Oggi avrei potuto scrivere un nuovo pezzo sul covid-19 e dintorni ma mi sono “abbastanza” trattenuto (v. il corto Due piccoli misteri) perché praticamente non sto scrivendo di altro…
Voglio invece tornare sui tipi psicologici MBTI. In Meyers-Briggs ma anche Jung avevo investigato la corrispondenza fra le quattro lettere del codice MBTI (tipo INTP, ESFJ, INFP etc.) e le quattro funzioni su cui si basa la nostra personalità: la funzione dominante, ausiliaria, terziaria e inferiore.
Ora è inutile che stia a rispiegare quanto ho già scritto nel pezzo sullodato ma aggiungo solo che c’era qualcosa che non mi tornava molto: qualcosa cioè che, semplicemente, veniva dato per buono/ovvio senza spiegazioni.
Vediamo di cosa si tratta: la prima lettera del codice (I oppure E) indica se la persona è introversa o estroversa. La funzione dominante sarà come indicato dal codice di tale prima lettera, l’ausiliaria sarà l’opposto e così via fino alla funzione inferiore.
La giustificazione di questa alternanza me l’ero spiegata col fatto che non siamo completamente I oppure E ma un misto dei due: quindi se la dominante seguirà la tendenza indicata dalla prima lettera allora la funzione ausiliaria farà l’opposto per “compensare” la propensione principale e così via.
Era una spiegazione un po’ debole ma non mi era riuscito pensare a niente di più solido per spiegare il tutto.
Per esempio io che risulto avere un fattore di introversione insolitamente alto (92%!) magari potrei avere sia la funzione dominante che ausiliaria di tipo I e la terziaria e l’inferiore di tipo E?
Non sarebbe poi più logico testare direttamente per le singole funzioni (Ti, Te, Fi, Fe, Ni, Ne, Si, Se) ordinando le quattro principali invece che ricavarle a posteriori?
Domande, mi pare legittime, che avevo temporaneamente messo da parte.
Oggi Youtube mi ha proposto MBTI explained della “Eastern Michigan University” dove un professore INFJ (*1) con decenni di esperienza spiega agli studenti il significato del test psicologico in maniera che possano orientarsi nella scelta del loro personale percorso formativo.
Con mio stupore, fin dalla premessa, il professore ha spiegato che la quarta lettera (P o J) ha un proprio significato psicologico e non è il semplice indicatore che informa se la funzione estroversa sia quella relativa al ragionamento o alla raccolta dati (di nuovo vi rimando a Meyers-Briggs ma anche Jung per i particolari). Cosa strana perché così si perde tutto il collegamento con la teoria di Jung basata sulle due funzioni principali della mente umana…
Comunque sono stato a sentire per vedere cosa avrebbero indicato di preciso le lettere P o J del codice.
Su E/I, N/S e T/F non mi soffermo: il professore spiega ciò che già sapevo, magari aggiungendovi qualche dettaglio ma niente di sostanziale.
Per J e P invece ho preso appunti dettagliati che ripropongo qui di seguito:
J → 3 tendenze principali: chiusura, ordine e struttura. Queste determinano a loro volta le seguenti tendenze secondarie: amore per regole, “timeline” (non so come tradurlo: il professore intendeva una precisione anche nel tempo suppongo), procedure, processi, autorità, puntualità, ordine, precisione e abiti formali + postura dritta (!).
P → Ama attendere gli eventi e vedere i risultati prima di agire. Questo determina: flessibilità, spontaneità, tranquillità, ma anche tendenza a procrastinare, a fare tutto all’ultimo momento (ma in maniera efficace: per questo i P sono ottimi risolutori di imprevisti) e a essere in ritardo.
Come vedete c’è una notevole asimmetria nella definizione di J e P: probabilmente P va inteso qui anche un po’ come l’opposto di J. Personalmente mi ci riconosco molto (a parte il fatto che non sono mai in ritardo sugli appuntamenti, anzi!) ma questa semplificazione (che ha ovvi vantaggi) è anche molto più imprecisa di quella basata sulle funzioni: non distingue infatti fra, per esempio Ti e Te oppure Fi e Fe: evidentemente condensa tutte queste differenze nel significato attribuito a J e P.
Chiaramente questa semplificazione, oltre a non chiarire il dubbio che mi aveva spinto a vedere il video (!), non mi soddisfa perché ha una granularità minore rispetto alla teoria delle funzioni e, anche nello schema generale della teoria, si concilia peggio con il modello proposto da Jung. Ha però il vantaggio di aiutare tantissimo a individuare a colpo d’occhio il tipo MBTI di una persona: insomma, nel complesso, non ho assolutamente sprecato il mio tempo.
Altre informazioni interessanti che mi sono annotato:
- Grossomodo il 75% delle persone sono E e il 25% I (*2).
- Grossomodo il 75% delle persone sono S e il 25% N.
- Il 75% degli uomini è T contro mentre il 25% è F. Il contrario per le donne. Solo per questa lettera c’è una differenza significativa fra i due generi. Vedi anche il mio Psicologia e stipendi.
- I J e i P si dividono grossomodo a metà.
- Le relazione più facili sono quelle basate sulla stessa funzione dominante mentre quelle più difficili (ma comunque possibili e con dei vantaggi!) sono quelle dove la dominante di uno è l’inferiore dell’altro e viceversa.
Conclusione: interessante, no?
Nota (*1): lo sottolineo perché ormai ho capito che le personalità con la funzione “Feeling” dominante o ausiliaria tendono, dal mio punto di vista INTP, a fare confusione quando devono sistematizzare qualcosa…
Nota (*2): questo dato è vecchio: secondo ricerche più recenti la percentuale degli I è molto aumentata. Non ho però idea se è una tendenza solo statunitense, occidentale o altro.
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