Ormai qualche anno fa un amico mi coinvolse in una discussione incentrata sull’IA applicata alle autovetture e, dimostrata la loro superiorità rispetto alle capacità di guida umana, il loro potenziale futuro obbligo.
Le obiezioni, se ben ricordo (non erano mie ma di suoi conoscenti), erano: 1. “Ma io guido meglio!” (che ovviamente contraddice l’ipotesi della “dimostrata superiorità di guida” e quindi priva di senso in questo contesto); 2. “Non vorrei che l’IA alla guida, per salvare più vite, sacrificasse la mia!”
Trovai questo secondo punto, con grande irritazione del mio amico, piuttosto valido: avevo da poco seguito il corso di morale della giustizia e, quindi, diffidavo automaticamente di un meccanismo di scelta basato sul semplice computo numerico delle vite (morale utilitaristica stile Bentham).
Comunque nel complesso la problematica non mi coinvolgeva troppo: la mia opinione era infatti che par altri 20-25 anni la tecnologia non sarebbe stata ancora pienamente matura. È vero che già le statistiche attuali indicano che le IA guidino già meglio degli uomini (della media suppongo) ma di sicuro non siamo a quel livello di superiorità assoluta dell’ipotesi. E, siccome non ritengo che ciò che va oltre i 20-25 mi tocchi direttamente, il problema non mi coinvolgeva molto se non su un piano teorico/filosofico/morale.
Semmai la mia obiezione sarebbe stata una terza ma onestamente non ricordo se ne discutemmo o ci arenammo prima al secondo punto sullodato. In pratica sono contrario alla stragrande maggioranza degli obblighi per il singolo individuo: gli obblighi limitano l’autonomia della persona e, di conseguenza, indeboliscono la democratastenia con vantaggio dei parapoteri.
Mi si potrebbe obiettare che questo nuovo obbligo (IA con totale controllo del veicolo) salverebbe delle vite: possibilissimo. Ma se la giustificazione è quella di salvare vite allora si dovrebbe a maggior ragione vietare totalmente la vendita di sigarette o degli alcoolici.
Il fatto è che la vita per avere valore deve lasciare un margine di libertà anche se questo, potenzialmente, potrebbe essere usato male e nuocere alla società. E qui si aprirebbe una lunga, magari anche interessante, questione filosofica/morale: ma non è questo l’argomento del pezzo!
Piuttosto in questi anni ho continuato a rimuginare sul fatto che un’IA attuale possa guidare meglio di me. Per la cronaca io odio guidare e quando lo faccio sono particolarmente concentrato: inoltre sono di natura molto prudente: per esempio, al mattino o se non mi sento particolarmente in forma, guido automaticamente molto più lentamente del solito.
Infine, da buon KGB, non mi fido degli altri e questo anche quando (io ed essi!) sono al volante: una delle massime di mio padre è “quando si è alla guida si deve pensare anche per gli altri”, teoria che sottoscrivo totalmente e che applico puntualmente.
Questo significa, per esempio, che quando sono a uno stop e devo svoltare a sinistra non mi fido di un auto che, arrivando da sinistra, ha le frecce per girare a destra: per me la freccia è solo un’indicazione che “forse” tale auto potrebbe svoltare a destra, ma poi considero anche la velocità con cui arriva e dove sta guardando il guidatore. Credo che questa mia prudenza mi abbia evitato almeno un paio di possibili/probabili incidenti di cui uno lo ricordo vivamente (*1).
Il risultato è che nei miei trent’anni di guida non ho mai provocato un incidente e ne ho evitati alcuni in cui ho “pensato” per gli altri…
Tutto questo però non dice niente sul fatto che le IA attuali guidino meglio o peggio di me: magari anche loro, al mio posto e nelle stesse situazioni, avrebbero evitato gli incidenti. Impossibile dirlo o smentirlo…
Eppure da qualche settimana mi è tornato in mente un episodio in cui sono pressoché sicuro un’IA attuale avrebbe guidato peggio di me.
Stavo percorrendo una strada che, all’epoca, facevo almeno un paio di volte alla settimana, forse più: quindi la conoscevo molto bene. Un punto che ritenevo pericoloso è quello indicato dal diagramma qui sotto (ricalcato da Google Maps e quindi assolutamente attendibile in quanto a proporzioni).
Io percorrevo il tragitto indicato dalla linea verde e all’incrocio, quello con la strada che si immetteva da destra, avevo la precedenza: chi veniva seguendo la linea rossa trovava uno stop (la linea blu) ad attenderlo.
Suppongo che la maggior parte delle persone, sapendo di avere la precedenza, avrebbero semplicemente percorso la strada a 40-50 Km/h senza preoccuparsi dell’incrocio, ma io ne diffidavo perché (vedi foto seguente, grazie a Google Street!) è piuttosto cieco (*0).
Inoltre chi proviene dalla strada indicata dalla linea rossa deve affrontare una salita ripidissima e, quindi, se non rallenta una volta giunto alla fine di essa, arriva allo stop a velocità sostenuta. Vedi la seguente foto (rigrazie a Google Street!) con l’inizio della strada in salita…
Insomma, probabilmente arrivato a quell’incrocio rallentavo sempre sui 30 Km/h e stavo con gli occhi ben aperti, ma quel giorno feci diversamente.
Non so perché ma ebbi la netta sensazione di pericolo e quindi rallentai più del solito, immagino sui 20Km/h, forse anche meno: quasi mi fermavo…
Ma feci bene: a ridosso dell’incrocio riuscii a inchiodare e una Porsche mi passò a tutta velocità a pochi centimetri dal “muso” della mia macchina: evidentemente il giovane alla guida non sapeva che c’era uno stop, non l’aveva visto, ed era passato a tutta velocità (almeno 50 o 60 Km/h) forse per impressionare con l’accelerazione dell’auto la ragazza che sedeva sul sedile del passeggero (sì me lo ricordo bene: anzi ricordo anche che ridevano (*2)).
Non c’è verso che un’IA attuale avrebbe potuto evitare l’incidente: sarebbe stata colpita sulla fiancata destra senza poterci fare niente.
Mentre scrivevo mi è venuta in mente una possibile spiegazione alla mia “intuizione”: è forse possibile che, a livello subliminale (perché non ne ho un ricordo cosciente) riuscii a sentire in distanza il rombo del motore della macchina che arrivava a gran velocità e questo, essendo già all’erta di mio, mi abbia indotto a rallentare più del solito.
Siccome dubito che un’IA attuale possa avere questo genere di intuizione (o di sensori sonori direzionali) penso di poter dire che, in questo caso, io sono stato in grado di evitare un incidente là dove essa avrebbe fallito.
Conclusione: beh, niente di che: come detto la problematica non mi tange molto ma, comunque, sono soddisfatto dalla mia abilità (soprattutto prudenza!) di guidatore...
Nota (*0): il cartello di strada chiusa è leggermente fuorviante: semplicemente per una decina di metri si può percorrere la strada in entrambi i sensi fino al parcheggio di una chiesa ma da lì un poi è a senso unico (con le macchine che possono solo salire).
Nota (*1): ricordo che il guidatore dietro di me addirittura mi suonò impaziente per sollecitarmi a passare ma io rimasi fermo e la macchina mi passò davanti a discreta velocità: magari avrebbe fatto in tempo a frenare o, forse, sarei riuscito a passarle davanti ma comunque sarebbe stato un incidente sfiorato per un soffio…
Nota (*2): all’epoca ebbi la netta sensazione di non aver rischiato la vita ma quasi: la mia macchina sarebbe stata colpita sulla fiancata destra MOLTO violentemente. Per questo probabilmente ricordo ancora così vividamente alcuni dettagli.
L'esempio di Benjamin Franklin
8 ore fa
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