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venerdì 21 febbraio 2020

Tre articoli

In questi giorni mi sono imbattuto in rapida successione in tre articoli vagamente collegati fra loro dal comune argomento: il lavoro.

Il primo: Jobs Act, il Consiglio d’Europa lo boccia. Ora si riparta dall’articolo 18 di Enzo Martino da IlFattoQuotidiano.it
Il Jobs Act di Renzi è ritenuto inaccettabile perfino dall’UE (per la precisione dal “Comitato europeo per i diritti sociali” (*2)). Le tutele “crescenti” in realtà non sono tutele per il lavoratore ma, anzi, lo espongono a possibili abusi del datore di lavoro che lo potrà licenziare, anche senza giusta causa, pagandogli un certo numero di mensilità.
Ovviamente lo si sapeva già: la legge sprizzava ingiustizia da tutti i pori ma i media compiacenti l’avevano descritta come il toccasana per l’economia italiana. Sì, infatti: si è dimostrata utile per favorire la delocalizzazione all’estero.

Il secondo: Brexit, dal 2021 visti solo a chi sa l’inglese e ha un lavoro qualificato da Open.Online
Più o meno il titolo dell’articolo ne riassume il contenuto: che ne pensate? L’UK sprofonderà nell’oceano atlantico? I media già versano lacrime di coccodrillo per i poveri giovani italiani che non potranno andare in UK a fare i lavapiatti per imparare sul luogo la lingua. Invece le lacrime vere sono degli sfruttatori: di coloro che si approfittavano di manodopera a basso costo pagando poco i lavoratori e guadagnando quindi moltissimo sul loro lavoro.
Quando i salari sono troppo bassi infatti significa che un “padrone” si sfrega le mani e si arricchisce alle spalle di chi sfrutta.
Spariranno dei servizi oppure aumenterà il loro costo? No: semplicemente diminuiranno i profitti delle aziende e aumenteranno gli stipendi di chi vi lavora.
Meno disparità sociale equivale a una società più giusta. Ovviamente questi aggiustamenti nel mercato del lavoro prenderanno anni: ricontrollate l’UK fra una decina d’anni e verificate.

Tre articoli: Imprenditori non trovano 32,8% assunti da Ansa.it
Va beh… sorvoliamo sul titolo scritto in un italiano stentato: come più o meno si intuisce gli imprenditori non riescono a trovare il 32,8% del personale che vorrebbero assumere.
Ma allora il lavoro in Italia abbonda! Sono i giovani italiani a essere pigri e svogliati!
Poi si scopre che gli “imprenditori” cercano personale da pagare 3,50€ all’ora, magari chiedendo di fare un certo numero di straordinari la settimana, compresi sabato e domenica, e con tutta una serie di altri obblighi e limitazioni.
E qui si capisce uno dei perché i parapoteri economici vogliono importare manodopera a basso costo: non è per il bene degli immigrati ma per i loro interessi economici, semplicemente vorrebbero personale da pagare poco o niente. Diseguaglianza, tensioni sociali, ingiustizie: non gliene importa niente anzi è razzista chi se ne preoccupa.
E i giovani italiani che emigrano all’estero: sono benvoluti se preparati. Contribuiscono ad abbassare il costo del lavoro nei paesi dove emigrano e portano ricchezza sotto forma di istruzione.

Avrei voluto tracciare un filo rosso per unire insieme questi tre articoli: in realtà il collegamento c’è ed è evidente. Solo eliminando le tutele dei lavoratori è possibile sfruttarli, aumentando la quantità di manodopera si abbassa il costo del lavoro: in UK stanno semplicemente bloccando questa tendenza promossa dai parapoteri economici.

Conclusione: i media italiani nella loro piaggeria e sudditanza al potere sono diventati facilissimi da interpretare: parlano bene di un provvedimento politico (*1)? Allora favorisce i forti e sfavorisce i deboli. Ne parlano male? Allora favorisce i deboli e penalizza i forti.

Nota (*1): o di una movimento/forza politica: vedi Sardine e Gretini…
Nota (*2): e questo significa che non cambierà NULLA. Le valutazioni del “Comitato europeo per i diritti sociali” hanno un valore solo politico. Dovrebbe essere il governo italiano a “correggere” il Jobs Act ma, ovviamente, il PD al governo si guarderà bene dal farlo… E il M5S? Fa da stampella e non conta niente...

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