Premessa: lunedì pomeriggio avevo scritto il seguente pezzo ma, una volta terminato, non l'avevo pubblicato. Rileggendolo mi erano infatti venuti seri dubbi sulla forza e validità di un passaggio chiave che, già nel testo originale, indicavo come “l'anello debole”. Così l'avevo lasciato in sospeso in attesa di nuove informazioni.
Però, proprio stasera, sono stato a una riunione dove un attivista mi ha fornito nuovi elementi che vanno a rafforzare la mia teoria nel suo punto più debole. Volendo fare le cose per bene avrei dovuto riscrivere tutto il pezzo da capo ma, prima di tutto sono pigro e, secondo, mi piace mostrare l'evoluzione del mio pensiero: per questo ho deciso di lasciare la versione originale immutata e di aggiungere invece in corsivo le nuove considerazioni frutto della recente conversazione.
Oggi nel M5S si vota per le europee o, meglio, si vota per scegliere i candidati al parlamento europeo.
Quello che mi ha colpito è la rapidità con cui si sta dipanando l'intera procedura.
Nel recente Puzzle a 5 stelle avevo ipotizzato una teoria, non proprio ortodossa, sulla situazione interna del movimento. Quello che avevo fatto era stato unire i puntini, dati dalle varie incongruenze e/o stranezze che avevo notato, arrivando a una possibile interpretazione che desse un senso logico al disegno risultante.
Il nocciolo della mia conclusione era che, almeno in questa fase, Grillo non volesse realmente la democrazia diretta all'interno del movimento. I motivi per cui ero giunto a questa conclusione sono all'interno di detto articolo e non starò quindi adesso a ripeterli.
Quello che mi preme sottolineare è però come tale teoria possa, almeno in parte, spiegare i motivi di queste precipitose elezioni interne.
Ripercorro rapidamente la cronistoria dei recenti eventi: mercoledì si viene a sapere che, chi ha i requisiti, può candidarsi. Entro sabato alle 14:00 (mi pare): le candidature vengono chiuse. Domenica non si sa ancora niente sui candidati. E oggi, lunedì, fino alle 21:00 si ha tempo per votare con “calma” scegliendo fra “solamente” 276 nomi.
Quale sarà la logica conseguenza di questa votazione? La base, o meglio gli iscritti al viario di Grillo (*1), con quale criterio sceglieranno chi votare?
Volendo valutare per almeno un minuto ciascun candidato sarebbero necessari 276 minuti, ovvero 4 ore e 36 primi. Considerando che la maggior parte dei votanti oggi è a lavorare ci si rende conto che non c'è modo di esaminare seriamente pregi e difetti dei candidati...
Eppure, in questo video dello scorso ottobre, lo stesso Grillo spiega, piuttosto informalmente a degli attivisti, che per le europee vorrebbe dei candidati molto in gamba che rimangano fedeli al movimento (questo lo si capisce da altre dichiarazioni). Come spiegare allora il frettoloso metodo adottato?
Sicuramente data la mancanza di tempo per approfondire, anche minimamente, la conoscenza dei candidati ci si limiterà a votare i nomi più “noti”. E chi possono essere i nomi “noti” fra comuni cittadini? Secondo me solo quelli “consigliati”...
Ecco questo è l'anello più debole della mia ipotesi: Grillo dovrebbe aver delegato un gruppo di parlamentari di cui si fida che, a loro volta, potrebbero aver suggerito, magari indirettamente tramite interposta persona, dei candidati affidabili ai rispettivi Meetup del proprio territorio. C'è da aggiungere anche che alcuni candidati sembrano essere stati molto più pronti degli altri a preparare video di presentazione, siti personali e curricoli: che fossero stati avvisati prima degli altri sulle scadenze o hanno solamente “riflessi” (*2) migliori?
Prove concrete a supporto di questa teoria non ne ho nessuna. Ripeto: prove, NESSUNA.
Ripeto: non ho nessuna prova, è solo una mia congettura!
Secondo l'attivista con cui ho parlato le persone “note” esistono già: sono quelle più attive sui social network spesso da anni vicine a Grillo e i collaboratori dei parlamentari (mi ha fatto anche dei nomi specifici che non sto a ripetere). E io ai “collaboratori dei parlamentari” aggiungo “persone di fiducia dei parlamentari”.
Mi pare evidente come questo nuovo elemento si integri perfettamente con la mia teoria.
Però questa interpretazione degli eventi spiegherebbe molto bene il perché della rapidità della procedura: da una parte si lascia alla “base” (*1) una parvenza di controllo diretto sui candidati ma, dall'altra, la si imbocca con figure già scelte in precedenza. Intendiamoci, lo scopo non sarebbe quello di favorire amici o parenti, come fanno regolarmente i partiti tradizionali, ma arrivare a una selezione di candidati in tutti i sensi affidabili.
Però, per quanto io stesso trovi impraticabile la democrazia diretta (almeno nelle forme viste fino a questo momento), non sopporto che la base, della quale anch'io mi sento di fare parte, venga presa in giro. Anzi, che la base venga presa in giro non mi importa: non mi va di essere io quello preso in giro! Una soluzione che dovrò valutare sarà quella di uscire dalla base...
Comunque ho sondato altri attivisti (che ne sanno più o meno quanto me) per avere altre interpretazioni della vicenda: ovviamente, non chiamandosi KGB (!), sono molto meno sospettosi del sottoscritto!
La prima ipotesi, e credo la più diffusa, è che si tratti di semplice inefficienza e carenza di pianificazione ma in completa buona fede. Cioè tutti sono dal seccato all'arrabbiato per la rapidità con cui si deve votare ma, in generale, non ci vedono secondi fini...
Poi c'è chi percepisce la stranezza della faccenda senza però riuscire a spiegarsela: insomma vedono i “puntini” ma non li hanno uniti con il lapis!
C'è anche chi, senza molta convinzione, ipotizza giustificazioni tecniche come, ad esempio, il pericolo di attacchi informatici...
Un altro parere interessante ipotizza che l'estrema rapidità sia voluta onde evitare accordi di voto fra gruppi diversi su un medesimo candidato.
In conclusione la mia interpretazione è di gran lunga la più eretica e complottista. Io stesso nutro dei dubbi sul suo passaggio più debole ovvero quello dove gli stessi parlamentari sarebbero complici di una sorta di raggiro nei confronti della base. Vedremo in futuro come evolverà la situazione e se nuovi elementi andranno a confermare o smentire questa mia teoria...
Nuova conclusione. Parlando a quattrocchi è emerso che la mia posizione non è poi così assurda come pensavo!
Devo anche aggiungere che mi era venuto un altro forte dubbio: mi chiedevo “ma Grillo (o chi per lui) avendo in mano il sistema informatico con il quale si effettuano le votazioni non poteva dare tutto il tempo necessario a soddisfare gli elettori e poi, semplicemente, manipolare opportunamente i risultati?” Sempre il medesimo attivista mi ha però obiettato che, dando abbastanza tempo, gli elettori avrebbero potuto fare dei controlli incrociati col rischio di smascherare palesi distorsioni del voto. Dando così poco tempo questo rischio non c'è. E, dopotutto, eventuali manipolazioni saranno poi comunque più facili da realizzare se necessario...
Nota (*1): che come ho più volte spiegato non coincidono e, anzi, col passare del tempo tendono a divergere sempre di più. Vedi il terzo punto in Grana pentastellata...
Nota (*2): sembra assurdo ma rischiano di essere candidati alle europee per il M5S non i migliori ma i più rapidi a organizzarsi in poche ore!
lunedì 31 marzo 2014
domenica 30 marzo 2014
Hugo 4
Qualche comunicazione prima di passare all'usuale recensione degli ultimi racconti letti.
Sono stato contattato da un amico che ha recentemente letto lo “stesso” libro: beh, si è scoperto che in realtà nella mia raccolta a volume unico (lui ha tre volumi) qualche racconto è stato eliminato (vaffa!) e questo spiega la confusione nelle date dei premi Hugo. Inoltre, come era prevedibile, per ogni anno ci sono più vincitori in base alle diverse categorie: in genere basate sulla lunghezza ma non solo e, col trascorrere degli anni, in numero sempre crescente...
L'ultimo castello è un altro racconto di Jack Vance. Non male: diciamo che, come il precedente (I signori dei draghi), è un po' al limite del mio gusto. Come ho ripetuto più volte a me piace che l'ambientazione sia solida e credibile e, in questo racconto, ci sono alcune idee su questa linea di confine. Un esempio per capirci: in una città la popolazione di nobili deve rimanere costante per legge e quindi, ogni nobile, può avere al massimo un figlio. Socialmente non ha molto senso che la élite dominante si limiti in questo modo ma, facciamo finta che sia così, io mi chiedevo però cosa succede se un nobile muore prima di avere un successore: si può ipotizzare che a un parente venga data la possibilità di avere un figlio aggiuntivo ma il racconto non lo spiega né si pone il problema. Questo è un banale esempio di dettaglio che rende, per il mio gusto, meno credibile l'ambientazione. Poi bisogna riconoscere all'autore che ha anche molte idee originali e affascinanti (gli energovagoni, lo sciroppo, le Phane...) che danno un grosso valore aggiunto al racconto.
Insomma nel complesso un buon racconto con un finale banale (arriva la “cavalleria” che salva la situazione) nel quale è stato ficcato un po' a forza la morale sull'importanza del dialogo e della comprensione in ottica guerra fredda.
Voto: 7- / 10
Stella di neutroni di Larry Niven, lo spiega Asimov, è un classico racconto di “fantascienza classica”, dove per “classica” si intende una storia che ruota intorno a un'idea scientifica. Questo non è il mio genere (che infatti è il favorito di Asimov e a me non piace Asimov!) o, per meglio dire, l'idea di per sé in teoria mi sarebbe neutra ma, nella pratica, spesso tale idea finisce per monopolizzare la trama a scapito di tutto il resto e, specialmente, dell'ambientazione.
Questo racconto non fa eccezione: tutto ruota intorno all'idea scientifica di base a cui viene solo aggiunto il dettaglio di alieni erbivori i cui barman preparano le bevande miscelandole con la bocca...
L'idea in sé è bellina ma, come detto, questo non mi basta in un racconto di fantascienza.
Voto: 6½ / 10
Infine ho letto La cerca del Weyr di Annie McCaffrey, autrice che non conoscevo. Il racconto promette bene con una protagonista dai misteriosi poteri che si finge una sguattera...
Prosegue altrettanto bene con una ambientazione credibile (alla Vance non alla Anderson!) e idee interessanti ma improvvisamente si interrompe! È un racconto lasciato a metà: sembrano i primi due capitoli di un normale romanzo! Rimangono numerosi dettagli, non secondari, in sospeso...
È incredibile che sia stato premiato con l'Hugo non perché non sia scritto bene ma perché non è un racconto! Questo rende difficile la mia valutazione: se considero la storia come se fosse i due capitoli iniziali di un romanzo allora le attribuirei un 7 promettente (che rischia cioè di arrivare a 8...) ma se invece la valuto per quel che è, ovvero un racconto tronco, allora devo considerarla da 4. Per il voto farò quindi la media togliendole qualcosina...
Voto: 5 / 10
Modificato 30/3/2014: ho voluto controllare su Wikipedia: la signora Anne ha scritto ben altri 22 romanzi e racconti basati sul ciclo I dragonieri di Pern del quale, il racconto che ho letto, è il primo della serie!
Sono stato contattato da un amico che ha recentemente letto lo “stesso” libro: beh, si è scoperto che in realtà nella mia raccolta a volume unico (lui ha tre volumi) qualche racconto è stato eliminato (vaffa!) e questo spiega la confusione nelle date dei premi Hugo. Inoltre, come era prevedibile, per ogni anno ci sono più vincitori in base alle diverse categorie: in genere basate sulla lunghezza ma non solo e, col trascorrere degli anni, in numero sempre crescente...
L'ultimo castello è un altro racconto di Jack Vance. Non male: diciamo che, come il precedente (I signori dei draghi), è un po' al limite del mio gusto. Come ho ripetuto più volte a me piace che l'ambientazione sia solida e credibile e, in questo racconto, ci sono alcune idee su questa linea di confine. Un esempio per capirci: in una città la popolazione di nobili deve rimanere costante per legge e quindi, ogni nobile, può avere al massimo un figlio. Socialmente non ha molto senso che la élite dominante si limiti in questo modo ma, facciamo finta che sia così, io mi chiedevo però cosa succede se un nobile muore prima di avere un successore: si può ipotizzare che a un parente venga data la possibilità di avere un figlio aggiuntivo ma il racconto non lo spiega né si pone il problema. Questo è un banale esempio di dettaglio che rende, per il mio gusto, meno credibile l'ambientazione. Poi bisogna riconoscere all'autore che ha anche molte idee originali e affascinanti (gli energovagoni, lo sciroppo, le Phane...) che danno un grosso valore aggiunto al racconto.
Insomma nel complesso un buon racconto con un finale banale (arriva la “cavalleria” che salva la situazione) nel quale è stato ficcato un po' a forza la morale sull'importanza del dialogo e della comprensione in ottica guerra fredda.
Voto: 7- / 10
Stella di neutroni di Larry Niven, lo spiega Asimov, è un classico racconto di “fantascienza classica”, dove per “classica” si intende una storia che ruota intorno a un'idea scientifica. Questo non è il mio genere (che infatti è il favorito di Asimov e a me non piace Asimov!) o, per meglio dire, l'idea di per sé in teoria mi sarebbe neutra ma, nella pratica, spesso tale idea finisce per monopolizzare la trama a scapito di tutto il resto e, specialmente, dell'ambientazione.
Questo racconto non fa eccezione: tutto ruota intorno all'idea scientifica di base a cui viene solo aggiunto il dettaglio di alieni erbivori i cui barman preparano le bevande miscelandole con la bocca...
L'idea in sé è bellina ma, come detto, questo non mi basta in un racconto di fantascienza.
Voto: 6½ / 10
Infine ho letto La cerca del Weyr di Annie McCaffrey, autrice che non conoscevo. Il racconto promette bene con una protagonista dai misteriosi poteri che si finge una sguattera...
Prosegue altrettanto bene con una ambientazione credibile (alla Vance non alla Anderson!) e idee interessanti ma improvvisamente si interrompe! È un racconto lasciato a metà: sembrano i primi due capitoli di un normale romanzo! Rimangono numerosi dettagli, non secondari, in sospeso...
È incredibile che sia stato premiato con l'Hugo non perché non sia scritto bene ma perché non è un racconto! Questo rende difficile la mia valutazione: se considero la storia come se fosse i due capitoli iniziali di un romanzo allora le attribuirei un 7 promettente (che rischia cioè di arrivare a 8...) ma se invece la valuto per quel che è, ovvero un racconto tronco, allora devo considerarla da 4. Per il voto farò quindi la media togliendole qualcosina...
Voto: 5 / 10
Modificato 30/3/2014: ho voluto controllare su Wikipedia: la signora Anne ha scritto ben altri 22 romanzi e racconti basati sul ciclo I dragonieri di Pern del quale, il racconto che ho letto, è il primo della serie!
venerdì 28 marzo 2014
Pericolo "clandestini"?
Finalmente, con notevole ritardo, sono state rese note dal M5S le modalità per candidarsi alle europee. “Basta” essere iscritti al viario di Grillo da dicembre 2012 mentre, per votare, bisogna esserlo da giugno 2013...
Come già ho più volte evidenziato (v. Grana pentastellata e il recente Puzzle a 5 stelle) sono molto scettico sulla presunta equivalenza fra iscritti al viario di Grillo e attivisti.
Il motivo è che al viario di Grillo chiunque si può iscrivere: anche chi ha idee opposte a quelle del M5S potrebbe adesso avere il diritto di candidarsi e/o di votare. E comunque, in futuro, potrebbero falsare qualsiasi votazione interna del movimento.
Come spiegato in Puzzle a 5 stelle ormai sono sicuro che anche Grillo se ne renda conto e, per questo, è stata scelta come data “discriminante” quella del dicembre 2012 ovvero un paio di mesi prima della definitiva consacrazione del movimento: evidentemente Grillo si auspica che a quella data fossero ancora relativamente pochi questi “clandestini” del suo viario.
Personalmente non ne sono così sicuro: la stampa diede abbastanza risalto alle modalità di voto del M5S e a quel punto bastava poco per capire che iscriversi al viario di Grillo, dato anche che non costava niente, poteva essere un'opportunità. Io perlomeno ci pensai...
Ma qual è il pericolo costituito da questi “clandestini”? Il pericolo è che, se riescono a organizzarsi, potrebbero concentrare i voti su specifici candidati provocandone quasi automaticamente la candidatura alle elezioni.
Un esempio: un simpatizzante del PD potrebbe essersi iscritto al viario di Grillo, magari per semplice curiosità, a novembre del 2012 e adesso potrebbe candidarsi. A questo punto potrebbe rendere noto pubblicamente di essere tale e fare appello a tutti i votanti (cioè gli iscritti fino a giungo 2013) di votare per lui: se riuscisse ad aggiudicarsi un 500 voti avrebbe buone possibilità di farcela!
In una situazione di questo genere Grillo si troverebbe nell'imbarazzo di doversi inventare una nuova regola per estrometterlo, rendendo però palese il contro senso di equiparare gli iscritti al suo viario ad attivisti, oppure far finta di niente col rischio però di trovarsi con un parlamentare europeo in forza al M5S ma che in realtà sarebbe del PD!
È vero, adesso c'è la penale di 250.000€ per chi cambia schieramento ma se questo parlamentare si limitasse a votare come pare a lui? Comunque andasse sarebbe una mazzata per chi crede e spera nel M5S...
In conclusione, secondo me, già a queste elezioni europee c'è il rischio concreto che il M5S mandi a Strasburgo qualcuno che non è del movimento o che, comunque, si verifichino problemi sulla falsariga dell'esempio che ho addotto...
Comunque sono sicuro che queste saranno le ultime elezioni dove la scelta dei candidati del M5S verrà fatta con questa assurda modalità basata unicamente sull'iscrizione al viario di Grillo.
Alle elezioni del 2015 (non so quali saranno) sarebbe un suicidio permettere di candidarsi a tutti coloro che si sono iscritti entro il dicembre 2013 perché data successiva a quella spartiacque delle elezioni del febbraio 2013...
Come già ho più volte evidenziato (v. Grana pentastellata e il recente Puzzle a 5 stelle) sono molto scettico sulla presunta equivalenza fra iscritti al viario di Grillo e attivisti.
Il motivo è che al viario di Grillo chiunque si può iscrivere: anche chi ha idee opposte a quelle del M5S potrebbe adesso avere il diritto di candidarsi e/o di votare. E comunque, in futuro, potrebbero falsare qualsiasi votazione interna del movimento.
Come spiegato in Puzzle a 5 stelle ormai sono sicuro che anche Grillo se ne renda conto e, per questo, è stata scelta come data “discriminante” quella del dicembre 2012 ovvero un paio di mesi prima della definitiva consacrazione del movimento: evidentemente Grillo si auspica che a quella data fossero ancora relativamente pochi questi “clandestini” del suo viario.
Personalmente non ne sono così sicuro: la stampa diede abbastanza risalto alle modalità di voto del M5S e a quel punto bastava poco per capire che iscriversi al viario di Grillo, dato anche che non costava niente, poteva essere un'opportunità. Io perlomeno ci pensai...
Ma qual è il pericolo costituito da questi “clandestini”? Il pericolo è che, se riescono a organizzarsi, potrebbero concentrare i voti su specifici candidati provocandone quasi automaticamente la candidatura alle elezioni.
Un esempio: un simpatizzante del PD potrebbe essersi iscritto al viario di Grillo, magari per semplice curiosità, a novembre del 2012 e adesso potrebbe candidarsi. A questo punto potrebbe rendere noto pubblicamente di essere tale e fare appello a tutti i votanti (cioè gli iscritti fino a giungo 2013) di votare per lui: se riuscisse ad aggiudicarsi un 500 voti avrebbe buone possibilità di farcela!
In una situazione di questo genere Grillo si troverebbe nell'imbarazzo di doversi inventare una nuova regola per estrometterlo, rendendo però palese il contro senso di equiparare gli iscritti al suo viario ad attivisti, oppure far finta di niente col rischio però di trovarsi con un parlamentare europeo in forza al M5S ma che in realtà sarebbe del PD!
È vero, adesso c'è la penale di 250.000€ per chi cambia schieramento ma se questo parlamentare si limitasse a votare come pare a lui? Comunque andasse sarebbe una mazzata per chi crede e spera nel M5S...
In conclusione, secondo me, già a queste elezioni europee c'è il rischio concreto che il M5S mandi a Strasburgo qualcuno che non è del movimento o che, comunque, si verifichino problemi sulla falsariga dell'esempio che ho addotto...
Comunque sono sicuro che queste saranno le ultime elezioni dove la scelta dei candidati del M5S verrà fatta con questa assurda modalità basata unicamente sull'iscrizione al viario di Grillo.
Alle elezioni del 2015 (non so quali saranno) sarebbe un suicidio permettere di candidarsi a tutti coloro che si sono iscritti entro il dicembre 2013 perché data successiva a quella spartiacque delle elezioni del febbraio 2013...
Boia che mol!
Credo di aver trovato un nuovo errore nel mio testo di studio francese Entrez... en grammaire! (v. il corto 3 a 2). Stavolta sembrerebbe più grave di un semplice refuso: a pagina 14 si spiega che gli aggettivi beau, nouveau, vieux, fou e mou hanno una forma secondaria che prendono se il sostantivo a cui si riferiscono inizia per vocale; in questo caso diventano bel, nouvel, viel, fol e mol.
Ieri mi ci risono imbattuto e mi sono reso conto di non ricordare il significato di mou/mol: così ho provato a scrivere su Google Translate mou chat et mol homme (ne approfitto per farmi anche un'idea della pronuncia) ma il mol non mi veniva tradotto. Sono andato sul dizionario Larousse in linea ma anche qui esiste solo mou. Per scrupolo ho controllato un'altra grammatica di francese che, guarda caso, nella lista di aggettivi irregolari elenca solo i primi quattro ma non mou/mol...
Voglio credere che la doppia forma mou/mol sia obsoleta e non inventata dal nulla!
Cena fuori → - 30/3/2014
Ieri sono stato a cena fuori: ho mangiato benissimo ma, pasteggiando a Coca Cola, stanotte non ho chiuso occhio...
Bis di Vodka - 4/4/2014
Ieri mi ero esercitato suonando (ovviamente) molto meglio che in Esercitazione tipo e così avevo deciso di registrare il pezzo mancante: Vodka.
Appena ho acceso il registrare ho iniziato a fare schifo: ho insistito per un po' poi mi sono arrabbiato e, alla fine, ho spento il registratore e ho ricominciato a suonare bene!
Oggi ho riprovato lasciando il registratore acceso così da dimenticarmene ed è andata meglio. Nella versione postata ho tagliato una prima esecuzione dove andavo benino ma sbagliavo completamente il ponte e una seconda abortita perché a metà mi ero confuso suonando un accordo sbagliato.
Nella seguente registrazione di Vodka faccio prima una prova del ponte (che sbaglio) e poi c'è l'esecuzione vera e propria: vado a tempo ed eseguo bene il ritmo humpa, manco l'attacco col ponte (mi prende sempre di sorpresa!) ma poi riesco comunque a sincronizzarmi con esso (lo si capisce dalla mia pausa che coincide con quella della canzone)...
Scrivo poco - 11/4/2014
Ultimamente sto scrivendo per un semplice motivo: sono impegnato a fare un programma (solo per divertimento) e questo distoglie la mia attenzione da altri soggetti...
Vs. Draghi - 11/4/2014
Qualche giorno fa ho trovato pubblicato su FB un video molto interessante: è in inglese ma è sottotitolato in italiano e dura poco più di un minuto quindi fate veramente prima voi a guardarlo che io a descriverlo!
Mi piace perché quando, all'epoca di Monti (ma anche con Letta e, sicuramente, Renzi), scrivevo di “poteri forti europei” che dettano le linee guida della politica italiana avevo sempre un minimo di dubbio. Da una parte l'evidenza delle iniziative economiche palesemente contro gli italiani dall'altra l'incredulità (in Monti 23 riassumo il concetto...) che un italiano (avrei capito Attila...) potesse essere così volontariamente pernicioso per i suoi concittadini .
Ecco che questo video, per quel che vale l'opinione di un parlamentare irlandese al parlamento europeo, mi ha rincuorato confermandomi che non sono l'unico a vedere la situazione in questo modo.
Ieri mi ci risono imbattuto e mi sono reso conto di non ricordare il significato di mou/mol: così ho provato a scrivere su Google Translate mou chat et mol homme (ne approfitto per farmi anche un'idea della pronuncia) ma il mol non mi veniva tradotto. Sono andato sul dizionario Larousse in linea ma anche qui esiste solo mou. Per scrupolo ho controllato un'altra grammatica di francese che, guarda caso, nella lista di aggettivi irregolari elenca solo i primi quattro ma non mou/mol...
Voglio credere che la doppia forma mou/mol sia obsoleta e non inventata dal nulla!
Cena fuori → - 30/3/2014
Ieri sono stato a cena fuori: ho mangiato benissimo ma, pasteggiando a Coca Cola, stanotte non ho chiuso occhio...
Bis di Vodka - 4/4/2014
Ieri mi ero esercitato suonando (ovviamente) molto meglio che in Esercitazione tipo e così avevo deciso di registrare il pezzo mancante: Vodka.
Appena ho acceso il registrare ho iniziato a fare schifo: ho insistito per un po' poi mi sono arrabbiato e, alla fine, ho spento il registratore e ho ricominciato a suonare bene!
Oggi ho riprovato lasciando il registratore acceso così da dimenticarmene ed è andata meglio. Nella versione postata ho tagliato una prima esecuzione dove andavo benino ma sbagliavo completamente il ponte e una seconda abortita perché a metà mi ero confuso suonando un accordo sbagliato.
Nella seguente registrazione di Vodka faccio prima una prova del ponte (che sbaglio) e poi c'è l'esecuzione vera e propria: vado a tempo ed eseguo bene il ritmo humpa, manco l'attacco col ponte (mi prende sempre di sorpresa!) ma poi riesco comunque a sincronizzarmi con esso (lo si capisce dalla mia pausa che coincide con quella della canzone)...
Scrivo poco - 11/4/2014
Ultimamente sto scrivendo per un semplice motivo: sono impegnato a fare un programma (solo per divertimento) e questo distoglie la mia attenzione da altri soggetti...
Vs. Draghi - 11/4/2014
Qualche giorno fa ho trovato pubblicato su FB un video molto interessante: è in inglese ma è sottotitolato in italiano e dura poco più di un minuto quindi fate veramente prima voi a guardarlo che io a descriverlo!
Mi piace perché quando, all'epoca di Monti (ma anche con Letta e, sicuramente, Renzi), scrivevo di “poteri forti europei” che dettano le linee guida della politica italiana avevo sempre un minimo di dubbio. Da una parte l'evidenza delle iniziative economiche palesemente contro gli italiani dall'altra l'incredulità (in Monti 23 riassumo il concetto...) che un italiano (avrei capito Attila...) potesse essere così volontariamente pernicioso per i suoi concittadini .
Ecco che questo video, per quel che vale l'opinione di un parlamentare irlandese al parlamento europeo, mi ha rincuorato confermandomi che non sono l'unico a vedere la situazione in questo modo.
giovedì 27 marzo 2014
Ladyhawke
Altra pellicola degli anni '80 (1985) che ho provato a riguardare dopo decenni!
Trovo che abbia retto bene alla prova del tempo: le immagini sono molto belle, gli attori adatti alle varie parti (soprattutto Matthew Broderick) e la storia è buona.
Qualche scena risulta pesante e superflua ma sono rare mentre, ad esempio, è ancora attualissima quella dell'incubo del vescovo quando a Ladyhawke viene estratta la freccia.
Eppure credo che sia fondamentale la colonna sonora per fare grande un film (*3): in questo caso gli Alan Parsons Project hanno fatto un ottimo lavoro. Musica e immagini si fondono perfettamente.
Comunque ciò che mi ha più colpito è una battuta detta dal vescovo (il cattivo del film) che afferma (cito a memoria) “Io devo credere ai miracoli: il mio ruolo me lo impone”.
Il motivo è che da ragazzino questa frase (*1) paradossale mi impressionò moltissimo e per anni aspettai l'occasione per poterla usare a mia volta (*2). Tuttora la parte finale, “...il mio ruolo me lo impone”, continua a ronzarmi per la testa ma mi ero completamente dimenticato la sua origine!
Nota (*1): Volevo scrivere un corto ma mi è venuto troppo lungo! Ne approfitto allora per cercare di analizzare come mai tale frase mi ha affascinato così tanto. In primo luogo c'è la contraddizione più evidente: si dovrebbe credere ai miracoli se si crede in Dio non perché si fa parte del clero. Poi c'è l'ipocrisia che deriva dalla considerazione precedente: evidentemente l'arcivescovo non crede in Dio. E infine la lezione: il ruolo, la funzione di una persona, può cambiarne, o almeno condizionarne, le idee in contrasto con la sua natura. Per me, che già da bimbo ero molto pertinace nel senso di coerente con le mie idee, fu una rivelazione.
Nota (*2): riuscendoci in un paio di occasioni abbastanza appropriatamente!
Nota (*3): Avevo in mente Star Wars: mi chiedevo come sembrerebbe con una colonna sonora anodina...
Trovo che abbia retto bene alla prova del tempo: le immagini sono molto belle, gli attori adatti alle varie parti (soprattutto Matthew Broderick) e la storia è buona.
Qualche scena risulta pesante e superflua ma sono rare mentre, ad esempio, è ancora attualissima quella dell'incubo del vescovo quando a Ladyhawke viene estratta la freccia.
Eppure credo che sia fondamentale la colonna sonora per fare grande un film (*3): in questo caso gli Alan Parsons Project hanno fatto un ottimo lavoro. Musica e immagini si fondono perfettamente.
Comunque ciò che mi ha più colpito è una battuta detta dal vescovo (il cattivo del film) che afferma (cito a memoria) “Io devo credere ai miracoli: il mio ruolo me lo impone”.
Il motivo è che da ragazzino questa frase (*1) paradossale mi impressionò moltissimo e per anni aspettai l'occasione per poterla usare a mia volta (*2). Tuttora la parte finale, “...il mio ruolo me lo impone”, continua a ronzarmi per la testa ma mi ero completamente dimenticato la sua origine!
Nota (*1): Volevo scrivere un corto ma mi è venuto troppo lungo! Ne approfitto allora per cercare di analizzare come mai tale frase mi ha affascinato così tanto. In primo luogo c'è la contraddizione più evidente: si dovrebbe credere ai miracoli se si crede in Dio non perché si fa parte del clero. Poi c'è l'ipocrisia che deriva dalla considerazione precedente: evidentemente l'arcivescovo non crede in Dio. E infine la lezione: il ruolo, la funzione di una persona, può cambiarne, o almeno condizionarne, le idee in contrasto con la sua natura. Per me, che già da bimbo ero molto pertinace nel senso di coerente con le mie idee, fu una rivelazione.
Nota (*2): riuscendoci in un paio di occasioni abbastanza appropriatamente!
Nota (*3): Avevo in mente Star Wars: mi chiedevo come sembrerebbe con una colonna sonora anodina...
martedì 25 marzo 2014
Hugo 3
Ecco il mio commento a un altro gruppetto di racconti: devo scriverli via via che li leggo altrimenti, se aspetto troppo, rischio di dimenticare qualche dettaglio importante...
Ah, ho smesso di segnalare l'anno in cui i vari racconti hanno vinto il premio Hugo: tutto sommato non mi pare importante e Asimov, nella sua introduzione ai racconti, non sempre è chiaro al riguardo.
Il viaggio più lungo (vincitore nel 1961) è di un autore del quale ho già avuto modo di scrivere: Poul Anderson, vedi il recente Industrial Revolution...
Si tratta di un racconto chiaramente ispirato alle esplorazioni geografiche dei secoli scorsi (in questo caso al viaggio di Colombo) che si svolge però in un altro mondo, anzi su una luna che orbita intorno a un gigante gassoso tipo Giove o Saturno...
Quello che colpisce, nonostante sia un romanzo breve, è come l'intera ambientazione sia credibile, ben delineate e affascinante: personalmente mi resta la curiosità di saperne di più di luoghi e regni appena accennati! Come al solito anche i personaggi sono ben delineati e credibili mentre il linguaggio è ricercato e dal “sapore antico” perché la voce narrante è un personaggio del racconto.
In verità il finale mi ha deluso un po' ma comunque è uno dei racconti che ho letto con più piacere.
Voto: 7+ / 10
I signori dei draghi è invece di Jack Vance, altro autore che mi piace moltissimo. L'ambientazione è piuttosto curata anche se non del tutto convincente (forse ha messo troppa carne al fuoco) e uno dei protagonisti, più astuto e intelligente che eroico, è un piacevole diversivo dagli usuali stereotipi. La trama è coinvolgente e si lascia leggere molto bene. Sul finale è descritta una grande battaglia: normalmente queste parti risultano confuse ma Vance riesce a non confondere anche un lettore distratto come me.
Voto: 7 / 10
E poi di nuovo Poul Anderson! Questa volta il suo racconto è intitolato Nessuna tregua con i re. Il genere di ambientazione (post apocalittico) in sé non mi piace ma, come al solito, l'autore fa un ottimo lavoro a rendere credibile quel che resta degli USA occidentali alcuni secoli dopo una guerra atomica. L'idea di fondo mi piace molto: una razza aliena cerca di manipolare i terrestri per farli diventare più “buoni” almeno secondo i loro criteri. Ma le loro intenzioni portano alla guerra civile sulla quale è incentrato il racconto. Anche lo stile è notevole: in pratica non vengono narrati tutti i vari passaggi della guerra ma solamente alcuni momenti salienti: questo dà al racconto un ritmo epico. Inoltre c'è il contrasto della stessa vicenda vissuta dalle fazioni opposte nelle quali militano, su fronti opposti, i due protagonisti suocero e genero.
Voto: 8 / 10
«Pentiti, Arlecchino!» disse l'uomo del Tic-Tac di Harlan Ellison fa il paio con Se tutte le ostriche del mondo (v. Hugo 2)...
Il racconto si basa su una distopia dove la vita degli uomini è regolata al millesimo di secondo dal tempo. L'idea di per sé non sarebbe pessima (e sarei tentato di fare un collegamento a una lezione di Harari ma andrei troppo fuori tema) ma mancano ambientazione, personaggi e trama...
Però ha il merito di essere un racconto breve e quindi la tortura dura poco. Ah! C'è da aggiungere che forse non ho capito un possibile colpo di scena finale: ma la mia opinione al riguardo è sempre la stessa (rivedi il commento a Se tutte le ostriche del mondo): se non riesco a capire un racconto alla prima lettura vuol dire che è scritto male...
Voto: 4 / 10
Ah, ho smesso di segnalare l'anno in cui i vari racconti hanno vinto il premio Hugo: tutto sommato non mi pare importante e Asimov, nella sua introduzione ai racconti, non sempre è chiaro al riguardo.
Il viaggio più lungo (vincitore nel 1961) è di un autore del quale ho già avuto modo di scrivere: Poul Anderson, vedi il recente Industrial Revolution...
Si tratta di un racconto chiaramente ispirato alle esplorazioni geografiche dei secoli scorsi (in questo caso al viaggio di Colombo) che si svolge però in un altro mondo, anzi su una luna che orbita intorno a un gigante gassoso tipo Giove o Saturno...
Quello che colpisce, nonostante sia un romanzo breve, è come l'intera ambientazione sia credibile, ben delineate e affascinante: personalmente mi resta la curiosità di saperne di più di luoghi e regni appena accennati! Come al solito anche i personaggi sono ben delineati e credibili mentre il linguaggio è ricercato e dal “sapore antico” perché la voce narrante è un personaggio del racconto.
In verità il finale mi ha deluso un po' ma comunque è uno dei racconti che ho letto con più piacere.
Voto: 7+ / 10
I signori dei draghi è invece di Jack Vance, altro autore che mi piace moltissimo. L'ambientazione è piuttosto curata anche se non del tutto convincente (forse ha messo troppa carne al fuoco) e uno dei protagonisti, più astuto e intelligente che eroico, è un piacevole diversivo dagli usuali stereotipi. La trama è coinvolgente e si lascia leggere molto bene. Sul finale è descritta una grande battaglia: normalmente queste parti risultano confuse ma Vance riesce a non confondere anche un lettore distratto come me.
Voto: 7 / 10
E poi di nuovo Poul Anderson! Questa volta il suo racconto è intitolato Nessuna tregua con i re. Il genere di ambientazione (post apocalittico) in sé non mi piace ma, come al solito, l'autore fa un ottimo lavoro a rendere credibile quel che resta degli USA occidentali alcuni secoli dopo una guerra atomica. L'idea di fondo mi piace molto: una razza aliena cerca di manipolare i terrestri per farli diventare più “buoni” almeno secondo i loro criteri. Ma le loro intenzioni portano alla guerra civile sulla quale è incentrato il racconto. Anche lo stile è notevole: in pratica non vengono narrati tutti i vari passaggi della guerra ma solamente alcuni momenti salienti: questo dà al racconto un ritmo epico. Inoltre c'è il contrasto della stessa vicenda vissuta dalle fazioni opposte nelle quali militano, su fronti opposti, i due protagonisti suocero e genero.
Voto: 8 / 10
«Pentiti, Arlecchino!» disse l'uomo del Tic-Tac di Harlan Ellison fa il paio con Se tutte le ostriche del mondo (v. Hugo 2)...
Il racconto si basa su una distopia dove la vita degli uomini è regolata al millesimo di secondo dal tempo. L'idea di per sé non sarebbe pessima (e sarei tentato di fare un collegamento a una lezione di Harari ma andrei troppo fuori tema) ma mancano ambientazione, personaggi e trama...
Però ha il merito di essere un racconto breve e quindi la tortura dura poco. Ah! C'è da aggiungere che forse non ho capito un possibile colpo di scena finale: ma la mia opinione al riguardo è sempre la stessa (rivedi il commento a Se tutte le ostriche del mondo): se non riesco a capire un racconto alla prima lettura vuol dire che è scritto male...
Voto: 4 / 10
lunedì 24 marzo 2014
Puzzle a 5 stelle
- 80.000 iscritti al “blog” e 400.000+ in attesa
- democrazia diretta
- guida del M5S
- meme
- slogan
- astenuti
- espulsi
- memoria italiani
La mia tessera di partenza è “ 80.000 iscritti al “blog” e 400.000+ in attesa”. Mi chiedevo come mai le registrazioni al viario di Grillo andassero avanti con esasperante lentezza. Non solo: ho già scritto (v. il terzo problema elencato in Grana pentastellata) delle mie perplessità a considerare gli iscritti a tale viario come la base del M5S: possibile che Grillo non sia consapevole di tale problema?
La seconda tessera è la “democrazia diretta”. A mio avviso la democrazia diretta non funziona e ne ho più volte spiegati i motivi (v., ad esempio, Democrazia (1/3)) eppure essa è uno dei “cavalli di battaglia” del M5S. Vale la pena citare anche il pezzo Grana pentastellata 2 (ma anche Grillo vs Renzi (3/2)...) dove cito un'affermazione di Massimo Fini che ha, dopo essersi sedimentata nei miei pensieri, contribuito a queste ultime conclusioni.
“Chi guida il M5S”? Buona domanda... Grillo dice di non influenzare i parlamentari; per esperienza personale so che la base non influenza i parlamentari; gli stessi parlamentari ripetono di essere completamente liberi nelle proprie decisioni. Eppure chi ha incontrato Renzi? Chi comunque è la voce più autorevole del M5S? Mi pare palmare che la risposta sia Grillo.
Su FB, forse sarà colpa delle cattive compagnie (!), sono subissato da “meme” pro M5S. Raramente però me la sento di condividerli a mia volta perché in genere si tratta di affermazioni non verificate ed evidentemente di parte. Da sempre ho evitato di propagare quella che considero informazione spazzatura e non ho certo intenzione di iniziare a farlo solo perché è favorevole al M5S o contro il PD...
Discorso analogo per gli “slogan”. Anche in parlamento la strategia pare essere quella di attaccare sempre e comunque magari anche con azioni eclatanti. Il programma per le europee, almeno l'ultima volta che l'ho guardato, era costituito da soli sette punti che definirei sette slogan. Il dialogo costruttivo con le altre forze politiche, a torto o a ragione, è bandito in nome di slogan come “tutti a casa!” o “con questi partiti non si può trattare”.
Qual è uno dei partiti più importanti in Italia ma con meno rappresentanti in Parlamento rispetto ai voti presi? Forse il M5S o Forza Italia?
No: si tratta del partito degli “astenuti” che alle scorse elezioni ha ottenuto (!) poco meno del 25% e nessun seggio in Parlamento...
Sugli “Espulsi” ho già scritto ben tre pezzi (di cui i primi due propedeutici) ai quali rimando: Grana pentastellata, Grana pentastellata 2 e Cartellini rossi...
In questi articoli ricostruisco bene gli eventi, ne evidenzio varie incoerenze ed errori ma alla fine la mia conclusione, più che spiegare, prende atto di quanto è successo.
E anche della “memoria degli italiani” ho già scritto: quella politica pare affetta da Alzheimer in fase avanzata con la conseguenza che i politici, con Renzi in testa, ne approfittano dichiarando qualsiasi cosa per poi smentirsi nei fatti a poche settimane, se non giorni, di distanza. Tanto gli italiani se ne saranno già dimenticati...
Ecco, queste tessere considerate isolatamente non dicono molto eppure, se le consideriamo nel loro insieme, acquistano una loro logica e ragion d'essere.
Premetto anche che la mia è un'interpretazione che combina e dà un senso a tutti questi singoli elementi ma è solo un'intuizione. Magari altre persone, partendo da queste stesse premesse, potrebbero arrivare a conclusioni completamente differenti...
In realtà questo dovrebbe essere ovvio a tutti ma, per sicurezza, ho preferito ribadirlo.
Riesaminiamo queste tessere dall'inizio aggiungendo la premessa “Grillo (almeno in questa fase della vita del movimento) non vuole la democrazia diretta”.
Non volendo la democrazia diretta non c'è interesse a certificare celermente tutte le persone che ne fanno richiesta. Grillo è infatti consapevole che fra questi molti non sono né attivisti né vicini al M5S. In questa fase non vuole però eliminare il problema alla radice, ad esempio, certificando i Meetup perché dando un'organizzazione, e quindi forza, alla base diventerebbe infatti molto più difficile non seguirne le indicazioni (leggi “democrazia diretta”).
Grillo vuole quindi tradire il M5S? Assolutamente no!
Credo si sia però rapidamente reso conto che la democrazia diretta è un bellissimo slogan ma soffre di tutti i limiti di cui io (e molti altri prima di me) ho già scritto. Affidare oggi la guida del M5S alla democrazia diretta equivalerebbe a un suicidio politico. Se il M5S vuole avere una minima possibilità di governare deve avere una strategia politica ben definita che non sia scopertamente evidente ai partiti tradizionali (sarebbe come giocare a poker mostrando le proprie carte agli avversari...). Con la democrazia diretta la strategia politica sarebbe pubblica ed, essendo mediata da decine di migliaia di teste, sarebbe ondivaga e inconcludente.
Grillo deve quindi mantenere il controllo del M5S ma senza farlo apertamente per non contraddirne i princìpi (come “uno vale uno”, “democrazia diretta”).
E quale sarebbe la strategia che “segretamente” Grillo cerca di portare avanti?
Secondo me un suo obiettivo è sottrarre voti al partito del “non voto”, ovvero guadagnare consensi fra gli astenuti.
In effetti, avendo tutti i principali media contro, è praticamente impossibile far passare al grande pubblico concetti complessi e profondi. Al contrario è molto più semplice fare azioni eclatanti che non possono passare sotto silenzio anche al costo di perdere qualche consenso fra gli elettori più moderati.
E per conquistare gli astenuti, che seguono poco o nulla la politica, il linguaggio si deve semplificare: ecco spiegati i messaggi corti e facili da ricordare, gli slogan appunto, che imperversano su FB.
Secondo me questa interpretazione può essere una chiave di lettura, sebbene non l'unica, dell'espulsione dei senatori: sicuramente non è stata democratica e probabilmente i veri motivi sono noti solo alla cerchia ristretta di Grillo. Posso immaginare che avesse ragione di ritenere che, magari a ridosso delle elezioni, questi senatori avrebbero danneggiato il suo progetto politico e per questo abbia preferito togliersi subito il dente contando, questa a volte a favore del M5S, della scarsa memoria degli italiani che fra due mesi, per le europee, se ne saranno già scordati...
E l'incontro con Renzi sembra fare l'occhiolino a chi odia la politica visto che il messaggio è: “noi non siamo assolutamente come voi”.
Conclusione: beh, la mia è un'intuizione. Come tale forse è sbagliata ma ha il pregio di spiegare alcuni aspetti dell'attuale situazione altrimenti poco comprensibili.
Siccome l'argomento è complesso probabilmente ci tornerò in futuro: voglio scrivere delle potenzialità di questa strategia, delle problematiche sul lungo termine e della sua validità morale.
domenica 23 marzo 2014
Escatologia della Boldrini
Forse qualcuno potrebbe domandarsi perché non scrivo più sulla Boldrini: dopo tutto fui fra i primi a evidenziarne i suoi “pregi” (v. ad esempio Boldrinata a inizio maggio) mentre in seguito ne ho scritto molto raramente...
Il motivo è che la ritengo ormai politicamente finita: se neanche all'interno del suo partito la sopportano figuriamoci che ne pensa di lei l'opinione pubblica...
Presentarla a una qualsiasi elezione costerebbe un 2-3% di voti in meno: sicuramente SEL questa zavorra non se la può permettere...
E allora? Io me la immagino fra qualche anno pensionata anticipatamente, che cerca disperatamente di ritornare sotto i riflettori partecipando a tutti i piccoli convegni che non possono permettersi di escludere un ex Presidente della Camera che scalpita per parteciparvi. Poi, visto che sia per simpatia che intelligenza non riuscirà a riemergere dal relativo anonimato, dopo qualche anno giocherà la sua ultima carta: “rivelerà”, magari con un libro, le indicazioni che aveva ricevuto durante l'attuale legislatura da Napolitano: immagino grandi anticipazioni su segreti che si riveleranno banalità narrate banalmente dal balzano punto di vista di un pedone che, in una partita a scacchi, crede di essere la regina. E questo sarà, fortunatamente, l'ultimo guizzo di reale notorietà.
La natura sarà però misericordiosa con lei: dubito che dall'alto della sua albagia ella avrà mai il dubbio di non essere stata la migliore Presidente della Camera che la Repubblica abbia mai avuto la fortuna di avere. Probabilmente incolperà l'invidia dei colleghi di partito, magari il loro maschilismo strisciante, se la sua carriera politica si sia improvvisamente interrotta: mai e poi mai si renderà conto di essere stata una semplice pedina che, una volta eseguito il proprio compito (bruciarsi ostacolando in tutte le maniere il M5S), non era più utilizzabile e doveva essere gettata via...
Comunque vedremo: non conosco la nuova legge elettorale ma suppongo che magari, nascondendola bene, sarà possibile infilarla in lista e ripescarla coll'ipertrofico premio di maggioranza. Sì, magari un altro mandato, per premiarla del lavoro svolto e farle maturare una pensione d'oro, glielo faranno fare ma sicuramente senza nessun incarico istituzionale. In questo caso me la immagino collezionare un gran numero di assenze in aula perché stufa, anzi “disgustata” dalla politica (il semplice "premio" di rimettere piede in Parlamento non le sembrerà certo adeguato ai suoi enormi, quanto immaginari, meriti), preferirà dedicarsi all'inane stesura delle proprie memorie politiche (vedi sopra)...
Il motivo è che la ritengo ormai politicamente finita: se neanche all'interno del suo partito la sopportano figuriamoci che ne pensa di lei l'opinione pubblica...
Presentarla a una qualsiasi elezione costerebbe un 2-3% di voti in meno: sicuramente SEL questa zavorra non se la può permettere...
E allora? Io me la immagino fra qualche anno pensionata anticipatamente, che cerca disperatamente di ritornare sotto i riflettori partecipando a tutti i piccoli convegni che non possono permettersi di escludere un ex Presidente della Camera che scalpita per parteciparvi. Poi, visto che sia per simpatia che intelligenza non riuscirà a riemergere dal relativo anonimato, dopo qualche anno giocherà la sua ultima carta: “rivelerà”, magari con un libro, le indicazioni che aveva ricevuto durante l'attuale legislatura da Napolitano: immagino grandi anticipazioni su segreti che si riveleranno banalità narrate banalmente dal balzano punto di vista di un pedone che, in una partita a scacchi, crede di essere la regina. E questo sarà, fortunatamente, l'ultimo guizzo di reale notorietà.
La natura sarà però misericordiosa con lei: dubito che dall'alto della sua albagia ella avrà mai il dubbio di non essere stata la migliore Presidente della Camera che la Repubblica abbia mai avuto la fortuna di avere. Probabilmente incolperà l'invidia dei colleghi di partito, magari il loro maschilismo strisciante, se la sua carriera politica si sia improvvisamente interrotta: mai e poi mai si renderà conto di essere stata una semplice pedina che, una volta eseguito il proprio compito (bruciarsi ostacolando in tutte le maniere il M5S), non era più utilizzabile e doveva essere gettata via...
Comunque vedremo: non conosco la nuova legge elettorale ma suppongo che magari, nascondendola bene, sarà possibile infilarla in lista e ripescarla coll'ipertrofico premio di maggioranza. Sì, magari un altro mandato, per premiarla del lavoro svolto e farle maturare una pensione d'oro, glielo faranno fare ma sicuramente senza nessun incarico istituzionale. In questo caso me la immagino collezionare un gran numero di assenze in aula perché stufa, anzi “disgustata” dalla politica (il semplice "premio" di rimettere piede in Parlamento non le sembrerà certo adeguato ai suoi enormi, quanto immaginari, meriti), preferirà dedicarsi all'inane stesura delle proprie memorie politiche (vedi sopra)...
sabato 22 marzo 2014
Hugo 2
La lettura della raccolta di premi Hugo prosegue piacevolissevolmente! Un breve aggiornamento...
La stella di Arthur C. Clarke (vincitore nel 1956). Racconto brevissimo ma di grande impatto. Finale inaspettato: e non è facile sorprendermi.
Voto: 8 / 10
Se tutte le ostriche nei mari di Avram Davidson (vincitore nel 1958). Bo, non l'ho capito...
Cioè non è chiaro il finale: magari sono io che l'ho letto superficialmente. Forse è uno di quei racconti volutamente ambigui che vogliono lasciare al lettore la possibilità di interpretare a proprio piacere il finale. Io li odio! A me piacciono i fatti chiari, magari complessi, ma chiari. Detto questo il mio voto è quindi, specialmente in questo caso, molto soggettivo: non mi stupirei se ad altre persone piacesse moltissimo...
Voto: 5 / 10
Diretto per l'inferno di Robert Bloch (vincitore nel 1959). Divertente: il racconto gioca a far intuire al lettore il finale ma, quando tutto sembra ormai essere stato detto e fatto, ecco che c'è un colpo di scena che fa chiudere il libro con il sorriso sulle labbra. Sarebbe buffo immaginarsi cosa ne penserebbe il Leopardi...
Voto: 7 / 10
Comunque Asimov, nell'introduzione ai vari racconti, avrebbe potuto essere stato più chiaro sull'anno in cui i vari romanzi hanno vinto il loro premio: per adesso ho un 1955, ben tre 1956, un 1958 e un 1959!
La stella di Arthur C. Clarke (vincitore nel 1956). Racconto brevissimo ma di grande impatto. Finale inaspettato: e non è facile sorprendermi.
Voto: 8 / 10
Se tutte le ostriche nei mari di Avram Davidson (vincitore nel 1958). Bo, non l'ho capito...
Cioè non è chiaro il finale: magari sono io che l'ho letto superficialmente. Forse è uno di quei racconti volutamente ambigui che vogliono lasciare al lettore la possibilità di interpretare a proprio piacere il finale. Io li odio! A me piacciono i fatti chiari, magari complessi, ma chiari. Detto questo il mio voto è quindi, specialmente in questo caso, molto soggettivo: non mi stupirei se ad altre persone piacesse moltissimo...
Voto: 5 / 10
Diretto per l'inferno di Robert Bloch (vincitore nel 1959). Divertente: il racconto gioca a far intuire al lettore il finale ma, quando tutto sembra ormai essere stato detto e fatto, ecco che c'è un colpo di scena che fa chiudere il libro con il sorriso sulle labbra. Sarebbe buffo immaginarsi cosa ne penserebbe il Leopardi...
Voto: 7 / 10
Comunque Asimov, nell'introduzione ai vari racconti, avrebbe potuto essere stato più chiaro sull'anno in cui i vari romanzi hanno vinto il loro premio: per adesso ho un 1955, ben tre 1956, un 1958 e un 1959!
giovedì 20 marzo 2014
Aggiunte al listone
Oggi ho aggiunto un nuovo gruppo di canzoni alla mia collezione di preferite (v. Listona musicale) su Youtube. Temo che non sarà troppo interessante ma mi voglio divertire a scrivere due parole su come e perché ho scelto i nuovi brani...
Il primo è Tom's diner di Suzanne Vega. Lo postò mia cugina su FB e, anche se non è il mio genere, mi ricorda i tempi passati...
Il secondo è la versione di Sweet dreams di Marilyn Manson. Preferisco l'originale degli Eurythmics ma, come per tutti i brani che studio, indipendentemente che mi piacciano o no, l'ho aggiunto automaticamente alla lista. Comunque divertente trasformazione rispetto all'originale!
Il terzo è Mad world di Gary Jules. Sentita nella serie The walking dead: ho provato a cercarla inserendo frammenti del testo che ricordavo e, alla fine, sono riuscito a identificare brano e autore. Veramente un bel testo...
Il quarto pezzo è Open your heart degli Europe. Decisione molto sofferta: da una parte mi ero intestardito a trovare un altro brano, oltre a The final countdown, che mi piacesse dall'altra era già da molto tempo che stazionava nella lista degli “Incerti”. In particolare non mi piace il verso del cantante a circa 1' e 40” come se avesse ricevuto un pugno allo stomaco: mi sembra eccessivo, recitato, sopra le righe. Comunque per il resto la canzone è piacevole.
Poi c'è Raistlin and the rose dei Lake of Tears: il classico brano poco conosciuto che mi riempe di soddisfazione scoprire! Non so, forse mi hanno condizionato anche le immagini del video: si tratta di disegni ispirati a una saga fantasy che ricordo con molto affetto... Forse un po' come mio padre col Figlio della notte (v. Figlio notturno).
Però a risentirlo anche la musica in sé mi pare molto bella!
Il sesto pezzo è un brano di un raro gruppo italiano: Through my veins degli Ancient Bards. Di questo gruppo mi era piaciuto moltissimo il brano Birth of evil e volevo quindi trovarne un altro di mio gradimento (esattamente come per gli Europe...). Mi piace molto la voce particolare della cantante ma anche gli altri ragazzi del gruppo mi sembrano molto bravi.
Tome of broken souls degli Anthelion è una straordinaria eccezione: si tratta di death metal che in genere non mi piace assolutamente e il gruppo è di Taiwan! Evidentemente devono avere qualcosa nel loro stile che mi rende piacevole anche un brano di questo tipo. Dovrò chiedere l'opinione dei miei amici più esperti per capire di cosa si tratta...
L'ottavo è Nevertimes del gruppo russo Alkanost. Si tratta di folk metal e l'aggiunta delle sonorità russe è molto gradevole. Ho “indagato” molto in questo filone e, per dare un'idea del materiale che ho trovato, mi sono rimasti almeno altri 3-4 brani nella collezione “Incerti”.
Sempre degli Alkanost ho aggiunto Waiting. Forse Nevertimes mi piace di più ma anche questo brano ha un notevole fascino.
Il decimo pezzo è lo sconcertante Vulgaris Magistralis degli Heidevolk. Io l'ho trovato divertentissimo e, anche se non c'entrano niente, mi ha ricordato i Carmina burana. Decisamente devo scoprire se ci sono altri brani di questo gruppo che mi piacciano...
Poi abbiamo Varus dei Rebellion. Mi si permetta una divagazione storica: Varo era il comandante delle legioni che furono annientata nella foresta di Teutoburgo dalle tribù germaniche guidate da Arminio. Quest'ultimo era un germano che aveva militato nell'esercito romano e che godeva della completa fiducia di Varo: per questo riuscì a farlo cadere in una trappola. C'è da aggiungere che Varo non era un abile militare ed era stato messo alla guida delle legioni solamente perché marito di una figlia del genero dell'imperatore Augusto. La conseguenza della sconfitta fu che Roma rinunciò a fare della Germania una provincia: essenzialmente non per motivi militari (negli anni seguenti i romani fecero numerose spedizioni punitive sconfiggendo ripetutamente le varie tribù germaniche) ma economici. Cioè le entrate dalla nuova provincia non avrebbero ripagato delle spese per conquistarla e romanizzarla. Alla lunga questa scelta si rivelò un errore strategico perché il confine sull'Elba sarebbe stato molto più breve, e quindi più facilmente difendibile, di quello sul Reno...
Tornando alla musica mi piace moltissimo il coro: peccato che l'unica versione di questa canzone che ho trovato su Youtube la tronca un secondo o due prima della fine...
Altro brano di folk metal russo con La taverna di Nora la troll (titolo tradotto dal russo da Google Translate...). Dello stesso album ho un altro pezzo fra gli “Incerti” che ero tentato di aggiungere: in questi casi preferisco però rimandare la decisione per non farmi troppo condizionare dalla novità... Questo brano mi ricorda un po' Tequila dei Korpiklaani...
Il tredicesimo pezzo si chiama Das palastinalied dei Wolfmare: non riesco a capire se il testo ha a che fare con la Palestina o se l'assonanza è solo casuale. Delle sonorità sono vagamente orientaleggianti ma la parte cantata sembra una melopea! Anche in questo caso devo ascoltare altri brani di questo gruppo...
Il brano successivo è un classico pezzo metal (un po' power forse?): Fields of the fallen dei Tÿr. Anche in questo caso decisivo per la scelta è stato il coro...
Il quindicesimo è Battle metal. Forse in questo caso mi sono lasciato influenzare dal video che nella parte introduttiva spiega quale straordinario successo mondiale fu al suo esordio questa canzone...
A me piace ma non mi pare un capolavoro!
L'ultimo brano è Dystopia degli Iced Earth. Dello stesso gruppo ho altre tre canzoni in attesa fra gli “Incerti”. E in realtà questa canzone al primo ascolto non mi aveva detto niente: per caso avevo però notato fra i video suggeriti un corso che insegnava a suonare la parte della chitarra e, per curiosità, sono andato a vederlo. Vedendo e ascoltando il maestro suonare la chitarra mi sono ricreduto e ho aggiunto d'impulso il brano alla listona dei preferiti. In realtà ancora non lo capisco ma sono convinto che i miei amici più esperti mi confermeranno che è fra i migliori che ho aggiunto...
Per chi volesse ascoltare i brani di cui ho parlato vi passo direttamente i collegamenti alle mie due liste (*1): Lista 2 (gli ultimi 15 brani) e Lista 1 (solo l'ultimo brano...)
Nota (*1): al massimo le collezioni di Youtube possono contenere 200 brani...
Il primo è Tom's diner di Suzanne Vega. Lo postò mia cugina su FB e, anche se non è il mio genere, mi ricorda i tempi passati...
Il secondo è la versione di Sweet dreams di Marilyn Manson. Preferisco l'originale degli Eurythmics ma, come per tutti i brani che studio, indipendentemente che mi piacciano o no, l'ho aggiunto automaticamente alla lista. Comunque divertente trasformazione rispetto all'originale!
Il terzo è Mad world di Gary Jules. Sentita nella serie The walking dead: ho provato a cercarla inserendo frammenti del testo che ricordavo e, alla fine, sono riuscito a identificare brano e autore. Veramente un bel testo...
Il quarto pezzo è Open your heart degli Europe. Decisione molto sofferta: da una parte mi ero intestardito a trovare un altro brano, oltre a The final countdown, che mi piacesse dall'altra era già da molto tempo che stazionava nella lista degli “Incerti”. In particolare non mi piace il verso del cantante a circa 1' e 40” come se avesse ricevuto un pugno allo stomaco: mi sembra eccessivo, recitato, sopra le righe. Comunque per il resto la canzone è piacevole.
Poi c'è Raistlin and the rose dei Lake of Tears: il classico brano poco conosciuto che mi riempe di soddisfazione scoprire! Non so, forse mi hanno condizionato anche le immagini del video: si tratta di disegni ispirati a una saga fantasy che ricordo con molto affetto... Forse un po' come mio padre col Figlio della notte (v. Figlio notturno).
Però a risentirlo anche la musica in sé mi pare molto bella!
Il sesto pezzo è un brano di un raro gruppo italiano: Through my veins degli Ancient Bards. Di questo gruppo mi era piaciuto moltissimo il brano Birth of evil e volevo quindi trovarne un altro di mio gradimento (esattamente come per gli Europe...). Mi piace molto la voce particolare della cantante ma anche gli altri ragazzi del gruppo mi sembrano molto bravi.
Tome of broken souls degli Anthelion è una straordinaria eccezione: si tratta di death metal che in genere non mi piace assolutamente e il gruppo è di Taiwan! Evidentemente devono avere qualcosa nel loro stile che mi rende piacevole anche un brano di questo tipo. Dovrò chiedere l'opinione dei miei amici più esperti per capire di cosa si tratta...
L'ottavo è Nevertimes del gruppo russo Alkanost. Si tratta di folk metal e l'aggiunta delle sonorità russe è molto gradevole. Ho “indagato” molto in questo filone e, per dare un'idea del materiale che ho trovato, mi sono rimasti almeno altri 3-4 brani nella collezione “Incerti”.
Sempre degli Alkanost ho aggiunto Waiting. Forse Nevertimes mi piace di più ma anche questo brano ha un notevole fascino.
Il decimo pezzo è lo sconcertante Vulgaris Magistralis degli Heidevolk. Io l'ho trovato divertentissimo e, anche se non c'entrano niente, mi ha ricordato i Carmina burana. Decisamente devo scoprire se ci sono altri brani di questo gruppo che mi piacciano...
Poi abbiamo Varus dei Rebellion. Mi si permetta una divagazione storica: Varo era il comandante delle legioni che furono annientata nella foresta di Teutoburgo dalle tribù germaniche guidate da Arminio. Quest'ultimo era un germano che aveva militato nell'esercito romano e che godeva della completa fiducia di Varo: per questo riuscì a farlo cadere in una trappola. C'è da aggiungere che Varo non era un abile militare ed era stato messo alla guida delle legioni solamente perché marito di una figlia del genero dell'imperatore Augusto. La conseguenza della sconfitta fu che Roma rinunciò a fare della Germania una provincia: essenzialmente non per motivi militari (negli anni seguenti i romani fecero numerose spedizioni punitive sconfiggendo ripetutamente le varie tribù germaniche) ma economici. Cioè le entrate dalla nuova provincia non avrebbero ripagato delle spese per conquistarla e romanizzarla. Alla lunga questa scelta si rivelò un errore strategico perché il confine sull'Elba sarebbe stato molto più breve, e quindi più facilmente difendibile, di quello sul Reno...
Tornando alla musica mi piace moltissimo il coro: peccato che l'unica versione di questa canzone che ho trovato su Youtube la tronca un secondo o due prima della fine...
Altro brano di folk metal russo con La taverna di Nora la troll (titolo tradotto dal russo da Google Translate...). Dello stesso album ho un altro pezzo fra gli “Incerti” che ero tentato di aggiungere: in questi casi preferisco però rimandare la decisione per non farmi troppo condizionare dalla novità... Questo brano mi ricorda un po' Tequila dei Korpiklaani...
Il tredicesimo pezzo si chiama Das palastinalied dei Wolfmare: non riesco a capire se il testo ha a che fare con la Palestina o se l'assonanza è solo casuale. Delle sonorità sono vagamente orientaleggianti ma la parte cantata sembra una melopea! Anche in questo caso devo ascoltare altri brani di questo gruppo...
Il brano successivo è un classico pezzo metal (un po' power forse?): Fields of the fallen dei Tÿr. Anche in questo caso decisivo per la scelta è stato il coro...
Il quindicesimo è Battle metal. Forse in questo caso mi sono lasciato influenzare dal video che nella parte introduttiva spiega quale straordinario successo mondiale fu al suo esordio questa canzone...
A me piace ma non mi pare un capolavoro!
L'ultimo brano è Dystopia degli Iced Earth. Dello stesso gruppo ho altre tre canzoni in attesa fra gli “Incerti”. E in realtà questa canzone al primo ascolto non mi aveva detto niente: per caso avevo però notato fra i video suggeriti un corso che insegnava a suonare la parte della chitarra e, per curiosità, sono andato a vederlo. Vedendo e ascoltando il maestro suonare la chitarra mi sono ricreduto e ho aggiunto d'impulso il brano alla listona dei preferiti. In realtà ancora non lo capisco ma sono convinto che i miei amici più esperti mi confermeranno che è fra i migliori che ho aggiunto...
Per chi volesse ascoltare i brani di cui ho parlato vi passo direttamente i collegamenti alle mie due liste (*1): Lista 2 (gli ultimi 15 brani) e Lista 1 (solo l'ultimo brano...)
Nota (*1): al massimo le collezioni di Youtube possono contenere 200 brani...
mercoledì 19 marzo 2014
OM 5: l'erto sentiero della gloria letteraria
Era da un po' che non proseguivo a sviluppare questa serie: in realtà me ne ero solo dimenticato perché gli spunti forniti dalle Operette morali sono numerosissimi...
Inizio con un concetto che mi sta particolarmente a cuore e sul quale ho scritto il pezzo 4 aneddoti e una domanda. Per stimolare l'ingegno del lettore riporto prima di commentarlo il seguente frammento dove il Leopardi elenca le difficoltà che l'aspirante scrittore in cerca di gloria si troverà ad affrontare «Ma le difficoltà che nascono dalla malizia degli uomini, essendone stato scritto abbondantemente da molti, ai quali potrai ricorrere, intendo lasciarle da parte. Né anche ho in animo di narrare quegl'impedimenti che hanno origine dalla fortuna propria dello scrittore, ed eziandio dal semplice caso, o da leggerissime cagioni: i quali non di rado fanno che alcuni scritti degni di somma lode, e frutto di sudori infiniti, sono perpetuamente esclusi dalla celebrità, o stati pure in luce per breve tempo, cadano e si dileguano interamente dalla memoria degli uomini; dove che altri scritti o inferiori di pregio, o non superiori a quelli, vengono e si conservano in grande onore.» E in seguito aggiunge «...ma io reputo che la fama degli scrittori ottimi soglia essere effetto del caso più che dei meriti loro...»
Il Leopardi non approfondisce l'argomento ma lo riassume così bene che mi pare inutile aggiungere altro...
Nello stesso capitolo, Il Parini ovvero della gloria, c'è un altro concetto molto interessante: le persone in grado di apprezzare un capolavoro sono pochissime perché per farlo è necessaria una preparazione non comune. Solo queste poche persone altrettanto esperte nell'arte dello scrivere (ma personalmente ritengo che questo concetto si possa generalizzare in molti altri campi) sono capaci di capire le difficoltà e fatiche affrontate. Scrive il Leopardi: «...appena due o tre sono oggi in Italia, che abbiano il modo e l'arte dell'ottimo scrivere. Il qual numero se ti pare eccessivamente piccolo, non hai da pensare contuttociò che egli sia molto maggiore in tempo né in luogo alcuno.»
Per questo diffido delle mode e ciò che piace a tutti mi insospettisce. Al contrario cerco di non farmi influenzare dalle opinioni altrui e di essere pronto ad apprezzare anche ciò che è poco conosciuto. Penso alla ricerca di gruppi su Youtube ma in realtà il mio è un atteggiamento di apertura mentale che cerco di mantenere in tutto ciò che faccio...
Non per nulla Leopardi continua su questa mia stessa linea di pensiero e aggiunge «In vero io mi persuado che l'altezza della stima e della riverenza verso gli scrittori sommi, provenga comunemente, in quelli eziandio che li leggono e trattano, piuttosto da consuetudine ciecamente abbracciata, che da giudizio proprio e dal conoscere in quelli per veruna guisa un merito tale. E mi ricordo del tempo della mia giovinezza; quando io leggendo i poemi di Virgilio con piena libertà di giudizio da una parte, e nessuna cura dell'autorità degli altri, il che non è comune a molti; e dall'altra parte con imperizia consueta a quell'età, ma forse non maggiore di quella che in moltissimi lettori è perpetua ricusava fra me stesso di concorrere nella sentenza universale; non discoprendo in Virgilio molto maggiori virtù che nei poeti mediocri. Quasi anche mi meraviglio che la fama di Virgilio sia potuta prevalere a quella di Lucano.»
E fortuna per il giovane Leopardi che il professore d'italiano del liceo non lo costrinse a sorbirsi i Promessi sposi! Vedi W il divorzio...
Sempre in questo piacevole capitolo c'è un'ennesima sfaccettatura del problema: scrive il Leopardi «...gli scritti eloquenti o poetici, di qualsivoglia sorta, non tanto si giudicano dalle loro qualità in se medesime, quanto dall'effetto che essi fanno nell'animo di chi legge.» Da questa considerazione discende che i “tardi e freddi di cuore”, anche se dotati di grande intelligenza, non sono in grado di apprezzare tali scritti e anzi, non riuscendo a comprenderli pienamente finiscono per disprezzarli! Per motivi analoghi sia i giovani che gli anziani non possono essere giudici attendibili perché i primi hanno lo spirito troppo acceso e i secondi troppo spento.
In generale questo è probabilmente vero ma esistono anche delle eccezioni sia fra i giovani che fra gli anziani: quanto siano significative però non lo so dire...
Mi ha colpito poi l'antipatia del Leopardi per le grandi città, nelle quali pure vede dei meriti: secondo lui, la vita troppo caotica distrae dai pensieri più elevati...
«Perciocché poche cose sono tanto contrarie a quello stato dell'animo che ci fa capaci di tali diletti [apprezzare le bellezze della natura e delle lettere], quanto la conversazione di questi uomini [gli abitanti della città], lo strepitio di questi luoghi, lo spettacolo della magnificenza vana, della leggerezza delle menti, della falsità perpetua, delle cure misere e dell'ozio più misero, che vi regnano.»
Da parte mia non sono sicuro di essere d'accordo: la sensibilità per apprezzare e guardare il mondo con il cuore mi pare una caratteristica interiore innata. Magari la città potrebbe non stimolare questa natura ma mi riesce difficile credere che possa spegnerla completamente.
Mi diverte cercare di immaginare cosa penserebbe il Leopardi del palinsesto della RAI per il quale si potrebbe adattare facilmente le sue parole, ad esempio: «Perciocché poche cose sono tanto contrarie a quello stato dell'animo che ci fa capaci di tali diletti [apprezzare le bellezze della natura e delle lettere], quanto la conversazione di questi uomini [dei talk show e reality], lo strepitio di questi dibattiti politici, lo spettacolo della magnificenza vana, della leggerezza delle menti, della falsità perpetua [i telegiornali...], delle cure misere e dell'ozio più misero [giochi a premi tipo l'Eredità...], che regnano nella tivvù»!
Sono giunto a circa metà delle mie note: questo significa che, più o meno, altre cinque puntate di questa serie aspettano i miei (pochi) lettori. Bene o male? Se qualcuno ha voglia di farmelo sapere sarei curioso di scoprirlo...
Inizio con un concetto che mi sta particolarmente a cuore e sul quale ho scritto il pezzo 4 aneddoti e una domanda. Per stimolare l'ingegno del lettore riporto prima di commentarlo il seguente frammento dove il Leopardi elenca le difficoltà che l'aspirante scrittore in cerca di gloria si troverà ad affrontare «Ma le difficoltà che nascono dalla malizia degli uomini, essendone stato scritto abbondantemente da molti, ai quali potrai ricorrere, intendo lasciarle da parte. Né anche ho in animo di narrare quegl'impedimenti che hanno origine dalla fortuna propria dello scrittore, ed eziandio dal semplice caso, o da leggerissime cagioni: i quali non di rado fanno che alcuni scritti degni di somma lode, e frutto di sudori infiniti, sono perpetuamente esclusi dalla celebrità, o stati pure in luce per breve tempo, cadano e si dileguano interamente dalla memoria degli uomini; dove che altri scritti o inferiori di pregio, o non superiori a quelli, vengono e si conservano in grande onore.» E in seguito aggiunge «...ma io reputo che la fama degli scrittori ottimi soglia essere effetto del caso più che dei meriti loro...»
Il Leopardi non approfondisce l'argomento ma lo riassume così bene che mi pare inutile aggiungere altro...
Nello stesso capitolo, Il Parini ovvero della gloria, c'è un altro concetto molto interessante: le persone in grado di apprezzare un capolavoro sono pochissime perché per farlo è necessaria una preparazione non comune. Solo queste poche persone altrettanto esperte nell'arte dello scrivere (ma personalmente ritengo che questo concetto si possa generalizzare in molti altri campi) sono capaci di capire le difficoltà e fatiche affrontate. Scrive il Leopardi: «...appena due o tre sono oggi in Italia, che abbiano il modo e l'arte dell'ottimo scrivere. Il qual numero se ti pare eccessivamente piccolo, non hai da pensare contuttociò che egli sia molto maggiore in tempo né in luogo alcuno.»
Per questo diffido delle mode e ciò che piace a tutti mi insospettisce. Al contrario cerco di non farmi influenzare dalle opinioni altrui e di essere pronto ad apprezzare anche ciò che è poco conosciuto. Penso alla ricerca di gruppi su Youtube ma in realtà il mio è un atteggiamento di apertura mentale che cerco di mantenere in tutto ciò che faccio...
Non per nulla Leopardi continua su questa mia stessa linea di pensiero e aggiunge «In vero io mi persuado che l'altezza della stima e della riverenza verso gli scrittori sommi, provenga comunemente, in quelli eziandio che li leggono e trattano, piuttosto da consuetudine ciecamente abbracciata, che da giudizio proprio e dal conoscere in quelli per veruna guisa un merito tale. E mi ricordo del tempo della mia giovinezza; quando io leggendo i poemi di Virgilio con piena libertà di giudizio da una parte, e nessuna cura dell'autorità degli altri, il che non è comune a molti; e dall'altra parte con imperizia consueta a quell'età, ma forse non maggiore di quella che in moltissimi lettori è perpetua ricusava fra me stesso di concorrere nella sentenza universale; non discoprendo in Virgilio molto maggiori virtù che nei poeti mediocri. Quasi anche mi meraviglio che la fama di Virgilio sia potuta prevalere a quella di Lucano.»
E fortuna per il giovane Leopardi che il professore d'italiano del liceo non lo costrinse a sorbirsi i Promessi sposi! Vedi W il divorzio...
Sempre in questo piacevole capitolo c'è un'ennesima sfaccettatura del problema: scrive il Leopardi «...gli scritti eloquenti o poetici, di qualsivoglia sorta, non tanto si giudicano dalle loro qualità in se medesime, quanto dall'effetto che essi fanno nell'animo di chi legge.» Da questa considerazione discende che i “tardi e freddi di cuore”, anche se dotati di grande intelligenza, non sono in grado di apprezzare tali scritti e anzi, non riuscendo a comprenderli pienamente finiscono per disprezzarli! Per motivi analoghi sia i giovani che gli anziani non possono essere giudici attendibili perché i primi hanno lo spirito troppo acceso e i secondi troppo spento.
In generale questo è probabilmente vero ma esistono anche delle eccezioni sia fra i giovani che fra gli anziani: quanto siano significative però non lo so dire...
Mi ha colpito poi l'antipatia del Leopardi per le grandi città, nelle quali pure vede dei meriti: secondo lui, la vita troppo caotica distrae dai pensieri più elevati...
«Perciocché poche cose sono tanto contrarie a quello stato dell'animo che ci fa capaci di tali diletti [apprezzare le bellezze della natura e delle lettere], quanto la conversazione di questi uomini [gli abitanti della città], lo strepitio di questi luoghi, lo spettacolo della magnificenza vana, della leggerezza delle menti, della falsità perpetua, delle cure misere e dell'ozio più misero, che vi regnano.»
Da parte mia non sono sicuro di essere d'accordo: la sensibilità per apprezzare e guardare il mondo con il cuore mi pare una caratteristica interiore innata. Magari la città potrebbe non stimolare questa natura ma mi riesce difficile credere che possa spegnerla completamente.
Mi diverte cercare di immaginare cosa penserebbe il Leopardi del palinsesto della RAI per il quale si potrebbe adattare facilmente le sue parole, ad esempio: «Perciocché poche cose sono tanto contrarie a quello stato dell'animo che ci fa capaci di tali diletti [apprezzare le bellezze della natura e delle lettere], quanto la conversazione di questi uomini [dei talk show e reality], lo strepitio di questi dibattiti politici, lo spettacolo della magnificenza vana, della leggerezza delle menti, della falsità perpetua [i telegiornali...], delle cure misere e dell'ozio più misero [giochi a premi tipo l'Eredità...], che regnano nella tivvù»!
Sono giunto a circa metà delle mie note: questo significa che, più o meno, altre cinque puntate di questa serie aspettano i miei (pochi) lettori. Bene o male? Se qualcuno ha voglia di farmelo sapere sarei curioso di scoprirlo...
martedì 18 marzo 2014
Hugo 1
Non ho resistito e ho iniziato subito a leggere la raccolta I premi Hugo 1955-1975 (v. Mes achats) facendolo “passare avanti” ad altri libri da tempo in attesa...
Inoltre un mio amico mi ha prontamente comunicato di aver appena finito di rileggere lo stesso libro (!) e quindi sono impaziente di scambiarci i rispettivi pareri!
Al momento ho letto i primi tre racconti. Il primo è Il mattatore di Walter M. Miller Jr, vincitore per il 1956. È una mazzata: ho fatto perfino fatica a finire di leggerlo!
L'idea di base non funziona, la visione del futuro ha sbagliato strada, la trama è noiosa e il racconto lunghissimo, il colpo di scena finale è a salve (*1) e la morale è incomprensibile (*2). Se non avessi grande fiducia nei premi Hugo avrei chiuso il libro e non l'avrei più riaperto: e magari è successo proprio questo al precedente proprietario visto che il volume, anche se usato, è in perfette condizioni!
Voto: 3½ / 10
Il secondo racconto, Sarchiapone di Eric Frank Russel vincitore per il 1955, è molto breve e divertente. Il tipico racconto che si basa su un'idea e ci costruisce attorno tutta la storia. Nonostante alcuni anacronismi secondari è molto piacevole.
Voto: 7 / 10
Il terzo racconto, Squadra d'esplorazione di Murray Leinster vincitore per il 1956 (perlomeno Asimov scrive così... magari c'erano più categorie?), è un buon racconto. Una trama semplice ma solida mantiene vivo l'interesse fino all'ultima pagina; alcuni personaggi sono molto interessanti (ci sono anche quattro orsi kodiak mutati!). Il finale è un po' tirato via e superficiale e anche la “morale”, di nuovo contro i robot, ha degli aspetti anacronistici. Comunque di piacevole lettura...
Voto: 6 ½ / 10
Nota (*1): gioco di parole ma per capirlo bisogna aver letto il racconto...
Nota (*2): si capisce che c'è da una mezza pagina finale di discorsi sui robot e sugli individui...
Inoltre un mio amico mi ha prontamente comunicato di aver appena finito di rileggere lo stesso libro (!) e quindi sono impaziente di scambiarci i rispettivi pareri!
Al momento ho letto i primi tre racconti. Il primo è Il mattatore di Walter M. Miller Jr, vincitore per il 1956. È una mazzata: ho fatto perfino fatica a finire di leggerlo!
L'idea di base non funziona, la visione del futuro ha sbagliato strada, la trama è noiosa e il racconto lunghissimo, il colpo di scena finale è a salve (*1) e la morale è incomprensibile (*2). Se non avessi grande fiducia nei premi Hugo avrei chiuso il libro e non l'avrei più riaperto: e magari è successo proprio questo al precedente proprietario visto che il volume, anche se usato, è in perfette condizioni!
Voto: 3½ / 10
Il secondo racconto, Sarchiapone di Eric Frank Russel vincitore per il 1955, è molto breve e divertente. Il tipico racconto che si basa su un'idea e ci costruisce attorno tutta la storia. Nonostante alcuni anacronismi secondari è molto piacevole.
Voto: 7 / 10
Il terzo racconto, Squadra d'esplorazione di Murray Leinster vincitore per il 1956 (perlomeno Asimov scrive così... magari c'erano più categorie?), è un buon racconto. Una trama semplice ma solida mantiene vivo l'interesse fino all'ultima pagina; alcuni personaggi sono molto interessanti (ci sono anche quattro orsi kodiak mutati!). Il finale è un po' tirato via e superficiale e anche la “morale”, di nuovo contro i robot, ha degli aspetti anacronistici. Comunque di piacevole lettura...
Voto: 6 ½ / 10
Nota (*1): gioco di parole ma per capirlo bisogna aver letto il racconto...
Nota (*2): si capisce che c'è da una mezza pagina finale di discorsi sui robot e sugli individui...
sabato 15 marzo 2014
Mes achats
Ieri mi sono finalmente deciso ad andare in città a far revisionare Colita (*1) e a comprare dei libri.
Come i miei amici sanno bene (li ho più volte interpellati) ho deciso di studiare il francese: questa lingua mi è sempre piaciuta ma, principalmente, voglio impressionare la bella libraia (v Bella libraia 2). O viceversa, fate voi...
Dopo una lunga riflessione ho deciso di scartare un corso vero e proprio perché troppo impegnativo (e costoso!) e ho quindi optato per dei semplici libri nonostante fossi preoccupato per il problema della pronuncia.
L'idea “geniale” è stata quella di andare a cercare non dei costosi libri nuovi ma dei testi usati per il biennio della scuola superiore: sono così tornato a casa con Entrez... en grammaire! di Daniela Cornaviera, Ed. Loescher, 2012 e Champion 2 – Méthode de français di Monnerie-Goarin, Siréjols, Assini, Ed. CLE International, 2005.
Il primo libro è più orientato alla grammatica (con esercizi) e ho già iniziato a studiarlo trovandomi benissimo. Il secondo libro è per una seconda superiore (*2) e mi pare più orientato alla lettura con vari brani di difficoltà crescente: al momento però (v. nota *2) non l'ho ancora iniziato a studiare.
Oltre a fare gli esercizi sto creando un apposito nuovo mazzo per Anki in maniera da poter memorizzare in maniera efficace e controllata il vocabolario e magari qualche regola grammaticale (*3).
Per la pronuncia adesso c'è un gigantesco aiuto che quando andavo a scuola io non esisteva: Internet. Mi appoggio a Google Translate e, soprattutto, al dizionario Larousse. Quasi troppo facile!
Ah, e in totale per questi due libri ho speso 12,50€: sono molto contento!
Mentre cercavo il negozio di libri di scuola usati mi sono per caso imbattuto in uno straordinario negozio sempre di libri usati ma non di scuola: l'ambiente non era enorme ma nemmeno piccolo ma ogni spazio era letteralmente ricolmo di libri impilati per terra e accatastati su tavoli e scaffalature. Per passare era necessario muoversi in angusti “viottoli” fra i libri. Mi sentivo a casa!
Mi sono fatto indicare le “pile” con i libri di fantascienza ed, essendo di fretta, sono andato sul sicuro acquistando due libri della Nord (*4) e una raccolta dei premi Hugo dal 1955 al 1975.
Per la precisione: Le missioni del Capitan Ken libero agente spaziale di Gregory Kern, Tascabili Nord Omnibus, 1991 (*5); Jim Digriz, l'implacabile di Harry Harrison, Ed. Nord, 1989, trad. Giuseppe Lippi; I premi Hugo 1955-1975 di autori (ovviamente!) vari, Ed. Euroclub, 1980...
Insomma ho unito l'utile al dilettevole!
Nota (*1): la mia chitarra!
Nota (*2): c'era anche il Champion 1 ma mi sembrava troppo semplice...
Nota (*3): ma in questo caso devo ancora pensare a un buon metodo per creare le relative schede...
Nota (*4): che come ho spiegato altrove erano tutti di qualità altissima...
Nota (*5): che, mi è venuto il dubbio, potrei avere già! E, se non lo ricordo, significa che è bruttino...
Come i miei amici sanno bene (li ho più volte interpellati) ho deciso di studiare il francese: questa lingua mi è sempre piaciuta ma, principalmente, voglio impressionare la bella libraia (v Bella libraia 2). O viceversa, fate voi...
Dopo una lunga riflessione ho deciso di scartare un corso vero e proprio perché troppo impegnativo (e costoso!) e ho quindi optato per dei semplici libri nonostante fossi preoccupato per il problema della pronuncia.
L'idea “geniale” è stata quella di andare a cercare non dei costosi libri nuovi ma dei testi usati per il biennio della scuola superiore: sono così tornato a casa con Entrez... en grammaire! di Daniela Cornaviera, Ed. Loescher, 2012 e Champion 2 – Méthode de français di Monnerie-Goarin, Siréjols, Assini, Ed. CLE International, 2005.
Il primo libro è più orientato alla grammatica (con esercizi) e ho già iniziato a studiarlo trovandomi benissimo. Il secondo libro è per una seconda superiore (*2) e mi pare più orientato alla lettura con vari brani di difficoltà crescente: al momento però (v. nota *2) non l'ho ancora iniziato a studiare.
Oltre a fare gli esercizi sto creando un apposito nuovo mazzo per Anki in maniera da poter memorizzare in maniera efficace e controllata il vocabolario e magari qualche regola grammaticale (*3).
Per la pronuncia adesso c'è un gigantesco aiuto che quando andavo a scuola io non esisteva: Internet. Mi appoggio a Google Translate e, soprattutto, al dizionario Larousse. Quasi troppo facile!
Ah, e in totale per questi due libri ho speso 12,50€: sono molto contento!
Mentre cercavo il negozio di libri di scuola usati mi sono per caso imbattuto in uno straordinario negozio sempre di libri usati ma non di scuola: l'ambiente non era enorme ma nemmeno piccolo ma ogni spazio era letteralmente ricolmo di libri impilati per terra e accatastati su tavoli e scaffalature. Per passare era necessario muoversi in angusti “viottoli” fra i libri. Mi sentivo a casa!
Mi sono fatto indicare le “pile” con i libri di fantascienza ed, essendo di fretta, sono andato sul sicuro acquistando due libri della Nord (*4) e una raccolta dei premi Hugo dal 1955 al 1975.
Per la precisione: Le missioni del Capitan Ken libero agente spaziale di Gregory Kern, Tascabili Nord Omnibus, 1991 (*5); Jim Digriz, l'implacabile di Harry Harrison, Ed. Nord, 1989, trad. Giuseppe Lippi; I premi Hugo 1955-1975 di autori (ovviamente!) vari, Ed. Euroclub, 1980...
Insomma ho unito l'utile al dilettevole!
Nota (*1): la mia chitarra!
Nota (*2): c'era anche il Champion 1 ma mi sembrava troppo semplice...
Nota (*3): ma in questo caso devo ancora pensare a un buon metodo per creare le relative schede...
Nota (*4): che come ho spiegato altrove erano tutti di qualità altissima...
Nota (*5): che, mi è venuto il dubbio, potrei avere già! E, se non lo ricordo, significa che è bruttino...
venerdì 14 marzo 2014
Ancora sul Figlio della Notte...
Ieri mi sono ricordato di chiedere a mio padre se avesse letto il pezzo Figlio notturno e se fosse d'accordo con le mie conclusioni.
Scherzando mi ha risposto che lui non lo considerava poi così bello e infatti non l'aveva più riletto (*1)! Poi però ha ammesso che le mie ipotesi erano molto verosimili e che, soprattutto, il protagonista “malvagio” abbia potuto impressionarlo pesantemente visto che, quando lo lesse, aveva appena finito la terza media.
Così gli ho chiesto come facesse a essere sicuro dell'anno e lui mi ha raccontato un divertente aneddoto: siccome tale storiella è inclusa nell'autobiografia di mio padre ne approfitto per pubblicarne qui di seguito il frammento in questione.
Tornando al racconto della mia vita, feci gli esami di terza media dando una mano a Rodolfo alla prova di disegno. Il mio amico era talmente poco portato per il disegno che doveva sempre scrivere sotto ad ogni sua opera che cosa raffigurava in modo che la si potesse riconoscere. Era disperato e non sapendo come fare, tirò fuori la sua arte di commerciante invogliandomi ad infrangere le legge e a fargli anche il suo disegno con la promessa che mi avrebbe regalato i primi cinque numeri della nuova collana di fantascienza “Urania”, di cui eravamo ambedue avidi lettori. Nello scrivere questi fatti (nota la parola sottolineata) mi torna in mente una scenetta di cui fummo protagonisti io e Rodolfo durante l'anno scolastico con il prete di religione. Seguivamo un po' annoiati la lezione, quando il buon padre, dato che si era vicino a Pasqua, stava raccontando del processo a Gesù pronunciò questa frase: “Allora Pilato tirò fuori l'affare di Barabba........” frase del tutto innocente, ma stranamente sia io che Rodolfo, si dette un'altra interpretazione al racconto. Poiché sedevamo nello stesso banco si cominciò a ridere, e più si cercava di smettere, più ridevamo, allora Rodolfo per scuotermi mi dette una spinta. O non dosò bene la forza o io ero sbilanciato, ma il risultato fu che finii col sedere per terra continuando a ridere come un matto. Chiaramente quel giorno fummo entrambi mandati dal preside e, da allora, separati in maniera definitiva.
Aggiungo solo la conferma che il volumetto del Figlio della notte che ho letto è il numero 4 de “I Romanzi di Urania”...
Nota (*1): al contrario io rileggo molte volte i libri che mi piacciono...
Scherzando mi ha risposto che lui non lo considerava poi così bello e infatti non l'aveva più riletto (*1)! Poi però ha ammesso che le mie ipotesi erano molto verosimili e che, soprattutto, il protagonista “malvagio” abbia potuto impressionarlo pesantemente visto che, quando lo lesse, aveva appena finito la terza media.
Così gli ho chiesto come facesse a essere sicuro dell'anno e lui mi ha raccontato un divertente aneddoto: siccome tale storiella è inclusa nell'autobiografia di mio padre ne approfitto per pubblicarne qui di seguito il frammento in questione.
Tornando al racconto della mia vita, feci gli esami di terza media dando una mano a Rodolfo alla prova di disegno. Il mio amico era talmente poco portato per il disegno che doveva sempre scrivere sotto ad ogni sua opera che cosa raffigurava in modo che la si potesse riconoscere. Era disperato e non sapendo come fare, tirò fuori la sua arte di commerciante invogliandomi ad infrangere le legge e a fargli anche il suo disegno con la promessa che mi avrebbe regalato i primi cinque numeri della nuova collana di fantascienza “Urania”, di cui eravamo ambedue avidi lettori. Nello scrivere questi fatti (nota la parola sottolineata) mi torna in mente una scenetta di cui fummo protagonisti io e Rodolfo durante l'anno scolastico con il prete di religione. Seguivamo un po' annoiati la lezione, quando il buon padre, dato che si era vicino a Pasqua, stava raccontando del processo a Gesù pronunciò questa frase: “Allora Pilato tirò fuori l'affare di Barabba........” frase del tutto innocente, ma stranamente sia io che Rodolfo, si dette un'altra interpretazione al racconto. Poiché sedevamo nello stesso banco si cominciò a ridere, e più si cercava di smettere, più ridevamo, allora Rodolfo per scuotermi mi dette una spinta. O non dosò bene la forza o io ero sbilanciato, ma il risultato fu che finii col sedere per terra continuando a ridere come un matto. Chiaramente quel giorno fummo entrambi mandati dal preside e, da allora, separati in maniera definitiva.
Aggiungo solo la conferma che il volumetto del Figlio della notte che ho letto è il numero 4 de “I Romanzi di Urania”...
Nota (*1): al contrario io rileggo molte volte i libri che mi piacciono...
mercoledì 12 marzo 2014
Bloggultime XVI
Da tempo rimandavo questo pezzo...
Un po' perché ho dubbi su quanto possa interessare il lettore medio un po' perché ho smesso di controllare quotidianamente Shinystat e i suoi dati... ah! E un po' anche perché non avevo disegnato le due nuove vignette che propongo, come minimo sindacale, a ogni puntata di “Bloggultime”...
Non avendo preso appunti ho pochissimo da scrivere: il 21 febbraio ho toccato quota 21.000 contatti ma non so quando ho raggiunto i 20.000! Per quel che vale, facendo la media, ho stabilito che tale data è il 15 dicembre...
Come scritto le vignette nuove sono solo due. La prima è Strabuccino: mi ha richiesto un mucchio di tempo ma il risultato finale è carino. La seconda è Intuizione: al contrario questa l'ho disegnata il più velocemente possibile riusando elementi già fatti (vedi il coniglio) anche se non mi soddisfacevano al 100%; non mi piace la posizione del corpo di KGB steso sotto l'albero invece che appoggiato con la schiena a esso: senza leggere il testo associato non è evidente che stava riposando sotto il melo...
Ancora non ho avuto voglio di cambiare tutti i marcatori "TG" in "Media": ormai saranno sei mesi che dico di volerlo fare ma rimando sempre...
Discorso simile per il marcatore “Clip” attualmente senza vignetta: il disegno di KGB che balla è infatti associato a “Video” e la mia idea è quella di associarlo a “Clip” e creare una nuova vignetta per “Video”... Un lavoretto da un quarto d'ora che però non ho voglia di fare...
Infine i nuovi Wow, forse l'unica parte interessante di questo tipo di pezzo: per me è piacevolre riguardare a "freddo" i vecchi pezzi ma credo che anche per il lettore abituale (*1) possa essere divertente confrontare le proprie impressioni col mio giudizio. In verità molto più utile sarebbe avere il parere dei lettori sul pezzo migliore del mese ma, attualmente, la mia base di seguaci è troppo piccola e non ho voglia di scocciare gli amici a uno a uno per farmi poi dare dei giudizi superficiali...
I candidati Wow per ottobre: Frammenti di libertà (triste riflessione di come le libertà personali se ne stiano andando via, un pezzettino alla volta, senza che nessuno se ne accorga e protesti...); Giudici 19 (uno “strano” capitolo della Bibbia...)...
I candidati Wow di novembre: nessuno! Wow non assegnato... Mi pare giusto che i seguaci del viario diminuiscano con simili noiosità...
I candidati Wow di dicembre: Il mio V-Day (considerazioni interessanti da esperienza diretta); Vecchi ristoranti e nuova trattoria (divertente e particolarmente attuale); Cause tecniche (un aggiornamento su una mia scommessa su magistratura e M5S); Benzina e risparmio (un interessante analisi, per certi versi contro intuitiva, di dove e come convenga rifornirsi di benzina per massimizzare il risparmio).
I candidati Wow di gennaio: Strabuccino e il groviglio d'amore o l'anfibologia (un nuovo racconto con Strabuccino protagonista); Grillo alla nazione (riflessioni lungimiranti sul discorso di fine anno di Grillo); Letta sbranato dal leone (sulla follia del governo Letta); Tuffo a poltrona (pezzo politica che non a tutti potrà piacere ma che pone l'accento su una questione importante e attualissima);
Nota (*1): beh, i due o tre lettori abituali!
Di Maio e lo statista
Recentemente ho scritto della mia ipotesi Grillo/statista e della differenza fra politico e statista (v. Grillo vs Renzi (2/2)) ma ieri mi sono imbattuto su FB in una dichiarazione, attribuita a Di Maio (noto esponente del M5S) che fa propria questa idea. Dice infatti, riferendosi a Grillo come allo statista: «il politico pensa a se stesso e/o al suo elettorato, lo statista pensa al bene comune, alle prossime generazioni anche perdendo qualcosa per se stesso.»
Personalmente io avevo già corretto il “tiro” nel corto Statista o visionario: credo che lo statista debba avere anche le doti del politico mentre Grillo ha le qualità proprie dello statista ma non quelle del politicante. Secondo me Grillo è un uomo di grandi visioni ma non uno statista...
Sarebbe interessante ritrovare l'aforisma inglese (lo zio mi ripeteva sempre il nome dell'autore ma non lo ricordo) che definiva questa distinzione...
3 a 2 - 17/3/2014
È da tre giorni che studio francese e ho già trovato due refusi nel libro di testo Entrez... en grammaire!...
A pagina 14 il femminile di rigolo è dato come rigolotte mentre invece il dizionario in linea Larousse dà rigolote. Analogamente, a pagina 16, il maschile dell'aggettivo “esigente” è scritto exigent mentre, sempre secondo il Larousse, dovrebbe essere exigeant...
Mi chiedo se siano normali tutti questi errori in un libro di scuola...
Per la cronaca, il motivo per cui ho scoperto queste inesattezze è che uso il dizionario Larousse sia per verificare la pronuncia che per creare le schede per Anki, e una volta che sono lì...
Puntata Big Bang - 19/3/2014
Stanotte ho sognato una puntata di Big Bang Theory! La trama principale era divertente ma un po' prevedibile: Amy aveva raccontato una complicata bugie alle sue amiche che, ovviamente, stava portando a numerosi fraintendimenti con altre persone. Non ricordo però i dettagli. Ricordo invece bene una scena, con battuta finale e relativo coro di risa, di Sheldon. Egli deve raccontare una barzelletta e gli amici lo interrogano per verificare che la sappia bene. Sheldon è molto esitante e racconta spezzoni di barzellette famose senza venire a capo di nulla, così Worzolosky (*1) gli dice con aria stupita “Ma... Sheldon... non hai studiato!” e lui, con un sospiro, ammette “è vero, ma gli ho stampato una barzelletta e gliel'ho lasciata in una busta nel suo ufficio...”. Peccato però che quello della barzelletta era solo un espediente per far incontrare faccia a faccia Sheldon con l'altra persona! Chi conosce questa serie si potrà immaginare facilmente questa scenetta e le espressioni dei vari personaggi...
Nota (*1): non ricordo la grafia del nome: ovviamente mi riferisco all'amico ingegnere...
Dubbio - 25/3/2014
Non so se oggi sono depresso o se ho la pressione bassa: mi sento però molto più moscio del solito in piena crisi abulica e ho la fronte aggrondata (di solito sono sorridente).
Personalmente io avevo già corretto il “tiro” nel corto Statista o visionario: credo che lo statista debba avere anche le doti del politico mentre Grillo ha le qualità proprie dello statista ma non quelle del politicante. Secondo me Grillo è un uomo di grandi visioni ma non uno statista...
Sarebbe interessante ritrovare l'aforisma inglese (lo zio mi ripeteva sempre il nome dell'autore ma non lo ricordo) che definiva questa distinzione...
3 a 2 - 17/3/2014
È da tre giorni che studio francese e ho già trovato due refusi nel libro di testo Entrez... en grammaire!...
A pagina 14 il femminile di rigolo è dato come rigolotte mentre invece il dizionario in linea Larousse dà rigolote. Analogamente, a pagina 16, il maschile dell'aggettivo “esigente” è scritto exigent mentre, sempre secondo il Larousse, dovrebbe essere exigeant...
Mi chiedo se siano normali tutti questi errori in un libro di scuola...
Per la cronaca, il motivo per cui ho scoperto queste inesattezze è che uso il dizionario Larousse sia per verificare la pronuncia che per creare le schede per Anki, e una volta che sono lì...
Puntata Big Bang - 19/3/2014
Stanotte ho sognato una puntata di Big Bang Theory! La trama principale era divertente ma un po' prevedibile: Amy aveva raccontato una complicata bugie alle sue amiche che, ovviamente, stava portando a numerosi fraintendimenti con altre persone. Non ricordo però i dettagli. Ricordo invece bene una scena, con battuta finale e relativo coro di risa, di Sheldon. Egli deve raccontare una barzelletta e gli amici lo interrogano per verificare che la sappia bene. Sheldon è molto esitante e racconta spezzoni di barzellette famose senza venire a capo di nulla, così Worzolosky (*1) gli dice con aria stupita “Ma... Sheldon... non hai studiato!” e lui, con un sospiro, ammette “è vero, ma gli ho stampato una barzelletta e gliel'ho lasciata in una busta nel suo ufficio...”. Peccato però che quello della barzelletta era solo un espediente per far incontrare faccia a faccia Sheldon con l'altra persona! Chi conosce questa serie si potrà immaginare facilmente questa scenetta e le espressioni dei vari personaggi...
Nota (*1): non ricordo la grafia del nome: ovviamente mi riferisco all'amico ingegnere...
Dubbio - 25/3/2014
Non so se oggi sono depresso o se ho la pressione bassa: mi sento però molto più moscio del solito in piena crisi abulica e ho la fronte aggrondata (di solito sono sorridente).
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