«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

venerdì 8 agosto 2014

Lezione LXXIII: Cadenza

La lezione odierna è stata completamente atipica in quanto basata, su mia richiesta, esclusivamente sulla teoria.
Per tutta la lezione c'è stata la complicazione aggiuntiva che il maestro usava la tradizionale terminologia musicale e io dovevo tradurla al volo in semitoni. Ad esempio: dove per me un accordo maggiore è formato dalla tonale seguita dalla nota a 4 semitoni di distanza e poi da quella a 7; per il maestro invece c'è la tonale, la terza maggiore e la quinta. Comunque alla fine ci siamo capiti.

Nella prima parte della lezione il maestro mi ha rispiegato ciò che avevo “teorizzato” autonomamente in Nota avanti ma in compenso ha fatto chiarezza sugli accordi di settima (vedi le mie perplessità nelle note al pezzo sopraindicato).
Se la quarta nota (la “settima” del maestro) è a 10 semitoni di distanza dalla tonale si parla di accordo di settima minore che si indica col solo “7”. Ad esempio: A7, G7 o D7.
Se invece la quarta nota è a 11 semitoni di distanza si dice accordo di settima maggiore. Ad esempio: Cmaj7 o Fmaj7.

Poi c'è il caso particolare del SI dove la “quinta” del maestro non è “perfetta” ma “diminuita”: che in pratica significa solo che non si trova a 7 semitoni di distanza dalla tonale ma a 6. Il risultato è che, ad esempio nella tonalità di DO maggiore, non c'è né B né Bm. Comunque la settima è a 10 semitoni di distanza e per questo l'accordo di settima costruito su B si chiama Bdim7 (in semitoni: 0 /3/6/10).

Nel grafico qui di seguito mostro i vari accordi costruibili sulla tonalità di C maggiore. Ovviamente valgono le considerazioni fatte in Nota avanti riguardo le altre tonalità.


Nella seconda parte della lezione mi ha dato delle nuove informazioni molto interessanti...

Per prima cosa mi ha fatto notare le differenze fra le note di G7 e C: G7 è composto da SOL+SI+RE+FA mentre C da DO+MI+SOL.
In particolare la distanza fra SI e DO e fra MI e FA è di un semitono. L'orecchio “occidentale” (v. Tonalità e modo per l'aspetto di percezione psicologica della musica) percepisce queste differenze come tensioni che si “risolvono” con le note a un semitono di distanza. In pratica se si ascolta un G7 si ha la sensazione di qualcosa di incompleto che però viene “risolto” o completato dal C (o Cmaj7) che ha appunto le due note a un semitono di distanza.
Non mi è chiaro però perché il G7 si risolva nel C e non il viceversa visto che il DO segue il SI ma il MI precede il FA!
In questo caso si parla di cadenza 5°(7)+1° (in terminologia indipendente dalla specifica tonalità maggiore: di nuovo v. Nota avanti...)
Una delle cadenze più famose è 2°+5°(7)+1°+1° (o 6°). Che in tonalità di DO maggiore significa: Dm+G7+C+C oppure Dm+G7+C+A.
Quello che farò a breve sarà cambiare la sequenza di accordi dell'accompagnamento del mio brano Marcetta della cugina stitica (v. Marcetta della cugina stitica) con questa cadenza!

Poi mi si è accennato brevemente all'accordo (bicorde) “del diavolo” composto da SI+FA. Il problema è che queste due note sono a 6 semitoni di distanza (5° diminuita) e all'orecchio ciò non piace. Da sottolineare come proprio queste due note facciano parte del G7...

Altro breve accenno al fatto che le scale minori sono ben tre: in realtà l'avevo già letto e dopo un po' mi è tornato alla memoria.
Il problema è che nella tonalità minore classica la settima nota, il SOL, si trova a 2 semitoni di distanza dalla tonale dell'ottava superiore. Questo significa che manca la “sensibile” ovvero la nota a un solo semitono di distanza dalla tonale come invece è presente nella tonalità maggiore: questo toglie ai compositori la possibilità di creare alcuni effetti “drammatici” e per questo esiste una seconda tonalità minore che invece del SOL comprende il SOL#. In questo caso si ha però il problema che fra la 6° (FA) e 7° (SOL#) nota c'è una distanza di ben tre semitoni, insomma una sorta di buco che a volte fa comodo riempire...
Per questo esiste anche la terza tonalità minore in cui si sposta di un semitono anche la 6° nota (che nel nostro esempio diventa un FA#).
Sembra complicato ma basta osservare il seguente grafico:


Conclusione: la lezione, nonostante l'involontaria ripetizione di teoria che avevo già “scoperto” da solo, è stata molto interessante e col maestro abbiamo pianificato gli obiettivi a lungo termine: capire dagli accordi di una canzone in che tonalità siamo in maniera da poter improvvisare. Serviranno trucchi per capire i PC a che tonalità appartengono (non hanno la “terza”). E altro ancora che non saprei ripetere esattamente...

Nessun commento:

Posta un commento