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martedì 29 aprile 2014

Strategia di persuasione

Torno alla strategia che avevo promesso di illustrare in Gli intelligenti e onesti del PD/PDL (al quale rimando per capire di cosa sto parlando) prima che mi passi di mente!

In realtà l'idea, adesso che vedo i miei appunti nero su bianco, non è troppo sofisticata.
L'obiettivo da prefiggersi è quello di diminuire il senso di vergogna/frustrazione/paura che è associato all'ammissione inconscia che un aspetto importante della propria persona ha basi marce e deve essere cambiato. In altre parole non si deve cercare di convincere l'interlocutore POI (*1) con argomentazioni razionali: bisogna invece affrontare il problema alla radice inconscia.
L'idea non è quella di far cambiare idea a una persona con un colloquio di pochi minuti ma di gettare le basi affinché, prendendosi il tempo necessario, possa farlo autonomamente: il mezzo è quello di rimuovere gli ostacoli psicologici inconsci che bloccano il riconoscimento dei fatti per quel che sono. L'evidenza razionale è infatti già chiaramente dalla parte del M5S: per un POI l'unico ostacolo ad ammetterlo coscientemente è inconscio o legato a mancanza d'informazione (ma questa mancanza ha, di nuovo, la stessa origine inconscia).

Per rimuovere (o almeno “abbassare”) tale ostacolo inconscio seguirei due linee guida principali.
La prima è che non sono le idee del POI a essere errate, gli ideali della sua giovinezza con i quali è cresciuto e si è formato, ma è stato il PD±L (*2) (e spesso è proprio così) di riferimento a tradirli. In questa maniera, se si parte dal presupposto che i propri princìpi fossero corretti, la propria personalità è meno sconvolta dal riconoscere che votare per PD±L è sbagliato. Conseguentemente il POI proverà quindi molto meno vergogna/frustrazione/paura a cambiare idea (voto).

La seconda è insistere che il percorso di comprensione del POI è comune a molti e, proprio per questo, il POI non deve temere di cambiare idea perché molti altri ci sono passati. Io insisterei molto nel dire, annuendo con comprensione, «Anch'io la pensavo come lei...» oppure «Anche il tale medico/ingegnere/poliziotto [il “chi” dipende dall'interlocutore: dovrebbe essere una categoria in cui egli si possa riconoscersi o avere stima; in genere la sua propria va bene...] ha fatto il suo stesso percorso...». Il termine “percorso” non è casuale e serve per comunicare all'interlocutore sicurezza e dirgli, senza indisporlo, che è nel giusto ma deve proseguire su questa strada.
A questo punto sarebbe bene dare la colpa della difficoltà del riconoscere e intraprendere il “percorso” ai media e non certo alla scarsa flessibilità mentale del POI! Io direi qualcosa tipo «...ho iniziato a cambiare idea quando ho capito che i media non raccontano i fatti come stanno...». Senza accusare il POI di leggere una sola fonte di parte: le persone intelligenti non lo fanno e quindi (anche se lo fa!) equivalerebbe ad accusarlo di essere sciocco. Proseguirei quindi con «...poi, quasi per caso, ho iniziato a leggere altre fonti e ho visto che mi raccontavano una storia completamente diversa: ora delle due ne deve essere vera una e allora ho iniziato a rifletterci e a volermi informare sempre di più...» L'idea è quella di suggerire un comportamento da seguire senza urtare la suscettibilità del nostro interlocutore che però dovrà riconoscere la logica di tale comportamento. Se rispondesse “...ma io leggo solo Repubblica.it perché ho poco tempo...” allora gli direi di non leggere gli articoli ma di limitarsi a scorrere i titoli del, ad esempio, IlFattoQuotidiano.it; l'interlocutore dovrebbe riconoscere il buon senso di questa proposta... ah! Eviterei di menzionare direttamente il viario di Grillo perché potrebbe essere percepito come troppo fazioso (meglio, ad esempio, suggerire www.parlamentari5stelle.it ): il POI dovrà arrivarci per proprio conto.

Vabbè, mi stavo infilando in una conversazione immaginaria ma spero almeno di aver reso il senso dell'approccio corretto da tenere con i POI per portarli spontaneamente ad ammettere che il M5S è l'unica alternativa al PD±L.

Altra avvertenza (che mi provengono dal corso di psicosociologia!) importante: mai accusare il nostro interlocutore di sostenere il PD±L e di essere come tale concausa dei problemi! Questo otterrà l'effetto opposto, aumentandone l'identificazione personale, spingendolo a sostenere, aldilà di ogni ragionevolezza, le posizioni dei vecchi partiti...
Un esempio: è logico e corretto porre la domanda «È contento della situazione attuale?» per sondare il nostro interlocutore; non bisogna però proseguire chiedendo «Di chi è la colpa?» perché questo porterebbe all'identificazione di cui parlavo (se il POI ha votato PD±L), piuttosto meglio proseguire (prima linea guida) con «Ma le sembra che il PD abbia fatto molto per i più deboli?» (o, se di destra, «Ma le sembra che il PDL abbia fatto molto per rilanciare l'economia?»). Parole accuratamente scelte per ottenere un “no”... e poi bisognerebbe insistere sul fatto che gli ideali del POI sono gli stessi del M5S (difesa dei più deboli, rilancio dell'economia) mentre i partiti tradizionali li hanno traditi...
Scusatemi: sono ricascato a descrivere una conversazione immaginaria! Ma spero, anche in questo caso, di aver lasciato intendere il senso delle mie parole...

Conclusione: so che questo pezzo è, vuoi per brevità vuoi per mia incompetenza sulla materia, molto superficiale. Ci saranno comunque dei POI refrattari a ogni tentativo di persuasione per una moltitudine di fattori che non posso stare a elencare, sono però convinto che ci sai un'importante intuizione in quanto ho scritto e che non vada ignorata solo perché l'ho potuta approfondire sufficientemente.

Nota (*1): POI= Persona Intelligente e Onesta
Nota (*2): PD±L = tutti i vecchi partiti di nome o di fatto. Vedi Gli intelligenti e onesti del PD/PDL per maggiori dettagli.

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