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giovedì 3 giugno 2021

Probabilità improbabili sotto il sole

Che scrivo oggi?
Non è che non ho idee ma anzi ne ho troppe!
Su “Framers’s coup” sta sobbollendo una riflessione che era già nata durante il corso della Freeman su uno specifico aspetto della sua sintesi storica. Nella trattazione più approfondita del saggio siamo tornati allo stesso concetto e adesso è evidente che la mia sensazione fosse corretta. Ma questa idea non scappa: sto avanzando lentamente in questo libro…

Piuttosto volevo tornare sulla situazione covid-19: ormai anche questo argomento mi ha “stufato” nel senso che non è più una novità e le dinamiche basilari del virus iniziano a essere chiare. Oramai da un punto di vista sanitario se ne sa sempre di più, anche a livello di prevenzione e di terapie.
Vice versa è sconcertante come la politica affronti la pandemia: sia a livello mondiale che in una criptocrazia come l’Italia. Alcune decisioni sono prive di senso da un punto di vista medico e possono essere solo spiegate da un progetto politico di riduzione sistematica delle libertà dei cittadini.
Vabbè: anche di queste ipotesi ho già scritto e passo quindi ad altro…

La notizia: Covid, studio italiano: così il sole distrugge il virus in pochi secondi su ADNKronos.com

Io sapevo che questo accadeva con i raggi UVC e avevo ipotizzato che anche la normale luce solare (i raggi UVC non riescono a penetrare l’atmosfera e sulla superficie terrestre arrivano solo i raggi UVA e UVB) potesse avere un effetto sterilizzante. Credo di aver scritto qualcosa al riguardo all’inizio della scorsa estate.
Infatti ciò che qualsiasi persona (non solo gli studiosi o i medici) avrebbe dovuto chiedersi era il calo netto e improvviso dei contagi in estate e il ritorno del virus in autunno.

La vulgata del pensiero unico è che il virus proceda a “ondate”, come se fosse una sorta di mare: la prima ondata si era esaurita in primavera e in autunno era arrivata la seconda ondata. Insomma il fattore estate era stato, a mio avviso speciosamente, tenuto fuori dall’equazione.
Io invece notai il fenomeno e, per quel che valgono, proposi le mie teorie: principalmente quella sull’abbondanza, proprio nel periodo estivo, di vitamina D nella popolazione.

Ovviamente sarebbe bello che un qualche media chiedesse a un rappresentante del governo se questa ricerca è stata presa in considerazione visto che dimostrerebbe l’inutilità delle mascherine (all’aperto). Se il portavoce del governo fosse un tontolone (probabile) risponderebbe che una ricerca non è sufficiente, va approfondita, magari verificati dai pari etc.
Al che, fossi il giornalista, chiederei quali siano invece le ricerche che giustifichino, da un punto di vista sanitario, l’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto.
Vabbè siamo in un mondo che funziona al rovescio: è di pochi giorni fa che il Mattarella ha premiato John Elkann con l'onorificenza di cavaliere del lavoro…

Voglio poi passare a una riflessione un po’ più inedita (*1). Pensavo al rischio di controindicazioni dei vaccini sperimentali a base di mRNA.
Se si guarda dei video che ne spieghino il funzionamento al grande pubblico si ha la sensazione di una tecnica geniale: qualcosa che imita il comportamento di un virus ma lo sfrutta a proprio vantaggio. Si riesce così a far produrre alle stesse cellule umane le proteine per le quali poi il sistema immunitario sviluppa i propri anticorpi.
Un meccanismo estremamente elegante e chi, come me, non ne capisce niente non può non rimanerne impressionato: di sicuro non sono in grado di puntare il dito su passaggi “rischiosi” o che potrebbero “andare storti”: semplicemente non ne so abbastanza.
Ma l’assenza dell’evidenza di un pericolo non equivale alla prova della sua assenza: questo è il punto.

Io non sono neppure in grado di ipotizzare cosa potrebbe andare storto con questi vaccini sperimentali ma ciò non significa che qualcosa potrebbe comunque andare storto nel medio lungo termine. Ovviamente, è bene ribadirlo, se i ricercatori hanno fatto un minimo il proprio dovere in buona coscienza, la probabilità di problemi futuri sarà piccolissima, tipo (numero a caso) dello 0,001%, ma non nulla.
Taleb ha scritto “Antifragile” su questo fenomeno: è semplicemente impossibile stimare le probabilità di eventi rari e, per questo, l’unica soluzione è evitare tutte le situazioni che ne presentino la possibilità per quanto remota (*2).

Ma cosa potrebbe andare storto nel medio-lungo termine con questi vaccini?
Il meccanismo con cui funzionano sembra così perfetto…
Beh, basta osservare le controindicazioni che, per quanto rare, esistono e sono osservabili nel breve termine. Perché alcuni giovani uomini hanno degli infarti? Perché le vittime sono principalmente uomini e giovani?
Perché evidentemente fra la teoria perfetta di come agisce il vaccino (apparentemente senza rischi) e la realtà ci sono delle discrepanze: dei passaggi con dei dettagli incompresi, delle reazioni impreviste che avvengono solo in determinate situazioni. Questo ormai certo. Ma questa è anche la banale dimostrazione che qualcosa di ugualmente imprevisto potrebbe accadere nel medio e lungo termine.

Poi è chiaro: se nel medio lungo termine ci saranno dei problemi ma essi riguarderanno solo lo 0,001% dei vaccinati probabilmente neppure ne verremo a conoscenza dato che sarà praticamente impossibile ricostruire la catena di causa ed effetto di uno evento innescato molti anni prima. In pratica una percentuale dello 0,001% corrisponde a una persona ogni centomila: insomma poca roba (a meno se non tocca a noi o a qualche nostro caro!).
Ma se invece una reazione avversa e gravissima colpisse il 10% dei vaccinati? Allora sarebbe un massacro. Ovviamente la probabilità di queste reazioni avverse e gravissime sarà bassissima, anche se non nulla: ma di nuovo, questa è l’essenza del pensiero di Taleb, queste probabilità non possono essere calcolate o stimate in maniera attendibile e, quindi, andrebbero semplicemente evitate a meno che i vantaggi non siano evidenti (*3).
E qui si ritorno a quanto ho già scritto: i vaccini andrebbero somministrati alle persone più anziane (o comunque più vulnerabili) per le quali il rischio rappresentato dal covid-19 è significativo.

Conclusione: va beh, temo di aver scritto un pezzo un po’ noioso, mi spiace...

Nota (*1): ormai siete infatti abituati ai miei “ululati” a favore della giustizia e, di conseguenza, contro i nostri massimi rappresentanti politici!
Nota (*2): ovviamente se l’evento raro fosse negativo: se positivo invece ben venga!
Nota (*3): per esempio, non ricordo i numeri esatti ma il senso è questo, prima del disastro di Fukushima si stimava che la relativa centrale nucleare avrebbe potuto avere problemi significativi solo 1 volta ogni centomila anni (o, se preferite, ogni anno con probabilità pari a 0,001%. Dopo l’incidente, col senno di poi, stimando meglio alcune variabili si è arrivati a 1 volta ogni 25 anni. Ma, mi ripeto, il punto è che NON si possono stimare le probabilità di eventi troppo rari.

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