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sabato 1 gennaio 2022

Amarezza per incomprensioni

Allora sono un idiota. O almeno ho iniziato l’anno (oggi è l’1/1/2022) da idiota. Oggi sono stato da mio padre e stamani mi ero preparato la chiavetta con i tre pezzi che avevo scritto da quando, il 26 pomeriggio, sono rimasto senza Internet (grazie Fastweb).
Ovviamente me la sono dimenticata a casa insieme ad altre 3 o 4 cose. Vediamo se le ricordo ORA: le chiavi di casa di mio padre, la parolachiave per Gmail, la chiavetta, i riferimenti ai nuovi libri da inserire in GoodReads.com (“Am essay on the Principle of Population” di Malthus e “La morte di Danton e altri scritti” di Giorgio Büchner) e forse altro… e comunque mi sono dimenticato anche di aprire GoodReads.com! Vabbè…

Ultimamente sono di corsa e piuttosto stressato mentre, massimamente distratto, lo sono sempre stato: ora che devo stare dietro a parecchie cretinerie della realtà quotidiana del solito lo sono ancora di più. Comunque questo anno parte male: se continua così non credo che lo porterò fino in fondo!

Una delle poche cose che mi sono ricordato di fare è stato controllare i nuovi video del Dr. Campbell e del Dr. Sehuelt: ovviamente non ho avuto tempo di guardarne alcuno ma, almeno dai titoli, sembrerebbe che la variante Omega si stia fortunatamente rilevando innocua anche nel Regno Unito come in Sudafrica. A maggior ragione mi risultano disgustosi i toni apocalittici dei telegiornali di SkyPD che avevo intravisto qualche giorno fa: la variante Omicron potrebbe rappresentare la fine della pandemia perché dovrebbe essere in grado di contagiare abbastanza persone da raggiungere una duratura immunità di gregge senza i rischi di complicazioni gravi. Fine della pacchia per le case farmaceutiche che producono i vaccini benedetti e fastidioso ritorno alle sgradite libertà individuali per la popolazione per i dittatorielli mafiosi nostrani. Oddio, i media sono a un tale livello di irrealtà nella narrativa che almanaccano goffamente che nei prossimi mesi potrebbero inventarsi di tutto, quindi sebbene che la pandemia sia alla fine è abbastanza evidente non lo è altrettanto il ritorno alla “normalità”. Il magico verdepasso piace troppo ai fascistelli, scusatemi “mafiosetti” intendevo, nostrani per gettarlo immediatamente nella fogna della storia a cui appartiene.

Come detto però non ho fatto in tempo a documentarmi: magari la situazione in Italia è peggio di quella inglese… del resto l’immunità naturale in UK dovrebbe essere più diffusa che da noi dato che in estate avevano tolto ogni restrizione…
Dai, spero di tornare in linea da lunedì e di poter così studiare con calma cosa sta succedendo con la variante Omicron in Italia e dintorni…

Di quanto scritto nei giorni passati mi è particolarmente rimasto in testa l’accenno alla delusione per parenti e amici che non si fidano del mio giudizio. Al riguardo avevo già iniziato a proporre delle mie riflessioni ma oggi voglio approfondire ulteriormente l’argomento.
Andando a memoria avevo accennato a: 1. limiti psicologici comuni a tutti gli esseri umani; 2. voce dei media, per quanto regolarmente smentita dai fatti, più autorevole della mia; 3. scarsa razionalità e incapacità di giudicare correttamente i dati nel loro insieme.

Tutto vero ma oggi però vorrei concentrarmi maggiormente sulla mia delusione.
Mi pare di essere una persona molto riflessiva: prima di prendere posizione su una questione importante valuto tutti i dati per molto tempo, parlo di mesi e a volte anni. Poi è vero, quando mi convinco di qualcosa su cui ho riflettuto approfonditamente, sono molto sicuro delle mie idee.
Mi viene in mente il cambiamento nel giudizio sul M5S che in 2-3 anni, dal 2013 al 2015, si è ribaltato di 180°; oppure, analogamente, quello sulla Lega che da incerto/speranzoso è diventato negativo nel giro di tre anni, dal 2018 al 2021: in questo caso un cambiamento di 90° o poco più…
O il mio giudizio su Monti: ricordate per quanti mesi mi dibattei incredulo nell’incertezza se il professore ci fosse o se ci facesse? Che un italiano volesse tradire così spudoratamente l’Italia e gli italiani mi sembrava impossibile...
Insomma non sono il tipo che si alza la mattina e si accorge di punto in bianco di pensarla in maniera contraria ai giornalisti del telegiornale: adesso è effettivamente così, ma il mio percorso è stato lungo e, passando dalla stesura dell’Epitome, è il prodotto di lunghe riflessioni spesso nate da letture molto istruttive.

Se mi interpellate su una questione che non conosco vi rispondo “bo, può essere”, “forse”, “suppongo che” e simili: esamino i dati che ricordo su un certo argomento e vedo cosa sia possibile dedurne. Il più delle volte riconosco di non saperne abbastanza e che tutto quindi sia più o meno possibile con diversi gradi di probabilità.

Altra cosa che amo fare è informarmi presso chi è più esperto di me su un particolare argomento: mi piace chiedere e approfondire. Spesso mi viene riconosciuta una notevole capacità nell’estrarre l’informazione più significativa o nel notare il particolare discordante. Tutti questi dati che raccolgo poi li memorizzo e li tengo da parte per l’occasione successiva. Per esempio qualche settimana fa il mio vicino ha mandato dei boscaioli a tagliare un albero pericolante che minacciava la mia casa: uno di questi era stato da me due anni prima per tagliarmi un altro albero: quando mi sono reso conto che era lui gli ho ricordato due o tre informazioni interessanti che mi aveva detto. Lui è rimasto molto sorpreso perché non si ricordava assolutamente di avermene parlato! Curiosamente non ho la minima memoria per le facce (non avrei mai riconosciuto il tizio se non fosse stato lui a dirmi di essere stato da me!) ma i dati, soprattutto se mi incuriosiscono, li ricordo bene.
Questa mia attitudine a chiedere a chi ne sa più di me mi pare che sia indice di una netta consapevolezza dei miei limiti che, di nuovo, stride con la possibilità che io esprima dei giudizi affrettati o superficiali.

Penso anche ai pezzi di questo ghiribizzo: anni fa decisi di aggiungere il marcatore “Mongolino” per evidenziare i pezzi, mese per mese, in cui avevo preso degli abbagli sbagliando completamente le mie valutazioni. In realtà di questi pezzi “errati” ne avrò al momento forse trovati un paio e ho così finito per usare detto marcatore per indicare pezzi particolarmente brutti o inutili più che sballati.
Questa iniziativa è poi frutto della mia mentalità da scacchista che ama ricontrollare le proprie partite (e quindi il proprio pensiero) alla ricerca di errori con lo scopo di migliorare il processo decisionale in maniera da non ricommetterli più.
Guardate anche come continuo a rileggere e correggere la mia Epitome, affinandola sempre più: anche questo atteggiamento verso il mio pensiero mi sembra sintomatico di capacità di autocritica vigile e attiva, ovvero della capacità di individuare, anche senza nessuno che li evidenzi, i miei eventuali errori.
Oppure quante volte ho scritto un pezzo per “correggere” qui su questo ghiribizzo ciò che avevo erroneamente affermato in precedenti articoli?
Insomma non mi vergogno dei miei errori, e quindi di ammetterli, e al contrario sono orgoglioso di quanto mi riesca scoprirli e correggerli.

Di nuovo questi mi sembrano indizi dell’affidabilità del mio giudizio dato che lo controllo e ricontrollo costantemente (*1).

La conseguenza di questo mio modo di procedere è che quando affermo qualcosa di solito sono molto sicuro di ciò che dico. Intendiamoci, non mi aspetto che amici e parenti pendano dalle mie labbra prendendo per oro colato ogni mia affermazione: come io non lo farei con loro così non mi aspetto che lo facciano con me!
Però mi aspetterei che la mia osservazione venisse comunque presa in seria considerazione: qualcosa del tipo “non la prendo per buona ma la terrò presente nelle mie valutazioni”. Questo mi basterebbe e mi soddisferebbe.

Pochi giorni fa un amico ha fatto un salto a casa mia: fra le varie cose di cui abbiamo parlato c’è stato anche l’“Unreal Engine 5”. Siccome lui se ne intende parecchio gli avevo inviato il collegamento a un video ma poi non aveva avuto tempo di rispondermi.
Sull’entusiasmo del momento vi scrissi un pezzo che però ora, grazie Fastweb, non posso verificare come si intitoli: in pratica ipotizzavo che i programmatori avessero fatto almeno due grandi balzi teorici abbassando notevolmente la complessità degli algoritmi per il disegno dei poligoni e per l’illuminazione fotorealistica.
Secondo lui invece parte significativa del merito è ingegneristico: ovvero delle capacità delle nuove schede RTX dell’Invidia (ed equivalenti AMD) rispetto alle vecchie GTX.
Io sono rimasto interdetto: dai demo che ho visto il passo mi pare troppo grande per essere ingegneristico però ho preso la sua precisazione molto sul serio. Ci siamo ritrovati infatti d’accordo sul fatto che le prestazioni dell’Unreal Engine 5, se il mio amico ha ragione, non dovrebbero essere particolarmente migliori della versione 4 sulle vecchie schede GTX: qualcosa del tipo 20-40%. Quindi se prima i poligoni disegnati fossero stati 1000, a parità di velocità dovrebbero divenire 1.200-1.400 e non 100.000 o più.
Vedremo: il punto è che prendo seriamente in considerazione la sua osservazione perché mi fido del suo giudizio nonostante sia apparentemente in contrasto con quanto affermato/dimostrato nei diversi video che avevo visto su YouTube.

E allora perché lo stesso non viene fatto dagli altri con ciò che affermo io?
Forse non vengo ritenuto un esperto su certi argomenti come, per esempio, la politica o il covid-19. Si tratta di due argomenti completamente diversi e che quindi tratterò separatamente.

Partiamo dal covid-19: sicuramente non sono un esperto ma mi baso sui dati forniti da esperti spesso mediati da divulgatori con competenze in campo medico. In questo caso visiono video, leggo ricerche, ricerco dati e memorizzo i dati rilevanti: molte informazioni che non ritengo completamente affidabili neppure le menziono: direi che qui sul ghiribizzo riporto un quinto delle notizie in cui mi imbatto. Se di qualcosa non sono sicuro evito di scriverne aspettando di saperne di più o, magari, conferme da fonti che ormai ritengo affidabili.
Alla fine sui dati che ritengo sicuri o almeno molto probabili costruisco le mie ipotesi che si basano su normali criteri di causa effetto: a questo livello posso arrivare, sebbene raramente, a conclusioni diverse anche da quelle suggerite dalle fonti attendibili. Mi viene in mente, per esempio, la previsione dell’istituto di statistica inglese (“Imperial...” qualcosa) sui contagiati nella primavera 2020 in Italia: la mia previsione, molto rozza e basata su principi primitivi, si rivelò poi molto più vicina ai valori resi noti poi nell’estate.
In genere le mie previsioni, basate come detto su dati e ricerche di esperti, che ho solo aggregato e collegato insieme, a differenze di quelle dei media e dei politici, si sono rivelate decisamente accurate.
Insomma, alla fine, riguardo il covid-19 il 90% del mio impegno si riduce a identificare le fonti affidabili e a setacciare dati utili dalla pletora di fonti disponibili in rete: beh, poi c’è la difficoltà di ricordare il materiale e metterlo insieme ma questo mi viene naturalmente molto facile. La mia rielaborazione personale è minima e, quando la faccio, lo specifico ampiamente perché io stesso mi fido il giusto dei miei risultati. Per esempio guardate il pezzo intitolato qualcosa come “statistiche e decisioni” di, mi pare, novembre (non posso controllare adesso: grazie Fastweb). In quel pezzo estrassi dati da più fonti per calcolare la mortalità per fasce di età: successivamente verificai che i miei calcoli erano stati perfettamente accurati essendo uguali a quelli riportati dall’ISS…
Quindi chi non si fida delle mie affermazioni sul covid-19 non si fida delle fonti che, dopo molti controlli e verifiche incrociate, ritengo affidabili. Anche in questo non vi troverei niente di male se non fosse che queste stesse persone credono invece ciecamente alle fole raccontate dalla televisione. Ancora non ci sarebbe niente di male se si fosse nella primavera o almeno nell’estate del 2020 ma ormai le loro previsioni sistematicamente errate si sono accumulate: continuare a dare fiducia alle notizie date dai media tradizionali mi pare puro masochismo intellettuale e obbrobrio per la verità. E questo mi irrita.

Sulla politica l’argomento è talmente vasto e ampio che in realtà non mi secca più di tanto non essere preso sul serio. Sono consapevole che spiegare e far comprendere le mie ragioni occorrerebbero numerose discussioni e tanta pazienza e volontà di comprensione da parte di tutti.
Tutta la mia teoria politica (ma anche sociale, psicologica, storica e filosofica) l’ho riassunta nelle oltre 400 pagine dell’Epitome con le sue 1500 e passa note.
Quello sarebbe il mio punto di partenza delle mie discussioni “politiche”: proprio per la complessità del mio pensiero non mi aspetto di essere capito o che amici e parenti siano d’accordo con me. Di nuovo mi parrebbe di meritare comunque una certa considerazione ma, come detto, in questo caso sono più tollerante: so che, superficialmente, il mio pensiero può confondersi col banale complottismo paranoico misto a populismo. In questo caso mi sembra di cercare di spiegare delle dimostrazioni matematiche in un asilo nido a dei bimbetti che mi guardano a bocca aperta, gli occhi sgranati e il naso moccicante: insomma se non mi capiscono non è colpa loro…

Probabilmente a questa mia specifica amarezza si sovrappone la consapevolezza, che del resto mi accompagna dalla primissima infanzia, di non essere compreso: non da sconosciuti ma da persone che mi dovrebbero conoscere bene. Di nuovo sento molto la nostalgia di mio zio Gip: chissà quante belle discussioni avremmo potuto fare!
E non sarebbero state le discussioni dove ciascuno deve battagliare per difendere le proprie idee: sarebbero state costruttive, affrontate con mente aperta, col serio e onesto tentativo di volersi capire. Sono sicuro che lui sarebbe stato entusiasta della mia opera… sigh… e chissà quanti buoni consigli mi sono perso… quanti sinceri incoraggiamenti non riceverò mai...

Conclusione: alla fine ho scritto molto più del previsto. Spero di non essere sembrato troppo aspro e critico: del resto dovrei essere ormai abituato a non essere compreso, creduto o almeno considerato.

Nota (*1): forse vale la pena aggiungere che questa maniera di ragionare e di autocorreggersi è tipica degli INTP.

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