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sabato 29 gennaio 2022

Indietro su Sartori (5/?)

Oggi, in attesa dell’elezione del nuovo presidente della repubblica, ne approfitto per andare avanti nel mio commento di “Democrazia cosa è” di Sartori. Vale la “solita” introduzione che potete leggere, per esempio, in Indietro su Sartori (4/?)

Il capitolo X è intitolato “Uguaglianza”: chiaramente l’approccio, rispetto a Rawls, sarà non filosofico ma pratico analogamente a quanto avvenuto per la libertà nel capitolo precedente.

Come spesso avviene è citato Rousseau: «È precisamente perché la forza delle cose tende sempre a distruggere l’uguaglianza, che la forza della legislazione deve sempre tendere a mantenerla.» (*1)
[KGB] Perfettamente d’accordo, anzi userò questa frase come epigrafe per la mia Epitome!
In [E] 5.9 definisco la “legge del più forte” così: «I parapoteri, in assenza di interventi esterni al sistema esaminato, tendono a divenire sempre più forti in genere a scapito della democratastenia.»

Sartori spiega poi come il concetto di uguaglianza sia strettamente connesso a quello di giustizia e che per la politica sia difficile realizzarlo praticamente.
Bella la citazione di Aristotele (che proprio superato certo non è): «ingiustizia è ineguaglianza, giustizia è uguaglianza» (*2)

Sartori elenca quattro tipi di uguaglianza secondo la “classificazione tradizionale”.
1. eguaglianza giuridico-politica
2. eguaglianza sociale
3. eguaglianza di opportunità
4. eguaglianza economica
[KGB] Rawls non fa questa divisione: del resto si tratta di concetti tutti interconnessi fra loro. Di questa classificazione mi sfugge la differenza fra la 1 e la 2: mi pare infatti che l’eguaglianza sociale sia implicita in quella giuridico-politico. FORSE la distinzione su cui vuole insistere Sartori è che l’eguaglianza giuridico-politico, può essere completamente formale, ovvero solo sulla carta, mentre con “sociale” intende qualcosa di più concreto ed effettivo…

Poi vi è il concetto che la meritocrazia di per sé è solo apparentemente giusta se non si considerano le diverse posizioni economiche di partenza.
[KGB] Qui sono d’accordo con Sartori mentre Rawls va oltre e, ancora non ho visto come, vorrebbe pareggiare anche le caratteristiche individuali.

Altre varie considerazioni che ritengo piuttosto ovvie su libertà/giustizia/uguaglianza e poi viene di nuovo citato Aristotele dalla solita “Etica nicomachea” che distingue fra eguaglianza aritmetica ed eguaglianza proporzionale: nel primo caso 1 vale 1, nel secondo invece vi è una proporzionalità alla qualità umana: chi è “meglio” deve ottenere proporzionalmente di più. La giustizia in questo secondo caso è che chi è meglio due volte deve ottenere non il triplo o quanto chi vale uno ma esattamente il doppio.
[KGB] chiaro che l’idea di Aristotele era adeguata a una società con schiavi, uomini liberi e aristocratici (per non parlare di donne e bambini).

La teoria di Aristotele in realtà non è stata abbandonata del tutto ma, in realtà, è il principio su cui è basata la tassazione: chi ha di più paga (in teoria!) di più.
Invece è difficile se non impossibile trovare un criterio che indichi quanto “valga” esattamente un uomo.

Spigolo poi da come la politica cerca di realizzare l’uguaglianza. Un concetto molto importante è la generalità delle leggi: queste non solo non devono introdurre discriminazioni ma, soprattutto, includere anche chi la promulga.
Ovvio poi che una legge, anche se generale, può comunque essere stupida, sbagliata o inutile!

Altro concetto generale: «tanto più piccola è la popolazione (sottopopolazione) destinataria di una regola, e tanto più grande è la quota di popolazione complessiva trattata inegualmente, in oneri o benefici, da quella regola.» (*3)

In una nota viene citato Rawls e il suo concetto di “beni primari”! (v. Sottocapitoli 13, 14 e 15)

Alla fine, in questa complicata definizione di cosa sia/debba essere l’uguaglianza, Sartori arriva a un’interessante conclusione, a mio parere molto pratica: «La mia tesi è pertanto che “maggiore eguaglianza” è effettivo controbilanciamento di diseguaglianze, un sistema di reciproca compensazione e neutralizzazione tra diseguaglianze.»
[KGB] Mi ricorda molto il mio approccio: se è troppo difficile trovare regole (v. anche la giustizia procedurale pura) che mantengano l’uguaglianza sociale perché non limitarsi a eliminare le diseguaglianze via via che si formano (*4)?

Vabbè: distinzione fra uguaglianza di accesso (formale), di partenza e di esito e i loro vari rapporti con la libertà (che tende a diminuire via via che l’uguaglianza diventa più assoluta). Tutto abbastanza ovvio mi pare.

Conclusione: non lo so, forse la lettura di Rawls mi ha fatto trovare questo capitolo un po’ banale. È chiaro che l’approccio di Sartori è più pratico che teorico perché alla fine la politica deve mettere in pratica dei meccanismi concreti per approssimare il più possibile gli ideali che ci siamo prefissati di raggiungere. Capisco la logica di Sartori: il suo libro vuole fare una panoramica su cosa sia la democrazia nel mondo moderno e non ipotizzare alternative a essa. Per ogni concetto ne ripercorre la storia, lo stesso fa con l’etimologia delle parole e l’evoluzione del loro significato nel tempo.
Ecco forse il punto è questo: Sartori dà una prospettiva della traiettoria della democrazia congelata nel tempo: ne traccia attentamente il percorso già effettuato e analizza il proiettile/democrazia congelato a mezz'aria ma non prova neppure a ipotizzare come proseguirà il suo volo.
Questo mi dà un senso di incompletezza e insoddisfazione. Fermo restando che il libro è veramente bello e utile da leggere.

Nota (*1): tratto da “Democrazia cosa è” di Giovanni Sartori, (E.) RCS, 2007, pag. 178.
Nota (*2): ibidem, pag. 179.
Nota (*3): ibidem, pag. 186-187.
Nota (*4): il motivo in realtà lo intuisco bene: chi ha rispettato tutte le regole della società e nonostante ciò è riuscito ad arricchirsi a dismisura perché deve essere punito per il suo impegno? Io risolvo questo problema col fatto che la mia ipotetica legge sull’ereditarietà sarebbe nota a priori: il super ricco saprebbe da subito che il 99% dei suoi beni verrebbero ridistribuiti alla sua morte. Anzi proprio la consapevolezza di questa legge dovrebbe avere, secondo la mia teoria, vari effetti benefici anche prima della sua applicazione effettiva.

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