Il 24 dicembre 2012, nel pezzo Voterò il M5S, scrissi:
«Col mio voto non spero di fare eleggere Beppe Grillo primo ministro (anche se sarebbe divertente!) quanto piuttosto di dare un forte segnale ai partiti tradizionali.
Se il M5S prendesse un 20% dei voti sono convinto che i partiti tradizionali si impaurirebbero molto in prospettiva delle elezioni successive dove, a seconda dei casi, il M5S potrebbe avere reali possibilità di vittoria. Un successo del M5S a queste elezioni farebbe sì, ad esempio, che il PD andasse in ginocchio a chiedere a Renzi di diventare il leader della sinistra! Ma anche nella destra, anche a causa dell'età di Berlusconi, sono convinto ci sarebbe un rinnovamento più o meno profondo...»
All'epoca avevo da poco scoperto il M5S e stavo appena iniziando ad apprezzarne la peculiarità ma, nel complesso, lo consideravo principalmente un movimento di protesta (*1). Però già allora avevo comunque deciso di votarlo per il motivo spiegato nel paragrafo riportato.
Nel complesso la mia previsione, a poco meno di un anno di distanza, si è avverata con grande accuratezza...
Francamente adesso non nutro più le mie già “mosce” speranze per Renzi: in questi mesi infatti sono venuto a conoscenza di vari fatti e situazioni che mi hanno convinto che egli non sia assolutamente il “nuovo”, il rottamatore che dice d'essere. È giovane anagraficamente ma vecchio politicamente, col merito di aver fiutato per primo il vento che cambiava e di essersi messo a cavalcare l'onda. Poi, certo, ha anche l'indubbio pregio di presentarsi bene e saper essere convincente...
Nei prossimi mesi, visto che ha stravinto le primarie del PD, avrà già modo di passare dalle chiacchiere ai fatti: personalmente mi aspetto solo cambiamenti apparenti nel partito e nessuna modifica significativa nell'azione del governo Letta.
Conclusione: vedremo...
Nota (*1): è interessante seguire sul mio viario, nelle settimane che portarono alle elezioni politiche del 2013, il crescere dell'entusiasmo per il M5S...
lunedì 9 dicembre 2013
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