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domenica 25 novembre 2018

Parità salariale e altro

Da qualche mese gira spesso in tivvù una pubblicità che promuove la “parità salariale fra uomo e donna nelle aziende private”. Ogni volta che la sento rimango perplesso per due ragioni.

La prima è di fondo. Sono dell’idea che una campagna a favore del giusto riconoscimento del merito sarebbe più giusta: infatti, partendo dall’ipotesi che le donne “meritino” quanto gli uomini, esse automaticamente otterrebbero la parità salariale. In più si “punirebbero” i fannulloni e si incentiverebbero le persone, uomini e donne, più capaci a fare di più e a fare meglio.
Insomma la campagna per la parità salariale fra uomo e donna la vedo solo come un caso particolare di una problematica più ampia tutta italiana: la mancanza di meritocrazia.

La seconda perplessità è specifica alla stessa pubblicità: che cavolo c’entra la paghetta della bambina con quella del compagno di banco?! La paghetta dipende dal censo dei genitori (e magari dall’educazione “economica” che vogliono dare ai figli) mica dal sesso del bambino!
Possibile che gli autori di questa pubblicità non si siano resi conto che in questa maniera tutto il loro messaggio viene svilito se non, addirittura, ridicolizzato?

Siccome il pezzo mi è venuto troppo corto (ma troppo lungo per essere un corto!) aggiungo qualche altra considerazione in ordine sparso…

Ho finito “Cinque settimane in pallone” di Jules Verne: terribilmente noioso!! Solo sul finale migliora un po’ creando tensione/curiosità col pallone che si sgonfia lentamente senza sapere fin dove riuscirà a portare i suoi passeggeri…
Comunque cento volte meglio il nostrano Salgari!

Arranco invece con Al di là del bene e del male che, come già scritto, trovo deludente. Per certi versi mi pare quasi una burla al lettore medio preso, sottilmente, sempre in giro. Nietzsche accenna a varie idee ma non le approfondisce (suppongo le abbia già trattate in altre opere) e qui le mescola insieme a intuizioni (non sempre corrette) e speranze…
Poi, è chiaro, un paio delle sue pagine fanno più riflettere di interi libri d’intrattenimento, però…

Riguardo la RAM del mio calcolatore per adesso ho risolto usando il vocabolario ridotto, che occupa un decimo dello spazio, e correggendo opportunamente il codice fornito.
Come ho scritto non conosco il linguaggio Python ma mi sembra incredibilmente espressivo: anche un po’ troppo per i miei gusti!
Infatti cercando di capire i dettagli del codice spesso mi imbatto in costruzioni criptiche che faccio fatica a comprendere anche aiutandomi con vari manuali di riferimento e minicorsi in linea.
È che l’autore non si limita a sfruttare una singola caratteristica del linguaggio ma (giustamente!) ne usa molte combinandole tutte insieme. Incredibile poi la quantità e potenza (e facilità d’uso sapendole usare!) delle librerie gratuite disponibili che permettono, ad esempio, con letteralmente due/tre righe (complicate!) di codice di produrre dei grafici come la mappa della terra con le varie nazioni colorate diversamente in base a specifici parametri...
Piano piano sto capendo ma mi occorre più tempo del previsto!

Conclusione: oggi sono super sintetico! Va bene, ne approfitto allora per chiudere prima questo pezzo...

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