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martedì 26 novembre 2019

Sardine o ponti?

Sui ponti sono poco preparato: mi limito a ripetere quello che ho sempre detto, ovvero che i privati sono solo interessati a massimizzare il proprio guadagno (soprattutto se gli affidi un monopolio privo di concorrenza) e questo va a discapito della manutenzione e quindi, indirettamente, della sicurezza degli utenti nel caso delle autostrade (*1).

Sulle sardine sono un po’ più preparato. Dopo il breve accenno in Vs Salvini ho continuato a seguire, anche per colpa di FB e di vari amici che hanno rilanciato delle notizie relative a esse, la loro (rapida) evoluzione.

Onestamente non so neppure bene da cosa partire: ho infatti l’imbarazzo della scelta fra varie contraddizioni, stranezze e vacuità.

Parto dalla più preoccupante: si manifesta, non so quanti casi vi siano stati al mondo con l’eccezione magari di qualche dittatura conclamata, contro un partito all’opposizione cercando di disturbarne la campagna elettorale. A me già questo sembra pura follia…

Ci sarebbe poi da discutere come nasce: da alcune parti ho letto che i giovani promotori sono di area PD. Non so se sia vero però è plausibile. Ma per il momento, in mancanza di dati certi, lasciamo stare.

Ieri (o domenica?) mi sono poi imbattuto nel loro “manifesto”: La “carta dei valori” delle Sardine: stilati i dieci punti su cui si basa il movimento di Veronica Di Benedetto Montaccini su TPI.it
Ecco, li ho appena riletti tutti e non me ne ricordo uno: è tutta fuffa, tutte frasi condivisibili ma anche estremamente vaghe, che dicono tutto e niente. Semmai l’unico aspetto sostanziale che vi ho trovato è l’ipocrisia di non menzionare esplicitamente di essere contro Salvini.
Comunque all’amico che pubblicò il collegamento scrissi su FB:
«Ma qual è lo scopo? Qual è, per esempio, la posizione sul MES?
A me pare che si vogliano mettere insieme, anche legittimamente, delle persone unite solo dall'odio, motivato o no, verso Salvini e la Lega. A me pare poco: gradirei di più un programma del tipo: per l'immigrazione proponiamo XXX, per l'economia YYY, per l'euro ZZZ...
Invece qui si mettono prima insieme le persone per poi, forse, si cercano delle idee condivisibili (vedi i principi vaghi e astratti della carta)...

PS: curiosità. Ma perché come simbolo è stata scelta la sardina? C'è un motivo?
»

A me sembra un’obiezione sensata: se sei contro una specifica forza politica avrai dei motivi politici per esserlo, no?
L’amico mi ha risposto che al momento le sardine sono un movimento spontaneo, di persone che chiedono “un cambiamento radicale di una visione del mondo e del futuro” e che non può già essere strutturato come un partito con un suo programma, etc…
Allora specificai:
«No, non vorrei strutturarle come partito: mi piacerebbe però che l'ideale aggregante non fosse il semplice e generico "essere contro Salvini" ma qualcosa di più concreto.
Questi dieci punti (ci rifletterò meglio) ma mi sembrano sì condivisibili (praticamente da tutti) ma anche estremamente vaghi e generici: principi dove ognuno poi finisce per leggerci quello che vuole. Ti ricordi i nostri sforzi per elaborare quali fossero i principi del M5S e farli nostri (all'epoca di Percorso Comune): alla fine, per lo meno io ma mi sembrò un'esperienza comune, ci si rese conto di essere stati aggregati insieme senza precisi principi comuni. Vedi poi come il M5S è riuscito nel 2018 ad attrarre voti sia da destra che da sinistra (e che poi abbia perso quelli di sinistra alleandosi con la Lega e quelli di destra alleandosi col PD)...
Scusa se ho divagato...
»
Infatti leggendo la “carta dei valori” ho avuto un vero e proprio déjà vu: quando il nostro (numeroso) gruppo di attivisti uscì dal M5S a fine 2014 si cercò di accordarsi per formare una nuova forza politica che riprendesse e facesse propri i principi del movimento. Ci si accorse però che questi erano così generici che ognuno vi aveva letto ciò che voleva leggerci. In pratica non riuscivamo a trovare un accordo su niente e alla fine allora tirammo fuori un “manifesto” vago e fumoso molto simile, nella sua assenza di concretezza, al documento delle sardine.
Io una volta posso cascarci, ma due no!

Ormai lo riconosco subito un movimento nato solo per aggregare e mettere insieme persone che non hanno niente in comune e che poi, magari, nel concreto la pensano anche in maniera molto differente fra loro.
Mi è ovvio che qui si vogliono mettere prima insieme delle persone e poi, in un secondo momento, a ridosso delle elezioni, le si dirà “allora noi abbiamo nuovi ideali, siamo per una nuova società, più giusta, onesta, dove tutti possano essere felici (*2), ma ora siamo alle elezioni: se vogliamo un futuro migliore per i nostri figli dobbiamo impedire che vinca Salvini e la Lega. Dobbiamo quindi turarci il naso e votare per XXX(*3) che ci ha assicurato che...”. In questo caso, persone che si sono convinte di far parte di qualcosa di nuovo, che credono sinceramente negli stessi fumosi ideali, difficilmente si tireranno indietro e seguiranno le indicazioni ricevute…

Ecco perché secondo me sarebbe importante che le sardine definissero per bene, non dico un programma completo, ma un progetto di azione su problematiche importanti: Europa, euro, immigrazione, lavoro, tasse, debito, etc…
In questa maniera i loro voti sarebbero più difficilmente dirottati da partiti interessati solo al loro sostegno elettorale.

Inoltre ho una teoria interessante: chi è stato nel M5S, ma poi (come me) ha capito di esserne stato tradito, è in un certo senso “vaccinato” contro la vaghezza di idee e principi, del cambiare tutto per non cambiare nulla. Ho la sensazione quindi che le sardine “peschino” soprattutto dal bacino di ex elettori PD, genuinamente di sinistra, che si sono sentiti traditi dalla sua politica sempre più liberista.

Forse la domanda più importante non è se il movimento delle sardine sia nato artificialmente o spontaneamente. Mi pare evidente che riscuota comunque il sincero interesse di parte della popolazione (difficile stabilire quanto ampia: i numeri delle piazze non mi hanno impressionano) che, evidentemente, non contenta della politica attuale (né dell’alternativa prospettata dalla Lega) ha comunque voglia di far sentire la propria voce.
Mi pare molto più significativo come i media abbiano reagito a questo movimento: l’interesse e la simpatia dimostrata alle sardine indicano chiaramente che vi è già la volontà precisa di strumentalizzarle a favore del potere vigente (a cui i media tradizionali rispondono). È sempre così: i movimenti popolari che possono essere usati per stabilizzare la società (e il sistema di valori a essa associata) sono appoggiati con simpatia dai media che, lo ripeto, sono anch’essi strumenti al servizio dei parapoteri; se invece si tratta di un movimento di rottura, che vorrebbe cambiare il potere vigente, ecco che allora viene dagli stessi media etichettato come pericoloso, violento, distruttivo (e in Italia aggiungerebbero “fascista”).
Come dice il professor Barbero, le rivoluzioni sono le rivolte che hanno avuto successo mentre le rivolte sono rivoluzioni fallite: la prospettiva è cioè variabile ma bisogna ricordare che la prospettiva dei media è la stessa del potere che li controlla. Ciò che i media mostrano con favore è ciò che il potere vede con favore.

Personalmente credo che se le sardine non si sfaldano da sole per mancanza di idee e contenuti nei prossimi mesi (ancora, come già detto, non riesco a giudicare il consenso che riscuotono) allora faranno un partito a sé: questo perché già adesso molti politici cercano di allungare la “zampa” per appropriarsene (nella maniera frenetica e brutale del naufrago che si aggrappa al primo salvagente che riesce ad afferrare) e le sardine, se vogliono sopravvivere, dovranno prenderne le distanze per continuare a dirsi "fuori dalla politica": questo equivale a formare poi un proprio partito, fermo restando che alle elezioni farà da stampella a qualunque partito sistemico serva un aiuto.

Conclusione: ho scoperto che Diego Fusaro ha già detto più o meno le stesse cose, in soli cinque minuti e in maniera molto più elegante della mia, in questo video: Diego Fusaro: Movimento delle Sardine, perché il potere lo ama (22.11.2019) dal canale di Diego Fusaro

Nota (*1): nel caso della TELECOM invece non si sostituiscono ma si annodano i cavi rotti con il conseguente calo della qualità del servizio offerto (vedi il mio caso). O nel caso dell’acqua pubblica si spreca una percentuale surreale di acqua in perdite nei condotti (ricordo di aver letto roba dell’ordine del 40-50%) salvo poi farla pagare agli utenti e martellare gli stessi con pubblicità progresso che invitano a chiudere i rubinetti quando ci si lava i denti…
Nota (*2): senza ovviamente specificare idee o progetti concreti: tutte le sardine avranno idee diverse ma crederanno di avere lo stesso obiettivo…
Nota (*3): suppongo PD a meno che nel frattempo le sardine non si siano trasformate in un vero e proprio partito.

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