E siamo a 2 gennaio 2022 (*1). Un altro spunto interessante emersa con la conversazione avuta con un amico pochi giorni fa (grazie a Fastweb non posso cercare e riproporre il collegamento) riguardava l’obbligo delle mascherine all’aperto.
Cioè sulla completa inutilità di tale misura da un punto di vista sanitario eravamo d’accordo: la stessa OMS l’anno scorso spiegava che le mascherine sono utili al chiuso ma non servono a niente all’aperto.
Il mio amico era però favorevole a questo ennesimo obbligo perché, come affermato anche da altri, in questa maniera le persone che hanno già sul volto la mascherina la terranno anche all’entrata di un locale chiuso. Sempre secondo questo mio amico infatti molte persone non le indosserebbero neppure all’interno di negozi (*2). Nella mia esperienza, limitata però a supermercati e a un singolo panificio, ho sempre visto tutti indossare la mascherina ma suppongo che qualche eccezione, magari anche per semplice distrazione, ci possa essere.
La mia obiezione in realtà l’avevo già espressa molti mesi fa: non posso verificare esattamente (grazie Fastweb) ma mi pare addirittura nella primavera del 2020 e, probabilmente, di nuovo nell’inverno 2020-2021.
Il punto non è semplicemente quello di imporre un qualcosa di inutile a tutti per, in teoria, evitare che pochi facciano qualcosa di sbagliato. Già questo è ovviamente ingiusto e tendenzialmente immorale visto che si tratta di una limitazione arbitraria della libertà individuale. Si dovrebbe piuttosto controllare che nei locali al chiuso la mascherina venga usata da tutti: redarguire gli smemorati (*3) ed eventualmente multare chi non la ha neppure con sé. Qui il mio amico ha replicato che non ci sono mezzi per fare i controlli e che le forze dell’ordine dovrebbero pattugliare le strade invece di girare per i negozi a fare multe: d’accordo ma allora chi controlla che la gente porti la mascherina, magari correttamente, per strada?
Comunque, dicevo, la mia obiezione è molto più profonda rispetto alle istanze sullodate: la mia argomentazione nella sua essenza è che se si tratta degli adulti come dei bambini allora questi si comporteranno come bambini. Se vogliamo una popolazione responsabile allora questa va trattata come tale altrimenti non solo non lo diventerà ma, probabilmente, andrà nella direzione opposta.
Inutile dire che la tendenza nella nostra società è opposta: un paternalismo stupido, offensivo, eccessivo e spesso pernicioso.
Per esempio lo vediamo nelle trasmissioni televisive che dovrebbero informare la popolazione sulla pandemia: se si volesse trattare la popolazione in maniera adulta così che questa arrivasse a comportarsi in maniera responsabile le si dovrebbe fornire tutti i dati, sia positivi che negativi, in maniera oggettiva e, per quanto possibile, spassionata. Eppure si può immediatamente constatare che non è così: per i vaccini contro il covid-19 la premessa è spesso che questi siano ASSOLUTAMENTE sicuri, ovvero totalmente privi di reazioni avverse: ovviamente non è così, anche l’aspirina può avere gravi controindicazioni, ma se le basi sono queste come è possibile valutare oggettivamente il rapporto fra benefici e rischi della vaccinazione?
Nella realtà, da un punto di vista puramente statistico, senza quindi considerare le peculiarità mediche del singolo individuo, i benefici dei vaccini dovrebbero essere maggiori per tutti coloro che abbiano più di vent’anni. Sfortunatamente, trattando tutta la popolazione come bambini non in grado di valutare quale sia il proprio bene, si convince la maggioranza con la paura a conformarsi ai desideri del potere, ma rimane una minoranza significativa che al contrario, viene dissuasa dal farlo proprio da questa evidente scorrettezza nell’informazione fornita. In questa minoranza si alimenta così anche la sfiducia verso le istituzioni col risultato che queste divengono sempre meno credibili: qualsiasi loro presa di posizione è guardata con sospetto e, magari, quando possibile volutamente ignorata.
Per non parlare poi del ricatto mafioso del verdepasso e del quale ho già scritto più volte altrove: qui mi limito a sottolineare che la sua introduzione, con motivazioni ormai evidentemente tanto speciose quanto fallaci, contribuisce a togliere credibilità al governo e paradossalmente a deresponsabilizzare la popolazione: chi ha il verdepasso perché bi o tri-vaccinato si sente incorrettamente totalmente immune al covid-19 e può quindi indulgere in comportamenti che portano alla propagazione del virus.
Ma il succo, al di là degli esempi più o meno felici, è che se tratti adulti come bambini essi diventeranno sempre meno responsabili.
Dovrei controllare il mio libro sulla psicosociologia: sono sicuro che un fenomeno di questo tipo è già stato studiato ed evidenziato…
Conclusione: forse vale la pena aggiungere che generalmente mi trovo d’accordo con questo mia amico: è solo che i punti di dissenso mi danno maggiori spunti per scriverci sopra un pezzo!
Da notare che egli è un INTJ e, come tale, tende ad apprezzare tutti i regolamenti che rendono, almeno apparentemente, più ordinata la società. Io invece come INTP… beh, copio e incollo: «Gli INTP criticano in particolar modo le strutture sociali e le istituzioni. Fanno critiche radicali dello status quo; molti si avvicinano a posizioni libertarie o anarchiche.» (*4)
Figuriamoci poi quindi quando gli INTP hanno a che fare con imposizioni arbitrarie e assurde!
Nota (*1): in tutti i pezzi che scrivo mi sto premunendo di indicare la data in maniera da poter poi pubblicarli retroattivamente al giorno corretto.
Nota (*2): in particolare era rimasto impaurito da un vecchietto entrato senza mascherina dopo di lui all’interno di un’edicola. Personalmente non ci avrei fatto troppo caso: difficilmente un anziano rimane asintomatico e soprattutto se fossi bi o forse tri-vaccinato e mascherato non mi preoccuperei di infettarmi per pochi secondi di contatto. Oltretutto la variante omicron è particolarmente innocua. Temo che il confine fra ipocondria e paure giustificate sia da tempo già stato oltrepassato. Certo se il vecchietto si fosse messo a starnutire o a tossire allora mi sarei affrettato a uscire dal locale!
Nota (*3): il solo redarguire può sembrare un’azione insufficiente ed è, ne sono consapevole, completamente fuori dalla mentalità burocratica degli italiani: eppure sarebbe uno strumento estremamente efficace per rendere tutti più consapevoli. Mi baso sull’esempio olandese dove la polizia che pattuglia le vecchie zone residenziali, ovviamente sprovviste di parcheggi interni per auto e con le strade sature e senza posti liberi, non multa le macchine lasciate magari sull’angolo delle strade o messe male ma lascia un avviso ufficiale: se nel tempo di un mese la stessa macchina è ritrovata di nuovo messa male ecco che allora scatta la multa. In questa maniera si mantiene l’ordine senza essere vessatori nei confronti dei singoli che, per mille motivi, si sono potuti trovare nell’esigenza di parcheggiare frettolosamente o in prossimità della propria abitazione.
Nota (*4): tratto da una vecchia pagina che mi ero salvato dell’ottimo sito LaStessaMedaglia.it che, sfortunatamente, adesso non esiste più...
alla prima stazione
1 ora fa
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