[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.8.0 "Verdepasso").
Dal primo pomeriggio danno per certa la rielezione del Mattarella a presidente della repubblica.
Non l’avevo previsto (v. il corto Nuovo presidente): premesso che vista la composizione del parlamento non sarebbe potuto uscire un nome decente non avevo cercato di scoprire in anticipo chi sarebbe stato eletto preferendo usare il mio tempo diversamente. Detto questo mi aspettavo un Draghi o una sua qualche emanazione incolore.
Già negli ultimi giorni mi ero però accorto che i vari partiti, come cani randagi, considerano l’elezione del presidente un osso prezioso e se lo litigano ringhiandosi fra di loro: soprattutto all’interno delle coalizioni dello stesso colore.
Insomma, nonostante le pressioni dall’estero che sicuramente ci saranno state, ogni partito politico voleva mettere un proprio uomo. Non riuscendoci si è optato per un compromesso: lo Mattarella 2.
Riguardo il Mattarella continua a valere cosa scrissi a suo tempo nel corto Sul presidente del 2 marzo 2015:
«“Molti dei miei amici si chiedono come sarà il nuovo presidente della repubblica. Qualcuno è “speranzoso” e dice che, peggio di Napolitano, non potrà essere.
Io dico che al peggio non c'è limite e, se lo ha scelto Renzi, sicuramente non potrà essere un buon presidente.”»
In questi anni ha poi confermato quanto vale: io, sfortunatamente, ho buona memoria e ricordo come intervenne a gamba tesa nella formazione del governo Conte I bocciando ministri per motivi puramente politici (che non l’avrebbero dovuto riguardare e che, al contrario, avrebbe dovuto tutelare da ingerenze esterne) e come ha poi imposto all’Italia, invece di elezioni democratiche, un presidente del consiglio scelto da Bruxelles: Monti fu il liquidatore dell’Italia, Draghi ne è il becchino. E il Mattarella ne è complice.
In realtà oggi, invece di lamentarmi del “nuovo” presidente, volevo esaminarne la figura alla luce della teoria dell’Epitome.
Chiaramente il presidente della repubblica è scelto attraverso un’elezione di secondo livello.
Questo elemento da solo, per la legge dei gradi di distanza ([E] 5.5), fa sì che tendenzialmente gli obiettivi del presidente saranno ancor più distanti da quelli degli italiani rispetto al parlamento.
Per un’analisi più approfondita basta analizzare le varie CdRI (v. legge della rappresentatività [E] 5.4) e vedere quante e quanto sono verificate (stesso procedimento usato in [E] 11.5).
Dovremmo vedere che relazione vi è fra il presidente e il popolo italiano.
1. Provenienza dei membri del gruppo delegato.
Il presidente è scelto in genere fra i politici di professione (o, peggio, fra i banchieri: vedi Ciampi). Egli non si identifica con gli italiani ma con i politici e a questi ultime va la sua simpatia.
2. Durata del mandato.
Il mandato è piuttosto lungo, ben 7 anni, ma il punto centrale qui è che gli italiani guardano l’elezione del presidente alla televisione: non l’eleggono direttamente. Questo significa che, anche rispetto a questa condizione, il presidente non sente alcun vincolo verso il popolo italiano.
3. Controllo dei rappresentati sui delegati.
Il controllo del popolo italiano sul presidente è nullo.
4. I delegati credono sinceramente nel proprio ruolo.
Credo che in passato, penso a Pertini, qualche presidente si sia effettivamente sentito come il primo rappresentante degli italiani. Da decenni però, da quando il suo ruolo è diventato sempre più attivo, i diversi presidenti si sono sentiti e comportati prima da politici e poi da rappresentanti.
Adesso Mattarella sa bene che il suo compito è fare in modo che l’agenda economica della camarilla europea venga portata a termine: non gli può importare di meno che essa sia totalmente contraria agli interessi dell’Italia e degli italiani. Ci sono ancora da piantare i chiodi nella bara dell’Italia prima che l’inumazione sia completata.
5. Trasparenza.
Fermo restando che, come detto, gli italiani non votano direttamente per l’elezione del presidente, la trasparenza è scarsa: al di là delle comparsate in televisione della vera attività del presidente non si sa niente, cioè sappiamo che incontra, per esempio, papa Francesco o la von der Leyen ma non cosa si dicono…
Nel complesso tutte e cinque le CdRI sono verificate e, per questo, la legge della rappresentatività è massimamente verificata. In altre parole gli obiettivi del presidente e quelli del popolo italiano possono essere completamente diversi.
Lo stesso esercizio fatto considerando il presidente e il popolo italiano lo si potrebbe rifare considerando presidente e parlamento: in questo caso si arriverebbe alla conclusione che alcune CdRI non sono verificate e che quindi, almeno parzialmente, gli obiettivi del presidente e quelle del parlamento si sovrappongono.
In definitiva sarebbe molto più corretto dire che il Mattarella è il presidente dei parlamentari invece che degli italiani.
Conclusione: deluso? Assolutamente no: non mi aspettavo niente di meglio!
alla prima stazione
1 ora fa
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