Ieri mi sono comprato dei nuovi scarponi per escursioni: ho infatti terminato l'abbonamento alla palestra e, visto che l'ultimo mese quasi non ci sono andato, ho deciso di non rinnovarlo.
Però devo comunque fare un po' di moto per contenere il mio peso: l'ideale sarebbe correre ma, obbiettivamente, lo odio; invece mi piace camminare, perché mi dà modo di riflettere e di rilassarmi, e quindi, come stimolo aggiuntivo, mi sono deciso per questo acquisto.
Oltretutto gli scarponi che avevo me li aveva regalati mio padre che non li adoperava più: scarponi vecchi quindi, credo fine anni '70 o inizio '80 (*1), ma che non essendo stati usurati da me non mi erano nemmeno particolarmente comodi. Anzi più di qualche problema me lo hanno sempre dato anche dopo solo un ora o due che li portavo. Li ho anche usati per delle gite relativamente impegnative (max. 20 Km) ma attualmente li usavo solo come “scarpacce” quando lavoro in giardino...
Così ieri sono andato in grande negozio specializzato in articoli sportivi e mi sono fatto consigliare da una premurosa commessa: le ho spiegato le mie necessità e alla fine ci siamo concentrati su tre modelli. Il primo modello era molto leggero con la protezione per le caviglie bassa, il secondo era invece “vecchio stile” (le avevo spiegato a che tipo di scarpe ero abituato) e il terzo una via di mezzo...
La commessa puntava molto sulla leggerezza ma a me, abituato ai vecchi scarponi, tutti i modelli mi sembravano leggeri e comodi come ciabatte!
Alla fine ho optato prudentemente per il tipo intermedio: protezione alle caviglie alta ma comunque di stile piuttosto moderno.
Oggi ho voluto pesarli: i vecchi scarponi pesano 1,8Kg mentre i nuovi, che erano comunque fra i più massicci, pesano solo 1,2Kg!
La misurazione del peso ha avuto un retroscena catastrofico: per pesare gli scarponi avevo deciso di usare la bilancia da cucina mettendo le scarpe non direttamente sopra al piattino ma impilandole sulla loro scatola di cartone.
Alla seconda pesata questa pila poco stabile è crollata: di solito sono rapidissimo a riafferrare al volo qualsiasi oggetto mi sfugga ma in questo caso non ci sono riuscito e, a causa di una catena di coincidenze sfortunate, il mio amatissimo bicchiere che uso sempre è caduto a terra rompendosi!
Si trattava di un bicchiere, ex-barattolo Nutella, con l'emblema e la maglietta della nazionale di calcio italiana, mi pare del 2008: adesso non lo ritroverò più...
L'aspetto positivo è che ho la scusa per comprarmi un nuovo barattolo di Nutella: spero di trovarne uno con un disegno che mi piaccia ma, se proprio dovrò prenderne uno infantile, spero di trovare quello del gatto Silvestro...
Nota (*1): ricordo quando li comprò: eravamo andati sulle Dolomiti e i suoi vecchi scarponi si erano sciupati. Al negoziante chiese il modello più resistente che avesse e ci rimase male quando scoprì che non aveva un rinforzo metallico nel tacco!
giovedì 31 ottobre 2013
lunedì 28 ottobre 2013
Il maresciallo di Richelieu
Ormai lo scorso luglio, pubblicai il pezzo Il fattaccio 3/4 (*1) dove lo zio presentava una coppia di libri: il primo di questi era Vita privata del maresciallo di Richelieu di autore anonimo (*2) a cura di Benedetta Craveri, ADELPHI Edizioni, 1989.
Noto adesso l'anno di pubblicazione, il 1989, ovvero nel bicentenario della rivoluzione francese: evidentemente non una coincidenza...
Secondo lo zio, con una lunga catena di congetture esposte nel pezzo sopramenzionato e al quale rimando per i dettagli, questo libro dà un colpo mortale a un pilastro dell'illuminismo, sempre secondo lo zio, riverito dalla scuola pubblica come Voltaire...
Onestamente, più che un colpo mortale, al massimo si tratta di un petardo: ma di quelli piccini piccini che stanno a dozzine in pacchettini delle dimensioni di scatole di fiammiferi...
Il libro parla infatti degli amori, anzi delle tresche, che il maresciallo di Richelieu ebbe con le più belle nobildonne (ma non solo) di Francia. Voltaire viene menzionato una sola volta all'inizio del libro, e niente più...
In pratica Richelieu appare come un uomo dalla dubbia morale estremamente sprezzante delle donne, che immancabilmente cadevano preda del suo fascino, e di tutti coloro che non fossero di sangue nobile. C'è anche da dire che nelle sue avventure Richelieu dimostra però anche una notevole astuzia e prontezza di spirito: probabilmente un uomo di grandi qualità mai però pienamente sfruttate a causa della sua ossessione per il libertinaggio.
Solo nelle note (circa un quinto del libro) si scopre che il maresciallo di Richelieu e Voltaire erano stati relativamente amici, anzi relativamente vicini, anzi relativamente in contatto...
Un uomo come Richelieu non si sarebbe mai abbassato a diventare intimo di un semplice anche se illustre borghese come Voltaire ma, evidentemente, ne apprezzava i suoi complimenti e ci doveva essere fra i due una certa simpatia reciproca.
Nel corso degli anni le loro vite si intrecciarono più volte ma personalmente, almeno dalle note che ho letto, non ci vedo un legame così profondo che permetta di accusare Voltaire di complicità con l'ancien régime...
C'è da dire che, a differenza di mio zio, non ho mai studiato né letto niente sulla rivoluzione francese: è possibilissimo che lo zio avesse altri elementi per collegare insieme il maresciallo Richelieu a Voltaire che io invece non ho...
C'è da aggiungere che lo zio aveva un notevole intuito storico e che a volte, sebbene raramente, ne abusava arrivando a conclusioni non esattamente basate sui fatti.
In conclusione: un libro che dice poco o nulla su Voltaire, che dà un'idea dell'alta società francese nel massimo splendore dell'ancien régime ma che soprattutto illustra perfettamente il modo di ragionare, di vedere le donne, di un libertino, quello che oggi definiremmo playboy...
Nota (*1): sì, mi devo proprio decidere a pubblicare la quarta e ultima puntata di questa serie: oltretutto l'ho già scaricata su Youtube e quindi prende inutilmente polvere nei loro dischi rigidi... senza considerare la copia di “sicurezza” negli archivi dell'NSA...
Nota (*2): ufficialmente l'autore è anonimo ma, anche se non fosse Richelieu, probabilmente si baserebbe sul suo enorme archivio personale (conservava accuratamente tutta la corrispondenza delle sue tresche) e per questo il libro è considerato estremamente attendibile.
Noto adesso l'anno di pubblicazione, il 1989, ovvero nel bicentenario della rivoluzione francese: evidentemente non una coincidenza...
Secondo lo zio, con una lunga catena di congetture esposte nel pezzo sopramenzionato e al quale rimando per i dettagli, questo libro dà un colpo mortale a un pilastro dell'illuminismo, sempre secondo lo zio, riverito dalla scuola pubblica come Voltaire...
Onestamente, più che un colpo mortale, al massimo si tratta di un petardo: ma di quelli piccini piccini che stanno a dozzine in pacchettini delle dimensioni di scatole di fiammiferi...
Il libro parla infatti degli amori, anzi delle tresche, che il maresciallo di Richelieu ebbe con le più belle nobildonne (ma non solo) di Francia. Voltaire viene menzionato una sola volta all'inizio del libro, e niente più...
In pratica Richelieu appare come un uomo dalla dubbia morale estremamente sprezzante delle donne, che immancabilmente cadevano preda del suo fascino, e di tutti coloro che non fossero di sangue nobile. C'è anche da dire che nelle sue avventure Richelieu dimostra però anche una notevole astuzia e prontezza di spirito: probabilmente un uomo di grandi qualità mai però pienamente sfruttate a causa della sua ossessione per il libertinaggio.
Solo nelle note (circa un quinto del libro) si scopre che il maresciallo di Richelieu e Voltaire erano stati relativamente amici, anzi relativamente vicini, anzi relativamente in contatto...
Un uomo come Richelieu non si sarebbe mai abbassato a diventare intimo di un semplice anche se illustre borghese come Voltaire ma, evidentemente, ne apprezzava i suoi complimenti e ci doveva essere fra i due una certa simpatia reciproca.
Nel corso degli anni le loro vite si intrecciarono più volte ma personalmente, almeno dalle note che ho letto, non ci vedo un legame così profondo che permetta di accusare Voltaire di complicità con l'ancien régime...
C'è da dire che, a differenza di mio zio, non ho mai studiato né letto niente sulla rivoluzione francese: è possibilissimo che lo zio avesse altri elementi per collegare insieme il maresciallo Richelieu a Voltaire che io invece non ho...
C'è da aggiungere che lo zio aveva un notevole intuito storico e che a volte, sebbene raramente, ne abusava arrivando a conclusioni non esattamente basate sui fatti.
In conclusione: un libro che dice poco o nulla su Voltaire, che dà un'idea dell'alta società francese nel massimo splendore dell'ancien régime ma che soprattutto illustra perfettamente il modo di ragionare, di vedere le donne, di un libertino, quello che oggi definiremmo playboy...
Nota (*1): sì, mi devo proprio decidere a pubblicare la quarta e ultima puntata di questa serie: oltretutto l'ho già scaricata su Youtube e quindi prende inutilmente polvere nei loro dischi rigidi... senza considerare la copia di “sicurezza” negli archivi dell'NSA...
Nota (*2): ufficialmente l'autore è anonimo ma, anche se non fosse Richelieu, probabilmente si baserebbe sul suo enorme archivio personale (conservava accuratamente tutta la corrispondenza delle sue tresche) e per questo il libro è considerato estremamente attendibile.
Pane croccante
Da quando ho la macchina per fare il pane (*1) sto lottando per ottenere una bella crosta croccante con mollica delicata. Sfortunatamente, anche selezionando la massima tostatura (*2), il risultato non mi soddisfaceva mai completamente.
Finalmente però ci sono riuscito! Ho trovato la formula, con tanto di ingrediente segreto, che riesce a fare il “miracolo”!
La soluzione è l'aggiunta di un po' di farina di granturco, quella per fare la polenta (*3), e il gioco è fatto. Ho voluto provare due volte per verificare che non si fosse trattato di un caso fortunato (*4). Le dosi per 1 Kg di pane sul programma “Pane francese” sono:
Ovviamente a seconda della propria macchina queste dosi saranno un po' diverse ma è da notare come la percentuale di farina di granturco sia minima...
Se qualcuno prova mi faccia sapere il risultato!
Nota (*1): Moulinex Uno
Nota (*2): il mio modello prevede tre livelli di “doratura” della crosta.
Nota (*3): però ne ho usata una non precotta: non so cosa succeda se si usano farine che cuociono in due minuti!
Nota (*4): intendiamoci, il giorno dopo la crosta perde croccantezza ma si conserva comunque molto meglio che senza l'ingrediente extra...
Risolto - 28/10/2013
Ho appena scoperto che Google ha risolto il fastidioso problema che non mi permetteva di aggiornare il collegamento (quello sotto il titolo) al corto più recente (v. il corto Pasticcio Blogger): bene così!
Puerto Mahón - 29/10/2013
Fra le note della Vita privata del maresciallo di Richelieu (v. Il maresciallo di Richelieu) ho scoperto un'etimologia molto interessante! Il Richelieu aveva anche delle buone doti: una di queste era l'abilità militare.
Nel 1756 il Richelieu comandava una spedizione contro l'isola di Minorca e assediava Puerto Mahón occupato dagli inglesi. La posizione degli avversari era solidissima: la fortezza era ben guarnita e le provviste abbondanti. Al contrario i francesi erano a corto di viveri e falcidiati dalle malattie. Tergiversare era inutile così Richelieu, con un discorso ispiratissimo, riuscì a infondere ardore guerresco nei suoi uomini e, sorprendendo gli inglesi, attaccò frontalmente la fortezza sfidando il fuoco dell'artiglieria: gli inglesi ne furono così impressionati che si arresero subito!
Ah, mi ero dimenticato l'etimologia: beh, il cuoco di Richelieu, a corto di ingredienti, dovette arrangiarsi con quello che aveva e fu così che inventò la maionese, in francese mayonnaise, deformazione di mahonnaise dal nome della cittadina assediata!
Magnus Carlsen - 5/11/2013
Segnalo un bellissimo documentario in inglese su Magnus Carlsen, il ventiduenne che fra pochissimi giorni (il 9 novembre) affronterà per il titolo di campione del mondo l'attuale detentore, Viswanathan Anand, a Chennai in India. Carlsen è strafavorito ma su sole 12 partite tutto può accadere.
Gente strana gli scacchisti: ovviamente io ero uno di loro...
PS: l'unico problema è che il video ogni tanto si blocca e bisogna aspettare un po' per vederlo proseguire: semplicemente dubito che l'archivio dati norvegese sia sufficientemente dimensionato per gestire tante visite tutte insieme come sta avendo adesso...
Alba - 5/11/2013
Superate le 10.000 foto con la mia Canon EOS: e ora la butto?
Finalmente però ci sono riuscito! Ho trovato la formula, con tanto di ingrediente segreto, che riesce a fare il “miracolo”!
La soluzione è l'aggiunta di un po' di farina di granturco, quella per fare la polenta (*3), e il gioco è fatto. Ho voluto provare due volte per verificare che non si fosse trattato di un caso fortunato (*4). Le dosi per 1 Kg di pane sul programma “Pane francese” sono:
- 365 ml d'acqua
- 50 gr di farina di granturco non precotta (*3)
- 250 gr di farina tipo 0
- 320 gr di farina Manitoba
- 2 misurini si sale
- 1 misurino di zucchero
- 1 misurino e mezzo di lievito in polvere
Ovviamente a seconda della propria macchina queste dosi saranno un po' diverse ma è da notare come la percentuale di farina di granturco sia minima...
Se qualcuno prova mi faccia sapere il risultato!
Nota (*1): Moulinex Uno
Nota (*2): il mio modello prevede tre livelli di “doratura” della crosta.
Nota (*3): però ne ho usata una non precotta: non so cosa succeda se si usano farine che cuociono in due minuti!
Nota (*4): intendiamoci, il giorno dopo la crosta perde croccantezza ma si conserva comunque molto meglio che senza l'ingrediente extra...
Risolto - 28/10/2013
Ho appena scoperto che Google ha risolto il fastidioso problema che non mi permetteva di aggiornare il collegamento (quello sotto il titolo) al corto più recente (v. il corto Pasticcio Blogger): bene così!
Puerto Mahón - 29/10/2013
Fra le note della Vita privata del maresciallo di Richelieu (v. Il maresciallo di Richelieu) ho scoperto un'etimologia molto interessante! Il Richelieu aveva anche delle buone doti: una di queste era l'abilità militare.
Nel 1756 il Richelieu comandava una spedizione contro l'isola di Minorca e assediava Puerto Mahón occupato dagli inglesi. La posizione degli avversari era solidissima: la fortezza era ben guarnita e le provviste abbondanti. Al contrario i francesi erano a corto di viveri e falcidiati dalle malattie. Tergiversare era inutile così Richelieu, con un discorso ispiratissimo, riuscì a infondere ardore guerresco nei suoi uomini e, sorprendendo gli inglesi, attaccò frontalmente la fortezza sfidando il fuoco dell'artiglieria: gli inglesi ne furono così impressionati che si arresero subito!
Ah, mi ero dimenticato l'etimologia: beh, il cuoco di Richelieu, a corto di ingredienti, dovette arrangiarsi con quello che aveva e fu così che inventò la maionese, in francese mayonnaise, deformazione di mahonnaise dal nome della cittadina assediata!
Magnus Carlsen - 5/11/2013
Segnalo un bellissimo documentario in inglese su Magnus Carlsen, il ventiduenne che fra pochissimi giorni (il 9 novembre) affronterà per il titolo di campione del mondo l'attuale detentore, Viswanathan Anand, a Chennai in India. Carlsen è strafavorito ma su sole 12 partite tutto può accadere.
Gente strana gli scacchisti: ovviamente io ero uno di loro...
PS: l'unico problema è che il video ogni tanto si blocca e bisogna aspettare un po' per vederlo proseguire: semplicemente dubito che l'archivio dati norvegese sia sufficientemente dimensionato per gestire tante visite tutte insieme come sta avendo adesso...
Alba - 5/11/2013
Superate le 10.000 foto con la mia Canon EOS: e ora la butto?
domenica 27 ottobre 2013
Giudici 19
Come ho già spiegato da qualche mese sto leggendo la Bibbia: non in maniera lineare ma saltando di libro in libro così come mi suggerisce l'ispirazione...
Attualmente sono alle prese con il libro intitolato “Giudici” che, fortunatamente, non ha niente a che vedere con la magistratura! I giudici, da cui il libro prende il nome, erano delle figure di riferimento morale che, grazie alla loro fede in Dio, si ergevano a guide del popolo di Israele nei momenti di difficoltà...
In generale quindi i vari capitoli narrano le vicende di questo o quel giudice ma talvolta ci sono delle eccezioni (*1) e il capitolo 19 è proprio una di queste.
Spesso la morale dell'antico testamento mi ha lasciato perplesso (*2) ma questa volta il racconto evolve in maniera particolarmente inaspettata. Voglio quindi riassumerlo per i miei lettori per vedere se qualcuno sa spiegarmene il significato più profondo.
Un levita che abitava sulle montagne di Efraim aveva come concubina una donna di Betlemme.
Un bel giorno la donna decise, chissà perché, di scappare dal marito e di tornarsene alla casa paterna a Betlemme.
Dopo quattro mesi il marito, evidentemente molto innamorato, partì alla volta di Betlemme con un servo e due asini per convincerla a tornare con lui.
Arrivato a casa del suocero fu accolto con grande affetto e per tre giorni fecero baldoria. Il quarto giorno il marito voleva ripartire con la sua concubina ma il suocero, con cibi e bevande, lo convinse a rimanere un altro giorno. Il quinto giorno il suocero si comportò come il giorno precedente ma, anche se si era fatto tardi, il marito fu inflessibile e decise di partire insieme alla sua amata (e il servo e i due asini).
A sera, essendo ancora a metà strada, il servo propose di fermarsi a Gerusalemme ma il marito prudentemente, siccome la città all'epoca non era abitata dagli Israeliti, preferì andare oltre per fermarsi al paese di Gabaa della tribù di Beniamino.
Arrivarono a Gabaa che era quasi buio ma nessuno volle accoglierli per la notte: proprio quando sembrava che avrebbero dovuto passare la notte in piazza all'addiaccio, un buon vecchio, anch'egli originario delle montagne di Efraim, si offrì di ospitare il gruppetto per la notte a casa sua.
I viandanti furono accolti amichevolmente e il vecchio offri loro cena e bevande: ovviamente, tenendo all'igiene, prima di mangiare si lavarono i piedi.
Proprio quando il gruppetto stava per andarsene a letto arrivarono però dei ragazzi birboni che avevano visto gli stranieri entrare nella casa del vecchio. Evidentemente lo sfortunato marito non era solo benestante (dopotutto aveva almeno un servo e due asini) ma doveva proprio essere un bel ragazzo perché i birboni lussuriosi erano intenzionati ad abusare di lui...
Il vecchio giustamente non voleva fare brutta figura con i suoi ospiti e quindi fece loro una controproposta: «Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare» (Giudici 19, 25).
Ma i facinorosi conoscevano la figlia e, se era ancora zitella un motivo c'era, per questo insistevano per avere il bel marito. A quel punto, visto che non sembravano esserci alternative, il marito fece l'unica cosa logica. Uscì fuori e consegnò ai facinorosi la sua amata concubina e poi lesto si rifugiò di nuovo in casa.
I facinorosi abusarono della concubina per tutta la notte lasciandola mezza morta e questa riuscì a malapena a trascinarsi fino alla soglia di casa del vecchio. Solo all'alba, dopo una buona notte di sonno, il povero marito si alzò e, aperta la porta, trovò la sua concubina che lì giaceva distesa.
«Le disse: “Alzati dobbiamo partire!” Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare alla sua abitazione.
Come giunse a casa, si munì di un coltello, afferrò la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi;» (Giudici 19, 28-29)
Il marito aveva infatti avuto l'ottima idea di spedirne un pezzo a ciascuno dei dodici rappresentanti delle tribù d'Israele per suscitarne lo sdegno: giustamente era molto seccato per il pericolo corso dalla sua purezza nella cittadina di Gabaa e voleva così spronare gli israeliti a fare qualcosa a riguardo.
La vicenda prosegue poi nel capitolo 20 ma che conclusioni dobbiamo trarre da questo capitolo?
Riepilogo rapidamente: un marito innamorato attraversa il paese accompagnato da due asini e un servo per andare a riprendere la propria amata concubina. Il padre di lei lo accoglie con gioia e grande feste tanto che, solo a fatica, il marito può riprendere il viaggio per tornarsene a casa. Per prudenza non si ferma a Gerusalemme ma a Gabaa perché la prima non è abitata da israeliti mentre la seconda sì.
Un buon vecchio li accoglie in casa: tutto sembra andare per il meglio ma poi arrivano i facinorosi. Questi sono così attratti dal bel marito che rifiutano di abusare della figlia vergine del vecchio anche se poi però si accontentano della concubina del primo. Al mattino la trova morta sulla soglia di casa, la carica su un asino e poi la fa a pezzi per spedirla alle varie tribù come promemoria dell'empietà degli abitanti di Gabaa.
Il racconto mi ha colpito perché inizialmente sembra una storia quasi romantica: l'insistere sul buon rapporto col suocero fa pensare a un semplice fraintendimento fra i due sposi e, dopo tutto, è la stessa concubina che accetta di tornare col marito. Inoltre non è chiara l'enfasi data agli asini e al servo: “qual è il loro ruolo nella storia?” mi chiedevo.
Poi accade il fattaccio e almeno si scopre il perché degli asini...
Certo lo scopo del capitolo sembra quello di far capire come sono diventati depravati gli israeliti della città di Gabaa ma allora che senso ha tutta la prima parte col suocero che non lo voleva lasciar ripartire? E l'amatissima concubina: è solo una vittima collaterale della morale di questa storia?
Qualcuno ha un'interpretazione migliore?
Nota (*1): ad esempio la storia di Sansone e Dalila...
Nota (*2): avrei molte domande da fare a un rabbino...
Attualmente sono alle prese con il libro intitolato “Giudici” che, fortunatamente, non ha niente a che vedere con la magistratura! I giudici, da cui il libro prende il nome, erano delle figure di riferimento morale che, grazie alla loro fede in Dio, si ergevano a guide del popolo di Israele nei momenti di difficoltà...
In generale quindi i vari capitoli narrano le vicende di questo o quel giudice ma talvolta ci sono delle eccezioni (*1) e il capitolo 19 è proprio una di queste.
Spesso la morale dell'antico testamento mi ha lasciato perplesso (*2) ma questa volta il racconto evolve in maniera particolarmente inaspettata. Voglio quindi riassumerlo per i miei lettori per vedere se qualcuno sa spiegarmene il significato più profondo.
Un levita che abitava sulle montagne di Efraim aveva come concubina una donna di Betlemme.
Un bel giorno la donna decise, chissà perché, di scappare dal marito e di tornarsene alla casa paterna a Betlemme.
Dopo quattro mesi il marito, evidentemente molto innamorato, partì alla volta di Betlemme con un servo e due asini per convincerla a tornare con lui.
Arrivato a casa del suocero fu accolto con grande affetto e per tre giorni fecero baldoria. Il quarto giorno il marito voleva ripartire con la sua concubina ma il suocero, con cibi e bevande, lo convinse a rimanere un altro giorno. Il quinto giorno il suocero si comportò come il giorno precedente ma, anche se si era fatto tardi, il marito fu inflessibile e decise di partire insieme alla sua amata (e il servo e i due asini).
A sera, essendo ancora a metà strada, il servo propose di fermarsi a Gerusalemme ma il marito prudentemente, siccome la città all'epoca non era abitata dagli Israeliti, preferì andare oltre per fermarsi al paese di Gabaa della tribù di Beniamino.
Arrivarono a Gabaa che era quasi buio ma nessuno volle accoglierli per la notte: proprio quando sembrava che avrebbero dovuto passare la notte in piazza all'addiaccio, un buon vecchio, anch'egli originario delle montagne di Efraim, si offrì di ospitare il gruppetto per la notte a casa sua.
I viandanti furono accolti amichevolmente e il vecchio offri loro cena e bevande: ovviamente, tenendo all'igiene, prima di mangiare si lavarono i piedi.
Proprio quando il gruppetto stava per andarsene a letto arrivarono però dei ragazzi birboni che avevano visto gli stranieri entrare nella casa del vecchio. Evidentemente lo sfortunato marito non era solo benestante (dopotutto aveva almeno un servo e due asini) ma doveva proprio essere un bel ragazzo perché i birboni lussuriosi erano intenzionati ad abusare di lui...
Il vecchio giustamente non voleva fare brutta figura con i suoi ospiti e quindi fece loro una controproposta: «Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare» (Giudici 19, 25).
Ma i facinorosi conoscevano la figlia e, se era ancora zitella un motivo c'era, per questo insistevano per avere il bel marito. A quel punto, visto che non sembravano esserci alternative, il marito fece l'unica cosa logica. Uscì fuori e consegnò ai facinorosi la sua amata concubina e poi lesto si rifugiò di nuovo in casa.
I facinorosi abusarono della concubina per tutta la notte lasciandola mezza morta e questa riuscì a malapena a trascinarsi fino alla soglia di casa del vecchio. Solo all'alba, dopo una buona notte di sonno, il povero marito si alzò e, aperta la porta, trovò la sua concubina che lì giaceva distesa.
«Le disse: “Alzati dobbiamo partire!” Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare alla sua abitazione.
Come giunse a casa, si munì di un coltello, afferrò la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi;» (Giudici 19, 28-29)
Il marito aveva infatti avuto l'ottima idea di spedirne un pezzo a ciascuno dei dodici rappresentanti delle tribù d'Israele per suscitarne lo sdegno: giustamente era molto seccato per il pericolo corso dalla sua purezza nella cittadina di Gabaa e voleva così spronare gli israeliti a fare qualcosa a riguardo.
La vicenda prosegue poi nel capitolo 20 ma che conclusioni dobbiamo trarre da questo capitolo?
Riepilogo rapidamente: un marito innamorato attraversa il paese accompagnato da due asini e un servo per andare a riprendere la propria amata concubina. Il padre di lei lo accoglie con gioia e grande feste tanto che, solo a fatica, il marito può riprendere il viaggio per tornarsene a casa. Per prudenza non si ferma a Gerusalemme ma a Gabaa perché la prima non è abitata da israeliti mentre la seconda sì.
Un buon vecchio li accoglie in casa: tutto sembra andare per il meglio ma poi arrivano i facinorosi. Questi sono così attratti dal bel marito che rifiutano di abusare della figlia vergine del vecchio anche se poi però si accontentano della concubina del primo. Al mattino la trova morta sulla soglia di casa, la carica su un asino e poi la fa a pezzi per spedirla alle varie tribù come promemoria dell'empietà degli abitanti di Gabaa.
Il racconto mi ha colpito perché inizialmente sembra una storia quasi romantica: l'insistere sul buon rapporto col suocero fa pensare a un semplice fraintendimento fra i due sposi e, dopo tutto, è la stessa concubina che accetta di tornare col marito. Inoltre non è chiara l'enfasi data agli asini e al servo: “qual è il loro ruolo nella storia?” mi chiedevo.
Poi accade il fattaccio e almeno si scopre il perché degli asini...
Certo lo scopo del capitolo sembra quello di far capire come sono diventati depravati gli israeliti della città di Gabaa ma allora che senso ha tutta la prima parte col suocero che non lo voleva lasciar ripartire? E l'amatissima concubina: è solo una vittima collaterale della morale di questa storia?
Qualcuno ha un'interpretazione migliore?
Nota (*1): ad esempio la storia di Sansone e Dalila...
Nota (*2): avrei molte domande da fare a un rabbino...
venerdì 25 ottobre 2013
Lezione LXIII: e ½
È da una decina di giorni che avrei bisogno di fissare una lezione ma il maestro è in Australia: forse in luna di miele o forse in turné, non saprei...
Però, il fatto che ci sia andato con la neo moglie piuttosto che con gli altri membri del suo gruppo, mi fa propendere per la prima possibilità!
Comunque, dopo circa due anni di lezioni, inizio a essere in grado di muovermi da solo. In questa speciale puntata della mia serie chitarristica descriverò come mi sono ingegnato per risolvere le difficoltà incontrate.
Riscaldamento: qui nessun problema: gli esercizi sono semplici. Continuo ad avere dubbi sull'efficacia della nuova tecnica di plettrata ma sto dando fiducia all'esperienza del maestro...
Pattern: anche qui niente di nuovo. Ne approfitto per ricordare in cosa consiste questo esercizio. In pratica eseguo due giri d'accordi prendendoli in sequenza (ieri, ad esempio, mi sono allenato col 14 e il 15...) da una mia lista (che è ancora la stessa illustrata nel corto Girin Girelli) e suonandoli sopra un “pattern” che, in pratica, indica lo schema delle plettrate da eseguire per una battuta di 4/4. Suono ogni accordo del giro sul “pattern” di 4/4. Poi, in base alle difficoltà incontrate, decido sia se aumentare o diminuire la velocità (i bpm) del “pattern” e sia se ripetere un giro particolarmente ostico l'indomani (ad esempio oggi mi allenerò col giro 14, fatto anche ieri, e il 16).
Di seguito gli schemi dei miei “patterns” con le velocità a cui li eseguo: le frecce indicano la direzione della plettrata mentre i numeri 1, 2, 3 e 4 indicano i tic del metronomo. Come spiegato in Lezione LXI suono sopra una semplice base con un tic per ogni quarto e, quindi, 4 tic per battuta...
Slide: niente di nuovo. Faccio due minuti per esercitazione. Alla prossima lezione mi farò dare dal maestro un brano dove questa tecnica sia effettivamente da usare!
I Shot The Sheriff: il suonare le corde a vuoto, come spiegato in Lezione LXIII, mi rallentava troppo (perché non mi bastava più accennare il movimento ma dovevo eseguirlo realmente!) e il maestro, via epistola, prima di partire mi consigliò di non rallentare la velocità ma di lasciare perdere.
Allora io avevo deciso di provare a suonare i miei accordi sopra il brano, magari rallentato...
La versione che avevo, e che mi aveva completamente confuso con i suoi ritmi, era quella di Bob Marley ma un amico mi aveva consigliato di provare quella di Eric Clapton che, effettivamente, è molto più semplice e si distinguono chiaramente i 4/4.
Il problema è che io ero abituato a suonare con il metronomo che mi scandiva anche gli ottavi e solo con i quarti non mi riusciva.
Allora ho creato il nuovo ritmo Shot e, riducendo molto la velocità e usando solo i giri del brano, ho iniziato a esercitarmi come se fosse un “pattern”. Inizialmente la velocità era bassissimo ma adesso sono a 68 bpm e, arrivato a 70, riproverò a suonare sopra il brano (magari rallentandolo di un 10-20% se necessario).
Comunque non ne posso più di questa canzone!
Scream: come previsto in Lezione LXIII gli ottavi non mi hanno dato troppi problemi.
Così ho deciso, rallentando la velocità, di cimentarmi con i sedicesimi: attualmente li suono a 60bpm contro i 100 (o 110?) della velocità reale. La cosa importante però è che vado a tempo e dovrei farcela ad arrivare sugli 80bpm.
Mi è stato utilissimo studiare a tavolino i movimenti che devo fare con la mano destra: non si tratta infatti di 16 sedicesimi per battuta ma di un ottavo seguito da 14 sedicesimi (e poi c'è una battuta ancora diversa con due ottavi, di cui uno nel mezzo, e solo 12 sedicesimi). In verità gli ottavi sarebbero delle corde a vuoto e non dei power chord bicordi (come i sedicesimi) ma per adesso l'ignoro.
Chariots of Fire: niente da dire. Come previsto, semplicemente abbassando il volume della chitarra, riesco a seguire molto meglio il brano. Ah, e non ho più la sensazione di “goffaggine” che avevo la scorsa volta. Suppongo che il maestro mi toglierà questo pezzo...
Top Gun Anthem: questo pezzo mi crea incomprensibili difficoltà. Il problema iniziale è stato impararlo senza ascoltare il ritmo della musica: in quei giorni ero dagli zii, senza calcolatore o altro, e avevo dato alla musica uno stile che mi piacesse senza preoccuparmi troppo.
Per imparare il ritmo corretto mi ci è poi voluto molto più tempo del normale.
Oltre a questo le note, per qualche motivo che non mi è chiaro, si confondono molto più del solito nonostante la semplicità del brano.
Come segnalato in Varie ed essenziali mi ero subito accorto che qualcosa non andava...
Di seguito la tablatura fatta al volo dal maestro con le mie correzioni e alcune note.
La struttura della tablatura non è forse immediatamente evidente: le due battute vanno ripetute due volte e poi si trasla ogni nota di 6 semitoni e si ripete il tutto ancora due volte.
Secondo il maestro la seconda ripetizione è uguale alla prima ma, suonando sopra il brano originale, mi sono accorto che non è così: le ultime due note della seconda battuta cambiano fra la prima e la seconda ripetizione.
Alla prima ripetizione c'è un bending che va accompagnato sia all'andata che al ritorno (cioè deve suonare anche quando la corda torna in posizione). Non so: forse la seconda nota va comunque plettrata per farla rimarcare maggiormente o forse il bending è solo in una direzione sulla prima nota e la seconda va plettrata normalmente. Non ho abbastanza orecchio per stabilirlo con certezza: potrei fare degli esperimenti con calma ma preferisco chiedere al maestro quando torna!
Alla seconda ripetizione invece c'è un bello slide che si “concentra” sulla nota al 12° tasto: scrivo si “concentra” perché lo slide non è così ben definito. Probabilmente la nota sul 7° tasto è solo acciaccata (accennata) ma anche in questo caso non ci metto la mano sul fuoco...
Questi cambiamenti ci sono, e restano identici, anche nelle note traslate di mezza ottava.
Come mai il maestro ha fatto questi errori? Beh, quanto segnalato in Varie ed essenziali era una semplice svista mentre le mie modifiche successive sono più che altro abbellimenti che probabilmente sono presenti solo nella versione del brano che ho recuperato su Youtube. Comunque sono molto soddisfatto di aver notato questi particolari: all'orecchio esperto sono evidenti ma nel mio caso sono sintomatiche di un miglioramento inaspettato!
Heart of Steel: bellissima canzone dei Manowar! Qui avevo il problema che nella tablatura datami dal maestro non c'era nessun accenno né alla durata né al ritmo degli accordi.
In realtà il ritmo è banale: essendo una canzone lentissima si tratta di dare una sola plettrata quando necessario. Per la durata degli accordi ho dovuto ascoltare il brano più volte mettendolo frequentemente in pausa e ho potuto quindi contare quanti quarti durano i singoli accordi. Li ho identificati tutti piuttosto facilmente e gli unici dubbi sono su durate che, immagino, durano frazioni di quarti. Poi comunque, a parte alcuni punti dove non ci sono riferimenti, basta seguire la voce del cantante e non ci sono problemi...
Un secondo problema è stato trovare i power chord giusti: nel senso che lo stesso power chord può essere effettuato in più punti del manico della chitarra ma non sempre il risultato finale assomiglia all'originale. Credo, dopo vari esperimenti, di aver individuato la diteggiatura giusta ma mi rimane un dubbio su un F#5 che io eseguo con l'indice sul 4° tasto della 4° corda, l'anulare sul 6° tasto della 3° corda e il mignolo sul 7° tasto della 2° corda. Un po' perché poi il D5 successivo è vicino ma soprattutto perché il suono di quel particolare power chord mi sembra quello più simile all'originale. Ovviamente sono curioso di sapere cosa mi dirà il maestro al riguardo...
Però, il fatto che ci sia andato con la neo moglie piuttosto che con gli altri membri del suo gruppo, mi fa propendere per la prima possibilità!
Comunque, dopo circa due anni di lezioni, inizio a essere in grado di muovermi da solo. In questa speciale puntata della mia serie chitarristica descriverò come mi sono ingegnato per risolvere le difficoltà incontrate.
Riscaldamento: qui nessun problema: gli esercizi sono semplici. Continuo ad avere dubbi sull'efficacia della nuova tecnica di plettrata ma sto dando fiducia all'esperienza del maestro...
Pattern: anche qui niente di nuovo. Ne approfitto per ricordare in cosa consiste questo esercizio. In pratica eseguo due giri d'accordi prendendoli in sequenza (ieri, ad esempio, mi sono allenato col 14 e il 15...) da una mia lista (che è ancora la stessa illustrata nel corto Girin Girelli) e suonandoli sopra un “pattern” che, in pratica, indica lo schema delle plettrate da eseguire per una battuta di 4/4. Suono ogni accordo del giro sul “pattern” di 4/4. Poi, in base alle difficoltà incontrate, decido sia se aumentare o diminuire la velocità (i bpm) del “pattern” e sia se ripetere un giro particolarmente ostico l'indomani (ad esempio oggi mi allenerò col giro 14, fatto anche ieri, e il 16).
Di seguito gli schemi dei miei “patterns” con le velocità a cui li eseguo: le frecce indicano la direzione della plettrata mentre i numeri 1, 2, 3 e 4 indicano i tic del metronomo. Come spiegato in Lezione LXI suono sopra una semplice base con un tic per ogni quarto e, quindi, 4 tic per battuta...
Slide: niente di nuovo. Faccio due minuti per esercitazione. Alla prossima lezione mi farò dare dal maestro un brano dove questa tecnica sia effettivamente da usare!
I Shot The Sheriff: il suonare le corde a vuoto, come spiegato in Lezione LXIII, mi rallentava troppo (perché non mi bastava più accennare il movimento ma dovevo eseguirlo realmente!) e il maestro, via epistola, prima di partire mi consigliò di non rallentare la velocità ma di lasciare perdere.
Allora io avevo deciso di provare a suonare i miei accordi sopra il brano, magari rallentato...
La versione che avevo, e che mi aveva completamente confuso con i suoi ritmi, era quella di Bob Marley ma un amico mi aveva consigliato di provare quella di Eric Clapton che, effettivamente, è molto più semplice e si distinguono chiaramente i 4/4.
Il problema è che io ero abituato a suonare con il metronomo che mi scandiva anche gli ottavi e solo con i quarti non mi riusciva.
Allora ho creato il nuovo ritmo Shot e, riducendo molto la velocità e usando solo i giri del brano, ho iniziato a esercitarmi come se fosse un “pattern”. Inizialmente la velocità era bassissimo ma adesso sono a 68 bpm e, arrivato a 70, riproverò a suonare sopra il brano (magari rallentandolo di un 10-20% se necessario).
Comunque non ne posso più di questa canzone!
Scream: come previsto in Lezione LXIII gli ottavi non mi hanno dato troppi problemi.
Così ho deciso, rallentando la velocità, di cimentarmi con i sedicesimi: attualmente li suono a 60bpm contro i 100 (o 110?) della velocità reale. La cosa importante però è che vado a tempo e dovrei farcela ad arrivare sugli 80bpm.
Mi è stato utilissimo studiare a tavolino i movimenti che devo fare con la mano destra: non si tratta infatti di 16 sedicesimi per battuta ma di un ottavo seguito da 14 sedicesimi (e poi c'è una battuta ancora diversa con due ottavi, di cui uno nel mezzo, e solo 12 sedicesimi). In verità gli ottavi sarebbero delle corde a vuoto e non dei power chord bicordi (come i sedicesimi) ma per adesso l'ignoro.
Chariots of Fire: niente da dire. Come previsto, semplicemente abbassando il volume della chitarra, riesco a seguire molto meglio il brano. Ah, e non ho più la sensazione di “goffaggine” che avevo la scorsa volta. Suppongo che il maestro mi toglierà questo pezzo...
Top Gun Anthem: questo pezzo mi crea incomprensibili difficoltà. Il problema iniziale è stato impararlo senza ascoltare il ritmo della musica: in quei giorni ero dagli zii, senza calcolatore o altro, e avevo dato alla musica uno stile che mi piacesse senza preoccuparmi troppo.
Per imparare il ritmo corretto mi ci è poi voluto molto più tempo del normale.
Oltre a questo le note, per qualche motivo che non mi è chiaro, si confondono molto più del solito nonostante la semplicità del brano.
Come segnalato in Varie ed essenziali mi ero subito accorto che qualcosa non andava...
Di seguito la tablatura fatta al volo dal maestro con le mie correzioni e alcune note.
La struttura della tablatura non è forse immediatamente evidente: le due battute vanno ripetute due volte e poi si trasla ogni nota di 6 semitoni e si ripete il tutto ancora due volte.
Secondo il maestro la seconda ripetizione è uguale alla prima ma, suonando sopra il brano originale, mi sono accorto che non è così: le ultime due note della seconda battuta cambiano fra la prima e la seconda ripetizione.
Alla prima ripetizione c'è un bending che va accompagnato sia all'andata che al ritorno (cioè deve suonare anche quando la corda torna in posizione). Non so: forse la seconda nota va comunque plettrata per farla rimarcare maggiormente o forse il bending è solo in una direzione sulla prima nota e la seconda va plettrata normalmente. Non ho abbastanza orecchio per stabilirlo con certezza: potrei fare degli esperimenti con calma ma preferisco chiedere al maestro quando torna!
Alla seconda ripetizione invece c'è un bello slide che si “concentra” sulla nota al 12° tasto: scrivo si “concentra” perché lo slide non è così ben definito. Probabilmente la nota sul 7° tasto è solo acciaccata (accennata) ma anche in questo caso non ci metto la mano sul fuoco...
Questi cambiamenti ci sono, e restano identici, anche nelle note traslate di mezza ottava.
Come mai il maestro ha fatto questi errori? Beh, quanto segnalato in Varie ed essenziali era una semplice svista mentre le mie modifiche successive sono più che altro abbellimenti che probabilmente sono presenti solo nella versione del brano che ho recuperato su Youtube. Comunque sono molto soddisfatto di aver notato questi particolari: all'orecchio esperto sono evidenti ma nel mio caso sono sintomatiche di un miglioramento inaspettato!
Heart of Steel: bellissima canzone dei Manowar! Qui avevo il problema che nella tablatura datami dal maestro non c'era nessun accenno né alla durata né al ritmo degli accordi.
In realtà il ritmo è banale: essendo una canzone lentissima si tratta di dare una sola plettrata quando necessario. Per la durata degli accordi ho dovuto ascoltare il brano più volte mettendolo frequentemente in pausa e ho potuto quindi contare quanti quarti durano i singoli accordi. Li ho identificati tutti piuttosto facilmente e gli unici dubbi sono su durate che, immagino, durano frazioni di quarti. Poi comunque, a parte alcuni punti dove non ci sono riferimenti, basta seguire la voce del cantante e non ci sono problemi...
Un secondo problema è stato trovare i power chord giusti: nel senso che lo stesso power chord può essere effettuato in più punti del manico della chitarra ma non sempre il risultato finale assomiglia all'originale. Credo, dopo vari esperimenti, di aver individuato la diteggiatura giusta ma mi rimane un dubbio su un F#5 che io eseguo con l'indice sul 4° tasto della 4° corda, l'anulare sul 6° tasto della 3° corda e il mignolo sul 7° tasto della 2° corda. Un po' perché poi il D5 successivo è vicino ma soprattutto perché il suono di quel particolare power chord mi sembra quello più simile all'originale. Ovviamente sono curioso di sapere cosa mi dirà il maestro al riguardo...
giovedì 24 ottobre 2013
Video importante
Non tanto per il contenuto, che ricorda più gli slogan di una pubblicità che argomentazioni concrete, quanto per ciò che rappresenta.
Un gruppo di intellettuali e personaggi noti statunitensi si sono messi insieme per lanciare un allarme sui pericoli della sorveglianza indiscriminata adottata dalla NSA nei confronti degli stessi cittadini americani. Ovviamente non hanno remore a spiare il resto del mondo!
Nel pezzo Edward Snowden scrissi:
«La mia speranza è che l'indignazione per l'operato del governo USA cresca e che i cittadini statunitensi non credano alla favola che queste misure servono per combattere il terrorismo: la loro utilità contro il terrorismo è praticamente nulla mentre il loro potenziale abuso pericolosissimo.
Poiché la storia ci insegna che qualsiasi potere prima o poi viene abusato, bisognerebbe avere il buon senso di non creare dei poteri troppo forti.
Anche perché, come pensa lo stesso Snowden, un controllo così pervasivo da parte dell'autorità, qualunque essa sia e qualunque fossero i suoi “buoni” scopi iniziali, rischia di trasformarsi in tirannia.»
Aggiunta - 24/10/2013
Ricordavo di aver scritto anche qualcosa riguardo questo ma non riuscivo più a trovare dove!
«In verità pensavo che [la NSA] lo facesse [spiare] per i non statunitensi mentre invece sembra che anche questi ultimi siano spiati.
Fondamentale per la libertà dell'uomo sarà la reazione dei cittadini americani: l'ideale sarebbe che lo sdegno popolare costringa Obama alle dimissioni. Dubito però che si arrivi a tanto...
Comunque già il principio che il governo USA non possa spiare i PROPRI cittadini (ma solo il resto del mondo) sarebbe utile perché costringerebbe la UE a legiferare a protezione della riservatezza dei propri cittadini (perché sono sicuro che la UE sapeva e avallava quanto fatto dal governo USA e credo che nei prossimi giorni anche questo verrà fuori...). Nella pratica gli USA continuerebbero a spiare senza problemi o quasi i cittadini europei ma è il principio che non potrebbero farlo che sarebbe utile passasse...» dal pezzo Libertà umiliata
Inutilmente romantico - 24/10/2013
Per caso ieri ho conosciuto una giovane coppia e ho saputo che aveva optato per la separazione dei beni.
Lo so che è normale, non ho dati al riguardo ma non mi stupirei che fosse la scelta più comune. Non so, magari ci sono ragioni fiscali dietro questa scelta, ma la mia sensazione è che la separazione dei beni serva solo a rendere le pratiche di divorzio più snelle: ognuno ha e tiene il suo...
Probabilmente sarò un inguaribile romantico ma mi pare orribile, raggelante, che una coppia, proprio nel giorno del matrimonio, metta le mani avanti in previsione di una eventuale separazione.
A me pare un controsenso ma, come i miei lettori ormai ben sanno, ciò che per me è normale non lo è per il resto del mondo. Colpa mia, lo so, che sono tutto fuorché normale...
Demostici - 26/10/2013
Gli abitanti di Sodoma erano detti “sodomiti”, quelli di Gomorra invece “gomorriti” o, più semplicemente, “gormiti”.
MES - 26/10/2013
Da qualche mese il M5S sta attaccando il MES (v. Il tributo di sangue all'Europa, ma basta cliccare su “MES” per trovarne altri...) ovvero una delle tante scelte dubbie fatte da Monti nel tentativo di distruggere l'Italia...
Io lanciai l'allarme quasi subito, a settembre del 2012, nel pezzo Monti 20: parlavo di “fondo salva stati” e non di MES ma sono la stessa roba...
A un anno di distanza i dati evidenziati dal M5S sono ancora più allarmanti dei miei: io pensavo che ci fosse da pagare se le cose peggioravano invece c'è da pagare per mantenere lo stato attuale! Ecco il motivo per cui, nonostanto il disastro economico lo spread non schizza alle stelle...
È raccapricciante il silenzio su questa vicenda: colpevole quello dei partiti e complice quello dei media asserviti al potere.
E poi la gente si stupisce che io sia dalla parte del M5S: in verità è il M5S a essere dalla mia!
Un gruppo di intellettuali e personaggi noti statunitensi si sono messi insieme per lanciare un allarme sui pericoli della sorveglianza indiscriminata adottata dalla NSA nei confronti degli stessi cittadini americani. Ovviamente non hanno remore a spiare il resto del mondo!
Nel pezzo Edward Snowden scrissi:
«La mia speranza è che l'indignazione per l'operato del governo USA cresca e che i cittadini statunitensi non credano alla favola che queste misure servono per combattere il terrorismo: la loro utilità contro il terrorismo è praticamente nulla mentre il loro potenziale abuso pericolosissimo.
Poiché la storia ci insegna che qualsiasi potere prima o poi viene abusato, bisognerebbe avere il buon senso di non creare dei poteri troppo forti.
Anche perché, come pensa lo stesso Snowden, un controllo così pervasivo da parte dell'autorità, qualunque essa sia e qualunque fossero i suoi “buoni” scopi iniziali, rischia di trasformarsi in tirannia.»
Aggiunta - 24/10/2013
Ricordavo di aver scritto anche qualcosa riguardo questo ma non riuscivo più a trovare dove!
«In verità pensavo che [la NSA] lo facesse [spiare] per i non statunitensi mentre invece sembra che anche questi ultimi siano spiati.
Fondamentale per la libertà dell'uomo sarà la reazione dei cittadini americani: l'ideale sarebbe che lo sdegno popolare costringa Obama alle dimissioni. Dubito però che si arrivi a tanto...
Comunque già il principio che il governo USA non possa spiare i PROPRI cittadini (ma solo il resto del mondo) sarebbe utile perché costringerebbe la UE a legiferare a protezione della riservatezza dei propri cittadini (perché sono sicuro che la UE sapeva e avallava quanto fatto dal governo USA e credo che nei prossimi giorni anche questo verrà fuori...). Nella pratica gli USA continuerebbero a spiare senza problemi o quasi i cittadini europei ma è il principio che non potrebbero farlo che sarebbe utile passasse...» dal pezzo Libertà umiliata
Inutilmente romantico - 24/10/2013
Per caso ieri ho conosciuto una giovane coppia e ho saputo che aveva optato per la separazione dei beni.
Lo so che è normale, non ho dati al riguardo ma non mi stupirei che fosse la scelta più comune. Non so, magari ci sono ragioni fiscali dietro questa scelta, ma la mia sensazione è che la separazione dei beni serva solo a rendere le pratiche di divorzio più snelle: ognuno ha e tiene il suo...
Probabilmente sarò un inguaribile romantico ma mi pare orribile, raggelante, che una coppia, proprio nel giorno del matrimonio, metta le mani avanti in previsione di una eventuale separazione.
A me pare un controsenso ma, come i miei lettori ormai ben sanno, ciò che per me è normale non lo è per il resto del mondo. Colpa mia, lo so, che sono tutto fuorché normale...
Demostici - 26/10/2013
Gli abitanti di Sodoma erano detti “sodomiti”, quelli di Gomorra invece “gomorriti” o, più semplicemente, “gormiti”.
MES - 26/10/2013
Da qualche mese il M5S sta attaccando il MES (v. Il tributo di sangue all'Europa, ma basta cliccare su “MES” per trovarne altri...) ovvero una delle tante scelte dubbie fatte da Monti nel tentativo di distruggere l'Italia...
Io lanciai l'allarme quasi subito, a settembre del 2012, nel pezzo Monti 20: parlavo di “fondo salva stati” e non di MES ma sono la stessa roba...
A un anno di distanza i dati evidenziati dal M5S sono ancora più allarmanti dei miei: io pensavo che ci fosse da pagare se le cose peggioravano invece c'è da pagare per mantenere lo stato attuale! Ecco il motivo per cui, nonostanto il disastro economico lo spread non schizza alle stelle...
È raccapricciante il silenzio su questa vicenda: colpevole quello dei partiti e complice quello dei media asserviti al potere.
E poi la gente si stupisce che io sia dalla parte del M5S: in verità è il M5S a essere dalla mia!
domenica 20 ottobre 2013
Geek vs Nerd
Per caso mi sono imbattuto in questo divertente articolo dove viene spiegata la differenza fra geek e nerd!
Se ho ben capito KGB sarebbe un nerd dagli interessi insolitamente vari che veste come un geek...
Alluvione - 22/10/2013
L'alluvione di ieri ha colpito duramente i paesi intorno al “mio bosco” dove abito: possibile che da me non fosse successo niente?
E infatti ieri la strada era rimasta interrotta dal mattino fino a sera quando è intervenuta la protezione civile a ripristinarla. Avrei potuto fare delle foto se non spettacolari almeno molto interessanti ma la mia scarsa propensione alla fotografia mi ha fatto lasciare la macchina fotografica in casa...
Di seguito alcune delle poche foto fatte dalle finestre subito dopo uno dei momenti di massima intensità della pioggia:
PS: l'acqua non dovrebbe scorrere nel giardino ma nel fosso al di là della siepe!
Cativo cattivo... - 22/10/2013
Il professor Harari (v. W Harari!) è troppo forte!
Nella lezione odierna parlava delle religioni e spiegava che quelle monoteiste, che prevedono quindi una sola divinità suprema infinitamente potente e buona, hanno il pregio di poter spiegare facilmente l'ordine del mondo (semplificando: le leggi della fisica) ma hanno grossi problemi a spiegare il male (ovvero perché il male è tollerato da Dio?).
Al contrario le religioni dualistiche, caratterizzate cioè da due divinità ugualmente potenti di cui una buona e l'altra malvagia, spiegano molto facilmente il problema del male (è tutta colpa della divinità malvagia) ma hanno problemi a spiegare l'ordine del mondo (quale delle due divinità l'ha creato se nessuna delle due è superiore all'altra?).
In verità, prosegue Harari, c'è un'unica semplice possibilità che potrebbe spiegare facilmente sia il problema dell'esistenza del male che quello dell'ordine del mondo: basta supporre che ci sia un'unica divinità suprema infinitamente potente e malvagia...
In ritardo... - 23/10/2013
Con circa quattro mesi di ritardi sul mio pezzo Edward Snowden anche il letargico Letta ha dovuto (*2) far finta di scoprire, solo adesso, che “forse” anche l'Italia è spiata dagli americani...
Il suo vice, Alfano, finge di fare l'uomo forte e dice: “Non guarderemo in faccia nessuno”. E questo è probabilmente vero ma solo perché troppo impegnati a... (*1) diciamo genuflettersi ossequiosamente...
Evviva i professionisti della politica. Ironico.
Nota (*1): qui avevo usato un'immagine molto più colorita ma considerando la scarsa libertà d'espressione italiana ho preferito censurarmi...
Nota (*2): i francesi hanno protestato: "tentiamo di far bella figura anche noi!" avrà pensato...
Pinzato - 24/10/2013
Ieri l'altro, quando ho indossato i guanti da lavoro per riparare un po' i danni del nubifragio, sono stato pinzato al mignolo della mano sinistra da una bestiolina nascosta in fondo a essi.
Non so cosa fosse, suppongo una vespa, perché subito, armato di un grosso martello, ho iniziato a colpire il guanto incriminato riducendo il reo in poltiglia. E, sì, la mano sinistra era, prudentemente, già fuori dal guanto! Per circa cinque minuti il dolore è stato intenso, poi più niente.
Ieri però ho iniziato a sentirmi il mignolo “strano”: più caldo e un po' gonfio. Stamani sembra addirittura un salamino e faccio fatica a piegarlo!
Sono curioso di vedere quanto ci vorrà per tornare normale: basandomi sulle passate pinzature credo un altro paio di giorni...
Se ho ben capito KGB sarebbe un nerd dagli interessi insolitamente vari che veste come un geek...
Alluvione - 22/10/2013
L'alluvione di ieri ha colpito duramente i paesi intorno al “mio bosco” dove abito: possibile che da me non fosse successo niente?
E infatti ieri la strada era rimasta interrotta dal mattino fino a sera quando è intervenuta la protezione civile a ripristinarla. Avrei potuto fare delle foto se non spettacolari almeno molto interessanti ma la mia scarsa propensione alla fotografia mi ha fatto lasciare la macchina fotografica in casa...
Di seguito alcune delle poche foto fatte dalle finestre subito dopo uno dei momenti di massima intensità della pioggia:
PS: l'acqua non dovrebbe scorrere nel giardino ma nel fosso al di là della siepe!
Cativo cattivo... - 22/10/2013
Il professor Harari (v. W Harari!) è troppo forte!
Nella lezione odierna parlava delle religioni e spiegava che quelle monoteiste, che prevedono quindi una sola divinità suprema infinitamente potente e buona, hanno il pregio di poter spiegare facilmente l'ordine del mondo (semplificando: le leggi della fisica) ma hanno grossi problemi a spiegare il male (ovvero perché il male è tollerato da Dio?).
Al contrario le religioni dualistiche, caratterizzate cioè da due divinità ugualmente potenti di cui una buona e l'altra malvagia, spiegano molto facilmente il problema del male (è tutta colpa della divinità malvagia) ma hanno problemi a spiegare l'ordine del mondo (quale delle due divinità l'ha creato se nessuna delle due è superiore all'altra?).
In verità, prosegue Harari, c'è un'unica semplice possibilità che potrebbe spiegare facilmente sia il problema dell'esistenza del male che quello dell'ordine del mondo: basta supporre che ci sia un'unica divinità suprema infinitamente potente e malvagia...
In ritardo... - 23/10/2013
Con circa quattro mesi di ritardi sul mio pezzo Edward Snowden anche il letargico Letta ha dovuto (*2) far finta di scoprire, solo adesso, che “forse” anche l'Italia è spiata dagli americani...
Il suo vice, Alfano, finge di fare l'uomo forte e dice: “Non guarderemo in faccia nessuno”. E questo è probabilmente vero ma solo perché troppo impegnati a... (*1) diciamo genuflettersi ossequiosamente...
Evviva i professionisti della politica. Ironico.
Nota (*1): qui avevo usato un'immagine molto più colorita ma considerando la scarsa libertà d'espressione italiana ho preferito censurarmi...
Nota (*2): i francesi hanno protestato: "tentiamo di far bella figura anche noi!" avrà pensato...
Pinzato - 24/10/2013
Ieri l'altro, quando ho indossato i guanti da lavoro per riparare un po' i danni del nubifragio, sono stato pinzato al mignolo della mano sinistra da una bestiolina nascosta in fondo a essi.
Non so cosa fosse, suppongo una vespa, perché subito, armato di un grosso martello, ho iniziato a colpire il guanto incriminato riducendo il reo in poltiglia. E, sì, la mano sinistra era, prudentemente, già fuori dal guanto! Per circa cinque minuti il dolore è stato intenso, poi più niente.
Ieri però ho iniziato a sentirmi il mignolo “strano”: più caldo e un po' gonfio. Stamani sembra addirittura un salamino e faccio fatica a piegarlo!
Sono curioso di vedere quanto ci vorrà per tornare normale: basandomi sulle passate pinzature credo un altro paio di giorni...
Gotrek & Felix
Ho finito di leggere la trilogia che avevo comprato la scorsa settimana: Sventratroll, Sventraskaven e Sventrademoni (*0) tutte ambientate nel mondo Warhammer.
Di solito non compro mai libri basati su ambientazioni specifiche: ho il pregiudizio che gli autori non siano completamente liberi di far correre la fantasia. Ripensandoci è una sciocchezza: il fatto di doversi adeguare ad alcuni vincoli non esclude (*1) la fantasia: sarebbe come dire che i racconti di fantapolitica siano privi di inventiva!
Comunque, nonostante il mio scetticismo, la descrizione letta sulla quarta di copertina mi aveva incuriosito: un poeta accompagna un nano Sventratore nelle sue avventure in cerca di una morte gloriosa perché ha promesso di dedicargli un poema...
In realtà l'idea del poema è solo un pretesto: sospetto anzi che sia stata aggiunta quando l'autore aveva già scritto gran parte dei romanzi. Infatti gli accenni all'opera, che pure avrebbero reso il racconto ancora più divertente, sono estremamente superficiali, sono solo all'inizio dei vari racconti (vedi poi) e non hanno alcuna influenza sulla trama...
La struttura dei libri è peculiare: il primo libro (Sventratroll) è composto da una serie di racconti scarsamente legati fra loro. Il livello medio è generalmente discreto con un paio di racconti insipidi...
Il secondo libro (Sventraskaven) è di gran lunga il migliore: anche qui si tratta di una serie di racconti indipendenti ma con un filo conduttore che li lega fortemente insieme. L'aspetto che più mi è piaciuto è stata l'abilità dell'autore nel descrivere la psicologia degli skaven (*3). È divertentissimo seguire i ragionamenti dei vari personaggi skaven sempre sicuri di aver ideato piani perfetti e prontissimi ad attribuire gli insuccessi degli stessi all'incapacità dei loro collaboratori se non al tradimento!
Il terzo libro (Sventrademoni) è un vero e proprio romanzo che però rimane incompleto a metà della storia. Immagino che l'autore abbia scritto il seguito: controllo al volo su internet...
…
Infatti! Altro che tre libri! L'autore ne ha scritti ben sette! E poi è stato sostituito da un altro che ne ha aggiunti un'ulteriore decina: vedi qui...
Conclusione: libri piacevoli ma non eccezionali probabilmente però ritenuti fantastici dagli appassionati di Warhammer! I miei voti sono: Sventratroll 6½; Sventraskaven 7½ e Sventrademoni 6...
Nota (*0): Per la precisione: Trollslayer di William King, Oscar Mondadori 2009, trad. Michela Pistidda; Skaveslayer di William King, Oscar Mondadori 2009, trad. Alessandra Borgonovo; Trollslayer di William King, Oscar Mondadori 2009, trad. Michela Pistidda.
Nota (*1): E in effetti il mio unico altro precedente, una serie di libri basati sull'ambientazione Dragonlance di Advanced Dungeons & Dragons, mi piacque molto e, a distanza di 25 anni, ancora ricordo il nome di un protagonista (*2)!
Nota (*2): Rastlin...
Nota (*3): una specie di uomo-topo...
Di solito non compro mai libri basati su ambientazioni specifiche: ho il pregiudizio che gli autori non siano completamente liberi di far correre la fantasia. Ripensandoci è una sciocchezza: il fatto di doversi adeguare ad alcuni vincoli non esclude (*1) la fantasia: sarebbe come dire che i racconti di fantapolitica siano privi di inventiva!
Comunque, nonostante il mio scetticismo, la descrizione letta sulla quarta di copertina mi aveva incuriosito: un poeta accompagna un nano Sventratore nelle sue avventure in cerca di una morte gloriosa perché ha promesso di dedicargli un poema...
In realtà l'idea del poema è solo un pretesto: sospetto anzi che sia stata aggiunta quando l'autore aveva già scritto gran parte dei romanzi. Infatti gli accenni all'opera, che pure avrebbero reso il racconto ancora più divertente, sono estremamente superficiali, sono solo all'inizio dei vari racconti (vedi poi) e non hanno alcuna influenza sulla trama...
La struttura dei libri è peculiare: il primo libro (Sventratroll) è composto da una serie di racconti scarsamente legati fra loro. Il livello medio è generalmente discreto con un paio di racconti insipidi...
Il secondo libro (Sventraskaven) è di gran lunga il migliore: anche qui si tratta di una serie di racconti indipendenti ma con un filo conduttore che li lega fortemente insieme. L'aspetto che più mi è piaciuto è stata l'abilità dell'autore nel descrivere la psicologia degli skaven (*3). È divertentissimo seguire i ragionamenti dei vari personaggi skaven sempre sicuri di aver ideato piani perfetti e prontissimi ad attribuire gli insuccessi degli stessi all'incapacità dei loro collaboratori se non al tradimento!
Il terzo libro (Sventrademoni) è un vero e proprio romanzo che però rimane incompleto a metà della storia. Immagino che l'autore abbia scritto il seguito: controllo al volo su internet...
…
Infatti! Altro che tre libri! L'autore ne ha scritti ben sette! E poi è stato sostituito da un altro che ne ha aggiunti un'ulteriore decina: vedi qui...
Conclusione: libri piacevoli ma non eccezionali probabilmente però ritenuti fantastici dagli appassionati di Warhammer! I miei voti sono: Sventratroll 6½; Sventraskaven 7½ e Sventrademoni 6...
Nota (*0): Per la precisione: Trollslayer di William King, Oscar Mondadori 2009, trad. Michela Pistidda; Skaveslayer di William King, Oscar Mondadori 2009, trad. Alessandra Borgonovo; Trollslayer di William King, Oscar Mondadori 2009, trad. Michela Pistidda.
Nota (*1): E in effetti il mio unico altro precedente, una serie di libri basati sull'ambientazione Dragonlance di Advanced Dungeons & Dragons, mi piacque molto e, a distanza di 25 anni, ancora ricordo il nome di un protagonista (*2)!
Nota (*2): Rastlin...
Nota (*3): una specie di uomo-topo...
giovedì 17 ottobre 2013
Varie ed Essenziali 2
Mi sono reso conto che col pezzo Varie ed essenziali non avevo esaurito tutti gli spunti nati durante la mia breve vacanza della scorsa settimana.
Rimedio oggi mettendo insieme quelli che avrebbero potuto essere tre corti...
Dagli zii ho visto un film: in realtà l'ho visto da solo perché gli zii, dalle 21:00 in poi, crollano dal sonno e vanno a letto spiegandomi, tutte le volte, che l'allarme è inserito e che quindi non devo aprire né porte né finestre perché altrimenti si “svegliano tutti i vicini!”...
Comunque il film era spagnolo e io ero molto prevenuto perché provo una radicata antipatia per la cultura spagnola in generale. L'argomento però mi interessava perché la trama era basata su un racconto di Lovecraft ed ero curioso di vedere cosa ne avevano tirato fuori...
Di solito sono molto severo con gli adattamenti cinematografici di libri che ho letto: appena si discostano dal libro, magari per esigenze di tempo o di budget, raramente cambiano in meglio dando un qualcosa in più allo spettatore ma di solito è un qualcosa in meno ottenuto tagliando e semplificando.
Invece, nonostante l'introduzione di una fidanzata e lo spostamento della vicenda ai giorni nostri, il film segue fedelmente la trama ed è nel complesso discreto.
Pure gli attori spagnoli, che di solito hanno un aspetto estremamente comune e spesso bruttino (*1), sono adattissimi a questa pellicola dove devono recitare la parte di orribili uomini-pesce!
Per la cronaca il film si intitola Dagon: non ricordo né il regista né l'anno di produzione...
Per qualche strano motivo gli zii ricevano gratuitamente a casa il quotidiano Avvenire: si mormora di un abbonamento vinto a un concorso parrocchiale ma ormai sono anni che lo ricevano senza pagare niente...
Comunque, in mancanza di meglio e in astinenza da internet, leggo pure questo!
Lo scorso giovedì mi capitò un articolo che catturò subito la mia attenzione perché riguardava la società americana 23andMe che avevo citato nel pezzo Allarme schiavismo.
Non sto a entrare nei dettagli perché sul sito di Avvenire.it ho ritrovato lo stesso articolo della versione cartacea: eccolo qui...
In breve tale società ha brevettato un sistema per selezionare gli embrioni in base ai loro geni rendendo così possibile scegliere le caratteristiche fisiche preferite dei propri figli. In realtà si parla di probabilità di avere determinate caratteristiche perché le interazioni fra i vari geni non sono ancora del tutto chiare: comunque siamo a mezzo passo dall'eugenetica...
Altra notiziuola interessante è che fondatrice di 23andMe è la moglie di uno dei fondatori di Google (Brin)!
Infine, siccome senza il calcolatore tendo ad annoiarmi, mi sono messo a studiare la Bibbia degli zii. Io ho una versione pidocchiosa (carta sottilissima e pochissime note per risparmiare spazio) della CEI mentre quella degli zii era molto più massiccia. Sfogliandola a casaccio mi è sembrata “diversa”: non saprei dire cosa ho notato ma è stata una sensazione netta quanto inaspettata (davo per scontato che le Bibbie fossero tutte uguali). Allora sono andato a cercare il libro di Giona perché essendo corto l'avrei potuto usare per verificare (a memoria perché l'avevo letto qualche mese fa) se ci fossero delle differenze e, con grande soddisfazione, ne ho trovato subito una.
Nella mia Bibbia CEI ho:
«Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra alla sua testa e liberarlo dal suo male.» Gio 4, 6
Mi era rimasto impresso che la pianta fosse proprio del ricino perché, grazie all'intervento divino, cresce moltissimo in un solo giorno (e l'indomani è già seccata...) e mi chiedevo quanto cresca rapidamente in natura: nella mia fantasia mi immaginavo la pianta dei fagioli magici delle fiabe...
Ecco, nella Bibbia degli zii (che, poi controllai, non è della CEI ma è da essa approvata) si parla invece genericamente di “pianta” e c'è il richiamo a una nota che spiega che il termine ebraico indica una specie sconosciuta: altro che ricino!
Nota (*1): questo scegliere attori che assomigliano, con pregi e difetti, alle persone normali dovrebbe piacermi perché rispecchia una sorta di verismo. Al contrario, ipocritamente, in Italia gli attori devono essere tutti almeno carini e se devono recitare la parte di una persona dall'aspetto brutto vengono opportunamente truccati per sembrare tali! Insomma per mia natura dovrei preferire la scelta spagnola ma, almeno in questo campo, sono troppo condizionato dai blockbuster americani e gli attori brutti non mi piacciono (tranne quando, come in questo caso, recitano la parte di uomini-pesce!)...
Rimedio oggi mettendo insieme quelli che avrebbero potuto essere tre corti...
Dagli zii ho visto un film: in realtà l'ho visto da solo perché gli zii, dalle 21:00 in poi, crollano dal sonno e vanno a letto spiegandomi, tutte le volte, che l'allarme è inserito e che quindi non devo aprire né porte né finestre perché altrimenti si “svegliano tutti i vicini!”...
Comunque il film era spagnolo e io ero molto prevenuto perché provo una radicata antipatia per la cultura spagnola in generale. L'argomento però mi interessava perché la trama era basata su un racconto di Lovecraft ed ero curioso di vedere cosa ne avevano tirato fuori...
Di solito sono molto severo con gli adattamenti cinematografici di libri che ho letto: appena si discostano dal libro, magari per esigenze di tempo o di budget, raramente cambiano in meglio dando un qualcosa in più allo spettatore ma di solito è un qualcosa in meno ottenuto tagliando e semplificando.
Invece, nonostante l'introduzione di una fidanzata e lo spostamento della vicenda ai giorni nostri, il film segue fedelmente la trama ed è nel complesso discreto.
Pure gli attori spagnoli, che di solito hanno un aspetto estremamente comune e spesso bruttino (*1), sono adattissimi a questa pellicola dove devono recitare la parte di orribili uomini-pesce!
Per la cronaca il film si intitola Dagon: non ricordo né il regista né l'anno di produzione...
Per qualche strano motivo gli zii ricevano gratuitamente a casa il quotidiano Avvenire: si mormora di un abbonamento vinto a un concorso parrocchiale ma ormai sono anni che lo ricevano senza pagare niente...
Comunque, in mancanza di meglio e in astinenza da internet, leggo pure questo!
Lo scorso giovedì mi capitò un articolo che catturò subito la mia attenzione perché riguardava la società americana 23andMe che avevo citato nel pezzo Allarme schiavismo.
Non sto a entrare nei dettagli perché sul sito di Avvenire.it ho ritrovato lo stesso articolo della versione cartacea: eccolo qui...
In breve tale società ha brevettato un sistema per selezionare gli embrioni in base ai loro geni rendendo così possibile scegliere le caratteristiche fisiche preferite dei propri figli. In realtà si parla di probabilità di avere determinate caratteristiche perché le interazioni fra i vari geni non sono ancora del tutto chiare: comunque siamo a mezzo passo dall'eugenetica...
Altra notiziuola interessante è che fondatrice di 23andMe è la moglie di uno dei fondatori di Google (Brin)!
Infine, siccome senza il calcolatore tendo ad annoiarmi, mi sono messo a studiare la Bibbia degli zii. Io ho una versione pidocchiosa (carta sottilissima e pochissime note per risparmiare spazio) della CEI mentre quella degli zii era molto più massiccia. Sfogliandola a casaccio mi è sembrata “diversa”: non saprei dire cosa ho notato ma è stata una sensazione netta quanto inaspettata (davo per scontato che le Bibbie fossero tutte uguali). Allora sono andato a cercare il libro di Giona perché essendo corto l'avrei potuto usare per verificare (a memoria perché l'avevo letto qualche mese fa) se ci fossero delle differenze e, con grande soddisfazione, ne ho trovato subito una.
Nella mia Bibbia CEI ho:
«Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra alla sua testa e liberarlo dal suo male.» Gio 4, 6
Mi era rimasto impresso che la pianta fosse proprio del ricino perché, grazie all'intervento divino, cresce moltissimo in un solo giorno (e l'indomani è già seccata...) e mi chiedevo quanto cresca rapidamente in natura: nella mia fantasia mi immaginavo la pianta dei fagioli magici delle fiabe...
Ecco, nella Bibbia degli zii (che, poi controllai, non è della CEI ma è da essa approvata) si parla invece genericamente di “pianta” e c'è il richiamo a una nota che spiega che il termine ebraico indica una specie sconosciuta: altro che ricino!
Nota (*1): questo scegliere attori che assomigliano, con pregi e difetti, alle persone normali dovrebbe piacermi perché rispecchia una sorta di verismo. Al contrario, ipocritamente, in Italia gli attori devono essere tutti almeno carini e se devono recitare la parte di una persona dall'aspetto brutto vengono opportunamente truccati per sembrare tali! Insomma per mia natura dovrei preferire la scelta spagnola ma, almeno in questo campo, sono troppo condizionato dai blockbuster americani e gli attori brutti non mi piacciono (tranne quando, come in questo caso, recitano la parte di uomini-pesce!)...
martedì 15 ottobre 2013
Grillo vs M5S
Ricollegatomi alla rete ho scoperto che, nei giorni in cui sono rimasto off line, c'è stata un'interessante polemica fra Grillo e due parlamentari del M5S che hanno approfittato del momento favorevole per far approvare un emendamento che abroga la legge Bossi-Fini.
La posizione di Grillo è chiaramente espressa nel seguente breve articolo del suo viario, Reato di clandestinità, e, volendo, nelle poche righe di Qualche precisazione sul metodo M5S...
In breve Grillo dice che nel programma del M5S non c'è nessuna posizione precisa sul tema dell'immigrazione e pertanto i due parlamentari avrebbero dovuto astenersi dal prendere una decisione così importante senza prima consultarsi con la base (metodo); inoltre, se tale proposta fosse stata inserita nel programma, il M5S avrebbe preso molti meno voti (merito).
Sulle motivazioni dei due parlamentari non mi posso esprimere perché non ho trovato (né in realtà nemmeno cercato!) il loro punto di vista.
Però ho potuto tastare il polso della base degli attivisti della mia zona e mi è parso di capire che l'opinione diffusa sia decisamente a favore dell'operato dei due parlamentari e contro la “sparata” di Grillo. Ovviamente i punti di vista degli attivisti sono molteplici: ieri avevo letto un buon articolo che riassumeva bene queste posizioni (mi pare su Il Fatto Quotidiano...) ma, come al solito, non lo trovo più.
Molti, usando termini e toni diversi, dicono che è “raccapricciante” pensare di mantenere la legge Bossi-Fini dopo la tragedia di Lampedusa e che Grillo menziona il programma solo quando gli fa comodo...
Ovviamente io, che come sempre faccio parte della minoranza della minoranza, stavolta la penso come Grillo.
Parto dal “merito”. Per prima cosa non riesco a capire la relazione causa-effetto fra legge Bossi-Fini e il naufragio di Lampedusa. Per quel che mi ricordo i barconi ricolmi di clandestini non ne sono una conseguenza perché arrivavano in Italia anche prima di tale legge. Mi pare che all'epoca la legge fu fatta perché i clandestini, inclusi quelli che avevano commesso piccoli reati, che ricevevano il “foglio di via” semplicemente lo ignoravano e la polizia, in pratica, non poteva farci nulla. Ma magari mi sbaglio e ricordo male: eventualmente correggetemi...
Cioè sicuramente la legge Bossi-Fini era migliorabile ma eliminandola del tutto cosa si ottiene? A me pare niente: solo più confusione e di questa ne abbiamo già in abbondanza...
Riguardo al “metodo” mi pare evidente che Grillo abbia ragione: è vero che a volte lui ha “parlato per tutti” (io stesso segnalai questa anomalia subito dopo le elezioni; v. Incongruenza nel M5S) ma in genere era per ribadire dei punti del programma del quale, essendone coautore, ne è anche interprete autorevole.
In questo caso i parlamentari pentastellati hanno forse preso la decisione comunque preferita dalla base ma il problema di metodo rimane e Grillo non ha fatto niente di scandaloso a segnalarlo.
Conclusione: in realtà in questo intervento non ho parlato delle importanti ripercussioni politiche e sociali di tale atto. Spaccherà, o indebolirà, l'alleanza PD-PDL? Porterà più o meno consensi al M5S? Per i clandestini le cose andranno meglio? Il loro “viaggi della speranza” saranno più sicuri? Aumenteranno molto di numero? Ci saranno problemi di ordine sociale? E in nostri obblighi con la UE?
Secondo me, per valutare l'opportunità dell'emendamento, sarebbe stato importante considerare anche questi aspetti: però io volevo semplicemente dire la mia su questo “conflitto” fra Grillo e i parlamentari+base e queste considerazioni, a mio avviso fondamentali per analizzare con la testa e non di pancia, non sono state incluse nelle argomentazioni né dell'una né dell'altra parte...
La posizione di Grillo è chiaramente espressa nel seguente breve articolo del suo viario, Reato di clandestinità, e, volendo, nelle poche righe di Qualche precisazione sul metodo M5S...
In breve Grillo dice che nel programma del M5S non c'è nessuna posizione precisa sul tema dell'immigrazione e pertanto i due parlamentari avrebbero dovuto astenersi dal prendere una decisione così importante senza prima consultarsi con la base (metodo); inoltre, se tale proposta fosse stata inserita nel programma, il M5S avrebbe preso molti meno voti (merito).
Sulle motivazioni dei due parlamentari non mi posso esprimere perché non ho trovato (né in realtà nemmeno cercato!) il loro punto di vista.
Però ho potuto tastare il polso della base degli attivisti della mia zona e mi è parso di capire che l'opinione diffusa sia decisamente a favore dell'operato dei due parlamentari e contro la “sparata” di Grillo. Ovviamente i punti di vista degli attivisti sono molteplici: ieri avevo letto un buon articolo che riassumeva bene queste posizioni (mi pare su Il Fatto Quotidiano...) ma, come al solito, non lo trovo più.
Molti, usando termini e toni diversi, dicono che è “raccapricciante” pensare di mantenere la legge Bossi-Fini dopo la tragedia di Lampedusa e che Grillo menziona il programma solo quando gli fa comodo...
Ovviamente io, che come sempre faccio parte della minoranza della minoranza, stavolta la penso come Grillo.
Parto dal “merito”. Per prima cosa non riesco a capire la relazione causa-effetto fra legge Bossi-Fini e il naufragio di Lampedusa. Per quel che mi ricordo i barconi ricolmi di clandestini non ne sono una conseguenza perché arrivavano in Italia anche prima di tale legge. Mi pare che all'epoca la legge fu fatta perché i clandestini, inclusi quelli che avevano commesso piccoli reati, che ricevevano il “foglio di via” semplicemente lo ignoravano e la polizia, in pratica, non poteva farci nulla. Ma magari mi sbaglio e ricordo male: eventualmente correggetemi...
Cioè sicuramente la legge Bossi-Fini era migliorabile ma eliminandola del tutto cosa si ottiene? A me pare niente: solo più confusione e di questa ne abbiamo già in abbondanza...
Riguardo al “metodo” mi pare evidente che Grillo abbia ragione: è vero che a volte lui ha “parlato per tutti” (io stesso segnalai questa anomalia subito dopo le elezioni; v. Incongruenza nel M5S) ma in genere era per ribadire dei punti del programma del quale, essendone coautore, ne è anche interprete autorevole.
In questo caso i parlamentari pentastellati hanno forse preso la decisione comunque preferita dalla base ma il problema di metodo rimane e Grillo non ha fatto niente di scandaloso a segnalarlo.
Conclusione: in realtà in questo intervento non ho parlato delle importanti ripercussioni politiche e sociali di tale atto. Spaccherà, o indebolirà, l'alleanza PD-PDL? Porterà più o meno consensi al M5S? Per i clandestini le cose andranno meglio? Il loro “viaggi della speranza” saranno più sicuri? Aumenteranno molto di numero? Ci saranno problemi di ordine sociale? E in nostri obblighi con la UE?
Secondo me, per valutare l'opportunità dell'emendamento, sarebbe stato importante considerare anche questi aspetti: però io volevo semplicemente dire la mia su questo “conflitto” fra Grillo e i parlamentari+base e queste considerazioni, a mio avviso fondamentali per analizzare con la testa e non di pancia, non sono state incluse nelle argomentazioni né dell'una né dell'altra parte...
domenica 13 ottobre 2013
Varie ed essenziali
Ieri sera sono tornato a casa. Durante la mia breve assenza non mi sono procurato molto nuovo materiale per il viario. Diciamo che avrei da scrivere vari corti ma che preferisco buttare le idee nel calderone di un unico pezzo invece di centellinarle per chissà quanti giorni...
In questi giorni, ospite di zii, cugine e amici, ho mangiato come un porcellino: stamani ho preso coraggio e sono andato a pesarmi ma la bilancia ha pensato bene di esaurire la batteria...
Grande scoperta culinaria! In uno dei miei esperimenti con la macchina del pane ho provato ad aggiungere 50gr di farina di mais alla normale farina di grano (560gr fra farina 0 e manitoba). L'esito è stato strepitoso! In particolare la crosta, il punto più debole del pane a cassetta, è venuta particolarmente dura mantenendo però la mollica estremamente soffice. Anche a distanza di giorni la crosta (pur ammorbiditasi) è ancora più consistente del normale.
Comunque farò qualche verifica per controllare che non si sia trattato di una strana coincidenza...
Pensavo di sfruttare questi giorni senza calcolatore per finire il famigerato Vita privata del maresciallo di Richelieu. Ottimisticamente mi ero portato anche un libro di riserva, sulla guerra di Troia, nel caso avessi terminato il primo...
Poi invece, subito il primo giorno, ho trovato la libreria che vende i libri a poco già aperta (di solito la tengono aperta solo nel fine settimana in questo periodo) con le “novità” dell'estate che dalla mia scorsa visita non avevo ancora visto...
Alla fine sono rimasto sul semplice e mi sono limitato a tre libri di fantascienza di cui uno ambientato nel mondo Warhammer. Sono partito a leggere proprio da questo e, siccome mi è piaciuto, sono andato poi a comprare altri due libri della stessa serie e autore...
Un amico mi ha fatto notare che nel mio viario scrivo sempre erroneamente “Popey” invece che “Popeye”!
Strano perché so benissimo che si scrive nel secondo modo però, per qualche motivo, ho adottato con continuità la grafia errata: vado subito a correggere...
Fatto! Corretto ben 7 pezzi incluse la lezione XIII e XIV dove “Popey” la faceva da padrone...
Prima di partire feci un'ultima esercitazione al calcolatore e, in particolare, provai a suonare sopra il brano reale la melodia Top Gun Anthem (v. Lezione LXIII) che avevo già imparato a memoria il giorno prima.
Appena ascoltata quasi non mi raccapezzai e scrissi quindi la seguente epistola al maestro:
«...
Ma, in realtà, anche la tablatura di Top Gun non mi convince!
Mi riferisco alle 4 note dopo le prime 3 iniziali:
- - - - - - - - - - - - -
- 8 8 - 7 5 7 5 - - -
5 - - - - - - - - - 7 7
Mi riferisco ai 7 5 75 che mi pare stonino clamorosamente! Ma magari sono io che non ho ancora capito bene a che punto del brano si riferiscono o cose del genere....»
Il maestro mi risponde al volo:
«...
Per la tablatura infatti i 7 devono essere 6
Forse stavo parlando quando te l'ho scritto...»
Ecco, mi chiedo se sono stato “bravo” ad accorgermi immediatamente dell'errore oppure “pollo” a non capire che il problema era un solo semitono di troppo.
A dire il vero avevo pensato di cercare da solo le note corrette ma ero di fretta e mi ero limitato a verificare che il tasto 8 al posto del 7 non andava bene: ricordo poi di aver pensato che se il suono mi sembrava così diverso allora la nota corretta doveva trovarsi chissà dove!
In questi giorni, ospite di zii, cugine e amici, ho mangiato come un porcellino: stamani ho preso coraggio e sono andato a pesarmi ma la bilancia ha pensato bene di esaurire la batteria...
Grande scoperta culinaria! In uno dei miei esperimenti con la macchina del pane ho provato ad aggiungere 50gr di farina di mais alla normale farina di grano (560gr fra farina 0 e manitoba). L'esito è stato strepitoso! In particolare la crosta, il punto più debole del pane a cassetta, è venuta particolarmente dura mantenendo però la mollica estremamente soffice. Anche a distanza di giorni la crosta (pur ammorbiditasi) è ancora più consistente del normale.
Comunque farò qualche verifica per controllare che non si sia trattato di una strana coincidenza...
Pensavo di sfruttare questi giorni senza calcolatore per finire il famigerato Vita privata del maresciallo di Richelieu. Ottimisticamente mi ero portato anche un libro di riserva, sulla guerra di Troia, nel caso avessi terminato il primo...
Poi invece, subito il primo giorno, ho trovato la libreria che vende i libri a poco già aperta (di solito la tengono aperta solo nel fine settimana in questo periodo) con le “novità” dell'estate che dalla mia scorsa visita non avevo ancora visto...
Alla fine sono rimasto sul semplice e mi sono limitato a tre libri di fantascienza di cui uno ambientato nel mondo Warhammer. Sono partito a leggere proprio da questo e, siccome mi è piaciuto, sono andato poi a comprare altri due libri della stessa serie e autore...
Un amico mi ha fatto notare che nel mio viario scrivo sempre erroneamente “Popey” invece che “Popeye”!
Strano perché so benissimo che si scrive nel secondo modo però, per qualche motivo, ho adottato con continuità la grafia errata: vado subito a correggere...
Fatto! Corretto ben 7 pezzi incluse la lezione XIII e XIV dove “Popey” la faceva da padrone...
Prima di partire feci un'ultima esercitazione al calcolatore e, in particolare, provai a suonare sopra il brano reale la melodia Top Gun Anthem (v. Lezione LXIII) che avevo già imparato a memoria il giorno prima.
Appena ascoltata quasi non mi raccapezzai e scrissi quindi la seguente epistola al maestro:
«...
Ma, in realtà, anche la tablatura di Top Gun non mi convince!
Mi riferisco alle 4 note dopo le prime 3 iniziali:
- - - - - - - - - - - - -
- 8 8 - 7 5 7 5 - - -
5 - - - - - - - - - 7 7
Mi riferisco ai 7 5 75 che mi pare stonino clamorosamente! Ma magari sono io che non ho ancora capito bene a che punto del brano si riferiscono o cose del genere....»
Il maestro mi risponde al volo:
«...
Per la tablatura infatti i 7 devono essere 6
Forse stavo parlando quando te l'ho scritto...»
Ecco, mi chiedo se sono stato “bravo” ad accorgermi immediatamente dell'errore oppure “pollo” a non capire che il problema era un solo semitono di troppo.
A dire il vero avevo pensato di cercare da solo le note corrette ma ero di fretta e mi ero limitato a verificare che il tasto 8 al posto del 7 non andava bene: ricordo poi di aver pensato che se il suono mi sembrava così diverso allora la nota corretta doveva trovarsi chissà dove!
mercoledì 9 ottobre 2013
Lezione LXIII: diluvio
Stasera scrivo con la chitarra in mano. Letteralmente.
Siccome domani parto e non avrò modo di esercitarmi col calcolatore, voglio adesso sia provare le novità che scrivere le mie solite note.
Premetto che sono arrivato a lezione con circa dieci minuti di ritardo a causa di un acquazzone: beh, a causa del traffico, ma credo che l'acquazzone abbia contribuito al traffico!
Riscaldamento: avevo dei dubbi sul movimento del polso della mano destra ma secondo il maestro va bene. In realtà quando poi suono, e non sto più concentrato sul movimento corretto, tendo a “mischiarlo” con quello che mi viene più spontaneo, però sto migliorando.
Già che ci siamo mi ha detto anche di cambiare l'impugnatura della mano sinistra: tendo a schiacciare il palmo sul manico della chitarra mentre invece dovrei appoggiarci solo il pollice...
Cose noiosissime ma, secondo il maestro, importanti per migliorare...
Pattern: niente di niente di niente di nuovo.
Slide: poco di nuovo: devo solo cercare di minimizzare il contatto fra la mano sinistra e il manico. Un po' come per il riscaldamento...
Paranoid: il trucco dell'armonica eseguita con l'anulare è stato decisivo! Quasi da subito ha iniziato a venirmi decentemente: certo ancora non è perfetta ma è decisamente più accettabile.
Paranoid torna in soffitta!
I shot the Sheriff: il video suggeritomi dal maestro (v. Lezione LXII) è stato decisivo. Inizialmente non è stato facile ma, piano piano, sono riuscito ad aumentare la velocità e adesso sono a un dignitoso 70bpm che, credo, vicino alla velocità reale.
Il maestro mi ha però oggi complicato l'esercizio: devo continuare a plettrare sul 3° sedicesimi ma per il 1°, 2° e 4°, invece di fare il movimento a vuoto nell'aria, dovrò comunque plettrare bloccando le corde con la mano sinistra.
Non sono però sicuro di riuscire a gestire i cambi d'accordo in questa maniera: ora provo!
…
No, è stato un disastro! Dover eseguire il movimento completo, invece di accennarlo appena a vuoto, mi prende un'enormità di tempo in più: sono dovuto scendere da 70 a 45bpm e comunque faccio ancora fatica a non perdere il tempo...
Dovrò contattare il maestro per chiedergli cosa fare...
Scream: qui sono molto migliorato. Sono arrivato a 100bpm (credo che la velocità reale sia di 110) per le prime 21 battute.
Le ultime (6?) battute sono tutti power chords bicordi velocissimi (sono sedicesimi): inizialmente suonavo un solo accordo per battuta, poi ho iniziato a scandire i quarti e, da oggi, gli ottavi. Con gli ottavi faccio fatica ma credo in due o tre esercitazioni d'imparare.
I sedicesimi temo invece non siano alla mia portata: vedremo nei prossimi giorni...
Chariots of Fire: come pensavo le note sono piuttosto facili ma gli abbellimenti inseriti dal maestro lo rendono un po' difficile. Già alla seconda esercitazione lo suonavo interamente ma tuttora la mia manualità non mi convince: mi pare di essere estremamente goffo con le dita...
Il maestro mi ha ascoltato e ha individuato un paio di errori. Per prima cosa sbaglio la durata delle note: credo che dipenda dal fatto che suono con il volume della chitarra troppo alto col risultato che non riesco ad ascoltare il brano reale. Facile da risolvere abbassando il volume!
Il secondo problema è un bending: io lo facevo suonare solo in una direzione invece bisogna farlo suonare anche riaccompagnando la corda alla posizione di partenza. Niente di complicato solo che non mi ero reso conto di doverlo fare!
Ah! e poi mi ha detto che è un bene che mi accorga della mia scarsa precisione perché così potrò migliorarmi: alcuni studenti non se ne accorgono e continuano imperterriti a suonare male...
Top Gun Anthem: nuovo brano. Anche in questo caso il maestro mi ha trascritto la tablatura a memoria controllandola sul pezzo reale.
Più che di un esercizio su tecniche particolari si tratta di un pezzo d'agilità per le dita: sono solo cinque note che si ripetono in sequenze diverse e poi vengono traslate di sei tasti. Niente di particolare ma bisogna avere le dita agili.
Partendo da velocità basse non dovrei avere problemi...
L'unico effetto speciale è l'uso della levetta per simulare uno slide iniziale: in pratica devo suonare la prima nota con la levetta piegata e poi rilasciarla lentamente. Così, tanto per prendere confidenza con la levetta...
...
Bo... ho provato a suonarlo senza ascoltare il brano: le note sono solo 20 (da ripetere due volte e poi traslare di sei tasti) e le ho già imparate. Usare la levetta non è facile e sarà decisivo capire a quale velocità deve essere fatto...
Heart of Steel: nuovo brano: un capolavoro dei Manowar! Dovrebbe essere facile: si tratta di power chord molto lenti, i quarti sono scanditi molto chiaramente e comunque devo fare una sola plettrata per battuta.
Proprio a causa della sua semplicità il maestro mi ha inserito nella sequenza di accordi un paio di abbellimenti: un accordo (E5) invece che durare 4/4 dura solo 3/4 e devo inserirvi due note da 1/8 ciascuna; una specie di slide da effettuare con l'indice su tutte le corde con la difficoltà di fermarlo esattamente nella posizione giusta per effettuare il power chord successivo...
Vedremo: per oggi memorizzo solo la sequenza degli accordi...
…
Sequenza troppo lunga e ho sonno: alla prossima volta! Però gli accordi sono facili...
Conclusione: ma più scrivere e suonare insieme: troppo stressante e non faccio bene nessuna delle due cose!
Siccome domani parto e non avrò modo di esercitarmi col calcolatore, voglio adesso sia provare le novità che scrivere le mie solite note.
Premetto che sono arrivato a lezione con circa dieci minuti di ritardo a causa di un acquazzone: beh, a causa del traffico, ma credo che l'acquazzone abbia contribuito al traffico!
Riscaldamento: avevo dei dubbi sul movimento del polso della mano destra ma secondo il maestro va bene. In realtà quando poi suono, e non sto più concentrato sul movimento corretto, tendo a “mischiarlo” con quello che mi viene più spontaneo, però sto migliorando.
Già che ci siamo mi ha detto anche di cambiare l'impugnatura della mano sinistra: tendo a schiacciare il palmo sul manico della chitarra mentre invece dovrei appoggiarci solo il pollice...
Cose noiosissime ma, secondo il maestro, importanti per migliorare...
Pattern: niente di niente di niente di nuovo.
Slide: poco di nuovo: devo solo cercare di minimizzare il contatto fra la mano sinistra e il manico. Un po' come per il riscaldamento...
Paranoid: il trucco dell'armonica eseguita con l'anulare è stato decisivo! Quasi da subito ha iniziato a venirmi decentemente: certo ancora non è perfetta ma è decisamente più accettabile.
Paranoid torna in soffitta!
I shot the Sheriff: il video suggeritomi dal maestro (v. Lezione LXII) è stato decisivo. Inizialmente non è stato facile ma, piano piano, sono riuscito ad aumentare la velocità e adesso sono a un dignitoso 70bpm che, credo, vicino alla velocità reale.
Il maestro mi ha però oggi complicato l'esercizio: devo continuare a plettrare sul 3° sedicesimi ma per il 1°, 2° e 4°, invece di fare il movimento a vuoto nell'aria, dovrò comunque plettrare bloccando le corde con la mano sinistra.
Non sono però sicuro di riuscire a gestire i cambi d'accordo in questa maniera: ora provo!
…
No, è stato un disastro! Dover eseguire il movimento completo, invece di accennarlo appena a vuoto, mi prende un'enormità di tempo in più: sono dovuto scendere da 70 a 45bpm e comunque faccio ancora fatica a non perdere il tempo...
Dovrò contattare il maestro per chiedergli cosa fare...
Scream: qui sono molto migliorato. Sono arrivato a 100bpm (credo che la velocità reale sia di 110) per le prime 21 battute.
Le ultime (6?) battute sono tutti power chords bicordi velocissimi (sono sedicesimi): inizialmente suonavo un solo accordo per battuta, poi ho iniziato a scandire i quarti e, da oggi, gli ottavi. Con gli ottavi faccio fatica ma credo in due o tre esercitazioni d'imparare.
I sedicesimi temo invece non siano alla mia portata: vedremo nei prossimi giorni...
Chariots of Fire: come pensavo le note sono piuttosto facili ma gli abbellimenti inseriti dal maestro lo rendono un po' difficile. Già alla seconda esercitazione lo suonavo interamente ma tuttora la mia manualità non mi convince: mi pare di essere estremamente goffo con le dita...
Il maestro mi ha ascoltato e ha individuato un paio di errori. Per prima cosa sbaglio la durata delle note: credo che dipenda dal fatto che suono con il volume della chitarra troppo alto col risultato che non riesco ad ascoltare il brano reale. Facile da risolvere abbassando il volume!
Il secondo problema è un bending: io lo facevo suonare solo in una direzione invece bisogna farlo suonare anche riaccompagnando la corda alla posizione di partenza. Niente di complicato solo che non mi ero reso conto di doverlo fare!
Ah! e poi mi ha detto che è un bene che mi accorga della mia scarsa precisione perché così potrò migliorarmi: alcuni studenti non se ne accorgono e continuano imperterriti a suonare male...
Top Gun Anthem: nuovo brano. Anche in questo caso il maestro mi ha trascritto la tablatura a memoria controllandola sul pezzo reale.
Più che di un esercizio su tecniche particolari si tratta di un pezzo d'agilità per le dita: sono solo cinque note che si ripetono in sequenze diverse e poi vengono traslate di sei tasti. Niente di particolare ma bisogna avere le dita agili.
Partendo da velocità basse non dovrei avere problemi...
L'unico effetto speciale è l'uso della levetta per simulare uno slide iniziale: in pratica devo suonare la prima nota con la levetta piegata e poi rilasciarla lentamente. Così, tanto per prendere confidenza con la levetta...
...
Bo... ho provato a suonarlo senza ascoltare il brano: le note sono solo 20 (da ripetere due volte e poi traslare di sei tasti) e le ho già imparate. Usare la levetta non è facile e sarà decisivo capire a quale velocità deve essere fatto...
Heart of Steel: nuovo brano: un capolavoro dei Manowar! Dovrebbe essere facile: si tratta di power chord molto lenti, i quarti sono scanditi molto chiaramente e comunque devo fare una sola plettrata per battuta.
Proprio a causa della sua semplicità il maestro mi ha inserito nella sequenza di accordi un paio di abbellimenti: un accordo (E5) invece che durare 4/4 dura solo 3/4 e devo inserirvi due note da 1/8 ciascuna; una specie di slide da effettuare con l'indice su tutte le corde con la difficoltà di fermarlo esattamente nella posizione giusta per effettuare il power chord successivo...
Vedremo: per oggi memorizzo solo la sequenza degli accordi...
…
Sequenza troppo lunga e ho sonno: alla prossima volta! Però gli accordi sono facili...
Conclusione: ma più scrivere e suonare insieme: troppo stressante e non faccio bene nessuna delle due cose!
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