Oggi no so cosa scrivere: in realtà mi basterebbe prendere uno qualsiasi dei libri che leggo e scorrere le annotazioni per trovare uno spunto, oppure potrei scrivere un pezzo su i “Wow” o i “Mongolini” che sono perennemente in arretrato, oppure potrei scorrere cosa ho salvato nel mio archivio su Telegram (vari spunti di attualità): soprattutto questa terza ipotesi mi ha tentato molto…
Invece ho voglia di scrivere del mio racconto su Strabuccino/Strabuccinator: l’ultima volta che ne ho parlato dicevo di essere a buon punto della rilettura generale. Adesso dovrei aver finito no?
Sì, dovrei aver finito ma invece non ho finito…
Rileggendo il tutto, tenendo conto di una prospettiva generale, mi sono reso conto che una dei tre protagonisti spariva di scena in maniera troppo brusca e che questo avrebbe forse potuto lasciare il lettore insoddisfatto.
Come avevo spiegato (v. la sezione su Strabuccinator in Libri a marzo) non mi andava di aggiungere un’altra scena oltre a quella già scritte perché avevo terminato con un ottimo climax finale: aggiungervi altro sarebbe stato anticlimatico.
Proprio mentre spiegavo questo problema mi venne in mente un’ottima idea: aggiungere la nuova scena prima dell’ultima anche se, cronologicamente, sarebbe stata seguente. Questo trucco mi avrebbe permesso di inserire due o tre idee divertenti.
Tutto risolto quindi?
In realtà no: pensandoci meglio mi sono reso conto di una serie di problemi aggiuntivi. L’idea di questo pezzo è quella di spiegare e di illustrare queste problematiche con la speranza che, così facendo, mi vengano in mente delle soluzioni.
Chiaramente devo fornire un po’ di contesto ma non voglio svelare niente della trama: o almeno ci proverò…
Allora i personaggi principali sono tre: Strabuccino/Strabuccinator (tanto questo si era già capito), da adesso in poi SS per semplicità, e due novità D e Z (di cui non voglio neppure svelare i nomi completi). Z è il personaggio ispirato dalla ragazza di cui ho scritto questa estate: l’idea del racconto era infatti proprio quella di esorcizzarla inserendola in una storia di Strabuccino (il mio, molto alter, ego).
È un personaggio sostanzialmente positivo: non solo bella ma anche molto intelligente, che finisce nelle grinfie di SS (ma è molto più complesso di così!), il mostro cattivo della storia (ma è molto molto più complesso di così!).
D inizialmente era un personaggio secondario a cui però, scrivendone le “vicissitudini lavorative” nei primi capitoli, mi sono affezionato: così ho deciso di renderla un personaggio principale e darle un ruolo importante anche nella seconda parte del romanzo che, infatti, inizialmente non era prevista. D è un personaggio apparentemente positivo verso cui il lettore è portato a tifare ma, con la comparsa di Z, inizia a svelare la sua vera natura abbastanza negativa anche se, forse, schizofrenica è più esatto.
D è in opposizione a Z e SS; ZZ è in opposizione a D e SS; SS ama sia Z che D.
In una delle ultime scene i tre personaggi hanno una risoluzione del loro conflitto e Z, apparentemente, esce di scena. Dopo di questo c’è il climax di cui dicevo in cui si scioglie la questione anche fra D e SS. Nell’epilogo spiegavo poi, in poche righe, cosa era veramente accaduto a Z ma, come detto, mi sono reso conto che non era abbastanza.
L’idea è quindi aggiungere la scena che spiega il destino di Z dopo lo scontro fra i tre protagonisti ma prima della risoluzione finale anche se, temporalmente, avverrebbe dopo.
Quali sono i problemi:
1. la motivazione di Z. In teoria la logica vorrebbe che scappasse via senza voltarsi indietro.
2. i personaggi con cui la posso fare interagire sono secondari o peggio: per ragioni di trama deve essere così.
3. legato al punto precedente è difficile costruire una trama che faccia interagire Z con questi personaggi.
Il problema 1 è facilmente risolto con la motivazione della vendetta verso D. S non sa dove essa sia e, per questo, la va a cercare.
Il problema 2 è più profondo: per motivi di trama mi sono rimasti “disponibili” solo due personaggi secondari PR e NA e altri appena nominati o poco più. È difficile costruire una scena con questi personaggi perché il lettore non è emotivamente coinvolto da essi: in pratica non gli interessa quello che gli capita o fanno.
Il problema 3 è, come detto, legato al precedente: se questi personaggi rimasti avessero più spessore sarebbe più facile trovare motivazioni adeguate per farli interagire con Z.
Una soluzione al problema 2/3 sarebbe ovviamente quella di aggiungere nuovi episodi dove dare ulteriore spessore a questi personaggi rimasti. E grazie, bella forza!
Ovviamente non ne ho voglia: oltretutto incastrare qualcosa all’interno di capitoli già scritti non è banale: si rischia di rompere il ritmo, tutto è conseguente e ben oliato e non è quindi facile aggiungere nuovo materiale. Senza parlare che mi ci vorrebbe dell’ispirazione che non ho.
In realtà c’è almeno un punto dove, devo verificare, dei personaggi “ignoti” agiscono e probabilmente potrei specificare chi sono. Idem dove li nomino appena: magari anche lì posso aggiungere qualche dettaglio utile.
L’alternativa è ricorrere a uno dei pochi “trucchi” da scrittore che conosco (roba letta trent’anni fa!) ovvero usare degli stereotipi.
Gli stereotipi hanno il difetto di essere banali e prevedibili ma anche il vantaggio che il lettore sa immediatamente cosa aspettarsi da questi.
Per esempio uno dei personaggi “terziari” è un professore di cui non si sa niente (appena nominato indirettamente) ma se lo descrivo canuto, ben vestito, con gli occhiali, farfallino, la barbetta ben curata, e la pipa e gli faccio fare un paio di domande a Z del tipo «Ma come giudichi il rapporto con tuo padre? Eri gelosa dei tuoi fratelli più grandi?» ecco che ho uno psicologo freudiano da cui qualsiasi lettore sa cosa aspettarsi: contemporaneamente anche per me diviene più facile farlo interagire con Z. Secondo me se cerco in linea posso trovare delle buone idee per stereotipi già fatti.
Leggendo il libro di “Anatomy of Film Perfection” di Mentos proprio stamani sono arrivato a un capitolo dove distingue fra storia (“story”) e trama (“plot”). La storia è genericamente quello che avviene (il personaggio X si sposta dalla città Y1 a Y2), mentre la trama è il dettaglio di ciò che il personaggio compie per realizzare la storia (X prende l’aereo, qui scambia chiacchiere con un vicino di posto, arrivato a Y2 si accorge di non avere più il pacchetto che doveva consegnare etc.). Da un altro punto di vista la storia corrisponde alla strategia mentre la trama alla tattica (che serve per realizzare la strategia).
Ovviamente per rendere interessante il tutto Mentos fornisce delle regole generiche. Per la trama ci sono tre regole: obiettivo, posta in gioco e urgenza.
Come detto l’obiettivo di Z potrebbe essere la vendetta (in realtà è un po’ debole ma può starci) e la posta in gioco potrebbe essere riuscire a fare giustizia (anche questo è un po’ debole perché sia D che Z si sono scambiate molti colpi bassi ma, in effetti, Z è decisamente in credito nei confronti di D!). L’urgenza è che più passa il tempo e più D si allontana (anche questo è un po’ debole visto che i saggi cinesi ci insegnano a non avere fretta nella vendetta).
Ma magari posso inventarmi un’idea per inserire un fattore di urgenza più forte: per esempio che se Z non raggiunge D abbastanza velocemente la perderà per sempre (sembra assurdo ma sarebbe credibile nel contesto della storia).
Ma ancora manca un elemento importante: devo creare una tensione fra Z e questo gruppo di (anonimi, a parte PR e NA che sono comunque secondari) colleghi. Z ha il suo obiettivo ma questi non solo devono avere un buon motivo per non aiutarla ma, anzi, devono cercare di ostacolarla: solo così la scena ha senso e diventa interessante.
E qui sono nei guai perché non ho buone idee: questo anche perché, come spiegato questi personaggi rimasti non sono particolarmente sviluppati ed è quindi difficile immaginarmi quali possano essere le loro motivazioni.
Eppure questo passaggio è fondamentale per dare senso alla scena…
Z può già ritenerli fin dall’inizio dei cretini ma, in qualche modo, devo far crescere questa avversione per arrivare poi al conflitto e alla sua risoluzione: dovrebbe essere fattibile, visto che avrà fretta e sarà insofferente verso la loro stupidità...
Probabilmente la maniera più sensata di procedere è provare a sviluppare (a livello di bozza, prima di modificare quanto già scritto) questi personaggi (ancora devo stabilirne il numero preciso). Due sono già definiti, un terzo sarà lo psicologo: mi manca qualche altro stereotipo…
Se mi faccio una bella tabella riepilogativa, secondo me, poi delle mi vengono in mente. E, nota per me, devo trovare degli spunti per trovare dei motivi di conflitto fra Z e questi colleghi.
Ovvio che è una maniera estremamente razionale di procedere ma è adatta a me e, credo, risveglierà la mia creatività...
Magari provo a chiedere! Ho un amico sceneggiatore e una cugina esperta di letteratura: forse mi potrebbero dare qualche suggerimento utile!
Comunque, riassumendo, l’incertezza su come risolvere il problema di questa scena aggiuntiva, mi sta bloccando: per questo non ho ancora completato la rilettura generale...
Conclusione: sì, procederò come detto contemporaneamente sperando in qualche buon consiglio. Ma sono fiducioso che se inizio a scrivere qualcosa poi le idee mi verranno!
L'esempio di Benjamin Franklin
4 ore fa
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