[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.7.1 "Sherlochulhu").
Ho corretto un intero capitolo dell’Epitome e ora ho voglia di distrarmi un po’.
Avrei da scrivere di calcio, sugli europei, ma un altro argomento mi alletta maggiormente…
Qualche giorno fa cercai di spiegare a una mia amica la teoria di Marcuse e in particolare che nella società moderna il principio del piacere, a partire dagli istinti sessuali, viene represso e tutte le energie sono dirottate sul principio di realtà: ovvero sul lavoro, l'obbedienza ai valori della società, alle autorità e simili…
Lei mi ha però fatto notare che oggigiorno, su più livelli, la sessualità è più libera che in passato: è partita raccontandomi cosa succede nelle scuole superiori italiane dove molte ragazzine non esitano a impegnarsi in attività sessuali in cambio di ricariche telefoniche; ma anche gli adulti si conoscono e si incontrano molto facilmente tramite siti dedicati. A suo dire le stesse coppie si tradiscono con molta facilità e senza farsi scrupoli o subendo particolari sensi di colpa.
In effetti anch’io, pur vivendo un po’ fuori dal mondo, avevo già sentito racconti simili e quindi credo che le sue informazioni siano sostanzialmente corrette.
Come conciliare quindi questo apparente rilassamento della morale sessuale con la teoria di Marcuse?
In realtà non lo so: la mia intenzione è infatti proprio quella di scrivere le mie riflessioni sull’argomento per vedere se arrivo a qualche conclusione.
La prima possibilità è che effettivamente ci sia più libertà sessuale: questo permetterebbe anche di spiegare come la popolazione riesca a sopportare la repressione aggiuntiva (*1). In altre parole in questo caso, come del resto in altro, le previsioni di Marcuse sull’andamento della società si sarebbero semplicemente rivelate errate
Eppure, nonostante l’immediatezza di questa spiegazione, c’è qualcosa che non mi convince del tutto.
Subito le risposi tirando in ballo la pornografia che circola in rete: avevo la sensazione ci fossero delle analogie importanti ma non riuscii a metterle a fuoco.
Adesso mi pare di avere le idee un po’ più chiare: anni fa lessi che i giovani ormai convivono con la pornografia e che trovano normale, sia uomini che donne, ricercarla: solo nelle coppie è considerato improprio per un compagno/a continuare a “distrarsi” con essa.
Onestamente si tratta di un’informazione che lessi almeno una quindicina di anni fa e quindi potrebbe essere già superata.
Eppure questo mi suggerisce un fattore importante: la libertà non corrisponde alla facilità.
Mi spiego: la pornografia, così come relazioni sessuali senza impegno, sono adesso sicuramente più facili ma davvero questo significa che siano anche più libere?
Cosa si intenda con libertà in questo contesto?
Secondo me non semplicemente “fare” ma “fare senza incorrere nella disapprovazione sociale”. Ovvero tutti questi comportamenti per essere considerati pienamente liberi dovrebbero poter aver luogo alla luce del sole: ancora, mi pare, non sia però così.
Se vogliamo questa potrebbe essere una situazione contemplata dalla mia teoria ([E] 6.5): l’abitudine, con un certo ritardo, va a modificare la morale (che si adatta per giustificare il comportamento comune). Abitudine che, in questo caso, avrebbe una forte prevalenza basata sull’età dei singoli. E questo suggerisce che sia solo questione di tempo (una generazione, cioè 25 anni?) affinché diventi un comportamento assolutamente prevalente e che quindi vada a modificare la morale. Mi immagino un protomito/distorsione del tipo: “Il sesso occasionale, non importa se a pagamento o meno, fra individui consenzienti è bene”. Questo “bene” finale è essenziale e indicherebbe il cambio di prospettiva: non ci sarebbe nessuna vergogna a professare apertamente ciò che la comunità considera un bene: solo in quel momento la facilità di sesso diverrebbe libertà di sesso nel senso precedentemente spiegato.
Ora per trarre conclusioni definitive mi occorrerebbero più dati e non solo i pochi accenni che mi ha fornito la mia amica: comunque la sensazione è che potremmo essere effettivamente in una fase di passaggio e di evoluzione della morale sessuale che, col tempo, potrebbe andare a trasformarsi in una maggiore libertà sessuale.
Tornando a Marcuse aggiungo che comunque questa nuova tendenza non inficerebbe la sua teoria: questo perché comunque la repressione è aumentata e lo stesso principio di realtà esige ancora più energie ed è fonte di maggiore frustrazione per la gran parte della popolazione. In questo contesto l’aumento di libertà sessuale non stravolgerebbe gli equilibri psicologici della società.
Conclusione: beh, niente: è solo una mia teoria basata su poche informazioni. Però è un fenomeno da tenere presente anche se non sono sicuro di quanto possa impattare sugli equilibri sociali. Cioè più sesso è sicuramente uno sfogo per le frustrazioni della vita quotidiana ma che impatto ha, per esempio, sulla politica? Oppure sulla percezione della realtà?
Nota (*1): non fatemi scrivere delle iniziative pazzesche contro la pandemia...
alla prima stazione
1 ora fa
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