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mercoledì 14 novembre 2018

Il cappio della UE

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.1.0 "Alice").

Da qualche tempo sto seguendo meno la politica: il problema è che non ho una fonte di notizie attendibile e, quindi, per capire cosa stia veramente accadendo dovrei impegnarmi molto leggendo da più parti. Ma, come detto, non ne ho voglia.

Nonostante questo alcune tendenze mi pare stiano emergendo.
La questione economica, che io ho sempre considerato prioritaria, è stata per mesi nascosta dalla muleta dell'immigrazione: sia maggioranza che opposizione hanno fatto il loro teatrino politico quasi esclusivamente su tale tema. I media gli sono andati dietro pedissequamente.

Riguardo la manovra, lo scorso 14 agosto, scrissi Previsione per l'autunno: adesso siamo ormai vicini all'inverno e i tempi sono maturi.
Nel mio dubbio sulla natura dei populismi di Lega e M5S-Di Maio, in tale pezzo scrivevo che la manovra economica sarebbe stata un passaggio decisivo dove molti nodi sarebbero venuti al pettine: infatti un populismo apparente ([E] 12.4) avrebbe obbedito agli ordini (contro gli italiani) di Bruxelles mentre un populismo reale ([E] 12.4) si sarebbe opposto.
Da queste ipotesi avevo concluso che, alla fine, la maggioranza si sarebbe piegata alle ingerenze estere e la Lega (nell'ipotesi/speranza che questa fosse un populismo reale), non potendo far cadere il governo, avrebbe scaricato la responsabilità di quanto non fatto, su Tria, l'uomo voluto dal Quirinale al posto di Savona.

In realtà il governo ha poi scelto una strada diversa: ha fatto una manovra simbolicamente di rottura col passato che però, alla fine della fiera, sforava di appena lo 0,1% (se ben ricordo! Come detto non sto seguendo attentamente e quindi, almeno nella forma, potrei ricordare male...) la cifra prevista dal precedente governo.
Probabilmente l'idea era che Bruxelles concedesse questa piccolissima vittoria politica al governo che avrebbe quindi potuto vantarsi con gli italiani di un'inversione di tendenza senza in realtà averla cambiata. La manovra era cioè una novità formale ma non sostanziale.
Invece la UE si sta dimostrando oltremodo rigida e, credo su indicazione di Macron, si è arrivati a uno scontro politico distruttivo per tutti: sia per l'Italia che per la EU.
Sfortunatamente l'Italia è molto più debole che nel 2011 quando Monti prese a demolirla fingendo di “salvarla” (imitato poi dai vari governi PD che, con solerzia più o meno maggiore, ne hanno proseguito l'opera). Ricordo che all'epoca lo scrissi più e più volte: prima o poi i nodi verranno al pettine e saremo molto più deboli e meno in grado di affrontarli.
Ebbene quel momento, temo, si stia avvicinando.

Temo anche che il governo non riuscirà a rimanere compatto in caso di forte crisi. Invece sarebbe meglio pure una cattiva guida di nessuna guida politica: come insegnano gli scacchi è meglio avere un cattivo piano che nessun piano. E senza un governo forte e sicuro di come procedere si avrebbe l'equivalente del non piano.

Speriamo solo che in questa lotta politica che, è bene ripeterlo, è stata scatenata sconsideratamente dalla EU (v. anche il corto Detto e ridetto), chi ci rimetta non siano come al solito gli italiani: è vero che, per anni, si sono fatti infinocchiare dal PD che ci ha portato a questa situazione ed è vero che hanno creduto alle bugie dei media anche quando erano palesemente infondate ma, comunque, non se lo meritano. Sono già stati abbondantemente spremuti e impoveriti sull'altare dell'Europa delle banche.

Conclusione: pessimismo moscio.

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