Sono andato avanti nella lettura de “Le conseguenze economiche della pace” di Keynes.
Ho iniziato a leggere la descrizione del presidente Wilson e fa morire dal ridere…
Prima di tutto le aspettative erano altissime: era giunto in Europa portandosi dietro i suoi 14 punti che avrebbero dovuto garantire una pace equa. Erano scritti benissimo e tutti pensavano quindi a un presidente colto e dotato di una “possente” immaginazione, in grado di esprimersi con grande proprietà di linguaggio. C’era la sensazione di una persona perseverante che, avendo dalla sua tutta la forza sia militare che economica, avrebbe potuto imporre la sua volontà agli alleati europei. Si pensava poi che oltre ai 14 punti teorici avesse un’idea concreta di abbozzo per definire la struttura dell’accordo di pace. E poi, per essere presidente degli USA, ci si aspettava che avesse una certa consuetudine con la diplomazia nel trattare con gli altri…
«Una prima occhiata suggeriva non solo che l’indole del Presidente, quale che fosse, non era principalmente quella dello studioso o dell’uomo di pensiero, ma che egli scarseggiava anche di quella cultura mondana che distingue un Clemenceau e un Balfour come squisiti esemplari della loro classe e generazione.» (*1)
Considerata poi l’abilità del premier inglese nel leggere e intuire i pensieri dei suoi interlocutori «[…] il povero Presidente avrebbe giocato a mosca cieca in quella congrega.» (*2)
E poi «Il Vecchio Mondo era comunque di una perfidia coriacea, il suo cuore di pietra poteva ottundere la lama più affilata del più prode cavaliere errante. Ma questo Don Chisciotte cieco e sordo entrava in una caverna dove la lama fulminea e lucente era in mano all’avversario.» (*2)
Riguardo alla proposta che ci si aspettava avrebbe portato dopo aver reso noti i suoi 14 punti: «In realtà il Presidente non aveva elaborato un bel nulla: venendo all’atto pratico le sue idee erano nebulose e lacunose. Egli non aveva nessun piano, nessun progetto, non idee di sorta per rivestire di carne viva i comandamenti che aveva tuonato dalla Casa Bianca.» (*3)
E poi: «Il suo pensiero e il suo temperamento erano essenzialmente teologici, non intellettuali, con tutta la forza e la debolezza di quel modo di pensare, di sentire e di esprimersi.»(*2), «[…] era per molti versi, forse inevitabilmente, disinformato circa la situazione europea.» (*3), «[…] la sua mente era lenta e poco elastica. […] Non era capace, lì per lì, di comprendere quello che gli altri dicevano, valutare la situazione a colpo d’occhio, concepire una risposta, e far fronte al problema con un lieve cambiamento di terreno [...]» (*3)
E potrei continuare: non era perseverante ma caparbio e pervicace, la cui unica strategia era quella di “puntare i piedi”. Aveva buoni collaboratori, sebbene non tutti familiari con le problematiche europee, ma li interpellava raramente e solo per dettagli specifici. E così via.
Il giudizio di Keynes è estremamente negativo: ritiene che il suo non essere all’altezza del compito fu il fattore decisivo per la cattiva riuscita del trattato di Versailles. L’autore scrive: «Ma nella misura in cui l’azione di un singolo individuo ha importanza, il crollo del Presidente è stato uno dei fatti morali decisivi della storia;» (*4)
Ora, se Keynes ha ragione come credo abbia, e quindi il Presidente Wilson comunque armato di buone intenzioni e di una morale forse anche troppo rigida riuscì, con la propria inadeguatezza, a gettare le basi per la seconda guerra mondiale allora che disastro può provocare un Presidente non del tutto capace di intere e di volere e totalmente privo di morale?
Queste pagine sul presidente Wilson mi hanno fatto sghignazzare mentre le leggevo ma, contemporaneamente, mi hanno anche fatto seriamente preoccupare per l’eventualità concreta che Capitan Babbeo possa provocare una terza guerra mondiale.
Conclusione: lo so, sta diventando una fissazione ma non resisto: vediamo che tipo MBTI era il Presidente Wilson! Difficile da valutare: a me, di getto, la testardaggine e rigidezza di pensiero avevano fatto pensare a un ISTJ. Il problema è che conosco bene le virtù dei vari tipi mentre, nel suo caso, spiccano invece i difetti che non so assegnare altrettanto facilmente. Comunque, guardando su più siti, si parla di INTJ (con tendenza alla compulsione che è tipica ISTJ) e, come sospettavo, di ISTJ!
Uhm… invece Clemenceau è dato come ESTP che è un tipo che non conosco per niente...
Nota (*1): tratto da “Le conseguenze economiche della pace” di John Maynard Keynes, (E.) Adelphi, 2007, trad. Franco Salvatorelli, pag. 46.
Nota (*2): ibidem, pag. 47.
Nota (*3): ibidem, pag. 48.
Nota (*3): ibidem, pag. 44.
Il post sentenza
18 minuti fa
''MBTI'' ... ''ISTJ'' ... ''INTJ'' ... ''ESTP'' ... ?
RispondiElimina===
Eh! Eh! Capisco la confusione!
EliminaÈ un po' una mia fissazione degli ultimi anni. Mi sono interessato alla classificazione psicologica MBTI (v. per esempio Meyers-Briggs ma anche Jung) e non perdo l'occasione per cercare di classificare amici/conoscenti ma anche autori che leggo o, come in questo caso, personaggi storici...
In realtà per me è una forma di gioco: il vedere se riesco a indovinare dai pochi elementi che ho a disposizione.
Comunque dove vede queste sigle può anche saltarne la lettura: come detto sono sostanzialmente chiacchiere fra me e me (o quei pochi che sanno ciò di cui parlo!)...
Vabbè ...
Eliminasi può sempre imparare qualcosa e una delle funzioni virtuose di questi diari online è, appunto, la stimolazione dello sguardo curioso.
Diamoci del ''tu'', per cortesia.
I burocrati politicanti finanche i presidenti di Stato quasi sempre decidono nulla, essendo burattini dell'Élite apolide.
RispondiEliminaUn ''Capitan Babbeo'' come Vladimir Zelenskij, ad esempio.
Ma anche Draghi, la Meloni, Scholz, Macron e i tanti Bimbi di Schwab ... piazzati nelle più alte poltrone amministrative.
Ho qualche dubbio sensato persino su Vladimir Putin che, negli ultimi 20 anni, è tra i burocrati apicali colui che meglio ha rappresentato lo Stato.
Quando uno di loro crede d'essere davvero una grande persona e sgarra, oppure non è più utile, viene terminato.
Amen.
+++
Allora... secondo me potere politico ed economico hanno sempre avuto un rapporto privilegiato, sia di comunicazione che di sostegno reciproco. Mi sembra che fu Marx a dire che "il governo è il sindacato degli industriali"!
EliminaDetto questo credo che la situazione sia nettamente peggiorata con la globalizzazione e la conseguente crescita dei colossi economici, multinazionali e simili.
Adesso l'influenza del potere economico su quello politico è determinante e addirittura, in questi ultimi anni, si ha la sensazione che il primo sia dominante sul secondo.
Terminologia e nomenclatura che uso!
- Capitan Babbeo -> Biden (sul modello di Capitan America nonche leader dello SHIELDS = NATO)
- Il Ramarro -> Draghi
- La modella svedese -> La Meloni (a causa di una vecchia battuta del Lercio.it sulla sua pubblicità elettorale)
- Il Portinaio -> Scholz
- Chicchirichi -> Macron
Per Zelenzky invece ancora non gli ho trovato un buon soprannome. Per Putin invece neppure lo cerco...