Oggi non ho nessuna informazione particolare raccolta dai canali esteri che seguo ma solo qualche riflessione generica (il pezzo è postdatato).
27/3/2020 9:45
L’orgia delle autocertificazioni.
Il 12 marzo in Speciale Coronavirus 8 scrissi:
«4- Ma cos’è questa fissazioni per la burocrazia e le scartoffie? Che senso hanno tutte queste autocertificazioni che non potranno mai essere verificate? A me pare un inutile spreco di carta e di tempo: l’illusione che con la burocrazia inutile si controlli e si gestisca meglio la situazione. Lo so: è una piccolezza rispetto alle altre problematiche ben più gravi però, nella sua stupidità, anche questa riesce a irritarmi…»
Sono ancora della medesima opinione e, anzi, le costanti variazioni mi sembrano ancor più paradossali.
In parte è una tendenza italiana quella di cercare di controllare tutto con una burocrazia ipertrofica che alla fine si riduce a montagne di scartoffie. Già in febbraio, quando il governo affermava di essere pronto ad affrontare qualsiasi emergenza epidemica nel nostro paese, scrivevo che la nostra era una preparazione burocratica, tutta sulla carta, solo apparente e false.
Probabilmente un altro scopo delle autocertificazioni è quello di colpevolizzare il cittadino: le misure di mitigamento dell’epidemia non stanno funzionando come si sperava e il governo cerca di scaricarne la responsabilità morale sui cittadini che si spostano per fare la spesa o che portano a spasso il proprio cane. Invece i motivi per cui la propagazione della malattia rallenta solo molto lentamente sono probabilmente altri:
1. La scarsità di tamponi effettuati che non consente l’identificazione degli asintomatici. Questo in particolare è gravissimo per le persone che sono a contatto con gli isolati (personale sanitario e addetti alla grande distribuzione) o che comunque continuano a lavorare (forze dell’ordine e altri lavoratori).
2. Le attività non essenziali tenute aperte. Molte sono state chiuse la scorsa domenica ma, visto che la scadenza per la chiusura era a metà settimana, gli effetti si inizieranno a vedere fra una settimana o più.
A questo riguardo sono curioso di chiedere alle mie fonti in Francia, Olanda e Spagna per sapere se anche loro hanno questa mania delle autocertificazioni...
Ieri, con la conferma che il prefetto di Firenze aveva autorizzato i viaggi nei paesi limitrofi per gli acquisti essenziali, sono andato a fare la spesa.
Sono uscito verso le 14:00. Le macchine in giro mi sono sembrate meno dell’altra volta: forse un 30%. Non ho trovato posti di blocco delle forze dell’ordine. Al supermercato (diverso da quello dell’altra settimana) c’era un distributore di gel per lavarsi le mani all’ingresso ma io ho preferito indossare i guanti di plastica per le verdure per tutto il tempo. Sono entrato senza controlli ma quando sono uscito avevano iniziato a contingentare gli ingressi: ovvero una persona entrava quando un’altra usciva. L’uso delle mascherine da parte degli addetti era sistematico per quel che vale e veniva richiesto anche il rispetto della distanza (io sono stato subito ripreso perché in coda mi tenevo alla distanza di 1 carrello, evidentemente ritenuta non sufficiente…).
L'approvvigionamento era normale: l’unico prodotto completamente assente era la farina di tipo “0”, quella per fare pizza e pane, e infatti anch’io l’avrei voluta comprare per potermi fare il pane fresco.
[28/3/2020] 19:00
Oggi, mentre rigovernavo, ho ascoltato la conferenza stampa della Protezione Civile: di solito mi limito a verificare i nuovi dati e, da qualche giorno, il grafico Tamponi giornalieri e contagiati da Lab24.IlSole24Ore.com
In particolare seguo l’andamento della linea curva (quella della percentuale di tamponi positivi su quelli effettuati). Anche se il fatto che sia così variabile mi fa pensare che i tamponi fatti siano ancora troppo pochi e che questo falsi un po’ tutti i dati rendendoli difficilmente interpretabili.
Comunque, tornando alla conferenza stampa, mi ha sorpreso come il responsabile intervistato (non so chi fosse) abbia evitato di rispondere (o di farlo chiaramente) a tutte le domande che gli hanno fatto!
Come al solito è stato un esercizio di scaricabarile: “questo lo dovete chiedere alle regioni”, “questo lo dovete chiedere all’Istituto Superiore della Sanità”, “questo a tale e quello a tizio”.
Gli era stata anche posta la domanda di come mai se l’OMS chiede di fare tamponi a tappetto per identificare i positivi noi non lo facciamo: ha risposto che in totale ne abbiamo fatti 395.000 (sembrano tanti ma sono pochi) e che, dopo un lungo discorso, seguiamo le indicazioni dell’Istituto Superiore della Sanità. Ovvero non ha risposto.
Vabbè, già il 10 febbraio scrissi Lo scarica virus: all’epoca il governo aveva già dato il la, ovvero, scaricare la responsabilità di decisioni politiche fondamentali sulla burocrazia, in questo caso i medici di famiglia e gli operatori delle ASL, che non avevano né la preparazione né, soprattutto, i mezzi per poter adempiere correttamente al compito che gli era stato affidato (scaricato).
La Protezione Civile si è adattata a questo andazzo: scaricare le responsabilità a destra e a manca (*1).
Secondo argomento della giornata è invece il ritardo con cui tutti i governi occidentali, non solo il nostro, si sono mossi.
Ho ritrovato questo “vecchio” articolo del 27 febbraio: Coronavirus, per gli esperti l'epidemia è in una nuova fase da Ansa.it
Se l'articolo è del 27 febbraio allora almeno da una settimana prima gli esperti consigliavano di prepararsi alla pandemia. Cito: «Per prepararsi, concludono gli esperti, gli ospedali devono fare scorta di materiale di protezione respiratoria e aggiungere posti letto...»
Un articolo de IlFattoQuotidiano.it rincara la dose: Fin dal 17 febbraio sapevano: nessuno comprò respiratori di Alessandro Mantovani e Wanda Marra (*2).
In definitiva, e lo ripeto non solo in Italia, vi è stato in tutto il mondo occidentale un incomprensibile ritardo nella gestione di questa emergenza: ancora non riesco a darmene una spiegazione convincente perché la stupidità e l’impreparazione sarebbero veramente eccessive. Ma state sicuri che se c’è qualche altro fine, nel giro di un paio di anni o forse meno, esso diverrà evidente...
Nota (*1): se, per esempio, i dati provenienti dalle regioni non sono corretti o totalmente affidabili allora perché non ci si attiva per risolvere il problema ma ci si limita a dire che questo è quanto hanno fornito?
Riguardo i tamponi il vero problema è che non ne possiamo fare di più perché non abbiamo abbastanza laboratori o kit automatici per farli: non ci sarebbe niente di male ad ammetterlo ma andrebbe detto chiaramente. Poi la politica si dovrebbe assumere le proprie responsabilità e attivarsi per ottenere o produrre un maggior numero di kit (ovvio che i laboratori non si possono creare dal nulla con altrettanta facilità).
Nota (*2): l’articolo è riservato agli abbonati ma già il titolo è piuttosto eloquente.
Conclusione: ho le palle che mi girano nelle vie aeree...
L'esempio di Benjamin Franklin
4 ore fa
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