Ieri mi sono ricordato di chiedere a mio padre se avesse letto il pezzo Figlio notturno e se fosse d'accordo con le mie conclusioni.
Scherzando mi ha risposto che lui non lo considerava poi così bello e infatti non l'aveva più riletto (*1)! Poi però ha ammesso che le mie ipotesi erano molto verosimili e che, soprattutto, il protagonista “malvagio” abbia potuto impressionarlo pesantemente visto che, quando lo lesse, aveva appena finito la terza media.
Così gli ho chiesto come facesse a essere sicuro dell'anno e lui mi ha raccontato un divertente aneddoto: siccome tale storiella è inclusa nell'autobiografia di mio padre ne approfitto per pubblicarne qui di seguito il frammento in questione.
Tornando al racconto della mia vita, feci gli esami di terza media dando una mano a Rodolfo alla prova di disegno. Il mio amico era talmente poco portato per il disegno che doveva sempre scrivere sotto ad ogni sua opera che cosa raffigurava in modo che la si potesse riconoscere. Era disperato e non sapendo come fare, tirò fuori la sua arte di commerciante invogliandomi ad infrangere le legge e a fargli anche il suo disegno con la promessa che mi avrebbe regalato i primi cinque numeri della nuova collana di fantascienza “Urania”, di cui eravamo ambedue avidi lettori. Nello scrivere questi fatti (nota la parola sottolineata) mi torna in mente una scenetta di cui fummo protagonisti io e Rodolfo durante l'anno scolastico con il prete di religione. Seguivamo un po' annoiati la lezione, quando il buon padre, dato che si era vicino a Pasqua, stava raccontando del processo a Gesù pronunciò questa frase: “Allora Pilato tirò fuori l'affare di Barabba........” frase del tutto innocente, ma stranamente sia io che Rodolfo, si dette un'altra interpretazione al racconto. Poiché sedevamo nello stesso banco si cominciò a ridere, e più si cercava di smettere, più ridevamo, allora Rodolfo per scuotermi mi dette una spinta. O non dosò bene la forza o io ero sbilanciato, ma il risultato fu che finii col sedere per terra continuando a ridere come un matto. Chiaramente quel giorno fummo entrambi mandati dal preside e, da allora, separati in maniera definitiva.
Aggiungo solo la conferma che il volumetto del Figlio della notte che ho letto è il numero 4 de “I Romanzi di Urania”...
Nota (*1): al contrario io rileggo molte volte i libri che mi piacciono...
alla prima stazione
1 ora fa
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