Credo che per tutti arrivi nella vita un momento in cui si tirano le somme e si fanno delle valutazioni. Credo anche che per me questo sia l’anno buono per farle…
Non so bene come impostare questo pezzo (per adesso do solo per scontato che me ne servirà più di uno) e quindi inizierò con delle considerazioni generali sulla vita.
La vita è una fregatura, un gioco truccato: l’ho già scritto quest’anno o il precedente, non ricordo. Ma è bene ribadirlo.
La vita è una gara truccata: ai bambini e forse ai giovani viene fatto credere che tutti abbiano le stesse possibilità, che il successo (e quindi la loro felicità personale) dipenderà solo dalle loro capacità e anzi, ancora più assurdo, gli si dice che dipenderà dal loro impegno.
La bugia ai bambini risulta credibile perché spesso anche i genitori vi credono e non la smentiscono: la maggior parte degli adulti quando considera il proprio percorso si limita ad accusare la sorte, forse qualche propria scelta critica sbagliata e alla fine si consola con uno pseudo filosofico “è la vita”. Poi immagino ci sia qualche adulto reso cinico che avvelena la mente dei figli cercando di dare loro delle “perle di saggezza”, ovvero di cinismo, che vanno però contro la natura dei bambini.
Non voglio dare per scontato ciò che mi pare ovvio: la vita della maggior parte delle persone è prestabilita alla nascita: maggiore è la ricchezza della famiglia e più lontano il bambino potrà arrivare. Poi, certo, il singolo estremamente motivato e dotato SE ha fortuna e nasce nel giusto paese nel giusto tempo (beh, in effetti aspetti anche questi della fortuna) può riuscire a migliorare considerevolmente la propria posizione sociale: ma si tratta di un'eccezione rarissima. Molto più facile per il singolo cogliono dilapidare la propria fortuna.
La verità è che l’umanità è stupida: non ci vorrebbe molto per capire come stanno le cose ma invece si preferisce illudersi. È più facile credere alla narrazione dominante che siamo super fortunati, che viviamo nel mondo migliore possibile, che se non noi i nostri figli potranno ottenere tutto quello che vogliono ed essere felici. Eppure è ovvio che le cose non stanno in questa maniera: soprattutto in questa epoca attuale di impoverimento generalizzato la filastrocca del “tutto va bene” suona particolarmente ridicola.
Ma ripetiamolo, la verità è che l’umanità è stupida: cioè tutti gli uomini (e le donne) sono stupidi, anche voi che mi leggete siete stupidi (magari un po’ meno della media!)…
E gli stupidi sanno fare bene solo una cosa: le stupidaggini. Ecco quindi le istituzioni che non funzionano, la burocrazia che non funziona, la democrazia che non funziona, i media che non funzionano, la scuola che non funziona e… beh, avete capito: non funziona nulla perché tutto è intriso della stupidità umana.
Quelli più intelligenti che l’hanno capito (ovvero quelli un po’ meno stupidi) se ne approfittano secondo le proprie capacità e possibilità: il povero con piccole astuzie mentre il miliardario raddoppiando il proprio patrimonio. L’ho già detto? Noo? Beh dovete sapere che più si è ricchi e più facile diventa incrementare la propria ricchezza: sembra un paradosso perché la maggior parte delle persone non è abbastanza ricca da notare il fenomeno: la facilità di incremento della ricchezza non è lineare ma tende a essere esponenziale. Probabilmente per notarla chiaramente dovreste avere un reddito di un 500.000€ l’anno. Potersi permettere di investire 400.000€ l’anno dà la possibilità di poter giocare molto scommesse (investimenti) e, se non si è proprio coglioni, prima poi quella che ripaga molte volte la posta la si vince (mentre, male che vada, con le altre si fa pari o ci si rimette poco: ovviamente se non si è dei totali coglioni).
Ma la stupidità non è da sola: la natura dà il suo contributo per illudere l’umanità. L’amore, in tutte le sue forme, è la trappola più grande. Pochi ormoni nel sangue danno l’illusione di essere felici: poi arrivano i figli e l’istinto prende il sopravvento: per loro i genitori fanno di tutto. In particolare sopportano una vita insoddisfacente accontentandosi di qualche momento di felicità intervallato dalla preoccupazione per il futuro proprio e dei propri pargoli.
E in tutto questo KGB dove si colloca? Anche lui è uno stupido?
Non farò il falso modesto anche a rischio di urtare la suscettibilità di chi mi legge: no, KGB non è stupido come il 99,9% dell’umanità ma è intelligente. Certo, in effetti anche a me è occorso molto tempo per liberarmi dalle comuni illusioni della vita ma ora mi è ovvio come questa sia il nulla: quasi totalmente priva di significato, una piramide stupidamente operosa di cui solo l’estremo vertice può togliersi delle reali soddisfazioni mentre tutti gli altri stanno sotto a sgobbare a testa bassa.
Quindi cosa dà significato alla vita?
Per adesso abbiamo eliminato amore e figli: un’illusione insita nella natura umana e necessaria per perpetuare la specie, ovvero la stupidità.
Che rimane? La ricerca del piacere? Questa è un’assoluta banalità: il piacere è vuoto, è una sensazione, è il contrario di un indolenzimento, ma alla fine ne condivide la natura effimera e labile: è troppo impalpabile per riempire una vita: come si fa a riempire un pallone che è vuoto col nulla? Forse solo Renzi lo sa…
Del resto l’ambizione e la sete di potere non sono altro che forme più complesse di piacere di cui, pare, non si è mai sazi e che danno una notevole dipendenza e assuefazione.
Per qualche tempo ho pensato che aiutare gli altri, magari alleviando il dolore altrui, potesse dare un senso alla vita: essere un medico, un vigile del fuoco o comunque qualcuno che direttamente aiuta il prossimo, magari un insegnante che cerchi di rendere i suoi studenti persone migliori, o perfino il prete col suo conforto illusorio.
Già la religione: davvero non riesco a capire come si faccia a credere a Dio e non allora anche all’oroscopo o, direttamente, a Harry Potter. Ma del resto, ormai l’ho capito, l’umanità è stupida: mangia la biada che si ritrova davanti senza preoccuparsi da dove arriva. Spesso si assumano acriticamente le convenzioni della società: sembrano naturali, giuste e sensate.
Questo perché l’uomo non solo è stupido ma è anche una pecora e, quindi, ama fare quello che fa il resto del gregge: essenzialmente brucare l’erba e farsi periodicamente depilare…
Ma, tornando al concetto precedente, ha veramente senso vivere per aiutare gli altri?
Ebbene la risposta è no: così come non ha senso vivere per i propri figli lo stesso vale per il vivere per gli altri: se la vita non ha senso allora anche “quella degli altri” non può rendere degna la propria. Di nuovo è l’istinto sociale umano che ci urla il contrario: sono le società altruistiche quelle che hanno più possibilità di prosperare. Per questo l’uomo che antepone gli interessi della società ai propri è esaltato come un eroe. Ma è un’illusione: un cinico direbbe invece che è un coglione.
E allora? Rimane qualcosa?
Poco poco temo. Forse agire in modo da rendere l’umanità meno stupida.
Perché forse, non ne sono sicuro, un’umanità meno stupida potrebbe essere un po’ più giusta e quindi più felice. Per non parlare di un’umanità propriamente intelligente: capace cioè di trascendere i propri limiti, di superare i propri limiti, coesistere in maniera pacifica senza competere gli uni contro gli altri.
Ma questa, ritemo, è un’utopia: i coglioni proliferano talmente rapidamente che la corsa per rendere l’umanità migliore è persa in partenza: gli sforzi di scienziati, filosofi e artisti non potranno essere sufficienti. La stupidità impera e, con sciocca arroganza, crede di essere intelligenza.
E allora?
Allora credo che alla fine si debba fare una semplice somma: i pro della vita controbilanciano i suoi contro?
I pro della vita come abbiamo visto sono molto pochi e si riducono alle piccole soddisfazioni quotidiane: per esempio nel mio caso risolvere un problema, per un uomo essere pubblicamente elogiato sul lavoro, per una mamma sentirsi dire “ti voglio bene!” dal proprio pargolo. O magari un buon pranzo, o anche una botta di ormoni (per favore leggete fra le righe qui!), vedere un bel film, osservare un tramonto. E non dimentichiamo la fondamentale speranza di un futuro migliore…
Tutto ciò però con la consapevolezza che si tratta di piccoli piaceri effimeri destinati a dileguarsi nel nulla in breve tempo… con l’eccezione FORSE della risoluzione del problema se ciò fosse utile all’umanità!
I contro sono molti di più: tutto ciò che causa dolore, sia psicologico che fisico, ma anche le frustrazioni, lo stress, la noia.
Oggettivamente i contro temo siano sostanzialmente molti di più dei pro. La stupidità umana qui poi ci mette del suo rendendo tutto inutilmente più complesso, inefficace e ingiusto. Grazie umanità di rendermi la vita più difficile di quanto non sia.
La soluzione alla vita è la morte che, ingiustamente, ha però una cattiva fama.
Di nuovo è sempre l’istinto che ce la fa fuggire e temere ma in realtà è la soluzione più logica a un problema alla fine non troppo complesso: la somma fra pro e contro della vita.
Perché poi lo sapete perché il suicidio è scoraggiato? Perché la piramide, per funzionare e sostenere il suo vertice di veri privilegiati, ha bisogno che i cittadini nel pieno delle forze si sacrifichino vivendo una vita insoddisfacente per il benessere di pochi. Su i vecchietti invece si può trattare. L’eutanasia è ancora vista di mal occhio e, anche dove è permessa, lo è solo per casi eccezionali. Ma probabilmente fra qualche anno, col crescere esponenziale della popolazione mondiale, ci saranno le pubblicità progresso del tipo: “Sei in pensione? Ormai hai più di 75 anni? E allora perché non scegli il bene dei tuoi figli? Lasciagli spazio, lasciagli la tua aria, la tua acqua, il tuo cibo. Fai la scelta altruistica e non essere egoista: scegli l’eutanasia volontaria. [e poi la vocina che parla veloce veloce aggiungerà] Ai sensi del DPCM n. 1432 del 2041 gli sgravi fiscali per la famiglia ottenibili tramite banca previa autorizzazione ASLA competente”. Insomma diventerà cosa buona e giusta che i rintronati facciano posto alla moltitudine di coglioni. Abbiate pazienza e vedrete…
Conclusione: per adesso ho scritto abbastanza. Vediamo a cosa porterà questo ragionamento.
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