Il pezzo di oggi servirà a schiarirmi le idee per un nuovo sottocapitolo dell’Epitome che ho in mente di scrivere, il 22.5 dal titolo provvisorio di “Oligarchie globali”.
Ho già scritto una bozza su carta e adesso vorrei ripercorrerla, senza entrare nei dettagli, proponendone i punti salienti in ordine lineare: le mie bozze infatti sono bidimensionali con frecce che uniscono in un groviglio, non sempre facilmente districabile, i diversi concetti.
Il punto di partenza sarà ripercorrere l’evoluzione del mio punto di vista sull’argomento dato che, dalla prima versione dell’Epitome (diciamo 2016), ha subito un’evoluzione significativa.
Inizialmente, basandomi sulla teoria degli automi cellulari, avevo ipotizzato che la presenza di tanti grandi poteri economici che seguono gli stessi principi (essenzialmente massimizzazione del profitto) può dare luogo a schemi generali che possono dare l’idea di coordinazione mentre invece non è così.
Il secondo passaggio è stato con la Thunberg: netta è stata la sensazione di un personaggio creato al tavolino. All’epoca (2019) ipotizzai, in una nota dell’Epitome, che il suo lancio mediatico fosse stato provocato da un gruppo ristretto in grado di controllare qualche media: visto che il personaggio ebbe successo si instaurò una specie di effetto valanga.
Il terzo passaggio è stato con la pandemia e dell’influenza impensabile che le case farmaceutiche hanno avuto sulla politica occidentale: ma all’epoca (2021) pensavo fosse stato un colpo di fortuna per le case farmaceutiche: politici sprovveduti che credevano realmente di risolvere tutto con un vaccino; ma recentemente ho scoperto che non era così (v. Cattiva fede).
Il quarto passaggio è stato con la guerra in Ucraina dove, a dettare la linea politica a Capita Babbeo, è stato il complesso militare industriale statunitense.
Questo mi ha portato a pensare che le tendenze che avevo inizialmente ipotizzato per il medio lungo termine fossero già molto più mature di quanto non avessi creduto. Ecco quindi che nell’estate 2022 nasce il capitolo 15 sulla “Decadenza”.
Adesso, nel 2023, preso atto che Capitan Babbeo con la sua squadra di governo di babbei segue evidentemente l’influenza di qualsiasi lobbi economica, diventa molto credibile che ci sia un piano molto più pervasivo e una vera e propria mente che prende le decisioni (in genere sbagliate!), dagli anni ‘90 in poi, che dettano la strategia dell’occidente.
E questo è più o meno una “sintesi” del primo rigo della mia bozza!
Aggiungo una riflessione (beh, una mia parafrasi) che ho sentito in un video oggi: i complotti sono sempre esistiti. Basta aprire un libro di storia a caso! Alcuni fallivano e altri avevano successo.
Ma perché oggi si pensa che sia assurdo anche solo sospettare che vi possano essere dei complotti a danno della popolazione? Non c’è motivo: in realtà è semplicemente stupido pensare che non ve ne siano!
È l’illusione democratica che ci fa credere il contrario: ingenuamente la maggioranza della popolazione crede che nelle democrazie comandi il popolo e non il governo. In quest’ottica pensare che il governo, espressione del popolo, possa anche solo pensare di tradirlo non cercando di farne sempre gli interessi è semplicemente assurdo.
Ecco quindi che i media, per consolidare il potere politico, negano l’esistenza di qualsiasi complotto e sbeffeggiano e denigrano chi semplicemente li ipotizza.
La novità rispetto al passato, e per passato intendo secoli fa, è che la democratastenia aveva negli ultimi decenni accumulato una certa ricchezza che adesso fa gola ai parapoteri: i complotti del passato erano in genere di parapoteri contro altri parapoteri e la democratastenia contava troppo poco per essere considerata: adesso invece la popolazione è la vittima del complotto e il potere politico non la tutela ma è complice.
E con questo ho riassunto un altro rigo…
Siccome ci sarebbe un’altra cinquantina di righe mi fermo qui.
Ho però almeno capito che ho abbastanza materiale non per un semplice sottocapitolo ma per un nuovo capitoletto della terza parte dell’Epitome.
Comunque, tanto per dare un’idea, ecco qui la mia bozza (realizzata in 10 minuti):
Conclusione: devo ancora lavorarci un po’ per capire quanto materiale abbia effettivamente in mente e come organizzarlo...
L'esempio di Benjamin Franklin
4 ore fa
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