A volte succede così: nemmeno me ne accorgo e la nuova versione dell’Epitome è pronta!
Sì: come al solito mi sono rimaste un pugno di annotazioni su cose da fare (2 modifiche al grafico dei fattori endogeni e 1 nota relativa), su altre ero incerto se aggiungerle o no (1 nuovo fattore endogeno, 1 fenomeno psicologico) e poi è rimasta fuori un’idea avuta in fase di chiusura della nuova versione. In più avevo un paio di idee di ulteriori limiti umani che ho invece deciso di “mettere da parte” e di inserire se e quando funzionali a qualche teoria dell’Epitome…
Insomma mi sono rimaste “fuori” pochissime idee, in particolare che comportavano la modifica a un qualche grafico: la ragione è la mia pigrizia! Avevo già modificato il grafico e, in automatico, avevo compiuto l’operazione che più odio: ovvero l’avevo trasformato in immagine e aggiunto all’Epitome. Ovviamente avrei dovuto fare quest’ultimo passaggio dopo averci fatto tutte le modifiche ma, come detto, me ne sono scordato e poi non ho avuto la pazienza di ripetere tutta la procedura un’altra volta.
Lo so, è una sciocchezza: alla fine tutta l’operazione mi prenderà al massimo un paio di minuti ma sono fatto così…
Vabbè ho divagato inutilmente: veniamo invece alle novità…
La modifica maggiore è una nuova appendice molto corposa e divisa a sua volta in sottocapitoli: si tratta in pratica di alcune osservazioni sul marxismo e come si possono inquadrarne alcune caratteristiche alla luce della mia teoria.
Serendipità del momento: mentre scrivevo i paragrafi qui sopra sono andato in bagno portandomi Le radici psicologiche della diseguaglianza di Chiara Volpato, (E.) Laterza, 2019.
Ne ho letto appena una paginetta fra cui questo passaggio: «Dopo la caduta dei regimi comunisti alla fine del secolo scorso, l’ideologia meritocratica ha acquisito piena egemonia nelle società occidentali, nelle quali il neoliberismo è penetrato cosi profondamente da indurre...» e prosegue elencando un lungo elenco di danni.
Nel nuovo capitolo [E] D.5 (ovvero nel quinto sottocapitolo dell’appendice D) scrivo:
«Il crollo dell’URSS ha poi trascinato con sé anche l’ideologia comunista e, per una sorta di paralogismo, ha portato all’esaltazione del liberismo come unica para-ideologia possibile.» (*1)
Credo sia inutile evidenziare le similitudine, no?
Aggiungo solo un’altra curiosità: può forse stupire che definisca il liberismo come una para-ideologia: ebbene sempre pochi minuti fa ho trovato il neoliberismo descritto come “ideologia della non-ideologia” che, mi pare, sia pienamente compatibile con la mia stessa intuizione…
Vabbè ho divagato di nuovo: sarà la giornata…
Comunque ho aggiunto questo nuovo materiale in un’appendice perché non avrei saputo trovargli una collocazione adeguata nelle parti precedenti dell’opera.
Idealmente dovrei fare qualcosa di analogo con il liberismo: leggere qualcosa che me ne dia una minima comprensione teorica e illustrarne poi limiti e difetti alla luce della mia teoria.
Potrei fondere insieme queste appendici in un unico capitolo che potrei anteporre al 15° (quello dove espongo un’alternativa alla democrazia attuale) per giustificare ulteriormente la necessità di passare a una nuova forma di rappresentanza della società.
Delle idee contro il liberismo le avevo già e la Volpato sta battendo molto il chiodo della “meritocrazia” (parola piuttosto recente, XIX secolo, che curiosamente aveva in origine un significato completamente negativo!) che è legato a braccetto col liberismo (ne è uno dei protomiti che lo legittimano: ciascuno ha ciò che merita e merita ciò che ha…).
Ridivagato. Vabbè…
Ho poi aggiunto quattro nuovi sottocapitoli: due “psicologici” (che non hanno però niente a che vedere con quanto sto leggendo adesso: in genere occorre qualche mese prima che assorbisca e rielabori quanto letto. Quindi si dovrà aspettare almeno una versione o due dell’Epitome per vedere gli effetti di tale lettura sulle mie teorie…), una nuova legge del potere (un corollario minore ma che mi sembrava utile evidenziare) e infine un sottocapitolo sui poteri medi visti come ago della bilancia della società.
In ultimo, come ho accennato in un corto ieri, ho ricontrollato l’intero 17° capitolo che non avevo neppure riletto prima di pubblicarlo nella precedente versione 1.4.0 (non era così pieno di errori come temevo ma comunque l’ho reso molto più scorrevole e ho eliminato vari refusi); idem per l’appendice C (anch’essa aggiunta nella 1.4.0); già che c’ero ho ricontrollato anche tutta la parte nuova che, quindi, dovrebbe essere più leggibile delle mie tipiche prime stesure…
Il nome in codice della versione 1.5.0 è “Coronavirus” battezzata così con l’intento benaugurante che si diffonda come un virus: lo so, abbastanza improbabile!
Che altro?
Ah! i prossimi sviluppi…
Al momento non ho piani particolari: come detto mi è rimasto fuori un pugno di idee da inserire qua e là. Probabilmente quindi la prossima versione sarà un aggiornamento minore: inserimento delle sopraddette idee e revisione di un buon sottoinsieme di capitoli. Insomma una versione 1.5.1…
L’idea sull’appendice/capitolo sul liberismo non è male ed è qualcosa che, oltretutto, sarebbe funzionale a quel cambiamento di prospettiva dell’Epitome nel lungo termine di cui fantasticavo mesi fa…
Però prima mi dovrei documentare per bene: dovrei cercarmi un libro adatto e leggermelo. L’argomento mi ispira però il giusto quindi, insomma, non credo di farne niente in tempi brevi. Né mi va di comprare qualcosa di specifico: magari potrei fare un salto alla biblioteca del mio comune anche se non è che abbiano molto materiale, ma forse posso sempre sperare in un colpo di fortuna!
Conclusione: è da mesi (anni?) che pensavo di sostituire il collegamento diretto a Dropbox per scaricare l’Epitome con una “scorciatoia” di Google Shortner: questo mi permetterebbe di verificare il numero di scaricamenti eseguiti. Ma anche stavolta non l’ho fatto: non voglio rischiare di deprimermi!
Nota (*1): Tratto da Le radici psicologiche della diseguaglianza di Chiara Volpato, (E.) Laterza, 2019, pag. 43.
L'esempio di Benjamin Franklin
8 ore fa
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