofia (?) e che presto mi sarei ripreso: aveva già visto crisi di questo genere.
Le donne mi prendono sottobraccio e mi trasportano nell'infermeria che, in realtà, è una comune cameretta per bambini con una piccola lettiga nel mezzo e mucchi di pupazzi, abiti e cuscini per terra tutt'intorno.
Prima di arrivarci però, mentre attraversiamo un corridoio, la bionda fa un discorso estemporaneo dicendo che il numero 490 attribuito a [nome tedesco] avrebbe dovuto invece essere assegnato a [nome arabo].
Mi hanno appena depositato sul lettino quando la bionda lancia un urlo di puro terrore.
Indica lo “sgabuzzino” e dice che c'è qualcosa. In realtà lo sgabuzzino è un corridoio chiuso largo circa un metro e lungo quattro, con una porta intermedia dopo due metri, perpendicolare alla cameretta dove sono adesso.
Io mi alzo e vado sulla soglia (so che è incongruenza) dello sgabuzzino a vedere di cosa si tratta.
Lo sgabuzzino è perfettamente illuminato (sebbena la luce grigia sul fondo di esso sia molto strana) e, fra i mucchi di roba per terra, non si può nascondere nessun “mostro” molto più grande di un topo.
Immediatamente ho il sospetto che la bionda abbia un calo della vista e non veda bene già a pochi metri di distanza.
Così vado sul fondo dello sgabuzzino e mi volto verso di lei mulinando le braccia per farmi vedere bene e dicendole che è tutto a posto. Lei sembra improvvisamente rassicurata e totalmente disinteressata. Talmente subitanea è la sua tranquillità da apparire sospetta.
Infatti, mentre sto uscendo dallo sgabuzzino, quando sono a circa metà di esso, di nuovo la bionda strabuzza gli occhi e lancia un urlo di puro orrore indicando qualcosa alle mie spalle. Già sul momento capisco che ha una nuova allucinazione ma il sobbalzo che mi fa fare è tale che mi sveglio!
Da sveglio ho pensato anche allo strano riferimento al numero 490: è probabile che la bionda si fosse resa conto di stare perdendo il controllo delle proprie facoltà mentali e, per questo, si sforzava di mantenere la mente concentrata ripetendo mentalmente informazioni sui vari numeri.
Evidentemente quando ha parlato del 490 aveva detto quello che stava pensando senza rendersene conto: un chiaro sintomo del progressivo deterioramento delle sue condizioni...
Come in tutti i miei sogni le stanze erano prive di finestre ma in questo caso aveva senso perché eravamo sotto la superficie del mare.
Pochi cambiamenti e sarebbe la base per un buon racconto...
Invece che morti si potrebbe essere semplicemente infetti: esiste una medicina che non fa guarire ma che blocca la malattia. Invece della guerra con gli USA semplicemente un attacco terroristico...
Peccato che mi sia svegliato così presto: sono sicuro che ci sarebbero stati dei colpi di scena molto interessanti.
mercoledì 6 agosto 2014
Memoria, passato e destino (3/?)
Mi è d'obbligo adesso cambiare il ritmo della narrazione: non è tanto una mia scelta quanto una triste necessità. Da metà del secondo anno, per i successivi cinque o sei anni non ricordo praticamente niente. Non esagero. Ricordo solo alcuni eventi macroscopici come qualche esame, la morte di qualche parente e poco più.
Un esempio: il mio migliore amico, che conobbi al primo anno di università, recentemente ha trovato un emulatore di Amiga (un vecchio modello di computer che avevo a quei tempi: v. MC 53) con svariati giochi con i quali spesso finivamo per giocare invece che studiare. Ecco di essi io ho solo un vaghissimo ricordo mentre, a suo dire, ci giocavamo per giorni e giorni!
Un altro esempio: ho un vago ricordo di essere stato a Londra in vacanza con mio padre ma non chiedetemi altro! Idem in vacanza in montagna...
Altro esempio: ho rivisto delle riprese video che feci una sera al circolo dove andavo a giocare a scacchi. Ho visto il volto di molti ragazzi che ricordo all'epoca, ne sono sicuro, conoscevo abbastanza bene ma di cui adesso non saprei nemmeno dire i nomi...
In pratica ho ricordi accuratissimi fino al 1991 che poi riprendono altrettanto accuratamente dal 1998 ma del periodo intermedio ho solo una vaga idea...
Durante il periodo buio riuscii a dare (nel sonno!) un paio di esami l'anno con voti bassissimi. Credo che ha un certo punto con lo “specialista” si decise di diminuire le dosi. Iniziò a prescrivermi anche il prozac ma non ricordo insieme a cosa lo prendevo.
Ricordo invece che quando andava in farmacia il farmacista ogni volta mi diceva di “stare attento”, che “erano medicinali forti” e cose di questo genere. Lo “specialista” quando glielo raccontavo sbuffava e mi diceva: «credono che tu sia un drogato ma se prescrivessi queste medicine a un tossicodipendente me le tirerebbe dietro!». E risate.
Poi un giorno ebbi un'epifania. Ne ho scritto dettagliatamente in Napoleone e il dentista ma, in breve, mia mamma mi regalò un inutile libro sulle tecniche per rilassarsi e dormire meglio. Nell'introduzione del libro si accennava al fatto che anche Napoleone soffriva d'insonnia e che dormiva sulle cinque ore a notte. Per me che, nonostante le medicine, dormivo circa tre ore spezzettate malamente per nottata, cinque ore sarebbero state tantissimo.
Fu allora che improvvisamente la mia ossessione per il sonno, che avevo anteposto a tutto, venne meno. Suona stupido ma il ragionamento che feci fu del tipo: “se le persone normali dormono 7 ore e Napoleone ne dormiva 5 allora io che ne dormo 3 sono meglio di Napoleone!”
Decisi quindi che non mi importava più quanto dormivo per notte: sapevo già per esperienza che se non dormivo per tre notti poi alla quarta crollavo e mi rifacevo.
Smisi da un giorno all'altro di prendere medicine, cosa che dicono non debba essere fatta...
Probabilmente lo smettere improvvisamente col prozac, che mi sembrava non mi facesse niente, mi dette un po' di depressione ma sostanzialmente non me ne accorsi. Nei mesi seguenti mi accorgevo che la memoria mi stava tornando e riuscii a dare un paio di esami difficili che mi erano rimasti con risultati discreti. Già: ricordo benissimo gli esami del primo anno con “Simulazione” e “LFC” che furono invece gli ultimi due; degli altri ricordo poco o nulla anche se, le nozioni basi, comunque le assimilai.
Oltre al buco di sette anni nella mia memoria, che comunque non tornò mai a essere precisa come prima, questa “cura” ebbe un altro importante effetto.
Il mio carattere ne uscì modificato o, meglio, ripartii cambiato: nel mio carattere c'era sempre stato un elemento ossessivo (strettamente collegato alla memoria credo) che mi faceva eccellere in ambito matematico/scientifico che i vari farmaci soppressero notevolmente.
Al liceo avevo odiato filosofia, deriso religione e sbadigliato a storia: dopo il “buco” questi divennero e tuttora sono (con l'aggiunta della chitarra) i miei principali interessi! Ai tempi del liceo ero appassionatissimo di calcolatori e di informatica in genere: già dopo il primo anno di università questa materia iniziò però a darmi la nausea. E tuttora odio i vari gadget tecnologici che prima mi appassionavano tanto...
Al liceo odiavo scrivere mentre ora tengo un viario piuttosto corposo. Bo suppongo che se ci pensassi troverei molti altri esempi...
Ecco, più del carattere cambiarono i miei gusti: una specie di curva a U però. Non credo sia normale.
Sarebbe interessante sapere quanto un amico del liceo sarebbe in grado di riconoscere del mio "vecchio" me in questo "nuovo" io...
Anche il mio rapporto con gli altri cambiò: adesso, ad esempio, sono forse maggiormente in grado di capire le altre persone e rapportarmi con loro. Se ai tempi del liceo avessi dovuto spiegare qualcosa, qualsiasi cosa, a un'altra persona l'avrei fatto dal mio punto di vista, dando una spiegazione matematico/scientifica precisa e molto tecnica. Adesso invece riesco molto facilmente a immaginarmi il modo di pensare delle altre persone e modulo le mie spiegazioni in una forma che sia facilmente comprensibile.
In conclusione questo è il motivo per cui sono “ossessionato” dalla memoria. Mi sento derubato di sette anni e per questo adesso la controllo e esercito più di prima nel vano tentativo di farla tornare a essere ciò che fu.
Mi chiedo poi quanta sia la mia colpa nella maniera in cui gestii la situazione. Negli anni del “buco” ricordo che mi sentivo molto in colpa per non andare bene all'università e ritenevo di essere il principale responsabile (scarso impegno, mancanza di metodo) anche a causa della mancanza di sonno.
Adesso credo che la colpa maggiore fu dello “specialista” con la concomitanza di altri tre fattori ( 1. il divorzio dei miei 2. la malattia degli zii 3. il fattore ambientale, l'autoclave) che in condizione normali avrebbero potuto allertarmi che qualcosa non andava in me o, in alternativa, avrei potuto dormire con una “cura” molto breve invece che “perenne” e comunque inefficace.
C'è anche da dire che quando andavo dallo “specialista” ero sempre molto ottimista: dicevo che il sonno andava un po' meglio, non accennavo alle difficoltà nello studio che ritenevo dipendessero dalla mia scarsa applicazione e, insomma, davo l'impressione che tutto andasse bene. È però vero che stava a lui farmi le domande giuste e mettere in relazione ciò che a me sfuggiva...
Mi chiedo che vita avrei avuto se mi fossi laureato in quattro anni, con un voto decente e soprattutto con la piena fiducia nelle mie capacità...
PS: direttamente da wikipedia (v. Trimipramina) le controindicazioni del surmontil... La lista per l'Anafranil è ugualmente variopinta!
Adverse effects
Common adverse effects include:
Sedation — especially common with trimipramine compared to the other TCAs
Anticholinergic effects including:
- dry mouth
- blurred vision
- mydriasis
- decreased lacrimation
- constipation
- urinary hesitancy or retention
- reduced GI motility
- Tachycardia (high heart rate)
- anticholinergic delirium (particularly in the elderly and in Parkinson's disease)
- Weight gain
- Orthostatic hypotension
- Sexual dysfunction including impotence, loss of libido and other sexual adverse effects
- Tremor
- Dizziness
- Sweating
- Anxiety
- Insomnia
- Agitation
- Rash
whereas adverse effects with an unknown incidence includes:
- Confusion
- Nausea
- Vomiting
- Extrapyramidal side effects (e.g. Parkinsonism, dystonia, etc.)
- Tinnitus
- Paraesthesia
- ECG changes
- Increased liver function tests
and rare adverse effects include:
- Seizures
- Syndrome of inappropriate secretion of antidiuretic hormone (SIADH)
- Blood dyscrasias including:
- Agranulocytosis
- Thrombocytopenia
- Eosinophilia
- Leukopaenia
- Myocardial infarction
- Heart block
- QTc interval prolongation
- Sudden cardiac death
- Depression worsening
- Suicidal ideation
Contraindications
Contraindications include:
- Recent myocardial infarction
- Any degree of heart block or other cardiac arrhythmias
- Mania
- Severe liver disease
- During breast feeding
- Hypersensitivity to trimipramine maleate or to any of the excipients
Un esempio: il mio migliore amico, che conobbi al primo anno di università, recentemente ha trovato un emulatore di Amiga (un vecchio modello di computer che avevo a quei tempi: v. MC 53) con svariati giochi con i quali spesso finivamo per giocare invece che studiare. Ecco di essi io ho solo un vaghissimo ricordo mentre, a suo dire, ci giocavamo per giorni e giorni!
Un altro esempio: ho un vago ricordo di essere stato a Londra in vacanza con mio padre ma non chiedetemi altro! Idem in vacanza in montagna...
Altro esempio: ho rivisto delle riprese video che feci una sera al circolo dove andavo a giocare a scacchi. Ho visto il volto di molti ragazzi che ricordo all'epoca, ne sono sicuro, conoscevo abbastanza bene ma di cui adesso non saprei nemmeno dire i nomi...
In pratica ho ricordi accuratissimi fino al 1991 che poi riprendono altrettanto accuratamente dal 1998 ma del periodo intermedio ho solo una vaga idea...
Durante il periodo buio riuscii a dare (nel sonno!) un paio di esami l'anno con voti bassissimi. Credo che ha un certo punto con lo “specialista” si decise di diminuire le dosi. Iniziò a prescrivermi anche il prozac ma non ricordo insieme a cosa lo prendevo.
Ricordo invece che quando andava in farmacia il farmacista ogni volta mi diceva di “stare attento”, che “erano medicinali forti” e cose di questo genere. Lo “specialista” quando glielo raccontavo sbuffava e mi diceva: «credono che tu sia un drogato ma se prescrivessi queste medicine a un tossicodipendente me le tirerebbe dietro!». E risate.
Poi un giorno ebbi un'epifania. Ne ho scritto dettagliatamente in Napoleone e il dentista ma, in breve, mia mamma mi regalò un inutile libro sulle tecniche per rilassarsi e dormire meglio. Nell'introduzione del libro si accennava al fatto che anche Napoleone soffriva d'insonnia e che dormiva sulle cinque ore a notte. Per me che, nonostante le medicine, dormivo circa tre ore spezzettate malamente per nottata, cinque ore sarebbero state tantissimo.
Fu allora che improvvisamente la mia ossessione per il sonno, che avevo anteposto a tutto, venne meno. Suona stupido ma il ragionamento che feci fu del tipo: “se le persone normali dormono 7 ore e Napoleone ne dormiva 5 allora io che ne dormo 3 sono meglio di Napoleone!”
Decisi quindi che non mi importava più quanto dormivo per notte: sapevo già per esperienza che se non dormivo per tre notti poi alla quarta crollavo e mi rifacevo.
Smisi da un giorno all'altro di prendere medicine, cosa che dicono non debba essere fatta...
Probabilmente lo smettere improvvisamente col prozac, che mi sembrava non mi facesse niente, mi dette un po' di depressione ma sostanzialmente non me ne accorsi. Nei mesi seguenti mi accorgevo che la memoria mi stava tornando e riuscii a dare un paio di esami difficili che mi erano rimasti con risultati discreti. Già: ricordo benissimo gli esami del primo anno con “Simulazione” e “LFC” che furono invece gli ultimi due; degli altri ricordo poco o nulla anche se, le nozioni basi, comunque le assimilai.
Oltre al buco di sette anni nella mia memoria, che comunque non tornò mai a essere precisa come prima, questa “cura” ebbe un altro importante effetto.
Il mio carattere ne uscì modificato o, meglio, ripartii cambiato: nel mio carattere c'era sempre stato un elemento ossessivo (strettamente collegato alla memoria credo) che mi faceva eccellere in ambito matematico/scientifico che i vari farmaci soppressero notevolmente.
Al liceo avevo odiato filosofia, deriso religione e sbadigliato a storia: dopo il “buco” questi divennero e tuttora sono (con l'aggiunta della chitarra) i miei principali interessi! Ai tempi del liceo ero appassionatissimo di calcolatori e di informatica in genere: già dopo il primo anno di università questa materia iniziò però a darmi la nausea. E tuttora odio i vari gadget tecnologici che prima mi appassionavano tanto...
Al liceo odiavo scrivere mentre ora tengo un viario piuttosto corposo. Bo suppongo che se ci pensassi troverei molti altri esempi...
Ecco, più del carattere cambiarono i miei gusti: una specie di curva a U però. Non credo sia normale.
Sarebbe interessante sapere quanto un amico del liceo sarebbe in grado di riconoscere del mio "vecchio" me in questo "nuovo" io...
Anche il mio rapporto con gli altri cambiò: adesso, ad esempio, sono forse maggiormente in grado di capire le altre persone e rapportarmi con loro. Se ai tempi del liceo avessi dovuto spiegare qualcosa, qualsiasi cosa, a un'altra persona l'avrei fatto dal mio punto di vista, dando una spiegazione matematico/scientifica precisa e molto tecnica. Adesso invece riesco molto facilmente a immaginarmi il modo di pensare delle altre persone e modulo le mie spiegazioni in una forma che sia facilmente comprensibile.
In conclusione questo è il motivo per cui sono “ossessionato” dalla memoria. Mi sento derubato di sette anni e per questo adesso la controllo e esercito più di prima nel vano tentativo di farla tornare a essere ciò che fu.
Mi chiedo poi quanta sia la mia colpa nella maniera in cui gestii la situazione. Negli anni del “buco” ricordo che mi sentivo molto in colpa per non andare bene all'università e ritenevo di essere il principale responsabile (scarso impegno, mancanza di metodo) anche a causa della mancanza di sonno.
Adesso credo che la colpa maggiore fu dello “specialista” con la concomitanza di altri tre fattori ( 1. il divorzio dei miei 2. la malattia degli zii 3. il fattore ambientale, l'autoclave) che in condizione normali avrebbero potuto allertarmi che qualcosa non andava in me o, in alternativa, avrei potuto dormire con una “cura” molto breve invece che “perenne” e comunque inefficace.
C'è anche da dire che quando andavo dallo “specialista” ero sempre molto ottimista: dicevo che il sonno andava un po' meglio, non accennavo alle difficoltà nello studio che ritenevo dipendessero dalla mia scarsa applicazione e, insomma, davo l'impressione che tutto andasse bene. È però vero che stava a lui farmi le domande giuste e mettere in relazione ciò che a me sfuggiva...
Mi chiedo che vita avrei avuto se mi fossi laureato in quattro anni, con un voto decente e soprattutto con la piena fiducia nelle mie capacità...
PS: direttamente da wikipedia (v. Trimipramina) le controindicazioni del surmontil... La lista per l'Anafranil è ugualmente variopinta!
Adverse effects
Common adverse effects include:
Sedation — especially common with trimipramine compared to the other TCAs
Anticholinergic effects including:
- dry mouth
- blurred vision
- mydriasis
- decreased lacrimation
- constipation
- urinary hesitancy or retention
- reduced GI motility
- Tachycardia (high heart rate)
- anticholinergic delirium (particularly in the elderly and in Parkinson's disease)
- Weight gain
- Orthostatic hypotension
- Sexual dysfunction including impotence, loss of libido and other sexual adverse effects
- Tremor
- Dizziness
- Sweating
- Anxiety
- Insomnia
- Agitation
- Rash
whereas adverse effects with an unknown incidence includes:
- Confusion
- Nausea
- Vomiting
- Extrapyramidal side effects (e.g. Parkinsonism, dystonia, etc.)
- Tinnitus
- Paraesthesia
- ECG changes
- Increased liver function tests
and rare adverse effects include:
- Seizures
- Syndrome of inappropriate secretion of antidiuretic hormone (SIADH)
- Blood dyscrasias including:
- Agranulocytosis
- Thrombocytopenia
- Eosinophilia
- Leukopaenia
- Myocardial infarction
- Heart block
- QTc interval prolongation
- Sudden cardiac death
- Depression worsening
- Suicidal ideation
Contraindications
Contraindications include:
- Recent myocardial infarction
- Any degree of heart block or other cardiac arrhythmias
- Mania
- Severe liver disease
- During breast feeding
- Hypersensitivity to trimipramine maleate or to any of the excipients
Iscriviti a:
Post (Atom)