Una delle ricerche recenti più importanti, anche in ottica verdepasso, secondo me è la seguente: The impact of SARS-CoV-2 vaccination on Alpha & Delta variant transmission di David W Eyre e altri su MedRxiv.org
Quando la presentai a un amico favorevole al verdepasso (*1) mi fu replicato che tale ricerca non era stata verificata dai pari, come per altro è ben evidenziato poco sotto il titolo. E solo per questo il mio amico la considerava di valore pari a zero.
Questo mi spinse a fare una riflessione che propongo qui di seguito.
Anche le ricerche in attesa di essere verificate dai pari hanno una loro importanza: il processo di verifica può richiedere anche mesi ma, soprattutto in ambito medico, può essere comunque utile far conoscere rapidamente i propri risultati.
Per questo le riviste scientifiche pubblicano i “pre-print”: se non servissero a niente non lo farebbero, no?
Quindi quanto è attendibile una ricerca ancora non verificata dai pari? Beh, dipende...
Innanzi tutto la rivista stessa prima di pubblicare una ricerca fa dei propri controlli: se io KGB gli spedisco una “mia ricerca” mi risponderebbero con una pernacchia. Quindi già la pubblicazione su una rivista fornisce una certa garanzia minima. Diciamo che c’è almeno un 33% di probabilità che sia affidabile. Mi sto tenendo basso: suppongo che se i responsabili di una rivista stimassero tale attendibilità minima non superiore al 50% non la pubblicherebbero neppure in prestampa.
Un’altra indicazione di attendibilità sono gli autori di una ricerca: se la ricerca è guidata da un premio Nobel è improbabile che vi siano errori banali. Lo stesso vale per gli altri membri della squadra. Anche poi le università o le istituzioni di riferimento hanno il loro peso: inutile dire che, a parità delle altre considerazioni, la ricerca sponsorizzata da un’università statunitense è ritenuta più affidabile di quella realizzata in Bangladesh.
Altro elemento da tener ben presente sono gli interessi in gioco per gli autori della ricerca: la ricerca sponsorizzata dalla casa farmaceutica che dimostra l’efficacia di un proprio nuovo prodotto è da prendere con le molle. Recentemente (magari ci scriverò un pezzo a parte) ho scoperto che ci sono delle compagnie (*2) specializzate in servizi per aiutare le multinazionali farmaceutiche a ottenere l’approvazione per un nuovo prodotto: ovviamente in maniera “corretta”...
Poi, per una valutazione approfondita, occorre che dei veri esperti della materia controllino la ricerca nel dettaglio: questo è appunto il processo di verifica dei pari.
Attenzione però! Non è che una ricerca verificata dai pari è affidabile al 100%: ci potrebbero essere degli errori sfuggiti anche a questi. Un’affidabilità vicina alla certezza si ha soltanto anni dopo quando altre ricerche hanno replicato i risultati e nessun altra li ha smentiti! Non so, secondo me una ricerca verificata dai pari avrà un 80-90% (numeri che ritengo realistici ma di mia fantasia) di affidabilità.
È quindi sia sbagliato considerare prive di valore le ricerche in prestampa così come considerare come certezze assolute quelle verificate dai pari.
Questo concetto, che a me pare banale, sembra invece sfuggire proprio a chi si vanta di affidarsi alla scienza nelle proprie valutazioni ma che dà poi del complottista a chi presenta ricerche altrettanto valide che dimostrano però qualcosa di diverso rispetto a quanto affermato dalla narrativa dominante.
Di nuovo non posso fare a meno di ricordare la divertente immagine di Zhok (v. Dunning-Kruger-KGB e “l’originale” Pezzo non scritto) sui manovali dell’informazione che usano gli strumenti culturali come Stanlio e Olio maneggiavano le scale e le vernici nelle comiche…
Conclusione: pezzo un po’ più breve del solito oggi (ingenuamente l’avevo cominciato proprio per farne un corto) ma almeno compenso quello lungo di ieri...
Nota (*1): in realtà si può dire che è il mio opposto: è favorevole a tutte le forme di censura come di ingerenza del potere nella vita privata!
Nota (*2): per esempio MMSHoldings.com o Cytel.com...
Il post sentenza
5 ore fa
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