Oggi vorrei tornare su un pezzo che ho scritto pochi giorni fa: Gli scettici-creduloni.
Per qualche motivo mi sono dimenticato di citare “La vita responsabile” di Bonhoeffer che lessi un mese fa. Ne ho accennato un qualche pezzo ma poi non ho scritto niente delle pagine più significative.
Bonhoeffer era un sacerdote, non uno psicologo né un sociologo: la sua interpretazione della realtà è quindi sostanzialmente morale. Si trova così nella difficoltà di spiegare il comportamento della maggioranza dei suoi concittadini che hanno ceduto alla fascinazione del nazismo.
Probabilmente gli sfugge quanto possa essere persuasiva la propaganda e di quanto, contemporaneamente, siano facilmente influenzabili le persone. Non è un caso che molti studi di psicosociologia siano stati fatti proprio dopo la seconda guerra mondiale per cercare di dare un senso al comportamento dei tedeschi (per esempio gli studi sull’obbedienza all’autorità).
Bonhoeffer essendo (suppongo) digiuno di psicologia arriva a una sua propria spiegazione di questo fenomeno e introduce il concetto di “stupidi” che però non ha niente a che fare con l’intelligenza. La “stupidità” di Bonhoeffer corrisponde invece alla suscettibilità alla propaganda: più si è influenzabili, più si crede ciecamente alla voce del potere e più si è stupidi.
«Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare […]. Ma contro la stupidità non abbiamo difese.» (*1)
Concetto che mi ricorda molto quello di Cipolla: v. Cipolozzo di fine maggio.
«[…] le motivazioni non servono a niente [a persuadere gli “stupidi” cioè]. Ai fatti che sono in contraddizione con i pregiudizi personali semplicemente non si deve credere – in questi casi lo stupido diventa addirittura scettico – e quando sia impossibile sfuggire a essi, possono essere semplicemente messi da parte come casi irrilevanti. Nel fare questo lo stupido, a differenza del malvagio, si sente completamente soddisfatto di sé, anzi, diventa addirittura pericoloso, perché con facilità passa all’attacco. […] Non tenteremo mai più di persuadere con argomentazioni lo stupido: è una cosa senza senso e pericolosa.» (*2)
Quante volte ho descritto questa situazione?
Copio e incollo dalla nota 38 della mia Epitome:
«Questo fa si che l'uomo si aggrappi con pervicacia all’idea intorno alla quale ha costruito la propria essenza. Anche quando l'evidenza della sua falsità dovrebbe essergli ovvia, egli si rifiuterà di guardare le prove, si infurierà con chi cerchi di indicargli il suo errore, non vorrà ascoltare e, anzi, abbraccerà ancor più strettamente la propria illusione voltando la testa e chiudendo gli occhi. Il motivo di ciò è psicologico: ammettere che il mito, l'illusione sulla quale ha basato la propria esistenza e ha costruito la propria personalità, è fallace equivale ad ammettere di aver sprecato la propria vita o, comunque, buona parte di essa.
Non solo: la distruzione di uno dei miti fondamentali su cui l'individuo ha basato il proprio essere comporterebbe la necessità di una ricostruzione, di un cambiamento di visione globale di se stessi e del proprio mondo, che in pochi hanno non solo la voglia ma anche la forza di intraprendere. Meglio quindi non ascoltare, rifiutarsi di capire e continuare a illudersi, piuttosto che ammettere il proprio errore e ravvedersi.»
«Ci sono uomini straordinariamente elastici dal punto di vista intellettuale che sono stupidi, e uomini molto goffi intellettualmente che non lo sono affatto.» (*3)
Come ho spiegato questa forma di “stupidità” non ha niente a che fare con l’intelligenza.
«[…] in determinate circostanze gli uomini vengono resi stupidi, ovvero si lasciano rendere tali.»
«[…] qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia, provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini. […] sotto la schiacciante impressione prodotta dall’ostentazione di potenza, l’uomo viene derubato della sua indipendenza interiore […]. Il fatto che lo stupido sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua mancanza di indipendenza.» (*4)
Questa mi sembra una buona descrizione della propaganda e dei suoi effetti sulle persone. Il frequente richiamo all’“ostentazione di potenza” è dovuto al fatto che nel nazismo questa era la principale forma di propaganda.
Nel prosieguo l’autore fa anche osservazione contemporaneamente semplice ma profonda: si accorge che i “solitari” sono meno soggetti alla propaganda a differenza di chi vive a contatto con molte persone: ne deduce che la “stupidità” non dipenda tanto dalla psicologia (*8) ma dalla sociologia.
E in effetti ha ragione: molta della persuasione viene dall’effetto “pecora”, dal vedere che altri sono già convinti o sembrano tali...
«Parlandogli ci si accorge addirittura che non si ha a che fare direttamente con lui, con lui personalmente, ma con slogan, motti ecc. da cui egli è dominato.» (*5)
Descrizione perfetta: quante volte mi è capitato di argomentare le mie ragioni e di ricevere obiezioni della forma “Tizio ha detto” (e non “Tizio ha spiegato che …”), ovvero asserzioni, non motivate, che equivalgono a slogan. Io spesso riporto, per esempio nei miei pezzi sul covid-19, le argomentazioni di dottori e scienziati ma, appunto sono argomentazioni: non mi hanno detto è “così perché è così” ma mi hanno mostrato dati e ragionamenti convincenti.
L’obiezione che ricevo io è del livello, lo ha detto il telegiornale: che ha senso solo se ritieni il telegiornale degno di fiducia...
«È ammaliato […]. Trasformandosi in uno strumento senza volontà, lo stupido sarà capace di qualsiasi malvagità, essendo contemporaneamente incapace di riconoscerla come tale.» (*6)
Non solo! Lo stupido non solo non riconosce il male ma lo confonde con il bene!
È un fenomeno legato all’efficacia della propaganda che fa sentire chi ne è vittima nel giusto: superiore intellettualmente e moralmente a chi osa pensarla diversamente.
Fenomeno pericolosissimo perché, come osserva Bonhoeffer, dal sentirsi moralmente giustificati al compiere abusi e soprusi il passo è brevissimo.
Successivamente, per la sua logica cristiana, Bonhoeffer considera il pericolo visto sopra come una vera e propria “profanazione diabolica”.
Mi pare che l’analogia col mio pensiero sia notevole: in Gli scettici-creduloni io tiro in ballo Mammone, l’avidità divinizzata ovvero il diavolo, come la causa prima che spinge i potenti a usare la propaganda per manipolare la popolazione. Non vi è un motivo logico per cui, per esempio, un 92enne come Soros faccia di tutto e di più per guadagnare qualche miliardo in più a scapito del benessere di milioni se non miliardi di persone, rischiando addirittura la distruzione dell’umanità...
«...viene assolutamente esclusa la possibilità di considerare la maggioranza degli uomini come stupida in ogni caso. Tutto dipenderà in realtà dall’atteggiamento di coloro che detengono il potere: se essi ripongono le loro aspettative più nella stupidità o più nella autonomia interiore e nell’intelligenza degli uomini.» (*7)
La conclusione di Bonhoeffer è in parte pessimistica: prima del paragrafo citato qui sopra spiega infatti che non ci si può opporre alla propaganda, non c’è verso di convincere chi ne è vittima del suo errore. Quello che si può fare è solo aspettare la caduta del sistema (nel suo caso del nazismo) e la conseguente ricostruzione da zero.
Teoria che, in effetti, condivido da tempo. Dieci anni fa, a chi mi chiedeva cosa si potesse fare per salvare l’Italia rispondevo che non era possibile (v. Nave Italia):
«Sì, forse è la mia natura pessimistica, ma temo che la nave-Italia vada totalmente ricostruita da capo e affidata a un nuovo equipaggio che abbia a cuore, non il proprio interesse, ma quello degli italiani. Sfortunatamente una ricostruzione così totale potrà venire fatta dai naufraghi superstiti solo dopo che questa nave sia affondata.»
In questo decennio ho avuto la breve speranza nel M5S e quella ancora più effimera e molto più tenue nella Lega: speranze tutte documentate su questo ghiribizzo e che non rinnego. Chi è interessato potrà facilmente ricostruire i miei processi logici.
Conclusione: quindi KGB ha scopiazzato Bonhoeffer nel pezzo Gli scettici-creduloni? Sicuramente, come sempre (fortunatamente!) mi accade, ne ho assimilato molte idee ma fondamentalmente si tratta di una rielaborazione e generalizzazione di concetti che avevo già da tempo: vedi Gli onesti e intelligenti del PD/PDL...
Nota (*1): tratto da “La vita responsabile” di Dietrich Bonhoeffer, (E.) San Paolo, 2015, trad. Natale Benazzi, pag. 48.
Nota (*2): ibidem, pag. 48-49.
Nota (*3): ibidem, pag. 49.
Nota (*4): ibidem, pag. 50.
Nota (*5): ibidem, pag. 51.
Nota (*6): ibidem, pag. 52.
Nota (*7): ibidem, pag. 53.
Nota (*8): in realtà questo non è completamente esatto. I tipi FJ e TJ, per motivi diversi, sono particolarmente sensibili alla propaganda. Vedi il corto Percentuali precise e, se lo trovate (a me non è riuscito!), l’articolo a cui faccio riferimento!
Comunque in seguito Bonhoeffer aggiusta la mira e parla esplicitamente di psicosociologia...
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