Negli ultimi tre giorni ho terminato la lettura di tre libri.
Per primo ho completato “Noli me tangere” (1887), nella traduzione inglese scaricata da ProjectGutenberg.org, di Josè Rizal, il maggiore scrittore filippino del XIX secolo.
Un libro strano. La trama di per sé è molto semplice ma con parecchie diramazioni su personaggi secondari. Molti capitoli sono dei quadretti a sé stanti della società filippina del tempo. Apparentemente la trama principale è la storia d’amore fra un mezzo filippino e spagnolo appena tornato dall’Europa e la figlia di un ricco mercante locale. Su questa storia se ne intrecciano molte altre ma che però non vengono approfondite.
L’autore è molto ironico e alcuni capitoli sono veramente divertenti: da questo punto di vista il migliore è il XLII “The Espadañas”. Qui viene descritta un’improbabile coppia: una ricca donna filippina ormai in là negli anni ma che voleva sposare uno spagnolo: giunta a 45 anni decide di accontentarsi di uno spiantato dal carattere debole che trasforma in medico. Capitolo divertentissimo!
Rizal è poi maestro nel descrivere le diverse tipologie psicologiche e non mancano le intuizioni psaicosociali. Per certi versi mi ha ricordato un po’ i “Promessi sposi” con però degli accenni di realismo.
Per gran parte del libro l’atmosfera ironica è leggera anche quando descrive fatti drammatici. Sul finale però, improvvisamente il protagonista viene incastrato e accusato di essere a capo di un’insurrezione locale: da lì a poco tutto finisce in tragedia. La storia d’amore naufraga e tutti i personaggi positivi fanno una brutta fine.
Nei “Promessi sposi” del Manzoni trionfa la Provvidenza, nel romanzo di Rizal vincono invece i corrotti e malvagi mentre i “buoni” sono sconfitti.
Vi ho trovato anche due o tre passaggi buoni per le mie epigrafi…
Poi ho completato “Collasso” (2005) di Jared Diamond. Un buon libro che però inizia a risentire dei suoi 18 anni: i concetti chiave restano validi ma l’attualità non è più tale. Comunque un buon libro, soprattutto la prima parte più storica mi è piaciuta molto.
Proprio oggi riflettevo su un concetto chiave, un qualcosa che però 18 anni fa non era evidente: Diamond ha fiducia nella politica e nella democrazia. Crede che la popolazione, sensibilizzata sui problemi ambientali, possa orientare col proprio voto le decisioni della politica. Oggi chiunque abbia un po’ di buon senso dovrebbe riconoscere l’ingenuità di questa idea.
Sarà infatti la poltitica che, grazie a motivazioni speciose a sfondo ambientalista, favorirà i pochi a scapito di gran parte della popolazione.
La protezione dell’ambiente infatti sarà presa a pretesto per limitare le libertà della popolazione: la pandemia ci ha già mostrato il meccanismo. In una situazione di pseudo emergenza, giocando sulla paura della popolazione che ne ottenebra il già scarso raziocinio, si imporranno delle politiche arbitrarie, che favoriranno qualche lobbi, spacciandole per scientifiche: se poi, con i suoi tempi, la scienza dovesse dire altrimenti allora semplicemente la si ignorerà. Questo non è complottismo: al contrario è ingenuità pensare che accadrà qualcosa di diverso visto quello che è avvenuto negli ultimi anni e considerando che non c’è motivo di pensare che la politica agirà diversamente in futuro (manca al momento l’ammissione di qualsiasi errore che sarebbe la premessa per non ripeterlo).
Infine ho terminato “Fuga sulla Luna” di Lu Hsün, una raccolta di racconti di inizio XX secolo.
Il primo racconto, come scrissi mesi fa, è eccezionale. I successivi sono leggibili. Interessanti perché danno un’idea della Cina di inizio XX secolo.
Quello che mi ha più colpito è la continuità culturale cinese: i personaggi di Hsün, in verità spesso letterati, leggono e studiano regolarmente i classici delle epoche passate. Ora i nomi cinesi non riesco assolutamente a ricordarli ma vengono nominati testi di diversi secoli a.C. (impero Han ma anche precedenti) e poi regolarmente di tutte le altre epoche. Sostanzialmente c’è sempre stato un impero cinese con la propria cultura e i cinesi ne sono consapevoli. A differenza dell’occidente, dove il medio evo è stato lunghissimo e segna una rottura netta con l’impero romano, nella Cina predomina la continuità.
Ho cercato di chiedere a chatGPT se un cinese moderno riesce a leggere gli ideogrammi antichi ma la sua risposta non mi ha convinto: secondo chatGPT fra il cinese antico e moderno c’è più differenza che fra italiano e latino ma non sono sicuro che in questo caso sappia cosa dice. I racconti farebbero pensare diversamente.
E non è cosa da poco: per capire la Cina bisogna tenere presente che ci sono 2500 e passa anni di cultura senza soluzione di continuità sui quali è stata innestata la cultura occidentale mediata dal comunismo cinese. Non è balzana l’idea di considerare Xi Jinping come una sorta di imperatore.
Il concetto del “Mandato del Cielo” (in cui mi ero già imbattuto leggendo Confucio) è centrale per capire la Cina e, per certi versi, il fatalismo obbediente della sua popolazione.
Ah! i racconti della seconda parte sono ispirati a vecchie leggende cinesi e li ho trovati più piacevoli, alcuni con dei passaggi anche molto divertenti. Perché Hsün ammirava gli scrittori russi e, di conseguenza, i suoi racconti sulla quotidianità cinese tendono a essere piuttosto deprimenti…
Conclusione: nel frattempo ho iniziato due nuovi libri, stavolta stando attento a non prendere mattoni di 500 e passa pagine. Ho iniziato “Inni alla notte” di Novalis perché, lo sapete, la scorsa estate anch’io ho subito il fascino del cielo stellato. Sono quindi curioso di vedere se ritroverò un eco delle mie emozioni in questi scritti…
Il secondo libro che ho iniziato (proprio ieri) è “Le conseguenze economiche della pace” di Keynes, scritto nel 1919, già prevede la guerra a causa degli accordi di pace ingiusti e penalizzanti per la Germania...
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