«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
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3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

mercoledì 12 gennaio 2022

Corti scollegati

Ho scritto anche qualche corto ma non avrò voglia di aggiornare i vari aggregatori (la cosa mi prende leggerissimamente più tempo) e li pubblicherò tutti insieme in questo unico pezzo.

Sartori e Rawls - 10/1/2022
L’inizio della lettura di Rawls (“Una teoria della giustizia”) mi ha ricordato Sartori (“Democrazia cosa è”) e in particolare una differenza di mentalità che mi pare di aver percepito. Ovviamente gli argomenti trattati sono prossimi ma comunque diversi: Rawls poi esplicita un proprio sistema teorico mentre Sartori si limita a dare una panoramica dello “stato dell’arte” esistente.

Come ho più volte scritto sto apprezzando moltissimo anche il libro di Sartori: sono fermo nella lettura solo perché voglio mettermi in pari sul ghiribizzo per memorizzare meglio quanto letto.
Ma perché sento questa esigenza di attenzione? Il problema è la mole di dati che con acribia Sartori propone: un mare di dati in cui rischio di perdere di vista i concetti fondamentali.
Al contrario Rawls (per il pochissimo che ho letto) si concentra sugli aspetti fondamentali rimandando gli approfondimenti a quando serviranno.

Questo mi ha portato a ipotizzare che Sartori fosse un ISTJ (più difficilmente un INTJ) per metodicità e puntigliosità mentre Rawls, soprattutto per la sua estrema capacità di sintesi, un INTP.
Appena potrò proverò a controllare in Rete se trovo qualcosa al riguardo.

Sottocapitolo 2 - 10/1/2022
Premetto fin d’ora che non ho intenzione di scrivere un pezzo o un corto per ogni sottocapitolo di Rawls che leggerò!
In questo caso però volevo sottolineare come la mia recente intuizione sul pensiero di Rawls fosse corretta: ovviamente non posso fornire collegamenti ai miei vecchi pezzi e quindi provo a sintetizzare…

Nella mia “Obiezione a Rawls” ero rimasto colpito dalla sua avversione alla meritocrazia che, mi sembrava, avrebbe portato a ingiustizie disumane oltre che a inefficienze assurde nella società. Negli anni successivi, probabilmente soprattutto grazie a “Le radici psicologiche della diseguaglianza”, ho ipotizzato che Rawls (v. il pezzo di qualche mese fa) non fosse contrario alla meritocrazia ma alle diverse “partenze” garantite ai giovani con famiglie povere o ricche: è ovvio infatti che il giovane che ha potuto frequentare le migliori scuole e avuto le esperienze (soggiorni all’estero, corsi extra scolastici etc.) più formative, a parità di capacità, risulterà migliore di un coetaneo che non abbia avuto tutti questi stimoli. In altre parole io resto favorevole alla meritocrazia ma solo dando a tutti i giovani, più o meno, le stesse possibilità (*1).

Ma vediamo cosa scrive Rawls: «In questo modo le istituzioni della società privilegiano certe situazioni di partenza rispetto ad altre. Queste ineguaglianze sono particolarmente profonde. Esse non soltanto sono assai diffuse, ma influenzano anche le opportunità iniziali che si hanno nella vita; perciò non possono essere giustificate da un ipotetico richiamo alle nozioni di merito o di valore». (*2)

Nota (*1): è anche possibile che io avessi semplicemente frainteso il prof. Sandel magari non comprendendo (all’epoca) il peso decisivo dei differenti punti di partenza sociali!
Nota (*2): tratto da Una teoria della giustizia di John Rawls, (E.) Feltrinelli, 2021, trad. Ugo Santini, pag. 29.

Chiellini - 10/1/2022
Ho saputo che Chiellini ha preso il covid-19 nonostante avesse fatto la terza dose un mese fa: dei miei dubbi sulla capacità protettiva verso la Omicron della terza dose ho già scritto e mi piacerebbe avere dati al riguardo indipendenti cioè non forniti dalle case farmaceutiche…
Ovvio che un singolo caso non ha significato statistico però colpisce che dopo appena un mese dalla terza inoculazione, quando l’efficacia del vaccino dovrebbe essere al suo culmine, un individuo non giovanissimo ma di sicuro sano comunque si infetti…
Vedremo: prima o poi anche questi dati verranno fuori.

Legato al pezzo precedente - 10/1/2022
Mi chiedo su che basi scientifiche (ovvero su quali ricerche: le semplici opinioni delle “autorità scientifiche” contavano solo nella mentalità medioevale) il governo abbia deciso le nuove discriminazioni fra chi ha ricevuto la terza dose e chi no.
Io prima di ricevere la terza dose vorrei sapere quanto mi protegga più delle due di base e per quanto tempo.
Adesso sono tagliato fuori da Internet e non posso verificare: magari esistono ricerche indipendenti che lo confermano o magari il governo si è fidato del parere degli esperti delle case farmaceutiche?

Suppongo che esistano delle ricerche israeliane sulla terza dose (dato che in Israele hanno da tempo iniziato a farle) ma esse si basano di sicuro sulla variante Delta e non sulla Omicron: insomma sono totalmente insufficienti per prendere decisioni scientifiche sensate.

(F)Ibra - 11/1/2022
Ma Ibra aveva davvero bisogno di fare la pubblicità alla fibra di Sky? Quando la vedo non posso fare a meno di chiedermi quanto sia costata la sua partecipazione e che quei soldi, bene o male, saranno pagati dagli utenti a scapito di altre cose…
Oltretutto, come spesso accade nelle pubblicità con un personaggio sportivo, si vedono le comparse che si impegnano al massimo, sempre super sorridenti, mentre qui Ibra appare fra lo scocciato e l’annoiato!

Grosso grosso grosso - 11/1/2022
Ieri, andando a fare la spesa, ho visto in fondo alla mia via (che si infila in un bosco) un mezzo “ufficiale” con la scaletta della Telecom e ben tre mezzi di appaltatori esterni e una mini escavatrice. Ovviamente mi sono accostato per chiedere notizie: mi è stato confermato che tutta la mia “via” era senza telefono perché si era rotto un cavo “grosso”, “ma grosso grosso” ha tenuto a precisare il tecnico Telecom per farmi meglio apprezzare la gravità della situazione. Poi, a mia domanda, mi aveva assicurato che ce l’avrebbero fatta al massimo in serata oppure, è voluto intervenire un tecnico dal furgone, domani mattina (cioè oggi che scrivo). Il pericolo mi hanno spiegato è che il cavo rotto fosse sotto il manto stradale della strada provinciale perché questo avrebbe causato un ulteriore rallentamento dei lavori.
Al mio rientro la macchina della Telecom se ne era andata mentre i tecnici esterni rimasti erano tutti intorno a un buco discretamente profondo (a giudicare dalla terra ammucchiata intorno) a guardare qualcosa: non li ho disturbati e sono tornato a casa.
Stamani ancora niente Internet ma spero che per pranzo la situazione si normalizzi!

Sottocapitolo 4 – 11/1/2022
Ieri sera tardi (troppo!) ho iniziato a leggere il sottocapitolo 4 di Rawls ma a metà ho lasciato perdere perché mi sono reso conto che mi confondevo con “Dialogo sui massimi sistemi...” di Galilei (*1) e il mio cervellino cercava di legare insieme le ragioni delle maree con quelle del patto sociale!
Stamani l’ho ricominciato da capo e, mi pare, ho compreso il tutto: la sua lettura è in effetti più impegnativa delle parti precedenti e, personalmente, non l’ho trovata particolarmente interessante.
In pratica Rawls espone le sue considerazioni epistemologiche su come procedere nell’ipotizzare le condizioni di partenza che dovrebbero portare ai principi condivisi su cui basare il prosieguo della discussione. La mia obiezione a questo procedimento risiede a monte e l’ho già esposta nel pezzo dove commento il sottocapitolo 3.
Comunque la strategia iterativa di costante raffronto fra condizioni supposte, relativi principi generati da essi, e accordo con i giudizi preesistenti è la tipica maniera di procedere degli INTP.

Io per primo infatti mi adeguo istintivamente a questo procedimento: aspetto di vedere a quali principi perverrà Rawls per confrontarli con i miei giudizi su tali argomenti per poi ragionare sulle eventuali discrepanze.

Insomma un sottocapitolo piuttosto teorico che non porta avanti la riflessione ma che ne definisce (e giustifica) l’ambito che prenderà.

Forse dovrei spendere due parole sull’equilibrio riflessivo (anche Rawls, mi pare, ama inventarsi definizioni!)… ma questo è un corto, lasciamo perdere...

Ora però sono pronto per il sottocapitolo sull’utilitarismo classico!

Sassoli – 12/1/2022
Ieri, pur non seguendo i telegiornali ed essendo senza rete, mi è comunque giunta voce della morte di Sassoli: come mai? Per qualche motivo la notizia è infatti arrivata anche sul canale di notizie sportive che ascolto come voce di sottofondo mentre lavoro in cucina. Per qualche motivo la morte prematura di Sassoli, alla cui famiglia porgo le mie doverose condoglianze, sembra che abbia trasformato un insipido burocrate di partito in uno dei massimi statisti italiani ed europei.
Eppure la descrizione migliore di Sassoli la lessi qualche anno fa sul Lercio.it (mi pare!) che scherzava sul nuovo colore “grigio Sassoli”.
Sassoli è stato un burocrate pronto a tradire l’Italia per assecondare qualsiasi interesse estero e così farà il suo altrettanto anonimo sostituto probabilmente scelto fra le schiere, sempre abbondanti, di volenterosi quanto ubbidienti piddini.

Nuova vecchia teoria – 12/1/2022
Sempre ieri ho poi ascoltato, non so, 10-20 secondi del telegiornale di Sky-PD24: ovviamente me ne sono bastati 5 per la specie di chok anafilattico che l’imprrovviso contatto con tanta e tale disinformazione mi provoca.
In particolare, come peraltro avevo previsto già ad agosto, si scarica sui non vaccinati la responsabilità della diffusione della variante Omicron: per questo vengono imposte loro numerose nuove limitazioni.
Non entro nei dettagli perché, come ho più volte detto, sono praticamente senza informazioni attendibili dal 26 dicembre ma al di là delle ricerche scientifiche su cui sicuramente si basano le nuove discriminazioni imposte dal governo (perché di sicuro non saranno arbitrarie, vero?) che verificherò appena possibile, ne approfitto per spiegare quale sia, secondo me, uno dei veri obiettivi esse.

La ragione sanitaria è chiaramente ipocrita ed è inutile perdere tempo a discuterla.
La ragione di fornire un facile capto espiatorio sul quale far convergere il risentimento della maggioranza della popolazione è forse quella principale e ovvia (come detto l’avevo già anticipato ad agosto 2020).
Vi è però anche un’altra ragione molto più sottile che avevo compreso nel capitolo 7.2 della mia Epitome mesi o forse anni fa. Nel mio tentativo di sintesi dei vari tipi di diseguaglianza accenno a quella locale e artificiale (contrapposte a naturali), cioè: «la diseguaglianza artificiale è invece indotta creando volutamente una comparazione fra persone o gruppi che normalmente non potrebbero confrontarsi direttamente fra loro.»

Di solito non si ha interesse a creare questo tipo di diseguaglianza perché i contrasti nella società sono comunque sempre deleteri: la parte avvantaggiata sarà infatti comunque meno felice (e riconoscente) di quanto non sia arrabbiata quella svantaggiata.
Eppure, spiegavo, in alcuni contesti può avere senso: «Infine un ipotetico esempio intermedio può essere quello di una grande azienda in cui un gruppo (“A”) di dipendenti, facilmente riconoscibili fra loro, ha privilegi che un secondo gruppo (“B”) non ha: in questa maniera la dirigenza (i parapoteri di questo sistema) rende il gruppo “A” più soddisfatto di sé perché i suoi membri si confrontano quotidianamente con quelli del gruppo “B”.
Ovviamente vi è il rovescio della medaglia: i membri del gruppo “B” diventano invidiosi di quelli
del gruppo “A”: comunque, in alcuni contesti, questa logica apparentemente contraddittoria può
avere un suo senso e utilità.
»

Al paragrafo finale avevo poi aggiunto la seguente nota: «La contraddizione non sta nel fatto che il gruppo vittima della diseguaglianza ne sia infelice e che l’altro ne sia invece compiaciuto: questo accade per ogni diseguaglianza. L’aspetto paradossale è che l’organizzazione dell’esempio ne abbia da guadagnarci: in genere infatti l’insoddisfazione sarà complessivamente maggiore della soddisfazione; questo perché il gruppo che beneficia dell’ingiustizia riterrà che il favoritismo non sia tale ma che, anzi, gli sia dovuto. Comunque, come detto, in alcune situazioni specifiche questo tipo di discriminazione può avere un suo motivo d’essere.»

Ecco, mi pare che la discriminazione partorita dalle menti sadiche del governo, sia proprio un esempio di questo tipo: i nuovi limiti imposti tanto arbitrariamente quanto ingiustamente ai non vaccinati hanno essenzialmente lo scopo di rendere più tollerabili le nuove limitazioni per tutti gli altri che, con questa diseguaglianza locale e artificiale, potranno dirsi che c’è chi sta peggio di loro e, per questo, sentirsi soddisfatti. Il governo non si preoccupa della reazione dei non vaccinati perché non c’è nessun partito politico in grado di raccogliere la loro indignazione e sete di giustizia.
I non vaccinati, oltre a essere esposti al pubblico ludibrio dai media compiacenti, oltri che fungere da capro espiatorio per dei vaccini che assolutamente non impediscono il diffondersi della variante Omicron, sono anche una sorta di sacco per pugili a cui tirare botte senza pericolo di farsi male.

PS: Nella nuova versione ho già aggiunto una nota a questo riguardo…

Ah! questo pezzo mi è venuto molto più lungo del previsto: ma questo è un aggregatore anomalo e per questo, visto che sono pigro e ho di meglio da fare, lo lascerò qui così come mi è venuto…

Massimi sistemi – 12/1/2022
Ho finito di leggere il “Dialogo sui due massimi sistemi tolemaico e copernicano” di Galileo Galilei!
Un buon libro che, con mia sorpresa, è straordinariamente attuale.

L’attualità sta nel confronto fra i due copernicani e il peripatetico (seguace di Aristotele e quindi del sistema tolemaico). I copernicani ragionano col metodo scientifico: si basano cioè su dati e su dimostrazioni concrete. Il tolemaico, appropriatamente chiamato Simplicio, usa gli argomenti fondati sull’autorità di Aristotele ovvero, alla fine, sulle intuizioni di questo.

In queste dispute Simplicio esce con le ossa rotte: davanti alle dimostrazioni incontrovertibili presentate dai copernicani spesso ammette di non aver argomenti per ribattere ma si dichiara comunque sicuro che peripatetici più esperti di quanto egli non sia saprebbero comunque trovare l’errore dei suoi interlocutori.

L’attualità di questo dialogo è evidente: adesso la narrativa dominante sul covid-19 si comporta come Semplicio: si basa sull’autorità, spesso politica, che dice che i fatti stanno come dicono loro ma non li supporta con dati o ricerche oppure sulle dichiarazioni di “esperti” (spesso virologi) che, in base alla loro autorità (ovvero la laurea) confermano la versione ufficiale stabilita a tavolino dal potere sempre però senza portare dati o ricerche.
Si ha così il paradosso di un potere che prende decisioni affermando di basarsi sulla scienza ma che, in effetti, fa il suo contrario: si basa solo sull’arbitrio e sull’autorità ma non sui fatti concreti dimostrati con ricerche.

Il comportamento poi di Simplicio, che non si lascia convincere dalle argomentazioni dei due copernicani, e che alla fin fine si difende dicendo che “sicuramente” c’è un esperto in grado di controbattere ai suoi interlocutori è esattamente quello dell’utente medio di FB.
Gli si possono mostrare tutti i dati e le prove che si vuole, anche super evidenti, ma alla fine rifiutando la logica e il proprio buon senso preferirà rifiutarsi di cambiare opinione, di ammettere non tanto l’errore suo ma quello dell’autorità di cui si fida ciecamente.
Galilei si rende conto che la reazione di Simplicio è molto umana (evidentemente aveva avuto a che fare con molte persone simili!) è fa dire sconsolatamente a uno dei due copernicani in un momento in cui sono soli fra loro: «Vanissimo è il pensiero di chi credesse introdur nuova filosofia col reprovar questo o quello autore: bisogna prima imparare a rifar i cervelli degli uomini, e rendergli atti a distinguere il vero dal falso, cosa che solo Dio la può fare.»

Potrei aggiungere poi che il libro di Galilei evidenzia l’importanza del confronto delle idee, non importa se errate, perché è dal correggersi vicendevolmente che la verità emerge più chiara: ma, ovviamente, oggi predominano varie forme di censura dato che da un confronto aperto e paritario la voce del potere e degli interessi di pochi ne uscirebbe regolarmente sconfitta.

Siccome mi è appena tornato Internet concludo qui e inizio a pubblicare tutto il materiale che ho sul disco rigido del calcolatore!

Conclusione: era l’ora! Le 10:53 del 12/1/2022...

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