Voglio citare il seguente frammento dell’articolo Coronavirus, per l'Oms i contagi all'estero sono solo la 'punta dell'iceberg' di Ansa.it
«Il ministro dell'istruzione Luciana Azzolina in un'intervista su La Stampa chiarisce che saranno i medici a decidere se gli studenti rientrati dalla Cina debbano restare a casa o tornare in classe. E chiarisce che non saranno presidi o genitori a dover decidere, perché ci sarà un monitoraggio quotidiano degli studenti rientrati fatto dalle Asl di riferimento.»
Mi chiedo: solo io trovo assurda questa decisione?
Mi spiego: possibile che qui non si colga l’assurda fiducia nella burocrazia e in particolare nelle ASL? Davvero è saggio delegare a medici che, suppongo, non hanno nessuna preparazione specifica sul Coronavirus decisioni così importanti? E soprattutto quando ancora non si sa se il virus si può trasmettere in assenza di sintomi!
E le ASL hanno realmente i mezzi e il personale per monitorare tutti gli studenti rientrati dalla Cina? Quanti sono? E perché solo gli studenti? Perché non monitorare tutti coloro che sono rientrati dalla Cina, studenti o no?
A me pare un volgare scarica barile di responsabilità, un lavarsene le mani, là dove invece occorrerebbe una decisa presa di posizione politica, ovviamente guidata da esperti di epidemiologia. I casi sono due: o si è sicuri che non c’è nessun rischio di diffusione del contagio oppure il pericolo è concreto e quindi il governo sta giocando col fuoco sulla pelle dei cittadini.
No perché in Italia, dopo anni di terrorismo su malattie come il morbillo, era ovvio che gli italiani di fronte a una minaccia molto più seria e concreta si facessero cogliere dal panico. E allora si è iniziato a minimizzare con le solite frasette vuote (“attenzione ma non allarme”, “inclusione e non esclusione”, etc…). Poi però l’allarme internazionale (tipo in UK: v. Coronavirus: Four more people diagnosed in UK da BBC.com) invece di diminuire sta crescendo e quindi, con colpevole lentezza, anche le autorità italiane stanno facendo marcia indietro...
E poi mi spiegate la quarantena “italiana” dei nostri connazionali rientrati (credo) dalla provincia cinese di Hubei? Perché loro sono finiti in quarantena e altri no? Eppure almeno uno di questi si è poi rivelato infettato dal coronavirus: insomma il rischio c’è ed è reale.
E coloro che sono rientrati dalla Cina partendo da Pechino o Shanghai? Questi sono tutti automaticamente non infetti anche se magari avevano soggiornato nella provincia di Hubei?
Ultima perplessità: ma come era stata organizzata la “quarantena” dei nostri connazionali rientrati dalla Cina? Se lo scopo della quarantena è verificare se qualcuno è effettivamente malato perché farli stare a contatto insieme? Il risultato è che la “quarantena” è dovuta ricominciare da capo una volta trovato il ragazzo infetto!
E se se ne dovesse ammalare un altro che fanno? Ripartono di nuovo da capo? Oppure adesso sono isolati fra loro? Ma in questo caso le modalità della quarantena erano sbagliate prima, no?
Conclusione: Insomma nel complesso vedo un allarmante livello di approssimazione e leggerezza che, spero, non nasconda un’incapacità reale a gestire un’emergenza potenzialmente pericolosissima.
Ma del resto da un governo inadeguato anzi distruttivo (vedi MES) in economia, che dovrebbe essere il pane quotidiano della politica, era lecito aspettarsi una capacità maggiore nella gestione di una situazione rara ed eccezionale? Ovviamente no...
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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