Oggi voglio scrivere un pezzo “facile”: ironicamente da quando mi è tornato Internet non ho pubblicato più niente! In realtà il ritorno di Internet mi ha distolto completamente dalle mie attività solo mercoledì: giovedì e venerdì sono stato molto impegnato e ieri, comunque, ho ripreso a scrivere sull’epitome (ho riscritto un sottocapitolo, ne ho corretto un altro e ne ho aggiunto uno nuovo).
Il pezzo che scriverò oggi l’avevo in mente da tempo ma avevo bisogno di collegarmi a Internt per raccogliere i dati che mi servivano, poi mi è passato di mente e solo ieri me ne sono ricordato quando ho visto una bloggatrice che seguo che aveva pubblicato qualcosa di analogo a ciò che volevo fare io.
Niente di eccezionale (per questo è “facile”): semplicemente qualche commento sui libri che ho finito di leggere nel 2021!
In totale ho letto 28 libri, 4 in più dei 24 (due al mese) che mi ero ripromesso.
In realtà questa statistica ha poco senso: i libri leggeri infatti li posso leggere in tre-quattro giorni (dipende dalla lunghezza) ma quelli pesanti, che però arricchiscono cento o mille volte di più, richiedono molto più tempo per essere letti seriamente. Per letti seriamente intendo leggerli capendo ciò che vi è scritto e non semplicemente girando una pagina ogni X secondi.
Comunque per il 2022 ho scommesso 30 libri: ma leggerò quello che mi andrà di leggere senza preoccuparmene. Se poi volessi “vincere” la scommessa potrei sempre farlo leggendo fantascienza per un mese: ma non avrebbe senso!
Anche per questo non sono particolarmente impressionato da chi legge più di 50 libri all’anno: dipende di che libri si tratta e quanto gli rimane di quelli “seri”.
Il libro più corto aveva 20 pagine: in realtà un racconto lungo di fantascienza di Edgar Pangborn intitolato “The music master of Babylon”. Ricordo vagamente la trama (sempre che non mi confonda con altri) e non era niente di che: parecchia atmosfera e poca sostanza.
Il libro più lungo 761: il terribile “Leviatano” di Thomas Hobbes. Super noioso, vagamente interessante nella prima parte essenzialmente per le definizioni, sempre valide, che usa.
Il più popolare (cioè letto da altre persone) è stato “Shadow and Bone” di Leigh Bardugo. A suo tempo ne scrissi: comprato per l’omonima serie che però è molto superiore all’originale.
Ero abituato a vedere trasposizioni cinematografiche di capolavori che poi trovavo deludenti ma ultimamente, probabilmente per “fame” di materiale di un certo genere, si convertono in serie o pellicole dei libri scadenti col risultato che il risultato finale è spesso migliore dell’originale.
Il meno popolare, con zero altri lettori, è stato “Life in a German crack regiment” di Baron von Schlicht: in realtà il livello di intrattenimento di questa opera è più o meno sul livello della trilogia della Bardugo.
Il mio punteggio medio è esattamente 3,0 stelline su 5. Mi sembra ragionevole: mi dispiace dare degli 1 e sono severo sui 5 e ritengo che 3 sia un libro medio, né buono né cattivo, quindi…
Il libro che ha ottenuto dagli utenti di GoodReads.com il punteggio più alto è stato “Thomas Sankara speaks” (che raccoglie alcuni discorsi di Sankara) con 4,48. In realtà io ho letto la traduzione in italiano ma siccome sono pigro: se trovo il libro solo in un’altra lingua non sto a creare una nuova scheda per la versione italiana ma uso quella esistente. Tanto è qualcosa che serve solo a me…
La mia prima recensione dell’anno è stata quella di “Media e potere” di Chomsky. In realtà raramente pubblico recensioni: se ce ne sono già tante è inutile che perda tempo a spiegare la mia valutazione. Poi scrivo una recensione solo se ho inserito su GoodReads.com esattamente l’edizione corretta perché non vorrei penalizzare ingiustamente traduzioni o versioni comunque diverse. Infine non scrivo recensioni per libri letti in inglese: i madrelingua sarebbero schifati dalla forma delle mie espressioni e non ne prenderebbero sul serio il contenuto.
Curiosamente l’ultima recensione dell’anno è di nuovo per un libro di Chomsky: “La fabbrica del consenso” al quale ho dato 3 su 5 stelline. Forse sono stato un po’ troppo severo: è che si tratta di un libro datato considerando anche la velocità di evoluzione della comunicazione e che, proprio per questo, non sfiora neppure le tematiche legate a Internet.
In effetti GoodReads.com avrebbe potuto anche preparare una schermata con i libri divisi in base ai miei voti: mi sarebbe stata utile!
Comunque i libri, di quelli seri, che consiglio di leggere perché estremamente formativi sono: “Antifragile” di Nassim Taleb, “Eros e civiltà” di Herbert Marcuse, “La fabbrica del consenso” di Noam Chomsky e, a sorpresa, “An essay on the principle of population” di Thomas Malthus. Di questi consiglierei al lettore qualsiasi solo “Antifragile”: la lettura di “Eros e civiltà” è infatti difficilissima e pesante mentre gli altri due hanno delle parti superate che il lettore comune troverebbe noiose…
Poi ci sarebbe tutta una fascia di libri interessanti, a partire dalla “Politica” di Aristotele o quelli di Voltaire, che però metterei un gradino sotto i sopraddetti.
Da evitare invece: “I vangeli gnostici: Tomaso, Maria, Verità e Filippo” (solo per specialisti con le note impossibili da leggere) e la trilogia della Bardugo (soldi buttati). Gli altri libri almeno un 2 stelline le raccattano.
Qualche “mia” statistica: i libri di intrattenimento puro che ho letto sono stati 8 e non tutti mi hanno intrattenuto (vedi la trilogia della Bardugo).
Curiosamente ho letto molti autori chiamati “Thomas”: Thomas Sankara, Thomas Hobbes, Thomas Mann e Thomas Malthus. 4 su 28 mi sembra una coincidenza molto significativa!
Conclusione: ovviamente ci sarebbe tanto altro da scrivere, per esempio quanti sono stati i libri scaricati gratuitamente da ProjectGutenberg letti (4), ma non finirei più i trovare strane o improbabili curiosità…
Cecilia Sala
1 ora fa
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