Stanotte ho sognato la vita del più grande cuoco coreano!
Prima di spiegare alcune utili premesse voglio però mettere nero su bianco ciò che mi ricordo del sogno: le premesse verranno dopo…
Nel sogno non ho sognato la vita stessa del grande Sanpei ma il suo racconto accompagnato da alcune immagini: come fosse un documentario!
«Il giovanissimo Sanpei si era da qualche anno allontanato da casa per conoscere la Corea, bere e divertirsi, quando viene a sapere che il padre è morto. Così torna rapidamente nel suo paese natale per le esequie.
Con grande commozione scopre che il padre, nonostante si fossero separati con un litigio, lo avevo perdonato e, comprendendo la sua sete di conoscenza e avventura, aveva posto sul fianco di una montagna sacra una lapide votiva dove chiedeva agli Dei fama, grandezza e successo per il suo unico figlio maschio. Sanpei ovviamente visita la lapide e lì, per onorare il padre, fa a sua volta voto di divenire il più grande cuoco coreano. Poco dopo scopre che il padre aveva trasportato la lapide di pietra, la calce per murarla e lo scalpello per inciderla in più viaggi e tutti compiuti in ginocchio.
Allora Sanpei, per non essere da meno del padre, fa a sua volta un ulteriore giuramento: avrebbe cucinato ogni giorno per cento anni sempre la stessa colazione, una prelibatezza: salmone con gli occhi fusi.
Poi il sogno mi mostra l’inizio della carriera di Sanpei: egli ha un semplice banchetto sul quale cuoce e vende le sue pietanze. Il problema è che la sua colazione è molto costosa e prepararla ogni giorno gli porta via gran parte del profitto che guadagna nel resto della giornata. Sanpei infatti non è interessato ad arricchirsi ma è concentrato sul suo scopo di divenire il più grande cuoco coreano: i suoi prezzi sono popolari e, come detto, lo ripagano appena delle spese. In compenso egli esperimenta sempre nuovi piatti e vende solo quello che gli pare. Localmente è già conosciuto e apprezzato ma al di fuori del suo paese non lo conosce nessuno.
In particolare Sanpei prepara anche le bevande che poi vende: acqua aromatizzata con erbe rare che lui stesso raccoglie sulla montagna sacra. Inoltre, stufo evidentemente delle continue richieste, ha esposto sul suo banchetto un cartello molto grande con scritto che non vende “Coca Cola”!
Un giorno visita la regione proprio un alto dirigente della Coca Cola che vuole aprire un nuovo stabilimento di produzione. Gli amministratori locali ne approfittano anche per fargli fare un breve giro turistico e, ovviamente, lo portano anche a visitare la montagna sacra: con grande imbarazzo per le autorità locali, salendo lungo la strada che porta al monte, passano davanti a uno spiazzo dove si trova il banchetto di Sanpei; il giovane cuoco non c’è perché è andato a raccogliere erbe ma il cartello contro la Coca Cola sul suo banchetto è ben visibile!
Il dirigente però non si offende e, anzi, ne è molto incuriosito così…»
E qui mi sono svegliato! Ho subito pensato che si trattasse di un sogno interessantissimo e ho iniziato a ripetermi i vari particolari per non dimenticarli: visto che ormai ero completamente sveglio mi sono alzato e li ho scritti…
Ed ecco, in ordine sparso, le premesse che non ho voluto scrivere prima per timore di dimenticarmi qualcosa:
- un mio amico mi aveva accusato di romanzare un po’ i miei sogni: non me ne faceva una colpa, spiegandomi che l’avevano fatto anche grandi autori, ma comunque me lo faceva notare…
In verità, gli avevo spiegato, io mi limitavo invece ad aggiungere ai miei sogni il minimo indispensabile, magari elaborando e razionalizzando ciò che in essi erano solo vaghe intuizioni (comunque presenti). Ecco, in questo sogno ho invece voluto aggiungere dei particolari “miei”: per semplicità ricopierò qui di seguito l’intero sogno colorando le varie parole in maniera diversa: le parti sognate esplicitamente le lascerò in grigio, quelle solo intuite in verde e quelle aggiunte di sana pianta in blu. Mi dispiace per i vostri occhi ma non ho voglia di riscrivere tutto in maniera diversa…
- Attualmente sto guardando (in lingua originale) su Netflix una serie di cartoni animati giapponesi (magari ne scriverò a parte) e ovviamente mi diverto a notare dei particolari che danno indicazioni sulla società attuale; una serie coreana ambientata nel passato (bo, direi inizio XVIII secolo: accennano a una precedente invasione giapponese…); infine da qualche giorno sto giocando a un gioco (“Sahadow Tactics: Blades of the Shogun”) ambientato nel Giappone feudale; ah! Sempre in questi giorni sto mangiando delle minestre di spaghetti coreane già pronte che mi ha portato un amico dalla Corea del Sud: ovviamente mi diverto a sperimentare aggiungendovi ingredienti diversi (oltre a quanto fornito nella confezione: del resto delle indicazioni sulla preparazione si capisce solo 3 (si suppone "minuti" di cottura) e 550 (si suppone ml di acqua ma io ne aggiungo 600...), visto che le scritte sono in coreano!). Questo per spiegare forse l’origine dell’influsso orientale sul mio sogno: l’amore e il rispetto filiale verso il padre e l’importanza del voto/parola data/onore...
- Il nome del cuoco potrebbe essere Senpei, Sampei o Sanpei: ricordava quello del ragazzino pescatore giapponese (che da piccolo odiavo!) ma potrebbe anche essere lievemente diverso: nel sogno l'ho sentito una volta sola!
Di seguito la versione del sogno “colorata”:
«Il giovanissimo Sanpei si era da qualche anno allontanato da casa per conoscere la Corea, bere e divertirsi, quando viene a sapere che il padre è morto. Così torna rapidamente nel sup paese natale per le esequie.
Con grande commozione scopre che il padre, nonostante si fossero separati con un litigio, lo avevo perdonato e, comprendendo la sua sete di conoscenza e avventura, aveva posto sul fianco di una montagna sacra una lapide votiva dove chiedeva agli Dei fama, grandezza e successo per il suo unico figlio maschio. Sanpei ovviamente visita la lapide e lì, per onorare il padre, fa a sua volta voto di divenire il più grande cuoco coreano. Poco dopo scopre che il padre aveva trasportato la lapide di pietra, la calce per murarla e lo scalpello per inciderla in più viaggi e tutti compiuti in ginocchio.
Allora Sanpei, per non essere da meno del padre, fa a sua volta un ulteriore giuramento: avrebbe cucinato ogni giorno per cento anni sempre la stessa colazione, una prelibatezza: salmone con gli occhi fusi.
Poi il sogno mi mostra l’inizio della carriera di Sanpei: egli ha un semplice banchetto sul quale cuoce e vende le sue pietanze. Il problema è che la sua colazione è molto costosa e prepararla ogni giorno gli porta via gran parte del profitto che guadagna nel resto della giornata. Sanpei infatti non è interessato ad arricchirsi ma è concentrato sul suo scopo di divenire il più grande cuoco coreano: i suoi prezzi sono popolari e, come detto, lo ripagano appena delle spese. In compenso egli esperimenta sempre nuovi piatti e vende solo quello che gli pare. Localmente è già conosciuto e apprezzato ma al di fuori del suo paese non lo conosce nessuno.
In particolare Sanpei prepara anche le bevande che poi vende: acqua aromatizzata con erbe rare che lui stesso raccoglie sulla montagna sacra. Inoltre, stufo evidentemente delle continue richieste, ha esposto sul suo banchetto un cartello molto grande con scritto che non vende “Coca Cola”!
Un giorno visita la regione proprio un alto dirigente della Coca Cola che vuole aprire un nuovo stabilimento di produzione. Gli amministratori locali ne approfittano anche per fargli fare un breve giro turistico e, ovviamente, lo portano anche a visitare la montagna sacra: con grande imbarazzo per le autorità locali, salendo lungo la strada che porta al monte, passano davanti a uno spiazzo dove si trova il banchetto di Sanpei; il giovane cuoco non c’è perché è andato a raccogliere erbe ma il cartello contro la Coca Cola sul suo banchetto è ben visibile!
Il dirigente però non si offende e, anzi, ne è molto incuriosito così…»
Come si vede la maggior parte delle mie aggiunte sono in verde, ovvero esplicito delle sensazione che nel sogno sono solo intuite. I particolari in blu (e talvolta il confine fra blu e verde non è netto) sono relativamente pochi: soprattutto ho voluto cercare di spiegare, sul finale del sogno, perché Sanpei non fosse presente al suo banchetto e cosa ci facesse l’alto dirigente della Coca Cola da quelle parti...
Conclusione: certo è incredibile pensare quale incredibile miniera di idee perdiamo al mattino quando ci svegliamo...
L'esempio di Benjamin Franklin
7 ore fa
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