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lunedì 17 gennaio 2022

La fine della pandemia?

Allora: dallo scorso mercoledì ho riavuto Internet e lentamente sto mettendomi in pari con l’informazione sul covid-19 e in particolare con i video del Dr. Campbell.

E, sorpresa, la situazione è molto più rosea di quanto le prefiche dei media italiani lasciano intendere: anzi, di sicuro la situazione nel Regno Unito è addirittura rosea.

A cosa è dovuta questa differenza di prospettive fra, diciamo, Italia e UK?
Beh, da una parte la situazione è effettivamente, un po’ differente da un’altra nel Regno Unito si tiene maggiormente conto della realtà scientifica invece di cercare, esclusivamente, di terrorizzare il comune cittadino italiano (tendenzialmente ipocondriaco!).

Partiamo dalle differenze oggettive:
La percentuale di vaccinati nel Regno Unito è di circa il 75%, in Italia dovremmo essere intorno all’80%. Già da questo semplice dato si ricava che la discriminante fra situazione rosea o nera non è il vaccino.
La differenza, secondo me fondamentale, è che nel Regno Unito si è avuto il picco della delta in estate quando sono state tolte tutte le restrizioni: i più a rischio erano vaccinati “di fresco” e per il resto della popolazione c’era la protezione fornita dalla vitamina D.
L’Italia invece ha fatto l’opposto e, come avevo del resto predetto ancora in estate, le cose sono andate diversamente (molto peggio). Le restrizioni del governo iniziate già in estate non hanno avuto alcun effetto se non discriminare ingiustamente fra i cittadini: il vero motivo per cui in Italia la variante delta non si è diffusa in estate né per gran parte dell’autunno è stata la vitamina D che naturalmente gli italiani possedevano grazie al clima, particolarmente mite e soleggiato fino a inizio novembre. Più o meno da metà novembre, finito l’effetto della vitamina D e ovviamente indipendentemente dal giro di vite alle libertà individuali imposto a ottobre dal governo italiano, la variante delta, all’epoca dominante, ha iniziato a diffondersi. I malati che affollano oggi gli ospedali sono probabilmente in gran parte contagiati dalla variante delta presa nelle feste natalizie (per finire in ospedale c’è infatti un ritardo di circa due settimane dal contagio: fatevi i vostri calcoli).
La differenza è che l’Italia si è ritrovata ad affrontare il contagio della delta in inverno: i soggetti a rischio avevano ormai una vaccinazione i cui effetti erano limitati e tutta la popolazione è al minimo livello di vitamina D.
In poche parole l’Italia, sia per il clima che grazie per le restrizioni imposte dal governo, è riuscita solo a ritardare l’esplosione della variante delta facendola giungere nel momento meno opportuno.
A questa situazione di è FORTUNATAMENTE sovrapposta la variante Omicron.

Nel Regno Unito la variante Omicron è giunta circa due settimane prima che da noi e verso Natale era già dominante: questo ha comportato un nuovo picco dei casi con però la popolazione protetta dall’immunità naturale fornita dal picco della delta in estate. Questo significa che al picco di nuovi contagi non è seguito l’analogo picco di ricoveri in ospedale e poi morti: certo, un aumento vi è inevitabilmente stato ma assolutamente minuscolo relativamente ai contagi. Questa situazione è illustrata perfettamente dal seguente grafico: How do key COVID-19 metrics compare to previous waves? da OurWorldInData.org
Confido nell’intelligenza dei miei lettori nel capire il grafico. Se giocate con le impostazioni potete vedere come è andata per le diverse nazioni del Regno Unito: è interessante confrontare Inghilterra e Scozia. Vedrete che il picco inglese è circa 2,5 volte quello massimo dell’inizio 2020 mentre quello scozzese è a circa 6 volte: come mai? La Scozia, oltretutto, ha imposto ai suoi cittadini, con gli ovvi costi economici, maggiori restrizioni dell’Inghilterra. La “MIA” ipotesi è che aver ostacolato la diffusione della delta ha prodotto meno immunità naturale (molto più efficace di quella indotta dai vaccini) nella popolazione col risultato che la Omicron si sta diffondendo con maggior facilità nonostante, lo ripeto, le maggiori restrizioni.

In Italia la variante Omicron era, più o meno (il campione è piccolo ma dovrebbe essere comunque indicativo) all’80% a inizio gennaio con la Delta al 20%.
Adesso è facile supporre che la Omega sia al 99% col risultato che l’aumento dei ricoverati è dovuto principalmente al gran numero di infetti più che alla gravità della malattia che, anzi, è generalmente leggerissima per l’individuo medio.

Il risultato è che in UK gli esperti stanno iniziando a mandare messaggi molto rassicuranti: il covid-19 diventerà endemico nella popolazione e sarà uno dei tanti raffreddori invernali. Prevedono quindi un 2022 di tranquillo ritorno alla normalità precovid-19.
Ovviamente si continuerà a morire di covid-19 come prima si moriva di influenza (negli inverni “cattivi” anche 200-300 persone al giorno) ma era ritenuto normale e inevitabile: e siccome le vittime di covid-19 e influenza saranno le stesse (e poiché si può morire una volta sola!) queste saranno divise fra le due malattie e non andranno a sommarsi insieme.

Questo in un paese normale. in Italia infatti la gestione della malattia ha obiettivi politici più che sanitari. Probabilmente distrarre l’opinione pubblica dalle mene economiche e imporre, tramite il verdepasso o una sua “evoluzione”, un controllo costante sugli italiani.
È infatti probabile che il mio sogno di qualche notte fa sulla fine dell’emergenza sanitaria in Italia a marzo sia sostanzialmente corretto: sono però sicuro che le discriminazioni assurde rimarranno perché il loro scopo non ha niente a che vedere con la salute pubblica.

Sono quindi ottimista per l’evoluzione della pandemia in Italia che, nonostante la gestione scellerata del governo, è destinata a terminare come nel resto del mondo. Difficilmente infatti dovrebbe evolversi una variante più contagiosa della Omicron che sia anche più grave e che sfugga all’immunità naturale (e dei vaccini) provocata dalla Omicron.

In realtà io ho ancora delle preoccupazioni riguardo i “topi” (v. Uomini e topi 2): ho notato che il Dr. Campbell ha anche pubblicato un video specifico sull’argomento ma ancora non l’ho guardato. Magari mi tranquillizzerò completamente anch’io…

Conclusione: ma allora, se la situazione è così positiva come ho scritto io, come si spiegano gli ospedali che scoppiano di malati? Beh, la situazione, grazie alla gestione “maldestra” del governo, diventerà sì positiva ma solo nelle prossime settimane: bisogna poi ricordare i 37 miliardi di tagli alla sanità negli ultimi 10 anni (v. Tagli alla sanità) col risultato di avere adesso un’assistenza sanitaria perennemente sotto organico e dalla scarsa capacità ricettiva: un sistema sanitario in cui ogni onda di crisi appena un po’ più alta della media si trasforma in uno tsunami.

PS: ah! Mi sono dimenticato di fornire il collegamente al video del Dr. Campbell sul quale mi sono principalmente basato oggi: Specialists now agree on endemic ending.

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