Riflettevo su quanto ho scritto nel corto Al volo! dove riportavo un articolo che citava le parole di Monti: il senatore a vita (grazie Napolitano) si auspicava meno democrazia nell’informazione.
Per la precisione Monti ha detto: «Di colpo abbiamo visto che il modo in cui è organizzato il mondo è disunito. Abbiamo iniziato a usare il termine guerra ma non abbiamo usato una politica di comunicazione adatta alla guerra».
E poi chiarisce «Bisognerà trovare un sistema che concili la libertà di espressione ma che dosi dall’alto l’informazione. Parlando continuamente di Covid si fanno solo disastri. Comunicazione di guerra significa che ci deve essere un dosaggio dell’informazione. Bisogna trovare delle modalità meno democratiche».
Stupisce la schiettezza della dichiarazione: queste cose si pensano (e si fanno) ma non si raccontano in pubblico. Eppure Monti non è nuovo ad affermazioni altrettanto franche: ora non ho voglia di mettermi a cercarlo ma già diversi anni fa (a occhio intorno al 2014 ma non ci giurerei) pubblicai qui sul ghiribizzo un breve video in cui Monti veniva intervistato da una televisione estera e, alla domanda diretta dell’intervistatrice, rispondeva candidamente che quando era alla guida del governo era conscio che le sue decisioni avrebbero reso gli italiani più poveri. Roba di questo genere: come ho detto si tratta di un video piuttosto vecchio e non ricordo più le parole esatte. Via: provo a fare una ricerca col marcatore “Monti”: se lo trovo bene altrimenti pazienza… niente… probabilmente è un “Corto” e quindi potrebbe avere il marcatore “Video”, "Intervista" o addirittura “Economia”…
Comunque, tornando a noi, mi chiedevo come mai Monti non si faccia problemi a essere così spudoratamente onesto nelle sue apparizioni pubbliche.
Io credo che il motivo sia la sua consapevolezza dell’impotenza della popolazione italiana: cosa possono fare coloro che vorrebbero maggiore libertà, nel senso di non divulgare solo la narrativa dominante ma anche voci alternative, nei media?
Niente: niente di niente. Del resto non abbiamo neppure un partito di opposizione al governo Draghi.
L’atteggiamento di Monti non è arroganza come potrebbe sembrare a prima vista ma invece è frutto della fredda considerazione che le sue parole contribuiscono a rendere non dico accettabile ma ipotizzabile una proposta indecente e grottesca e che comunque, chi è contrario e scandalizzato non può farci assolutamente niente.
Settimane fa, dopo l’ennesima frustrante discussione con amici, mi era venuta un’idea. La discussione verteva sulla gestione della pandemia: io portavo ricerche e dati, loro erano fermi su “la tivvù ha detto” o poco più. E poi le ricerche che presentavo, nonostante fossero state pubblicate su riviste mediche e verificate dai pari, per qualche motivo non chiaro non andavano bene. Alla fine la ragione del loro pensiero illogico, ovvero del rifiuto della metodologia scientifica basata sulle ricerche, era che se queste fossero state valide allora i governi ne avrebbero preso atto: insomma il loro ragionamento era solo basato su un atto di fiducia nelle nostre istituzioni: governo e media. Non saprei se mettermi a ridere o a piangere.
Allora mi venne in mente di scrivere un pezzo in cui avrei spiegato che anche se il CEO di una multinazionale farmaceutica, magari dopo aver scoperto di avere un tumore incurabile e per questo si volesse sgravare la coscienza, dichiarasse di avere prove certe che il proprio vaccino sia gravemente dannoso alla salute, questi miei amici (e molte altre persone come loro) non ci crederebbero. Rifiuterebbero la realtà: magari si convincerebbero che ha parlato così perché il tumore e gli antidolorifici lo hanno reso poco lucido. Subito si rassicurerebbero appena il nuovo CEO smentisse le dichiarazioni del suo predecessore. E quando 2 o 3 virologi da salotto televisivo giurassero sui propri figli che i dati “reali” dicono il contrario, completamente tranquillizzati, finirebbero per dimenticare l’intera vicenda.
Ormai il livello di autoinganno e di negazione della realtà è arrivato a questi livelli.
Adesso Monti ci dice qualcosa di analogo: tutte le opinioni/voci contrarie alla narrativa dominante vanno censurate. Però la grande censura già esistente non basta: il 95% di spazio a favore del pensiero maggioritario non è sufficiente, si deve arrivare al 100%. Eppure sono sicuro che molti miei amici/conoscenti, anche a mostrargli il video dell’intervista, non ci crederebbero: o, forse più probabilmente, si convincerebbero che Monti abbia ragione, che effettivamente troppa democrazia è dannosa. Oppure che, sì, Monti ha detto così ma che in realtà non cambierà niente…
In realtà a me Monti non pare una persona particolarmente fantasiosa: se ha detto quelle parole vuol dire che ha sentito l’idea nei circoli che frequenta, quelli dei parapoteri economici e politici esteri. Insomma lui, con la delicatezza di un ippopotamo in una cristalleria, ha voluto dare il suo contributo per rendere questa nuova strategia più accettabile ma, sicuramente, essa è già stata decisa.
Di nuovo non posso fare a meno di pensare al mio pezzo Il bubbone nel quale spiego di aver avuto la sensazione che nei prossimi mesi verranno alla luce TANTE ricerche che, ciascuna a suo modo, andranno a minare le pseudo ragioni della strategia sanitaria italiana e occidentale (con qualche eccezione) in genere.
Anzi al riguardo posso dire che ne sono già uscito già due o tre piuttosto grosse ma siccome conosco i miei polli (“ma sono dei pre-print!”, “ma questo non è verificato dai pari!”) aspetto ulteriori conferme.
Comunque vedremo l’autocrate, il Conte Duca Dragula, cosa si inventerà da questo punto di vista: un’idea potrebbe essere quella di consentire solo a chi ha il superverdepasso di tenere un sito in Rete! Del resto il verdepasso era richiesto anche a chi lavorava da casa. Oppure potrebbe istituire una “super cabina di regia” (ovviamente lui userebbe un nome fico in inglese) col compito di censurare tutte le notizie “false” sul covid-19, magari, tanto che ci siamo, dando direttamente la possibilità di chiudere il sito/canale/profilo etc.
Tutto questo senza dare né spiegazioni né possibilità di appello (o magari dandolo fittizio) e con uno scudo giuridico che garantisca questi censori da qualsiasi ripercussione legale anche in caso che una notizia da loro censurata si dimostrasse vera.
E quello che mi fa rabbia è che la maggioranza degli italiani se ne fregherebbe e, anzi, parecchi ne sarebbero pure felici.
Conclusione: al peggio non c’è mai fine: e non è, come crede Monti, colpa della troppa democrazia nell’informazione ma al contrario della sua quasi totale assenza.
Il ritorno del gladiatore
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