Da qualche giorno sto leggendo Ready player one di Ernest Cline, Ed. DeA Planeta Libri, 2017, trad. Laura Spini.
Me lo ha regalato mio cugino per il compleanno: un bel libro.
Per chi non lo conoscesse, e senza svelare niente (comunque sono solo al capitolo 13), la trama si basa su una collezione di citazioni della cultura “pop” degli anni '80: essenzialmente pellicole, musica e videogiochi.
Non so se ci sia da vantarsene o vergognarsene ma ne riconosco almeno un 75% abbondante.
Ho pure trovato un paio di errori: in Adventure, su Atari 2600, non era possibile “mulinare” la spada: il giocatore era infatti un quadrato e la spada rimaneva attaccata a esso nella posizione in cui la si toccava la prima volta: per questo era importante sfiorarla a un'estremità con uno degli angoli del quadrato in maniera che questa si protendesse in fuori il più possibile rendendo più facile uccidere i draghi permettendo di non avvicinarsi troppo a essi...
Il secondo errore è probabilmente solo un problema della traduzione: da come è costruita la frase sembra che l'opera “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss sia un film!
La curiosità di cui volevo scrivere è però un'altra: fra le varie citazioni c'è anche la pellicola Risky business con un giovane Tom Cruise, del 1983. Sicuramente la vidi qualche anno dopo quando la passarono alla tivvù: della trama non ricordo praticamente niente se non che Tom Cruise viene lasciato solo a casa dai genitori e lui ne approfitta per combinarne di tutti i colori. Ho anche un vago ricordo di una macchina, probabilmente del padre, che fa un incidente spettacolare (forse cade in una piscina o roba del genere). Non so se rividi il film altre volte ma di sicuro non dopo il 2000.
Eppure in tutta questa vaghezza ricordo un altro dettaglio: il nome della protagonista femminile “Rebecca DeMornay” (non ho controllato e quindi il cognome potrebbe essere scritto diversamente). Mi pare che recitasse la parte di una squillo contattata dal personaggio di Tom Cruise (ma potrei sbagliarmi): ricordo invece bene che era bionda, capelli ricci-ondulati, magra ma non anoressica, con i denti un po' sporgenti e belle gambe...
Buffo come alcuni particolari restino in mente e ci influenzino più o meno coscientemente: da allora il nome Rebecca mi è sempre piaciuto moltissimo...
Conclusione: volevo scrivere un corto ma ho sbagliato le misure... Comunque adesso devo indagare su cosa sia successo a Rebecca!
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