Qualche giorno fa ho avuto un’intuizione piuttosto interessante: non ho idea se sia corretta o meno perché non ho i mezzi (informazioni) necessari per confermarla o smentirla ma, sicuramente, ha tutti i crismi della verosimiglianza. Per questo rimarrò vigile e attento nella speranza di imbattermi, presto o tardi, in qualche dato concreto…
Prima però voglio raccontare un mio vecchio aneddoto seguito da un’osservazione molto più recente. Ma partiamo dall’aneddoto.
All’epoca avevo circa 6 anni, massimo 7, ed era da poco arrivato in Italia l’Atari 2600. Io ne ero un’entusiasta e compravo fin dalla prima uscita la rivista “Videogiochi” dove venivano descritti i nuovi titoli in uscita. Era una rivista molto bella con la copertina colorata e lucida e ogni gioco che vi veniva recensito mi sembrava bellissimo…
Un giorno feci vedere queste mie riviste, che mi sembravano dei tesori, a mia zia che, per nulla impressionata, mi chiese “Ma come fai a sapere che queste recensioni sono affidabili e non pagate da chi produce i giochi?”. All’epoca rimasi per qualche secondo interdetto ma poi le replicai: “No! No! Le recensioni sono affidabili perché se non lo fossero nessuno comprerebbe più la rivista!”.
Inutile dire che mia zia aveva ragione: le recensioni di “Videogiochi” trasformavano qualsiasi porcheria in un capolavoro! All’epoca ero semplicemente troppo suggestionabile per rendermene conto…
Più recentemente, nel 2018, Dazn ha comprato parte dei diritti televisivi del campionato di calcio di Serie A col risultato di far inca###re molti appassionati che si sono ritrovati, per continuare a vedere tutte le partite, a dover fare un doppio abbonamento.
Ancora nelle prime settimane del campionato scorso un ascoltatore chiese l’opinione dell’ospite di Radiosportiva (il Cecchi) sull’argomento: questi rispose di essere molto contrariato e che, probabilmente, non avrebbe fatto l’abbonamento a Dazn.
Io, che seguivo per radio, ebbi la netta sensazione che alla franca risposta del Cecchi fosse calato per un attimo il gelo nello studio. L’argomento fu presto cambiato e da allora, in oltre un anno e mezzo, non mi è più capitato di ascoltare una sola voce contraria a questo aumento (almeno per chi voglia seguire tutte le partite) indiretto dei costi per i telespettatori.
Ed eccomi finalmente giunto al nocciolo di questo pezzo: su Sky abbonda la cosiddetta “Pubblicità Progresso”.
E che significa?
Per scoprirlo basta congiungere i puntini precedenti… e aggiungere qualche particolare taciuto!
La radio passava anche la pubblicità di Dazn. Ecco quindi la logica: non si parla male dei clienti che ci pagano. Di conseguenza nessuna critica a Dazn.
Per la pubblicità progresso è la stessa cosa: il governo paga la pubblicità quindi non si parla male del governo. È una maniera per barattare denaro per consenso.
Il vero messaggio delle pubblicità progresso non è la banalità o il luogo comune del suo contenuto (*1) quanto piuttosto le critiche che vengono taciute o, al contrario, le lodi insincere.
Ovviamente questa mia intuizione è solo un’ipotesi: poi magari scoprirò che Sky (ma lo stesso vale per tutte le televisioni, radio, quotidiani e riviste) offre gratuitamente questi spazi pubblicitari.
E il mio vecchio aneddoto cosa c’entra?
Beh, non moltissimo in effetti, se non che, adesso mi è ovvio, i giornali o meglio i media in genere, trattano l’informazione come una merce: la verità è secondaria. Essi vendono quello che vogliono i loro clienti. Mi occorsero anni (una quindicina direi) per impararlo ma adesso mi è ovvio e non mi faccio imbrogliare così facilmente: valuto sempre quale siano gli interessi di chi fornisce un giudizio...
Conclusione: vedremo: starò con occhi e orecchi aperti sull’argomento... resta il fatto che non è solo la pubblicità a essere a pagamento ma anche la "verità".
Nota (*1): tipo quella che i bambini, nella loro innocenza, sono spesso più saggi degli adulti...
alla prima stazione
1 ora fa
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