Per due notti ho dormito malissimo restando a lungo sveglio; ieri solo male, dormicchiando in maniera frammentaria; stanotte invece ho dormito benissimo facendo un’unica tirata dalle 4:00 alle 7:00. Il sogno risultante mette insieme almeno quattro fasi REM. In genere riesco a collegarle insieme facendo così sogni molto complessi ma in questo caso solo tracce del precedente si sono propagate al successivo.
Nel primo sogno sono io con un’amica o conoscente (niente di sentimentale e neppure ricordo chi era o a chi assomigliava) e capisco di essere immerso in un mondo finto (replica del reale ma con attori). Quando ci addormentiamo veniamo riportati al punto di partenza. Sul finale scopriamo che per fuggire dobbiamo prendere uno specifico autobus. Quando arriva mi affretto a salirci sopra ma mi accorgo, guardando dal finestrino, che la mia “amica” è tornata sui suoi passi: evidentemente mi ha tradito e si tratta di una trappola.
Nel secondo c’è uno scienziato che cerca di arrivare a formulare una medicina portentosa che rigenera i tessuti. Un grosso passo avanti nelle sue ricerche è dato dalla ricerca scolastica di un bambino (molto in gamba) che in un esperimento casalingo presentato a scuola ha individuato un ingrediente che il professore non aveva pensato di usare. Ma anche qui c’è una ricerca di qualcosa che manca.
In un altro sogno devo fare delle indagini: sono stracarico di materiale ma mi manca sempre qualcosa. Dobbiamo essere in tre ma siamo solo io e un mio amico: un’amica che doveva aiutarci sta ritardando e ritardando. Andiamo a un bar per riorganizzarci anche qui un’amica (un’altra mi pare) che dovrebbe aiutarci ci fa perdere tempo. Vado a parlarci: è con delle amiche dalla faccia preoccupata che la trattengono: io le dico chiaramente che è poco seria a perdere tempo così e le sue amiche la difendono. Una di queste cerca di mettermi in imbarazzo dicendo che in testa ho una ciliegia: non so bene cosa intendesse, suppongo una chiazza di pelata, senza capelli intendendo, con questo che sono brutto. L’immagine mi diverte e, mentre mi allontano, rido sinceramente. Poi, siccome nei sogni la mia lingua è molto più rapida, le rispondo per le rime spietato zittendola. Successivamente vedo che c’è un’altra ragazza a cui le amiche offrono una pizza (un calzone) con all’interno un gattino. Sono streghe. Per qualche motivo sta per succedere qualcosa e le poche donne che non lo sanno vengono bloccate dalle amiche, anche streghe, con ogni mezzo.
Nell’ultimo frammento c’è un professore di storia (credo) che parte da casa in bici per andare all’università. Abita molto vicino ma modifica la sua strada per passare da particolari luoghi, tutti nelle vicinanze, dove vi sono delle specie di ruote della fortuna che propongono argomenti diversi. Mettendoli insieme il professore spiega che così crea la lezione del giorno. Proprio all’ingresso dell’università c’è l’ultima ruota. Evidentemente conoscono tutti il professore e una studentessa del primo anno non esita a salirgli sulle spalle per girare l’ultima ruota posta particolarmente in alto. Sul retro della bici il professore porta con sé un ragazzino o un nano, non so, che si tiene sempre abbracciato ai fianchi dell’uomo.
Ho cercato di riproporre in quello che mi pare il loro ordine cronologico i vari frammenti. Del primo ricordo che avevamo passato diverse avventure e, per questo, il tradimento finale mi colpisce particolarmente.
Nel secondo predomina la ricerca: in particolare la sensazione che manchi qualcosa e che qualcuno volutamente mi ostacoli.
Nel terzo sogno metto i due elementi insieme: manca un qualcosa per iniziare la ricerca e stavolta è specificamente una donna, un’amica o almeno una conoscente, che mi ostacola. È possibile che la colpa non sia sua e che le amiche la ritardino a buona ragione: già nel sogno ne sono consapevole ma la cosa mi irrita lo stesso.
Il quarto sembra avulso dagli altri ma mi sono svegliato subito: chissà poi cosa sarebbe successo dopo. Comunque il professore un po’ richiama lo scienziato...
Nel primo e soprattutto nel terzo il protagonista sono io. Invece lo scienziato e soprattutto il professore no.
Mi sovviene adesso che forse vi è una relazione fra chi è il protagonista e la logica/memoria all’interno del sogno. Se il protagonista non sono io allora seguo la vicenda in maniera più distaccata e uso logica e memoria per dare coerenza alla trama.
Poi non dovete immaginarvi che sono o non sono un personaggio: senza rendermene conto vi entro ed esco. Nel sogno del professore ero totalmente all’esterno: vedevo il tutto come se fosse ripresa da una telecamera e il professore, alle varie fermate si rivolgeva verso la telecamera come in un documentario spiegando cosa aveva in mente.
Nel secondo sogno, quello della mia indagine, invece ero quasi sempre io e infatti è quello che mi ha più coinvolto emotivamente e dove la frustrazione era più forte. Eppure quando l’amica dell’amica ha tentato goffamente di offendermi mi sono visto un attimo dall’esterno per capire come avevo i capelli in quel momento.
Conclusione: più sono immerso nel sogno e meno lo controllo: sembra plausibile...
L'esempio di Benjamin Franklin
4 ore fa
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